mercoledì 31 agosto 2016

The Punisher

The Punisher è un film azione/fantastico del 2004 diretto da Jonathan Hensleigh, con Thomas Jane, Rebecca Romijn-Stamos, John Travolta, Laura Harring, James Carpinello, Will Patton, Eddie Jemison, Ben Foster, John Pinette.

The Punisher
Trama
Frank Castle è un agente infiltrato che ha il compito di sgominare una banda di trafficanti di armi.
Durante la sua missione però, qualcosa va storto ed il figlio di Howard Saint, un pericolo boss della malavita, rimane ucciso.
Per vendicarsi, Howard Saint fa sterminare l'intera famiglia di Castle.
Scampato per miracolo all'attentato, Castle si trasformerà nel punitore e darà la caccia ai suoi nemici.

Recensione
The Punisher è il riadattamento cinematografico dell'omonimo fumetto della marvel sul punitore.
Di film tratti da fumetti Marvel ad essere sincero se ne salvano pochi, ma per fortuna questo è uno di quelli.
Azione avvincente, scene drammatiche, combattimenti emozionati ed un eroe malinconico, sono gli elementi del successo di questo film sui supereroi.
Io non conoscevo il fumetto, ma ho apprezzato molto il film :)

Link alla scheda del film su wikipedia

Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino

Avete mai sentito il detto "tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino"?
Che cosa vuol dire? Da dove deriva?

Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino

Il significato del modo di dire "tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino" è molto semplice: vuol dire che quanto più si fa qualcosa di rischioso, tanto più c'è la possibilità di rimetterci, prima o poi.
Questo modo di dire mette un po' in guardia sui rischi dei vizi, quelle cose che piacciono ma che alla lunga possono danneggiarci, come ad esempio fumare.
O se vogliamo, potrebbe anche essere una reinterpretazione del peccato di gola, che alcune religioni condannano :)

Le origini del significato del detto "tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino"
Il detto "tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino" potrebbe derivare da una usanza del passato, quando il lardo veniva messo ad affettare sul tagliere a mezzaluna, e quindi il gatto che cercava di rubarlo a volte si faceva male alla zampa.

martedì 30 agosto 2016

Come disattivare le notifiche di un singolo post su facebook

Hai commentato un articolo interessante in un gruppo di 100000 persone ed ora ti arrivano migliaia di notifiche indesiderate?
Nessun problema, ora ti spiegherò come disattivare le notifiche di un singolo post su facebook.

Sto parlando ovviamente delle notifiche dei singoli post, e non delle notifiche in generale, per le quali c'è una apposita sezione delle impostazioni di facebook per poterle disattivare.

Per disabilitare le notifiche di un post su facebook basta cliccare sulla freccia in alto a destra nel post.
Poi, nel menù a tendina che si aprirà, cliccare su Disattiva le notifiche per questo post.

Come disattivare le notifiche dei post su facebook

Facendo così, non si riceveranno più notifiche da quel post, a meno che qualcuno non ti tagghi.
Nello stesso menù inoltre, potresti decidere di nascondere i post del gruppo (o la pagina) da cui è stato condiviso il post, oppure smettere di seguire un tuo amico.

Ci sono poi dei casi in cui si ricevono le notifiche facebook dopo aver commentato un post, ma non c'è la possibilità di toglierle perchè non è presente la voce disattiva le notifiche per questo post.
Nessun problema, probabilmente si tratta di un baco di facebook, per aggirarlo basta cliccare prima su Attiva le notifiche per questo post, e poi su Disattiva le notifiche per questo post.

Tra l'altro, l'opzione Attiva le notifiche per questo post consente di abilitare le notifiche di un post interessante, senza necessariamente essere costretti a commentare e quindi ad esporvi :)

Come fare una diretta video su facebook con il cellulare

Da un po' di tempo, facebook ha introdotto una nuova e molto accattivante funzionalità, la diretta video.
Grazie alla diretta video facebook potrai mostrare in tempo reale ai tuoi amici quello che stai facendo in un determinato momento.
Vediamo dunque come fare una diretta video su facebook usando il cellulare.

Se hai uno smartphone con su l'applicazione di facebook, ti basterà aprire un nuovo post cliccando sulla voce 'A cosa stai pensando'.
Tra le varie opzioni, apparirà la voce Trasmetti in diretta, cliccaci sopra.

Come fare una diretta video su facebook con il cellulare

Si attiverà la fotocamera del tuo cellulare, e volendo potrai scrivere un breve titolo al tuo video.
Clicca sulle due frecce in alto a destra se vuoi cambiare la telecamera in uso (in modo da non riprendere te stesso ma l'ambiente), ed eventualmente modifica le impostazioni della privacy (chi può vedere la tua diretta), infine clicca su Trasmetti in diretta.

Trasmetti in diretta

Partirà così la tua diretta video su facebook, alla quale volendo potrai applicare dei filtri grafici cliccando sul bottone in alto a sinistra.
Tramsetti quello che vuoi trasmettere in streaming, e quando hai terminato clicca sul bottone Fine.

Fine diretta video

Adesso potrai decidere se pubblicare (tasto Pubblica) il video appena fatto sulla tua bacheca facebook in modo che rimanga per sempre negli annali, oppure se farlo sparire definitivamente cliccando su Elimina.

Pubblica video su facebook

Bene, ora sei pronto per andare online con la tua prima diretta su facebook :)
Tra l'altro, grazie alle dirette video, i tuoi post avranno anche più visibilità, dato che per il momento facebook mette in risalto quando un tuo amico sta facendo una diretta video su facebook.

Che cos'è il Burkini

Questa estate, una delle parole più citate dai media ed i social network è stata sicuramente "burkini".
Ma che cos'è il burkini? Chi lo ha inventato? Quando?
Vediamo di rispondere a queste simpatiche domande :)


Che cos'è il Burkini


Il Burkini o Burqini è un costume da bagno per donne che copre l'intero corpo, fatta eccezione di mani, piedi e faccia.

Che cos'è il Burkini

Che cosa significa Burkini?
La parola Burqini è di origine macedone, ed è una parola che deriva dall'unione di due altre parole, burqa (burka) e bikini.
Il bikini, come ben saprete, è il tipico costume a due pezzi da donna.
Il burka invece, è un abito arabo che serve per coprire quasi interamente il corpo delle donne (compreso il volto).
Dall'unione di queste due parole è nato il burkini, il costume da bagno per donne musulmane.

Quando è nato il Burkini e dove
Il burkini sembra essere stato prodotto per la prima volta nel 1993, in Turchia, dall'azienda Haşema.
Successive altre versioni di questo costume da bagno sono poi state prodotte in altri paesi del medioriente, come in Egitto, ma si può dire che solo nel 2007 è stato brevettato e prodotto il burkini come noi lo conosciamo, dall'australiana Aheda Zanetti.

