domenica 9 aprile 2017

Creare pulsanti / bottoni online

Un tempo, quando si voleva creare dei bottoni per un sito o per un'applicazione, magari pulsanti 3D carini con bordi arrotondati, o eri un maestro di photoshop o nisba.
Infatti, oltre a dover possedere un programma a pagamento, dovevi anche saperlo usare (cosa non propriamente scontata).

Oggi per fortuna, le cose sono ben cambiate (da un bel pezzo a dire il vero).
Trovi infatti online un sacco di strumenti gratuiti che fanno al caso tuo, che ti consentono di costruire bottoni con bordi arrotondati, di colori diversi... per ogni tipo esigenza insomma.


Come creare pulsanti / bottoni online


Per poter realizzare dei bottoni arrotondati o con i più comuni effetti grafici usati nel web e nelle app, collegati al seguente indirizzo:

https://dabuttonfactory.com

Questo gratuito e semplice tool online, ti consentirà di partire da fin subito con la costruzione del tuo primo bottone grafico.

Qui di seguito le principali caratteristiche da compilare:
  • Text: il testo del pulsante
  • Font: il tipo di carattere usato
  • Bold: se si vuole il grassetto
  • Italic: se si vuole il corsivo
  • Size: le dimensioni del testo
  • Color: il colore della scritta
  • Padding: spaziature orizzontali e verticali del testo
  • Style: lo stile grafico del pulsante
  • Background: vari opzioni di colore di sfondo
  • Border: impostazioni grafiche per il bordo del bottone

Creare pulsanti / bottoni online

Ma la cosa veramente bella di questo sito, è che non solo ti consente di scaricare l'immagine del pulsante appena creato cliccando su Download, ma addirittura di ottenere il codice css / fogli di stile (cliccando su Embed) da includere sul proprio sito web, per poter così generare il bottone senza l'ausilio di immagini o di javascript.

Ecco un esempio di codice css generato nella prova che ho fatto io:
background:    #3d85c6;
background:    -webkit-linear-gradient(#3d85c6, #073763);
background:    linear-gradient(#3d85c6, #073763);
border-radius: 5px;
color:         #fff;
display:       inline-block;
padding:       8px 20px;
font:          normal 700 24px/1 "Calibri", sans-serif;
text-align:    center;
text-shadow:   1px 1px 0 #000;


Tra l'altro, nelle varie opzioni di salvataggio, ho notato che è possibile salvare l'immagine del bottone appena creato nei seguenti formati:
  • png
  • jpg
  • gif
  • ico

Esatto, grazie all'ultimo formato (.ico), con questo tool è possibile anche generare icone online, da usare per le proprie app, o come favicon.ico per il proprio sito internet.

Che altro da dire su questo Da button factory, se non che è una figata pazzesca? (cit.)

L'unica cosa che sembra mancare in questo tool, è la possibilità di caricare un'immagine da utilizzare come sfondo del bottone.
In effetti ci sono altri siti che invece consentono di fare questa operazione, ma prova comunque a cliccare sul bottone Examples, e capirai subito che, combinando vari stili grafici e colori (di cui ovviamente è possibile inserire sia l'esadecimale o l'rgb preso da qualsiasi fonte esterna), i risultati ottenibili non solo sono quasi illimitati, ma anche graficamente molto accattivanti.

Liste array (Mit App Inventor 2)

La lezione di oggi su Mit App Inventor 2 sono le liste (lists).
Per chi se ne intende di programmazione, le liste in app inventor possono essere (quasi) equiparate agli array.

Una lista è insomma una variabile che contiene altre variabili, una sorta di contenitore che consente di gestire degli elenchi e fare altre operazioni che con una semplice variabile si faticherebbe ad ottenere.

Come con gli array, le liste sono formate da una chiave primaria ed un valore.
La chiave primaria è un numero univoco che identifica il valore contenuto in una certa posizione della lista: ad esempio 1=Cane, 2=Gatto.

Purtroppo però anche questo componente di app inventor ha delle limitazioni più o meno pesanti, soprattutto rispetto ai classici array.
Infatti, le liste possono avere come chiavi primarie solo dei numeri interi, e non c'è una funzione nativa per il loro ordinamento :o

Vediamo più nel dettaglio cosa si può fare con una lista app inventor 2.