Perchè si mette il Burkini?
Per alcune culture arabe di religione islamica, il burkini, come il burka, serve per proteggere da sguardi indiscreti parti del corpo della donna, per non trarre così in tentazione l'uomo.

Here Maps diventa Here WeGo

Dopo l'ultimo aggiornamento di Here Maps, il programma ha cambiato nome, diventando Here WeGo.

Faccio questo post dato che in passato avevo trattato l'argomento, visto che here maps... ehm volevo dire HERE WeGo, è un ottimo navigatore gps gratuito per cellulare (android e non).

Io lo uso spesso durante i miei viaggi, sia offline (leggi il mio post a riguardo) che con le funzionalità online.
Come mappe sarà anche inferiore a google maps nei dettagli, ma come navigatore, quantomeno con i mezzi pubblici, lo batte alla grande.

Ho fatto diverse prove questa estate, e dove con here maps non trovava il percorso, HERE WeGo mi diceva subito che autobus prendere, con tanto di informazioni sugli orari.

Here Maps diventa Here WeGo

Ma che cosa cambia in questo HERE WeGo?
Con questo nuovo aggiornamento sono state unificate e migliorate tutte le funzionalità presenti nei vari programmi (here maps, here drive, ecc...), in modo da avere un'unica app per smartphone completa di tutto.

Con questo potentissimo navigatore per telefonino, la ricerca del percorso migliore per arrivare a destinazione potrà essere fatta per i seguenti mezzi:
  • automobile
  • autobus
  • car sharing
  • taxi
  • bicicletta
  • a piedi

HERE WeGo si conferma ancora una volta uno dei migliori navigatori gps gratuiti per cellulare, se non il migliore :)

Artenara

Come ultima gita ufficiale della mia vacanza agosto 2016 a Gran Canaria, ho visitato la bellissima cittadina (per non dire paese) di Artenara.

Artenara

Artenara è il paese più alto di Gran Canaria.
Situato a 1270 metri, con i suoi 1300 (circa) abitanti, Artenara è uno dei più suggestivi paesi dell'isola di Gran Canaria.

Come Arrivare ad Artenara
Arrivare ad Artenara in bus/guagua da Playa de Ingles è un po' scomodo perchè bisogna prima arrivare a Las Palmas (bus 30), poi bisogna andare fino a Teror (bus 216) e da li prendere il bus 220 per Artenara.
Purtroppo gli orari sono quelli che sono, e partendo prima delle 9 si arriva ad Artenara non prima di mezzogiorno, per poi dover ripartire alle 16 e rifare tutto il giro al contrario.

Insomma, si sta fuori tutto il giorno per una visita di meno di 4 ore, ma ne vale sicuramente la pena.

Artenara dall'alto
Panorama Artenara
Statua di Cristo ad Artenarana

La particolarità di Artenara è che è costruita sfruttando molto le grotte / caverne / cuevas.
Il Santuario de la Cuevita ad esempio, è una piccola chiesa costruita dentro ad una grotta.
Ci sono poi diverse abitazioni costruite a metà tra la grotta e la casa classica canaria, ed anche il Museo Etnografico Casa Cuevas (ingresso ad offerta), è costruito dentro ad una grotta.
Nel paese c'è poi la carina Iglesia de San Matias, e volendo si può anche mangiare in un ristorante dentro ad una grotta... esperienza fantastica che vi consiglio di provare almeno una volta.

Santuario de la Cuevita
Museo Etnografico Casa Cuevas
Grotta Artenara
Ristorante in una grotta ad Artenara
Iglesia de San Matias
Entrata casa-caverna
Box auto in una grotta

Artenara ha poi molti punti panoramici. Basta arrampicarsi un attimo per poter ammirare fantastici panorami.
Da Artenara infatti, si riesce a vedere il Roque Nublo ed anche il vulcano Teide di Tenerife.

Roque Nublo visto da Artenara
Il Teide visto da Artenara

Ecco una lista di video che ho fatto ad Artenara e dintorni (by bus):
https://youtu.be/UMNR5_Bkoro


https://youtu.be/7lU-_Xb_eSA
https://youtu.be/l3ccxeltLFc
https://youtu.be/p9jBbCY6UwM
https://youtu.be/6RLgJUGjqQw
https://youtu.be/WaoRYFHv894
https://youtu.be/r4hi8ZSwplw
https://youtu.be/Ix4FHeTiWuY
https://youtu.be/pSyxfwDn30c
https://youtu.be/N0xmS-4J0K4
https://youtu.be/2RqJGJ0obuc
https://youtu.be/CNYhcPQZQ9E
https://youtu.be/V24x4uYQ9hk

Purtroppo il tempo ad Artenara è volato e non ho potuto girare più di tanto, ma ho comunque potuto  vedere che da Artenara partivano un sacco di sentieri per poter fare del sano trekking in mezzo alla natura, che essendo a nord dell'isola, è più verde e meno arida del sud da dove provenivo io :)

Artenara è dunque una meta quasi imperdibile se capitate a Gran Canaria, ve la consiglio vivamente.
Vi lascio con l'immancabile album fotografico.

>> Guarda le foto di Artenara <<

lunedì 29 agosto 2016

Daredevil

Daredevil è un film azione/fantastico del 2003 diretto da Mark Steven Johnson, con Ben Affleck, Jennifer Garner, Michael Clarke Duncan, Colin Farrell, Jon Favreau, Ellen Pompeo, Leland Orser, Joe Pantoliano, David Keith.

Daredevil
Trama
Matt Murdock ha avuto un brutto incidente da piccolo, un incidente che lo ha reso cieco.
Venendo a contatto con un liquido radioattivo Matt perde la vista ma affina tutti gli altri sensi, tanto che da grande diventerà il supereroe Daredevil, il terrore dei criminali.
Tra i vari criminali ce ne sarà uno in particolare con cui dovrà vedersela Daredevil, il mastodontico Kingpin, con il quale il supereroe ha un grosso conto in sospeso.

Recensione
Daredevil è un altro film tratto da un fumetto Marvel.
Daredevil è un buon film d'azione, criticato da molti, ma a mio avviso più che guardabile.
Oltre alla buona interpretazione di Ben Affleck, c'è anche un bravissimo Colin Farrell nei panni del super criminale Bullseye.
Film adatto a tutti gli amanti dei film sui supereroi, ma anche per gli appassionati di film d'azione in generale.

Link alla scheda del film su wikipedia

domenica 28 agosto 2016

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Psicologia dinamica (8/13): Anna Freud

Anna Freud arriva a Londra nel 1938 ed è già molto popolare, non solo per la fama del padre, ma perchè ha già elaborato originali teorie sulla psicologia infantile, ha già pubblicato un testo metapsicologico molto famoso, ed ha condotto un pionieristico lavoro in un asilo per bambini poveri (la Jackson Kinderkrippe di Vienna).
La Freud rimarrà a Londra per tutta la sua vita, dove morirà nel 1982.
Formata come psicoanalista, nel 1922 inizia a prendere in terapia i bambini, studiando i loro sogni, i giochi, i disegni, le ansie, il loro rapporto con la famiglia.
Nel 1936 pubblica un testo metapsicologico intitolato L'Io e i meccanismi di difesa, che negli anni 40-50 ispira la nascita della scuola psicoanalitica americana detta psicologia dell'Io.
L'aspetto del funzionamento dell'Io esaminato dalla Freud è quello della funzione di elaborare e usare meccanismi di difesa inconsci volti a difendere l'individuo da attacchi reali o immaginari provenienti dal mondo esterno ed interno.
I meccanismi di difesa dell'Io verso le proprie pulsioni sono: rimozione, regressione, formazione reattiva, isolamento, rendere non avvenuto, proiezione, introiezione, volgersi contro la propria persona, inversione nel contrario, sublimazione.
Per proteggersi dal mondo esterno l'Io usa: diniego, restrizione dell'io, identificazione con l'aggressione, resa altruistica (questi ultimi 2 aggiunti dalla Freud).
L'identificazione con l'aggressore è la metamorfosi della propria persona in un oggetto temuto che serve alla trasformazione dell'angoscia in una sicurezza di colorazione piacevole (esempio della bambina che ha paura del buio e allora pensa di essere lei stessa un fantasma).
La resa altruistica assicura invece la buona disposizione dell'individuo verso il soddisfacimento pulsionale del suo prossimo permettendogli così un godimento pulsionale indiretto nonostante il divieto del Super-Io, e contemporaneamente libera l'attività inibita e l'aggressività che dovevano servire a salvaguardare i desideri originali (esempio di Cyrano de Bergerac che si rende conto di essere troppo brutto per avere una donna e allora la fa corteggiare da un altro uomo più bello di lui, sul quale proietta i propri desideri e con cui si identifica).
Quindi il meccanismo di identificazione proiettiva della Klein è stato preceduto in realtà dalla resa altruistica della Freud.
La Freud ritiene che il processo evolutivo normale deve essere il punto di partenza per la comprensione della psicopatologia, e lei è molto più cauta nell'analisi, perchè pensa che se mal condotta può essere anche nociva, soprattutto nei piccoli.
La Freud sostiene che non ci si può servire degli stessi criteri usati per gli adulti nell'analizzare i bambini, quindi pone l'accento nelle differenze tra analisi degli adulti ed analisi dei bambini, dove quest'ultima richiederebbe una fase preparatoria preliminare, in cui instaurare un'alleanza terapeutica col bambino.
All'inizio la Freud insisteva sull'instaurazione di un rapporto tenero col bambino, poi col passare del tempo si concentrò di più sull'importanza del transfert e controtransfert.
La Freud rimane cmq scettica sulla tecnica delle associazioni libere con i bambini, e sostiene che la funzione del transfert è limitata perchè i bambini non lo applicano al passato ma al presente, perchè stanno vivendo in quel momento i rapporti con i genitori (non si può parlare di genitori interiorizzati), e che quindi lo psicanalista svolge una funzione sia sostitutiva che complementare a quella dei genitori.
La Freud da importanza al mondo esterno, alla famiglia e alla scuola, che influiscono sulla formazione dell'Io e del Super-Io, e sostiene inoltre che oltre al bambino vanno analizzati anche i genitori, o che cmq vanno coinvolti attivamente nel processo terapeutico.
La Freud lavorò molto per dare migliori condizioni ambientali ai bambini per facilitarne lo sviluppo psicologico e per questo lavorò alla Hampstead War Nurseries (asili per aiutare a superare i traumi di guerra subiti dai bambini) e alla ricerca sulle condizioni e conseguenze dell'affidamento legale (la Freud era convinta che separare i bambini dalla madre avesse un effetto patogeno).
Per la Freud il complesso edipico è il momento conclusivo di un lungo periodo di dipendenza dalle cure materne e di sviluppo preedipico, che quindi si forma gradualmente e non sulla base di fantasie innate, ma in ragione della progressiva differenziazione del Sé dal mondo esterno e di un'interazione di forze comprendenti i genitori e l'ambiente (la Klein la pensa diversamente).
Altra differenza col pensiero kleiniano sta nel Super-Io, che è un'istanza dipendente da numerosi fattori evolutivi interni e influenze ambientali e si sviluppa in ragione della graduale risoluzione del complesso edipico.
Dopo la morte di Freud (1939), gli scontri con la Klein si intensificarono, così Ernest Jones propose di fare degli incontri scientifici di chiarimento delle parti, dai quali nacque una tregua (il gentlemen's agreement) che prevedeva la convivenza all'interno della stessa società di 3 correnti: i kleiniani, quelli della Freud e gli indipendenti, e dopo questo processo la Freud si allontanò sempre di più dalla società psicoanalitica per chiudersi sempre di più nella sua Hampstead Clinic (il suo centro di ricerca, terapia e formazione per la psicoanalisi infantile).
Alla Freud va il merito di aver portato rigore investigativo e scientifico alla ricerca psicoanalitica, ma anche la critica di aver avuto troppa prudenza nel procedere con le ricerche, quando queste la portavano in conflitto con gli assunti di base della psicoanalisi.
La Freud va cmq ricordata per il grande contributo pionieristico che ha dato (insieme alla Klein) alla psicoanalisi infantile e per aver alleviato la sofferenza a molti bambini dell'epoca.


I meccanismi di difesa


L'Io ha a sua disposizione 10 metodi diversi nelle sue lotte con la rappresentazione pulsionale e l'affetto.
E' compito dell'analisi pratica osservare se si affermano efficacemente nei processi di resistenza dell'Io e di formazione sintomatica in ogni singolo caso.
Diversi studi hanno dimostrato che la rimozione è il metodo più usato e più potente, ma agisce una sola volta, gli altri meccanismi invece vengono usati ogni volta che c'è una nuova spinta pulsionale.
La rimozione è il metodo più efficace ma anche quello più pericoloso perchè crea la scissione dell'Io sottraendo alla coscienza intere zone della vita affettiva e pulsionale, e ciò può anche distruggere definitivamente l'integrità della personalità.
La rimozione diventa quindi la base della formazione di compromesso e della nevrosi.
La rimozione sembra essere più adatta a combattere le pulsioni sessuali, mentre gli altri metodi forse sono più adatti per gli impulsi aggressivi, inoltre, si è cercato di ordinare cronologicamente l'uso dei meccanismi di difesa, ma varie contraddizioni hanno suggerito agli studiosi di lasciar perdere e di concentrarsi piuttosto sulla particolare situazione che mette in moto le difese.