Le liste array di Mit App Inventor 2


Per poter utilizzare le liste di app inventor si va nei blocchi (blocks) e si clicca sull'omonima voce, liste (lists).

Come detto sopra, una lista è una variabile, quindi di solito si crea una variabile globale per la nostra lista.
Questa variabile globale poi può essere inizializzata nei seguenti modi:
  • Crea una lista vuota (create empty list): lo si fa quando si vuole valorizzare la lista in seguito
  • Crea lista (make a list): si aggiunge subito l'elenco dei valori alla lista
  • Aggiungi elementi alla lista (add items to list): si aggiungono dei valori/elementi ad una lista precedentemente creata

Se ad esempio volessimo creare una lista di nomi in un colpo solo, dovremmo usare il blocco crea lista ed aggiungere subito gli elementi (ovvero i nomi) scrivendoli a mano con una variabile di tipo testo (text).
Poi volendo, per aumentantare il numero di valori della lista si clicca sull'ingranaggio e trascina l'elemento (item) nella lista.

Liste array (Mit App Inventor 2)

Le possibili operazioni sulle liste di app inventor sono molteplici, vediamone qualcuna.

Sfogliare una lista

Basta utilizzare il ciclo Per ogni, da, a, a salti da, esegui (for each do) combinata con la funzione per sapere la lunghezza di una lista, ovvero: lunghezza della lista (length of list).

Sfogliare lista

Nell'esempio riportato, ho sfogliato la lista e valorizzato un'etichetta (label), separando con la virgola i vari elementi (item) della lista.

Con app inventor 2 è possibile compiere anche altre azioni sulle liste, come ad esempio:
  • estrarre un elemento casuale da una lista
  • sapere se un elemento è in lista
  • sapere se la lista è vuota
  • sapere se una variabile è una lista
  • conoscere l'indice di un elemento della lista
  • rimuovere un elemento
  • svuotare una lista
  • sostituire un elemento
  • copiare una lista in un'altra lista
  • appendere una lista ad un'altra lista
  • popolare una lista con un csv

Per la maggior parte di queste operazioni, ho fatto un esempio in questo progetto .aia, che vale certamente di più di mille parole.

Pur con i loro limiti quindi, le liste app inventor sono un'ottima funzionalità, che vi consentirà di sviluppare delle buone e funzionali applicazioni.

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Strumenti di valutazione della personalità (2/13): Problema di metodo in psicologia clinica

L'attribuzione di significato al sintomo consiste nell'interpretare.
Il paradigma indiziario di Ginzburg afferma che il metodo clinico è un modello di spiegazione che si basa sulla ricerca sistemica di tracce significative, su cui fondare ricostruzione storica di un evento e l'identificazione di un autore o di una fonte motivazionale.
Il concetto d'interpretazione non è il punto d'arrivo di una riflessione sul metodo della psicologia clinica, perchè esiste un metodo anche dell'interpretazione.


Metodi dell'interpretazione


Per indagare oggetti diversi, si usano metodi diversi.
Ad esempio nella psicoanalisi c'è introspezione e l'auto-osservazione, mentre ad esempio la teoria sistemica considera i sintomi come una sorta d'ingresso nel sistema familiare piuttosto che l'espressione di un conflitto intrapsichico ed il metodo è quello di costruire delle assunzioni di metacomunicazione dotate di significato che possono definire l'interazione tra i membri del sistema famiglia.
Quindi, diverse interpretazioni rimandano a diverse teorie psicologiche.



Identità delle teorie psicologiche


Da una cosa comune (il comportamento umano) ogni teoria psicogenetica ritaglia un oggetto peculiare tramite l'impiego di certi predicati (il linguaggio della teoria), che contemporaneamente individuano i dati, ovvero gli elementi osservativi dai quali partire.
Ad esempio per il comportamentismo l'oggetto potrebbe essere il sovrapprendimento, l'apprendimento scorretto o assente, in rapporto all'ambiente, che causa sofferenza psichica.
Questa diversità di oggetti giustifica il fatto che non si è in presenza di diverse ipotesi esplicative che possono proprio coesistere all'interno di una stessa scienza, ma di scienze diverse.



Il problema della scelta


Le varie teorie psicogenetiche del comportamento sono scienze vere e proprie, ciascuna di esse dice il vero quando parla del proprio oggetto, e ha buone possibilità di sbagliare quando parla di oggetti diversi dal proprio.
Ciascuna di queste scienze psicologiche ha un proprio modello etiologico e spesso scegliere quale usare non è una decisione che prende lo scienziato, ma il paziente, che ha già in mente qualche idea e si propone già ad un clinico con un determinato orientamento.
Quindi lo psicologo dovrebbe accantonare il proprio modello per seguire quello del paziente, ed alcuni sostengono che il paziente è il miglior collega che si possa avere, valorizzandone il ruolo attivo nel decidere di sé e del modo nel quale può essere aiutato.



Diagnosi funzionale e metodo clinico in psicologia


Secondo Perron, un esame psicologico è ben condotto solo se il clinico si orienta costantemente attraverso la formulazione di ipotesi relative a questo o a quell'aspetto del funzionamento del soggetto.
Prima bisogna identificare quali siano i problemi principali del paziente e poi mettere a punto un piano per avviarli a soluzione.
Non è il paziente che deve dimostrare la propria idoneità al trattamento, ma il clinico che deve pianificare il trattamento su misura del paziente, dopo averne capito il funzionamento (meccanismi di difesa, punti di forza, debolezza, ecc...) tramite la diagnosi funzionale.
Questa diagnosi deve essere ateorica, senza emozioni né distorsioni, ovvero non deve essere un colloquio psicoanalitico o comportamentista, ma un lavoro diagnostico che usa solo gli strumenti della diagnosi.
La diagnosi è una sorta di stato di tregua, in cui ogni giudizio è sospeso (da parte di entrambi le parti) , e l'esito finale della diagnosi può anche essere la non presa in carico del paziente.
Nella consultazione diagnostica bisogna capire e non agire, è l'occasione per parlare delle proprie paure, della delusione per i precedenti tentativi terapeutici andati a vuoto, della propria sfiducia o della propria diffidenza senza l'incombenza di un progetto di cambiamento, che viene rimandato ad un successivo momento decisionale.
Oggi, sempre più spesso l'intervento dello psicoterapeuta viene richiesto dopo una consultazione diagnostica condotta, assieme al paziente, da un altro professionista che assume il ruolo di inviante.
Altre volte invece, alcuni psicoterapeuti avvertono l'esigenza, prima di prendere in carico un paziente, di avviare quest'ultimo ad una consultazione diagnostica, condotta da un collega.


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sabato 8 aprile 2017

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Strumenti di valutazione della personalità (1/13): Evoluzione della psicologia clinica

Il primo psicologo clinico della storia è stato Lightner Witmer, che ha fondato la prima psychological clinic per bambini con problemi di adattamento, nel 1896.
Per quanto riguarda l'evoluzione della psicologia della misura delle differenze individuali, ci sono alcune date significative: nel 1869 iniziano gli studi di Francis Galton (che focalizza l'attenzione sull'individuo e sulle differenze tra individui, introduce il concetto di misura quantitativa di queste differenze, da importanza all'analisi statistica dei dati psicologici, usa misure psicologiche per lo studio e la classificazione degli individui), nel 1890 James McKeen Cattell introduce il termine mental test, e nel 1894 sviluppa una batteria di reattivi che viene usata per valutare le abilità mentali di alcuni studenti.
In Europa, Emil Kraepelin propone un sistema di classificazione delle malattie mentali che presto si diffonde anche in America.
Jean Charcot e Pierre Janet, invece, propongono delle ipotesi sull'eziologia dell'isteria (dalle quali inizieranno poi le riflessioni di Freud).


L'evoluzione della psicologia clinica


Con il 1896 termina la grande depressione ed iniziano 15-20 anni (prima della guerra mondiale) di grande benessere e sviluppo economico, nei quali gli USA diventano la prima potenza industriale ed economica del mondo.
Gli anni 20 invece si chiudono con la più grossa crisi economica mai verificatasi nella storia del capitalismo.