Analisi infantile ed analisi degli adulti


I principi terapeutici nell'analisi degli adulti e dei bambini sono:
  1. non far uso dell'autorità ed eliminare per quanto possibile la suggestione come metodo di trattamento
  2. evitare l'abreazione come strumento terapeutico
  3. ridurre al minimo la manipolazione del paziente
  4. considerare l'analisi della resistenza, del transfert e l'interpretazione del materiale inconscio come strumenti legittimi della terapia 

Le tendenze curative
L'analisi dei bambini è quindi uguale a quella degli adulti per quanto riguarda gli assunti di base, ma differisce per altri.
Alcune differenze sono: il nevrotico adulto aspira alla normalità mentre il bambino può vedere la guarigione come spiacevole e preferire lo stato di appagamento in cui si trova, la tendenza a ripetere nell'adulto è importante per la formazione del transfert e nel bambino ciò è reso più difficile dalla sua voglia di cose nuove, nel bambino l'assimilazione e l'integrazione sono controbilanciate dal diniego e dalla scissione dell'Io, la spinta al soddisfacimento pulsionale è indispensabile per ottenere materiale d'analisi e nei bambini questa spinta è così forte da poter essere un ostacolo, si può avere agevolazione per l'analisi infantile a causa della spinta verso il completamento dello sviluppo.

La tecnica
I bambini non sono in grado di vedere e comprendere la propria anormalità e quindi non hanno lo stesso desiderio di guarire come gli adulti, e anzi spesso si schierano dalla parte delle resistenze, rendendo difficile l'alleanza terapeutica.
Inoltre non sono loro a decidere di iniziare la terapia, ma ci sono stati mandati e il trattamento può anche comprendere la presenza dei genitori.
Si ha l'incapacità o l'opposizione del bambino a produrre libere associazioni (per mancanza di fiducia nella forza del proprio Io per sospendere la censura o per mancanza di fiducia negli adulti).
Nel corso degli anni non si è trovato rimedio a questa lacuna, quindi sono state introdotte tecniche alternative come: giochi, disegno, pittura, drammatizzazione dei giochi della fantasia, azioni nel transfert, ma queste tecniche hanno lo svantaggio di produrre materiale simbolico (quindi con più dubbio ed incertezza nell'interpretazione) e lo svantaggio che sotto la pressione dell'inconscio, il bambino agisce al posto che parlare, e questo non può farlo liberamente (l'adulto può dare libero sfogo alla fantasia, il bambino invece non può dare libero sfogo alle azioni, perchè spesso sono violente, e quindi quando viene fermato si perde la fiducia).
Il transfert del bambino è quindi spesso ricco d'aggressività verso l'analista, e ciò può anche essere male interpretato.
Le specifiche difficoltà incontrate nell'analisi dei bambini sono:
  1. dato che non si presenta di sua spontanea volontà, il bambino non si sente vincolato dalle regole analitiche, nè stipula un patto d'alleanza con l'analista da subito
  2. poiché il bambino non capisce i risultati a lungo termine, l'ansia provata dalla terapia è più importante da eliminare e quindi tende a non collaborare
  3. il bambino preferisce agire che pensare e questo può essere un problema per l'analisi
  4. L'Io del bambino è più instabile perchè non maturo, quindi egli si appoggia di più ai meccanismi difensivi rispetto all'adulto
  5. visto che nell'infanzia operano sia le difese primitive sia quelle mature, ci sono più difese che nell'adulto
  6. Siccome l'Io si schiera dalla parte delle difese, i bambini se potessero abbandonerebbero l'analisi ogni volta che c'è maggior materiale inconscio
  7. le resistenze a rifiutare o superare il passato variano a seconda dello sviluppo
  8. visto che i bambini tendono ad estrinsecare i loro conflitti interni sotto forma di lotte con l'ambiente, essi preferiscono cercare soluzioni esterne nell'ambiente piuttosto che cambiamenti interni
La Freud non è convinta del fatto che la nevrosi di transfert nei bambini sia del tutto uguale a quella degli adulti, inoltre, nuove ricerche affermano che il transfert si manifesta fino dall'inizio dell'analisi e quindi va subito interpretato.
La concezione di transfert si fonda su 3 assunti:
  1. tutto quello che accade nella struttura della personalità del paziente può essere analizzato in termini della sua relazione oggettuale con l'analista
  2. tutti i livelli di relazione oggettuale sono ugualmente aperti all'interpretazione e ne sono modificati nella stessa misura
  3. l'unica funzione dell'ambiente è quella di essere oggetto di investimento libidico e aggressivo
Uno sviluppo nevrotico può far avere anche nei bambini la tendenza alla ripetizione, dove se l'analista accetta la posizione di nuovo oggetto datagli dal bambino, ostacola il transfert, mentre se ignora questo aspetto, delude le aspettative del piccolo.
Il bisogno di amore e la paura di perdere l'oggetto vengono di solito trasferiti sotto forma di facile suggestionabilità e di compiacenza verso l'analista, inoltre bisogna sempre interpretare gli elementi preedipici del transfert prima di quelli edipici.

L'analista aiuta il bambino nella verbalizzazione diventando il suo Io ausiliario, il suo Super-Io esterno, a cui si aggrappa in cerca di protezione.
Il bambino quindi rimette in scena i suoi conflitti interni come battaglie esterne verso l'analista e questo processo fornisce materiale utile per l'analisi.
La paura di perdere l'oggetto amato che crea la compiacenza educativa, la compiacenza sociale e la dipendenza, può portare alla nevrosi, quindi bisogna sempre capire se lo stato di dipendenza o indipendenza del bambino sono conformi alla sua età cronologica.
L'analista deve andar cauto prima di dichiarare che i genitori possono essere la causa della malattia del bambino, e di solito il giusto metodo d'indagine è l'analisi simultanea di genitori e figli.
L'analista degli adulti cura più le cause interne al male, quello dei bambini deve curare molto di più le cause ambientali, dato che i fattori patogeni operano sia dall'interno che dall'esterno.


Sviluppo e psicopatologia


Il primo oggetto dello studio psicoanalitico furono le nevrosi, poi si passò allo studio delle psicosi, dallo studio delle inibizioni sessuali alle perversioni, dalle turbe del carattere alle delinquenze, dalla psicopatologia dell'adulto all'adolescenza, dall'adolescenza all'infanzia.
La ricostruzione che si fa nell'analisi dell'adulto è sbilanciata verso la patologia, e trascura gli accadimenti evolutivi normali.
Gli analisti degli adulti sono dunque esperti nel rintracciare le radici della psicopatologia nell'infanzia, mentre gli analisti infantili sono esperti nella descrizione del corso seguito dallo sviluppo infantile normale.
Ad ogni passo avanti nello sviluppo, l'analisi trova elementi di disturbo specifici di quella fase, ma esistono anche caratteristiche dello sviluppo normale che servono da modelli per la patologia posteriore.
Il processo evolutivo dipende da 3 fattori: la dotazione naturale, l'ambiente e il grado di strutturazione e maturazione all'interno della personalità.
Se tutti e 3 questi fattori rientrano nella norma prevista, il bambino arriverà ad ogni fase evolutiva cruciale con il giusto equipaggiamento interno e incontrerà la giusta risposta dall'ambiente e avrà quindi una possibilità di crescita normale.
Se invece anche uno solo dei 3 fattori devia troppo dalla media, il risultato evolutivo sarà distorto in una direzione o in un'altra.



Strumenti di ricerca della Hampstead Clinic


Il progetto Hampstead Index fu ideato da Dorothy Burlingham con lo scopo di organizzare l'enorme quantità di materiale prodotto dall'analisi e l'osservazione alla Hampstead Clinic.
La Freud definì questo archivio una memoria analitica collettiva, ovvero un magazzino di materiale analitico che da a disposizione di ogni ricercatore una grande abbondanza di fatti raccolti da molti.
Nel 1962 il gruppo di ricerca della Freud elaborò il profilo metapsicologico del bambino, una cornice teorica in cui organizzare le idee sul materiale del paziente alla luce dell'esperienza clinica, per aiutare l'analista a valutare se un determinato comportamento è adeguato all'età e alla fase evolutiva di un bambino che presenta una particolare combinazione di elementi costituzionali e di esperienze di vita.
Nel 1963 nasce un nuovo strumento, le linee evolutive, che sono formulazioni degli stadi evolutivi in diversi settori del comportamento infantile quotidiano, con lo scopo di mostrare quali aspetti dello sviluppo e del funzionamento psicologico sottendano il conseguimento di stadi successivi lungo ogni linea.
La differenza tra i 2 strumenti è che il profilo offre un panorama orizzontale di ciò che esiste in quel momento specifico, mentre le linee evolutive (o longitudinali) mostrano quanto era avvenuto precedentemente e aiutano a prevedere ciò che potrà verificarsi successivamente.
Il profilo e le linee guida sono da considerarsi come strumenti terapeutici e non solo diagnostici.



L'indice psicoanalitico Hampstead


I manuali dell'indice psicoanalitico Hampstead sono strutturati secondo i seguenti argomenti:
  1. materiale generale del caso
  2. Io/caratteri generali
  3. Io/angoscia
  4. Io/difese
  5. materiale pulsionale
  6. relazioni oggettuali
  7. fantasie
  8. Super-Io
  9. sintomi
  10. situazione e tecnica di trattamento
L'indicizzazione di casi trattati è molto importante per poter integrare il materiale clinico con la teoria psicoanalitica.

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sabato 27 agosto 2016

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Psicologia dinamica (7/13): La scuola Kleiniana

I seguaci della Klein hanno sviluppato diversi dei suoi temi, modificando ed arricchendo le sue teorie originali, mantenendone però gli aspetti essenziali.
Il lavoro della Klein è universalmente accettato in Inghilterra, almeno per quanto riguarda la tecnica d'analisi attraverso il gioco, anche se ci sono stati cambiamenti successivi nello stile d'interpretazione.
La Klein ha creato l'interesse per lo studio dei bambini e gli studenti dell'istituto di psicoanalisi di Londra ad esempio, devono frequentare un corso di osservazione infantile, che comprende visite settimanali ad un bambino appena nato.
Donald Meltzer invece, considera poco soddisfacente il modello psicoanalitico basato su fasi di sviluppo che si susseguono cronologicamente, e propone uno studio sul campo comprendente fattori concomitanti piuttosto che in successione, ipotizzando che pure nella fase prenatale possano esserci la posizione depressiva e la relazione oggettuale.
Meltzer distingue tra setting e contenuto di un'interpretazione analitica, dove nel setting sono compresi gli aspetti pratici (tempo, luogo e orario delle sedute) e l'atteggiamento mentale dell'analista, e quando il setting è solido e sicuro, il paziente può usare il contenuto delle interpretazioni per proseguire il suo lavoro analitico.
La maggior parte degli analisti kleiniani privilegia le interpretazioni di transfert basate su ciò che accade nella seduta tra paziente e analista, nel così detto hic et nunc, inoltre, i sentimenti che l'analista prova nella seduta sono uno strumento importantissimo nella scelta di un'interpretazione e costituiscono il controtransfert.
Secondo Bion, l'identificazione proiettiva avviene in maniera del tutto normale tra madre e figlio, quando il piccolo proietta i così detti elementi beta nella madre (elementi designati con una nota e non con una parola descrittiva perchè sono esperienze che non possono essere ancora pensate e verbalizzate perchè il piccolo non sa ancora pensare) e la funzione alfa si sviluppa man mano che il piccolo riceve dalla madre un messaggio in cui la sua proiezione originale ha assunto un significato ed è quindi poi possibile pensarla e sentirla, e se questo processo fallisce troppe volte si potrà indebolire il suo senso di identità e potranno insorgere delle psicosi.
Secondo Betty Joseph, la comunicazione più importante non è tanto a livello di contenuto verbale quanto nel modo in cui il paziente agisce nella seduta tramite le sue parole, il tono di voce, le sue reazioni ecc... ad esempio, alcuni pazienti riescono a suscitare nell'analista il desiderio di aiutarli, e se questi non si rende conto della richiesta d'aiuto, il paziente non migliora e anzi si sente più privo delle proprie capacità di recupero.
Herbert Rosenfeld si interessò alle situazioni alla base della struttura narcisistica patologica, prendendo in considerazione soprattutto i fattori ambientali (come i traumi ripetuti), elementi che il bambino non è in grado di dotare di significato e integrare nella struttura mentale, che sta alla base della sua comprensione del mondo, così che, quando un paziente entrerà in analisi, ripeterà nel transfert l'esperienza traumatica e se l'analista non sarà bravo nel suo lavoro, non farà altro che dare la conferma al paziente della ripetizione del trauma originario.
Hanna Segal ha dedicato la sua vita professionale alla diffusione del lavoro della Klein, sviluppando le teorie sulla capacità di formare simboli nel trattamento di pazienti psicotici.
Secondo Bion inoltre, le ansie provate dai singoli nelle situazioni di gruppo, corrispondono alle ansie primitive descritte dalla Klein.


Esperienze nei gruppi: Wilfred R. Bion


Secondo Bion 3 sono gli assunti di base che sottendono 3 tipiche organizzazioni dei gruppi:
  1. Assunto di dipendenza: il gruppo viene motivato dall'idea che qualcuno provveda a soddisfare i desideri dei membri del gruppo, pensando così al loro benessere
  2. Assunto di attacco-fuga: esiste un nemico esterno al gruppo da attaccare o da cui difendersi, in modo da raggiungere gli obiettivi del gruppo, impediti dal nemico
  3. Assunto di accoppiamento: considera la soluzione futura dei problemi del gruppo attraverso l'avvento di un'entità verso cui viene rivolta un'aspettativa messianica
Ogni gruppo di persone unite per lavorare manifesta una attività di lavoro di gruppo, ovvero un funzionamento mentale inteso a perseguire l'obiettivo in questione.