Dal 1896 agli anni 40
Nel 1909 lo psichiatra William Healy inizia a lavorare alla Behavior clinic di Chicago, venendo considerato l'antagonista di Witmer.
Healy entra in rapporto con un gran numero di agencies e di istituzioni, mentre Witmer si muove esclusivamente nell'ambito scolastico.
In quegli anni le teorie di Freud si diffondono molto tra gli psicologi che si occupano di bambini e di malati mentali, anche se Witmer si dimostra ostile a queste teorie dinamiche.
Nel 1905 esce la scala Binet Simon e Witmer non modificando i suoi strumenti, li fa diventare obsoleti.
Nel 1916 Terman pubblica la Stanford Revision della scala Binet Simon ed introduce il concetto di Quoziente di intelligenza.
In quegli anni si ha un incremento dell'uso dei test psicologici ed il ruolo degli psicologi clinici viene relegato a somministratori di test (ruolo quindi di secondo piano).
Nei primi 15 anni del ventesimo secolo la psicologia clinica registra alcuni progressi consistenti, vengono aperti laboratori per la ricerca anche negli ospedali psichiatrici.
Durante la prima guerra mondiale, nel 1917, vengono costruiti per l'esercito alcuni test psicologici (army alpha, army beta, personal data sheet) che danno un grande impulso alla psicologia applicata, anche se ciò porta ad una sempre maggiore identificazione della psicologia clinica con la testologia.
I pochi psicologi clinici si uniscono con i molti testisti per fondare l'American association of clinical psychologists, uscendo dall'APA, nella quale rientreranno 2 anni dopo fondando la clinical psychology section.
Nel 1921 esce il test di Rorschach, mentre nel 1935 l'APA sancisce che la psicologia clinica è una scienza applicata.
Nel 1938 Murray crea il TAT e in quegli anni l'influenza della psicoanalisi sposta progressivamente l'interesse degli psicologi americani dalla valutazione delle abilità intellettive allo studio della struttura della personalità e dei problemi affettivi ed emotivi.
Verso la fine degli anni 30 Allport sottolinea l'importanza dell'approccio idiografico (incentrato sulla comprensione dell'individuo nella sua unicità) contro l'approccio nomotetico (che si occupa delle regolarità generalizzabili a livello individuale).
In questi anni gli psicologi clinici assumono in numero sempre maggiore un ruolo anche terapeutico.

Il secondo conflitto mondiale ed il dopoguerra
La qualità dei servizi richiesti agli psicologi clinici durante la seconda guerra mondiale ed il numero relativamente ristretto di professionisti in grado di assolvere a essi, furono uno degli elementi che rivoluzionò gli scopi del lavoro clinico in psicologia e i relativi standard di addestramento.
Lo sviluppo della psicologia applicata e della psicologia clinica in questi anni, è però un fenomeno soprattutto americano.
Nel 1946 il national mental health supporta la ricerca e l'addestramento in psicologia clinica, facendo diventare realtà la psicologia clinica come disciplina e come professione.

Dagli anni 50 agli anni 60
Negli anni 50 vengono affrontati in USA alcuni problemi di carattere legislativo, che mirano ad un riconoscimento dello stato giuridico e del ruolo professionale e a proteggere il pubblico da operatori che non abbiano svolto un training qualificato.
Nascono leggi di licensure (permesso di praticare la psicologia clinica) e certification (permesso di usare il titolo di psicologo).
Negli anni 60 nascono e si diffondono in tutto occidente i movimenti per la salute mentale e per la psichiatria di comunità che si propongono come alternativa all'ospedalizzazione a lungo termine per i malati mentali e riconsiderano le tradizionali tecniche terapeutiche.
Quindi il ruolo degli psicologi clinici si apre alle attività di servizio all'interno delle comunità e alla fine degli anni 60 la psichiatria di comunità perde molta della sua forza.
Il mental health act del 1959 pone le condizioni perchè le strutture psichiatriche intermedie (day hospital, social clubs, ecc...) diventino strumenti essenziali di assistenza pubblica ai malati di mente, e la comunità terapeutica diventa l'altra istituzione alternativa ai modelli tradizionali di cura psichiatrica.