Caratteristiche comuni a tutti i gruppi di base
La partecipazione a un'attività regolata da un assunto di base non richiede nessuna preparazione, esperienza o sviluppo psichico, nessuna capacità di cooperazione, ma dipende solo dalla presenza nell'individuo della valenza (la capacità del singolo di combinarsi istantaneamente e involontariamente con un altro per condividere un assunto di base e agire in base ad esso).
Gli stati emotivi comuni a ciascun assunto di base sono impercettibilmente influenzati gli uni dagli altri, ad esempio, l'ansia che compare nel gruppo di accoppiamento ha qualità diversa da quella che compare nel gruppo di dipendenza.
Tutti gli assunti di base implicano l'esistenza di un capo e non è necessario che esso si identifichi con un individuo del gruppo, può essere anche identificato con un'idea o un oggetto, e nel gruppo di dipendenza, al posto del capo può esserci la storia del gruppo.
Quando il gruppo si sente minacciato da un'idea che comporterebbe lo sviluppo degli individui del gruppo, ricorre alla creazione di una bibbia, e se è attivo il gruppo di dipendenza o quello di attacco-fuga, si inizia una lotta per sopprimere la nuova idea, perchè questa mette in pericolo lo status quo.

Forme di cambiamento da un assunto di base ad un altro
Il cambiamento della mentalità di gruppo non è dovuto necessariamente dallo spostamento da un assunto di base ad un altro, ad esempio, se è attivo il gruppo di dipendenza ed questo è minacciato dalla pressione del capo del gruppo estraneo di accoppiamento, se falliscono i tentativi di creare una bibbia, si possono assumere forme aberranti di cambiamento.
Se è attivo il gruppo di attacco-fuga, c'è la tendenza ad assorbire un altro gruppo, mentre se è attivo il gruppo di accoppiamento, c'è la tendenza allo scisma.

Il gruppo di lavoro specializzato
Il suo compito è quello di stimolare l'attività di un particolare assunto di base, ed esempi di questo tipo di gruppo sono la chiesa (dipendenza) e l'esercito (attacco-fuga).
Questi gruppi specializzati possono anche svilupparsi dal gruppo principale di cui fanno parte col compito di neutralizzare i rispettivi gruppi di appartenenza (es. dipendenza), impedendo che questi siano d'ostacolo alla funzione del gruppo di lavoro nel gruppo principale.
Se il gruppo di lavoro specializzato non può affrontare gli assunti di base di propria competenza, allora le funzioni del gruppo di lavoro sono compromesse dalla pressione esercitata dagli assunti di base.
Gli assunti di base diventano pericolosi quando si tenta di portarli all'azione, ed il gruppo specializzato infatti tenta di portare l'azione in termini di mentalità basata sull'assunto di base (es. il gruppo di lavoro della chiesa rafforza la fede ma non l'azione, così come l'esercito sostiene che si può fare tutto con la forza, a patto che essa non venga mai usata).
Quindi, la mentalità dominata da un assunto di base non si presta all'azione, dato che l'azione ha bisogno della funzione del gruppo di lavoro per mantenere il contatto con la realtà.
Nel gruppo terapeutico, quando è attivo il gruppo di dipendenza o quello di attacco-fuga, tende a formarsi un sottogruppo che fa da interprete tra il capo del gruppo di dipendenza (che è di solito l'analista) e il gruppo.

Assunti di base, tempo e sviluppo
Esistono 2 caratteristiche nella mentalità dominata da un assunto di base: in essa il tempo non svolge alcun ruolo (quindi tutte le attività che richiedono la consapevolezza del tempo sono comprese in modo imperfetto e creano sentimenti persecutori) e c'è l'assenza di ogni processo di sviluppo come parte della mentalità di assunto di base (gli stimoli allo sviluppo incontrano una risposta ostile).
Se un gruppo vuole evitare lo sviluppo, basta che si faccia dominare dalla mentalità di base.

Rapporti tra un assunto di base ed un altro
Nessuno dei 3 assunti di base elimina la paura e le emozioni di gruppo completamente, altrimenti non ci sarebbero mai cambiamenti nè si formerebbero gruppi di lavoro specializzati.
In tutti e 3 questi assunti c'è l'idea di un capo, in quello di attacco-fuga si nega la necessità di comprendere, inoltre sembra che i vari gruppi di lavoro specializzato si occupino di problemi non inerenti all'assunto di base (es. nel gruppo di dipendenza, il gruppo di lavoro ha idee messianiche del gruppo di accoppiamento).
Sembra inoltre che ciascuno dei 3 gruppi sia costituito da individui che hanno in comune le caratteristiche di uno dei personaggi della situazione edipica, che cambia a seconda dell'assunto di base attivo.
Il gruppo è concepito come un individuo smembrato che contiene un altro individuo nascosto, in attesa, e questo individuo è il capo (l'analista invece è il capo del gruppo di lavoro).
Ogni volta che l'ansia è troppo intensa, il gruppo è costretto a passare sulla difensiva e spesso si cercano degli alleati per poterla vincere.
Nel gruppo di attacco-fuga, l'ansia libera l'odio che si manifesta come attacchi distruttivi verso il nemico o come fuga dall'oggetto odiato.


Il contributo di Bion


Secondo Bion, ogni analista deve formarsi nella disciplina, deve forgiarsi un suo proprio linguaggio e mantenere in buone condizioni di lavoro le parole che usa.
Lo strumento teorico-tecnico ha bisogno di declinazioni specifiche particolari che si attengono alle condizioni, della comunicazione e dello stato mentale del paziente, al fine di produrre in lui trasformazioni terapeutiche significative.


Trasformazioni
La teoria dell'analista rappresenta il punto di vista dell'analista: il quadro, la trasformazione linguistica dei dati (il paesaggio mentale del paziente).
Le invarianti sono costituite dalle modalità trasformative teorico-tecniche di riferimento e dalla riconoscibilità che il paesaggio mantiene nella forma proposta dall'analista (il quadro interpersonale).
Perchè le invarianti della descrizione stampata in una situazione clinica possano essere efficaci, il profano deve conoscere le regole che ordinano la situazione e le relative trasformazioni, inoltre, l'esperienza originaria del paziente è trasformata in una descrizione psicoanalitica, quindi un'interpretazione è una trasformazione.
La descrizione scientifica si colloca nell'ordine delle trasformazioni di secondo grado ed è l'unica attraverso a cui si può accedere.

L'analista al lavoro
L'uso delle teorie consente di garantire alle trasformazioni dei fatti proposti dal paziente il valore di trasformazioni psicoanalitiche, le quali consentono alla comunità scientifica di individuare cosa si può condividere.
Bisogna guardare e riguardare le cose finché non inizino a parlare da sole, bisogna abbandonare memoria e desiderio, fare tabula rasa della mente prima dell'analisi.
Il percorso bioniano parte dall'ambiente intrauterino e va incontro al riconoscimento del dolore e delle sue possibili collocazioni (corpo o mente) per giungere alla definizione dell'identità somato-psichica.
Secondo Bion, il neonato idealizza e ignora, fa ricorso all'onnipotenza, e per risolvere questi errori la psicoanalisi fa in modo che venga usata la funzione della mente del neonato.
A seconda della loro fase evolutiva, si possono classificare i pensieri in: preconcezioni, nozioni, pensieri e concetti.
Le preconcezioni sono pensieri vuoti ad altro gradiente affettivo che sono in attesa di una realizzazione (es. preconcezione del seno, quando il neonato si attacca ad esso la sua preconcezione si connette alla coscienza della realizzazione e nasce la nozione di seno), il pensiero è invece un congiungersi di una preconcezione con una frustrazione.
La prospettiva dell'indagine di Bion si divide in:
  • la genesi della funzione del pensare
  • i pensieri attraverso cui nel contatto con la realtà (seguendo il modello freudiano) si determinano i caratteri affettivo-cognitivi delle relazioni con il mondo e l'identità somato-psichica dell'infante
  • i diversi modi di trattare le frustrazioni e le tipologie difensive che ne scaturiscono 

Il paziente e l'analista
Quando il paziente entra nella stanza dell'analisi, occorre che l'analista sia sensibile alla totalità della persona, e quando 2 persone si incontrano nella stanza d'analisi si crea una tempesta emotiva.

Stati mentali e lavoro del sogno
La psicoanalisi non deve accontentarsi della narrazione dei fatti del sogno del paziente, ma deve tradurli.
E bisogna inoltre far distinzione tra sonno e veglia, se si vuole svolgere una corretta interpretazione.


L'osservazione del bambino nell'addestramento psicoanalitico: Esther Bick


Nel 1960, l'istituto psicoanalitico di Londra introdusse l'osservazione del neonato nel programma degli allievi del primo anno.
Questi allievi usano il metodo dell'osservazione recandosi nella famiglia prescelta una volta a settimana per tutto il primo anno di vita del piccolo.
Prendere appunti durante l'osservazione è inopportuno perchè interferisce nel processo d'attenzione ai fatti, inoltre l'osservatore non deve interferire con il normale svolgimento dei fatti di casa, anche se deve aiutare in caso di necessità (come segno di gratitudine per la disponibilità della famiglia).
L'osservatore quindi non deve farsi coinvolgere per non perdere la sua obiettività, e per essere pronto deve essere analizzato lui stesso nel seminario d'apprendimento, per capire quali sentimenti vengono suscitati in lui da quali situazioni.
La difficoltà di osservare sta proprio nell'osservare i fatti senza interpretarli, dato che osservazione e riflessione sono inseparabili e le riflessioni fanno scegliere cosa osservare successivamente.



La crisi dell'età di mezzo: Elliott Jaques


E' una crisi che compare intorno ai 35 anni, con un processo di transizione che dura alcuni anni e varia da individuo ad individuo.
Nelle donne questo processo è oscurato dalla menopausa, mentre negli uomini è stato definito climaterio maschile a causa dell'attenuazione dell'impulso sessuale di quel periodo.
E' stato studiato questo fenomeno soprattutto negli artisti (crisi del genio), dove può accadere che una carriera creativa può arrestarsi sia per inaridimento della capacità creativa sia per decesso dell'artista, oppure la capacità creativa può esprimersi per la prima volta, oppure ancora, può verificarsi un capovolgimento di qualità e contenuti dell'opera creativa.
E' stato notato che l'indice di mortalità degli artisti cresce vertiginosamente nel periodo della crisi, ed il cambiamento della creatività è stato visto in molti artisti, come: Bach, Donatello, Goethe, Michelangelo.
Gli aspetti che variano riguardano:

  • Cambiamento nel modo di lavorare: la creatività dai vent'anni ai 30 tende ad esprimersi a caldo, è una creatività intensa e spontanea e non ammette ritocchi, mentre quella alla fine dei 30 ha sempre un'ispirazione ardente ed intensa, ma c'è una grossa pausa tra la prima ispirazione e l'opera finita, si passa quindi da una creatività di tipo impetuoso ad una creatività di tipo scultorio.
  • Cambiamento della qualità e contenuto: compare un contenuto tragico-filosofico in contrasto col precedente contenuto più lirico e descrittivo, c'è la rinuncia all'idealismo e all'ottimismo, si passa dall'impazienza e l'aspirazione ad un conservatorismo più meditato e tollerante.
    Quando odio, distruzione e morte sono esplicati nello stadio precoce (quello prima dei 35), assumono forma satanica o macabra (come per Poe).
L'idealismo dello stadio precoce ha il suo fondamento nell'uso della negazione e delle difese maniacali, normali meccanismi di difesa verso il senso di morte e di distruzione.
Un'accettazione esplicita ed una messa a fuoco di questi 2 aspetti sono le premesse indispensabili per il superamento della crisi dell'età di mezzo e il compimento dello stadio adulto.
La serenità lavorativa si ha se si accetta l'imperfezione umana e le carenze del proprio lavoro.
Nell'età di mezzo, l'individuo ha cessato di crescere e ha iniziato ad invecchiare, e mediamente ha una certa stabilità (famiglia, lavoro), si ha rimpianto dell'infanzia e della giovinezza e ora il compito psicologico è quello del conseguimento di uno stadio maturo ed indipendente.
Si entra dunque nel periodo del completamento e si inizia a percepire la presenza della morte, e quindi si può iniziare a portare il lutto per la propria scomparsa finale.
Un'elaborazione è possibile solo se l'oggetto primario è ben costruito, senza essere nè troppo idealizzato nè troppo svalutato, e se si raggiunge questa situazione, la seconda metà di vita può essere vissuta con la conoscenza, la consapevolezza e l'accettazione della morte definitiva.
In tal caso il senso di continuità della vita può essere rafforzato e ci si può dedicare al consolidamento di valori come saggezza, forza d'animo, coraggio, amore, umanità, speranza, gioia... viceversa, si ha la crisi dell'età di mezzo, che può diventare un'ossessione e portare addirittura al suicidio.


Transfert, controtransfert ed identificazione proiettiva: Herbert Rosenfeld


Nel paziente, il sentimento di essere accettato da un terapeuta che si prende cura di lui dipende molto dalla funzione interpretativa dell'analista.
Lo stato psichico dell'analista e la sua capacità di funzionare bene costituiscono un essenziale fattore terapeutico in qualsiasi terapia analitica, inoltre, la principale funzione dell'analista consiste nell'aiutare il paziente ad esprimere con parole e pensieri consci le fantasie, i sentimenti e i desideri inconsci che lo assorbono, così da modificare la ripetizione delle prime relazioni oggettuali e delle difese onnipotenti costruite nel periodo infantile (gradualmente il paziente arriva a poter tollerare più sentimenti, riconoscere conflitti e imparare a riflettere su di essi).
Anche i pazienti più disturbati cercano di comunicare col terapeuta e se non viene capito cosa viene detto, il paziente ripeterà più volte ciò che ha detto, per farsi capire, in vari modi, cercando di rendere il proprio materiale più comprensibile.
Quando l'analista interpreta erroneamente le critiche come attacchi sadici, il paziente può avere sensi di colpa perchè si rende conto di capire la situazione meglio dell'analista, e se questi continuerà ad ignorare le sue critiche ed insisterà ad interpretarle come un attacco verso di lui, il paziente si sentirà preso in giro e infantilizzato.