Dagli anni 70 ai primi anni 80
Negli anni 70 si ha il declino delle tecniche di assessment, ed un aumento dell'interesse per l'attività psicoterapeutica, con la nascita di molteplici scuole.
Nel 1973 l'american psychiatric association prende posizione contro i non medici, relegando queste figure in ruoli subordinati alla supervisione ed al controllo di uno psichiatra, e nel 1975 sempre quest'ente, definisce il trattamento delle malattie mentali come psicoterapia medica, che può essere esercitata solo da un terapeuta con formazione in medicina psichiatrica.
In questi anni gli psicologi clinici e gli psichiatri si accorgono di svolgere più o meno le stesse mansioni e nascono conflitti tra le 2 professioni, e nel 1958 l'american psychiatric association rigetta ogni precedente accordo sul diritto degli psicologi di esercitare la psicoterapia, ma l'american psychological association si oppone a questa decisione.
Nel 1959, T.S. Szasz fa notare che diverse figure non mediche hanno contribuito in maniera sostanziale allo sviluppo della psicoterapia (es. Anna Freud, la Klein, Fromm, ecc...).
Nel 1977, Kiesler afferma che gli psichiatri durante l'università ricevono solo poche nozioni di tipo psicologico, mentre gli psicologi non hanno nozioni mediche ma psicologiche e pratiche, e questo studioso conclude dunque che chi ha bisogno di un trattamento farmacologico dovrebbe rivolgersi ad uno psichiatra, mentre tutti gli altri dovrebbero rivolgersi ad uno psicologo.

Dalla metà degli anni 80 ad oggi
In Italia, nella seconda metà degli anni 80 si giunge alla regolamentazione della professione con la legge 56 del 18 febbraio 1989, che oltre all'abilitazione alla professione di psicologo, regolamenta anche l'esercizio dell'attività psicoterapeutica consentendola previo conseguimento di una specializzazione post laurea a laureati in psicologia e medicina.
Nei primi anni 90 nascono molte scuole private di formazione alla psicoterapia, con riferimento a diversi e specifici orientamenti teorici e applicativi.
Nel 2001 sono state istituite diverse sezioni dell'albo degli psicologi: la sezione A (psicologo con laura specialistica in psicologia della durata di 5 anni) e sezione B (dottore in tecniche psicologiche per i contesti sociali, organizzativi e del lavoro oppure dottore in tecniche psicologiche per i servizi alla persona e alla comunità, con durata di 3 anni di studi).


Gli psicologi clinici del futuro


Gli psicologi clinici sono indotti a studiare strategie di intervento che rispondano al motto, "di più con meno".
Le capacità diagnostiche e di pianificazione dei trattamenti di pazienti sempre più difficili che devono essere aiutati sempre in meno tempo e a costi sempre più ridotti, costituiscono un tool professionale degno del massimo sviluppo da parte degli psicologi clinici.
Attualmente il mercato della psicoterapia è ormai saturo e bisognerebbe ingegnarsi nell'intraprendere altre vie per poter aiutare il paziente sotto altri fronti.
Secondo Chiland, se si vuole migliorare lo statuto degli psicologi clinici, occorre migliorare la formazione.


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venerdì 7 aprile 2017

Colori (Mit App Inventor 2)

Oggi ne vedremo di tutti i colori su Mit App Inventor 2... ok, ho fatto la battuta :)
L'argomento di oggi è infatti la gestione del colore in app inventor.

Ogni applicazione android che si rispetti, deve avere un suo set equilibrato di colori, che fanno parte della grafica del gioco (o dell'app).
Sapere come equilibrare bene i colori e come combinarli è una cosa da grafici, che esula da questa guida, nella quale invece vi spiegherò brevemente come colorare oggetti in app inventor.


I colori i Mit App Inventor 2


Per poter dare uno specifico colore ad un oggetto, che sia un bottone, uno schermo, una label/etichetta, una tabella, o altro, si può agire in sostanzialmente in due modi.

Colorare un bottone tramite l'interfaccia di progettazione

Si tratta di agire dalla schermata progettazione (designer) e di cambiare a mano i campi delle proprietà (properties) dell'oggetto (ad esempio un bottone), inserendo il colore sfondo (background color) ed il colore testo (text color), scegliendo uno dei valori preimpostati disponibili.

Colori (Mit App Inventor 2)


Colorare un oggetto app inventor 2 da codice


Vediamo invece come colorare un oggetto dalla sezione blocchi (blocks).
Andiamo ad aggiungere ad esempio un pulsante (button) che al click cambia il colore di sfondo e di testo di un'etichetta (label).

Le proprietà da settare saranno la Imposta etichetta colore sfondo (set label background color) e la  Imposta etichetta colore testo (set label text color).

Cliccare poi sulla sezione dei blocchi app inventor chiamata colori (colors), e trascinare il colore desiderato.

Trascina il colore desiderato

Con questo metodo stiamo usando i colori predefiniti di app inventor, altri colori aggiuntivi li possiamo trovare cliccando sul colore dopo averlo trascinato nei blocchi.

Altri colori

Ma se volessimo utilizzare dei colori specifici che troviamo online, che magari non sono presenti in app inventor?
Semplice, basta conoscere il codice RGB del colore che si vuole utilizzare, ed andarlo ad aggiungere al nostro programma tramite il blocco crea colore (make color). Nel quale andare ad aggiungere i 3 numeri da 0 a 255 rappresentanti i valori dei colori rosso, verde, blu.

RGB

Se volete ricavare l'rgb di un colore da mettere poi in app inventor, questo mio post può darvi una mano.

L'ultima funzione presente in app inventor 2 per la gestione dei colori si chiama componenti colori (split color), che ritorna una lista (list) contenente 4 elementi che rappresentano i componenti rosso, blu, verde ed alfa (valori da 0 a 255).
Al momento però non mi viene proprio in mente a cosa possa poter tornar utile lo scomporre un colore in più parti... ma non si sa mai nella vita :)

Trovate il progetto .aia di questa lezione a questo indirizzo.

E con i colori di app inventor 2 è tutto, spero che questo breve tutorial vi abbia schiarito un po' le idee (altra battuta) sull'argomento :p
I bottoni colorati app inventor, o qualsiai altro elemento voi vogliate rendere più vivace, ora sarà un gioco da ragazzi per voi poterli realizzare.

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Duplicare progetto (Mit App Inventor 2)

Hai trovato online un progetto mit app inventor 2 che vorresti fare tuo, ma ha un nome che proprio non ti piace?
O semplicemente, ad esempio, vuoi creare una copia del progetto app inventor per poi editarlo senza paura di far danni?

In entrambi i casi, nessun problema, dato che è possibile duplicare un progetto app inventor quante volte si vuole ed in maniera molto semplice... talmente semplice che a momenti non servirebbe neanche questa guida... ma non si sa mai nella vita :)


Come duplicare un progetto Mit App Inventor 2


Per poter clonare un progetto app inventor, una volta, due volte o quante volte ci pare, basta seguire questi semplici passaggi:
  1. Collegarsi ad app inventor 2
  2. Se necessario, se il progetto non è tuo, importarlo nella piattaforma (se non sai come fare leggi questo post)
  3. Entrare nel progetto da duplicare
  4. Cliccare su Progetti (Projects)
  5. Cliccare su Salva progetto come (Save project as)
  6. Scegliere un nuovo nome per il progetto e poi salvare dando l'Ok.

Duplicare progetto (Mit App Inventor 2)

Ebbene si, per duplicare un progetto app inventor, basta fare un semplice salva con nome :)

Sembra una banalità ed in effetti lo è, ma visto che ad esempio per duplicare altri oggetti di appinventor bisogna un po' scerverlarsi, magari non ti era venuta subito in mente la soluzione più banale, quella che si ha proprio davanti agli occhi :)

Tra l'altro questa procedura può tranquillamente venir usata per rinominare un progetto app inventor... basta fare salva con nome e poi cancellare il vecchio progetto.

PS Una volta duplicato il procetto mit però, bada bene, devi attendere un attimo che questo venga ricaricato nella piattaforma... nel caso tu volessi subito iniziare a lavorarci.

Well, duplicate project app inventor 2, done!

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Come verificare correttezza sitemap online

La sitemap del tuo sito è corretta?
Come che cos'è una sitemap??? Trattasi di un file di tipo xml, contenente la struttura principale di un sito internet, con tanto di link alle varie pagine/sezioni.