Atteggiamento e ruolo dell'analista
Il rapporto tra analista e paziente è unico e non deve essere un rapporto del tipo genitore-figlio, ma si deve rendere consapevole il paziente del particolare ruolo che egli investe.
Secondo Rosenfeld l'atteggiamento di distacco non è un buon metodo, dato che sembra impossibile distruggere il desiderio e le intenzioni dell'analista senza danneggiare gravemente il rapporto con il paziente, ed è cmq essenziale esaminare in modo esaustivo i propri atteggiamenti ed intenzioni come analista.
Se ci sono esperienze del paziente troppo penose da vivere per l'analista, egli cercherà di intraprendere una terapia correttiva, giustificandola col fatto che serve al paziente quando in realtà la fa per attenuare il proprio dolore, e ciò danneggia sia il processo analitico, sia ogni tentativo di aiutare il paziente.
Solo se l'analista riesce ad interpretare correttamente le angosce del paziente (e a fargli capire il suo bisogno di condividerle con lui, facendogliele sperimentare), diminuiscono le violente proiezioni che rendono difficile l'analisi.

Interpretazioni vaghe o inopportune
A volte capita che un analista si rende conto che qualcosa in lui turba il paziente, ma non è in grado di interpretare questo elemento con sufficiente precisione.
Problemi possono ad esempio sorgere dopo un silenzio troppo prolungato o una interpretazione data in modo troppo affrettato, dove il paziente potrà sentirsi abbandonato o criticato/respinto a causa del silenzio.
L'analista deve quindi rispondere dando le sue interpretazioni nel momento opportuno, aiutando il paziente ad affrontare quelle aree per lui intollerabili.

Rigidità ed inflessibilità
Se esistono aree private in cui è vietato l'accesso, il terapista e il paziente potranno scendere al compromesso di non esplorarle, creando una situazione di stallo terapeutico.
I blocchi più comuni nell'interazione paziente-analista sono in relazione alle angosce infantili, inconsce, dell'analista.
Se l'analista è aperto e ricettivo alle prime esperienze infantili del paziente, questi proietterà in lui la sua richiesta di comunicazione e l'analisi proseguirà, viceversa, se l'analista è turbato dalle prime esperienze del paziente, potranno sorgere delle dispute.
Per far diminuire l'angoscia del paziente di far impazzire il terapeuta caricandolo con le proprie angosce, l'analista dovrà sempre mostrarsi tranquillo e assennato, quindi oltre ad interpretare i pensieri ed i sogni del paziente, l'analista dovrà sempre analizzare anche i propri sentimenti.
Quando si arena il controtransfert, l'analista avrà bisogno di discuterne con un collega non coinvolto.


Gli studi sull'autismo di Francis Tustin


La psicoterapeuta Francis Tustin è stata pioniera nel trattamento psicoanalitico dell'autismo di natura psicogena della prima infanzia (un grave disturbo della sfera emotiva e del pensiero che impedisce il normale sviluppo della personalità del bambino).
L'autismo comporta un totale ritiro dalla realtà, assenza di funzioni simboliche, del linguaggio, della capacità di entrare in relazione con l'altro e del desiderio di comunicare.
Secondo la Tustin, l'autismo è una condizione in parte innata, in parte dovuta all'ambiente: si verifica nei bambini che nascono sentendo di far parte ancora del corpo materno (attaccamento fusionale tra madre e bambino) e che subiscono un grosso trauma da separazione della madre.
Infatti sembra che l'equazione adesiva col corpo della madre aumenti il senso di onnipotenza del piccolo, che una volta separato si rende conto della sua fragilità, e subisce un trauma insopportabile.
Studiando il caso del piccolo John, la Tustin concluse che l'autismo non è altro che una reazione protettiva, automatica, psicodinamica, che consente al piccolo di sopravvivere davanti ad uno stress traumatico, estraniandosi completamente dalla realtà.
La Tustin ha trattato con successo un certo numero di bambini autistici considerati incurabili.



Problemi teorici e clinici: Otto F. Kernberg


La concezione kleiniana di una conoscenza innata del rapporto sessuale è in contraddizione con le capacità cognitive del piccolo nei primi mesi di vita.
Appare ingiustificabile anche il voler far risalire a tutti i costi lo sviluppo intrapsichico ai primi mesi di vita.
La Klein ignora la psicopatologia differenziale e ciò la porta ad applicare la stessa tecnica di trattamento per tutti i pazienti lungo l'intero spettro dei disturbi psicologici.
Viene anche criticata l'ambiguità e la vaghità della terminologia kleiniana (ad esempio i termini Io e Sé vengono definiti in modi diversi, così anche il termine scissione, e c'è una definizione di identificazione proiettiva della Klein, della Rosenfeld e della Segal).
Altra critica va al fatto che viene ingigantita l'importanza del transfert senza tener conto dell'interferenza della realtà esterna del paziente, sottovalutando l'importanza dei fattori ambientali, sopravvalutando le pulsioni (come l'aggressività).
C'è scarsa attenzione all'organizzazione difensiva del paziente, invece si da troppa importanza all'interpretazione delle difese primitive, mettendole in relazione con conflitti precoci e primitive relazioni oggettuali, trascurando le difese successive dell'Io e quelle caratteriali.
C'è la tendenza a considerare la metafora ed il diretto riferimento alla primissima esperienza, interpretando praticamente tutte le fantasie inconsce come se riflettessero direttamente i contenuti dei primi 2 anni di vita.
Si fa inoltre ricadere la paura di essere avvelenato, di essere evirato, di essere aggredito all'interno del corpo sotto l'etichetta dell'angoscia persecutoria, mentre tutte le angosce attinenti all'oggetto d'amore ricadono nell'etichetta di angoscia depressiva.
Un altro problema della tecnica kleiniana è che essa trascura l'analisi delle difese a vantaggio dell'analisi del contenuto, e la Segal propone di non interpretare i meccanismi del paziente, ma di aiutarlo a risolvere le fantasie contenute in questi meccanismi.
E' cmq discutibile il fatto che tutte le operazioni difensive sarebbero espresse da fantasie, dato che i meccanismi di difesa di solito hanno funzioni multiple e sono strutturalmente collegati a conflitti e fantasie diverse oltre che a funzioni dell'Io più o meno autonome.
Viene infine trascurata l'analisi del carattere e lo sviluppo della capacità di introspezione e autoanalisi del paziente.


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