A cosa serve la sitemap?
La sitemap serve agli spider dei motori di ricerca per indicizzare meglio un sito web.
Ovvero, quando google comincia ad analizzare il tuo sito, se trova la sitemap la naviga, e se questa è fatta bene, tutte (o quasi) le pagine del sito/blog vengono aggiunte ai risultati di ricerca.

Se hai capito il funzionamento della sitemap, e quindi la sua importanza, avrai anche capito che potresti voler verificare la correttezza della sua struttura, senza la quale, i motori di ricerca ti risponderanno picche, ed il tuo sito risulterà poco visibile online.


Come verificare la correttezza di una sitemap online


Per poter controllare che una sitemap sia corretta, puoi utilizzare un tool online offerto niente pocodimeno che dal motore di ricerca russo yandex.
A dire il vero di tool per validare sitemap online (e non) ce ne sono parecchi, ma io mi sono trovato bene con yandex, che è gratuito e privo di registrazione.

Collegati dunque al seguente indirizzo internet:
https://webmaster.yandex.com/tools/sitemap/

Ora, clicca sul bottone url ed inserisci l'indirizzo completo della tua sitemap (es: http://www.oggieunaltropost.it/sitemap.xml), poi premi il pulsante check.

Dopo aver atteso la fine dell'analisi, se tutto sarà andato a buon fine, vedrai scritto "No errors found".
E questo vorrà dire che la sitemap del tuo sito è ok.

Come verificare correttezza sitemap online

In alternativa, se vuoi copincollare la tua sitemap in formato testo, puoi utilizzare la voce text di yandex, oppure la voce file, se per caso preferisci caricare online il file xml.

Quale che sia il metodo da te scelto, assicurati che la tua sitemap non contenga errori, in modo da poter ottimizzare al meglio la scansione sul tuo sito, ed ottenere magari qualche visita in più sulle tue pagine web.

The Walking Dead

Se i film sui morti viventi sono la tua passione, allora la serie televisiva The Walking Dead fa proprio al caso tuo.
Protagonisti indiscussi di questa serie tv andata in onda per la prima volta nel 2010, gli zombi e tutto il mondo che li circonda, sono qui magnificamente rappresentati, in una fiction piena di suspance e di colpi di scena.

The Walking Dead


The Walking Dead Serie TV

Trama

La trama di The Walking Dead è semplice quanto articolata.
Un misterioso contagio ha colpito il mondo, un contagio che tramuta i morti in zombie assetati di sangue.
Una è la regola fondamentale di questo nuovo mondo apocalittico: se vieni morso muori e ti trasformi a tua volta in morto che cammina.
In questo disastroso scenario si svolgono le vicende di vari gruppi di sopravvissuti, tra i quali un nome in particolare spicca per tenacia ed istinto di sopravvivenza: Rick Grimes.
Con uno scopo ben preciso, difendere la propria famiglia ed il suo gruppo di amici, Rick farà davvero di tutto pur di non fallire.
In un mondo ormai dominato dagli zombie, i sopravvissuti diventano sempre più selvaggi e senza scrupoli, tanto da diventare loro stessi il pericolo numero uno per gli altri esseri umani.

Recesione

Dopo il primo film di Romero, molti sono stati i film sugli zombie.
Per lo più scemate, fatta eccezione per qualche raro titolo degno di nota.
Dopo molti anni di insuccessi di film ripetitivi su questo abusato genere horror, ecco che arriva una serie televisiva decisamente fuori dagli schemi, The Walking Dead.
In The Walking Dead infatti, non prevale solo il lato horror della cosa, comunque ben curato e davvero splatter, ma c'è tutto un aspetto legato alla psiche dei vari personaggi.
Uomini che diventano sempre più bestie mano a mano che il mondo va sempre più verso la fine.

Dopo ben 7 stagioni, e con un'ottava (e forse ultima?) già annunciata, The Walking Dead non ha ancora stancanto, ed anzi, dopo la fine di ogni puntata, non si vede l'ora di guardare la successiva.

Non citerò tutti i vari protagonisti di questa serie, dato che come nel trono di spade, anche qui può morire chiunque, pure i personaggi più quotati.
Chi morirà nella prossima stagione di "The Walking Dead"? E' la domanda che ci si pone ogni volta che ne finisce una.

The Walking Dead è dunque un'ottima serie tv del genere horror/drammatico, ambientata in un mondo popolato da zombie, e da umani ancora più pericolosi dei mostri stessi.
Più a lungo una persona sopravvive in un mondo così ostile, e più diventa dura e risoluta.
Nel mondo di The Walking Dead non c'è spazio per i deboli o per le incertezze, perchè spesso bisogna prendere le decisioni più truci per la sopravvivenza del gruppo.
Ciò nonostante, l'amore non è del tutto assente in questa serie, dato molti dei vari personaggi instaurano dei legami più o meno profondi tra di loro, ed è proprio lo spirito di sacrificio di alcuni, a consentire la sopravvivenza dell'intero gruppo.

giovedì 6 aprile 2017

Perchè la luna ha tanti crateri e la terra no?

Oggi vi pongo un quesito astronomico: perchè la luna ha tanti crateri e la terra no?
Lo avrete sicuramente notato no? Guardando qualche foto della luna, il nostro satellite di fiducia, la sua superficie è piena di crateri, frutto dello scontro con diversi meteoriti, più o meno grandi.

Perchè la luna ha tanti crateri

Osservando dunque quella groviera della luna, e poi guardando la nostra bella terra, viene da chiedersi come mai gli asteroidi colpiscono solo la luna e risparmiano invece la terra.
Ecco, nulla di più sbagliato!

Anche la terra viene colpita dai meteoriti.
Solo che il pianeta terra ha un'atmosfera che filtra e distrugge molti degli oggetti che vi entrano con traiettoria sfavorevole.
Inoltre la terra ha un movimento di placche, che tende a far sparire i crateri, riassestandosi.
Tuttavia alcuni crateri sono tutt'oggi ben visibili, come quelli presenti in Arizona (Meteor Crater).

La luna dunque, avendo un'atmosfera praticamente assente, non ha uno scudo contro gli asteroidi e quindi ne è più vittima.
Non avendo poi lo stesso movimento tettonico della terra, ciò che la colpisce di solito lascia un segno indelebile nel tempo.

Infine, c'è anche una teoria per la quale la luna sia così butterata fin dagli albori, da quando un'esplosione cosmica creò la terra, facendo volare via molti corpi estranei che avrebbero martoriato il nostro satellite creando così enormi crateri.

Bene, ora che conoscete come mai la luna è piena di crateri e la terra apparentemente no (facendo questo paragone bisogna anche considerare le diverse dimensioni dei due oggetti), quello che sicuramente bisogna augurarsi, è che tutto rimanga invariato anche per il futuro :)
Anche se, notizie come il passaggio dell'asteroire 2017GM, a "soli" 16000km dalla terra, un po' spaventano... nonostante si sia trattato comunque di un oggetto con un diametro grande poco più di 4 metri.

Prima di mezzanotte

Prima di mezzanotte è un film azione/poliziesco del 1988 diretto da Martin Brest, con Robert De Niro, Charles Grodin, Yaphet Kotto, John Ashton, Dennis Farina, Joe Pantoliano, Richard Foronjy, Robert Miranda, Jack Kehoe.

Prima di mezzanotte
Trama

Jack Walsh è un ex poliziotto che ora si guadagna da vivere facendo il cacciatore di taglie.
Il lavoro di Jack è quello di catturare i criminali in fuga e di riportarli in carcere, in cambio di somme di denaro.
L'attività di Jack sembra andare bene, almeno fino a quando non incontra Jonathan "Il Duca" Mardukas, un uomo accusato di riciclaggio di denaro ricercato sia dalla polizia che dalla malavita.

Recensione

Prima di mezzanotte (Midnight Run) è un film del genere poliziesco / commedia con un brillante Robert De Niro, qui in coppia con Charles Grodin.
Questo film è un perfetto mix tra azione ed umorismo.
Non ci sono grossi effetti speciali o sparatorie ed inseguimenti spettacolari, perchè Prima di mezzanotte punta di più sulla storia e sul dialogo che sull'effetto visivo.
Il risultato è un buon film d'intrattenimento, non un capolavoro quindi, ma una pellicola decisamente guardabile.

Link alla scheda del film su wikipedia