L'
implicatura conversazionale fornisce una spiegazione esplicita di come è possibile intendere, in senso generale, più di quanto si dice effettivamente.
La nozione di implicatura consente di sostenere che le espressioni della
lingua naturale hanno sensi semplici, unitari e stabili, ma questo
nucleo semantico stabile ha spesso una copertura pragmatica instabile,
legata al contesto, ovvero un'insieme di implicature.
La teoria dell'implicatura di Grice
La teoria del non significato di Grice è connessa alla teoria
dell'implicatura, in quanto consente di spiegare come è possibile
comunicare di più di quello che si dice.
In un enunciato, non tutte le inferenze possono essere generate con
l'intenzione di essere riconosciute come intenzionali, mentre il tipo di
inferenza dell'implicatura è sempre intenzionale.
Grice identifica 5 massime conversazionali che insieme esprimono il principio di cooperazione generale:
- Il principio di cooperazione: bisogna fornire il proprio contributo come viene richiesto, al momento opportuno.
- La massima di qualità: cercare di fornire un contributo
vero, e in particolare non dire cose che si credono false, non dire cose
di cui non si hanno prove adeguate.
- La massima di quantità: Fornire un contributo che
soddisfi la richiesta di informazioni in modo adeguato agli scopi del
discorso e non fornire un contributo più informativo del necessario.
- La massima di relazione: Fornire contributi pertinenti.
- La massima di Modo: evitare oscurità d'espressione, evitare ambiguità, essere brevi, procedere in modo ordinato.
Queste massime specificano cosa devono fare i partecipanti per
conversare nel modo più efficace, razionale e cooperativo possibile,
tuttavia anche Grice ammette che queste massime non sono sempre seguite
alla lettera da chi parla, e che sono solo dei punti d'orientamento per
una buona conversazione.
Le
implicature conversazionali sono delle inferenze fatte per mantenere l'assunto di cooperazione, quando esso è violato nel discorso.
Queste massime quindi possono non essere esplicite nel testo, ma essere
dei mezzi che per condurre ad interazioni cooperative, che governano
quindi anche alcuni aspetti del comportamento non linguistico.
Le implicature non sono inferenze semantiche, ma inferenze fondate sia
sul contenuto di ciò che è stato detto, sia su assunti specifici sulla
natura cooperativa della comune interazione verbale.
Le inferenze derivate dall'osservazione della massime vengono dette
implicature standard.
Le massime possono generare inferenze anche quando sono violate (
oltraggiate) dal parlante.
Gli
oltraggi o
sfruttamenti delle massime sono le
implicature di secondo tipo che derivano dall'esplicito rifiuto di
seguire una massima, al fine di sfruttarla per particolari scopi
comunicativi.
Un esempio di assunto sottostante di cooperazione è quello usato dall'
ironia, che grazie a questi assunti può essere capita tramite inferenze, e ciò accade anche il alcuni tipi di
metafora.
Oltraggi alla massima di qualità comprendono anche l'enunciazione di palesi falsità.
Grice suggerisce che le implicature hanno
4 proprietà caratteristiche:
- La prima proprietà è quella della cancellabilità o della distruttibilità.
Un'inferenza è distruttibile se è possibile cancellarla aggiungendo
alcune premesse a quelle originali, e quindi inferenze di tipo logico o
deduttivo non sono cancellabili.
Le implicature sono dunque inferenze facilmente distruttibili.
- La seconda proprietà delle implicature è che esse sono (ad eccezione di quelle della massima di modo) non-distaccabili,
ovvero vuol dire che un'implicatura è attaccata al contenuto semantico
di ciò che è detto, non alla sua forma linguistica, e quindi le
implicature non possono essere staccate da un enunciato semplicemente
cambiando con dei sinonimi le parole dell'enunciato stesso.
- La terza proprietà delle implicature è che esse sono calcolabili (un interlocutore di solito fa l'inferenza in questione).
- La quarta proprietà afferma che le implicature sono non-convenzionali, cioè non fanno parte del significato convenzionale delle espressioni linguistiche.
Inoltre, un espressione con un unico significato può dar luogo ad
implicature diverse in occasioni diverse, e in ciascuna occasione
l'insieme delle implicature associate può non essere esattamente
determinabile.
Revisioni, problemi e applicazioni
Le 4 proprietà riconosciute da Grice non sono cmq esenti da problemi.
Sadock ha scoperto che le implicature sembrano essere gli unici
tipi di inferenze pragmatiche o semantiche liberamente rafforzabili,
ovvero possono essere unite ad un'affermazione esplicita del loro
contenuto senza generare un senso di ridondanza, inoltre si pensa che le
implicature conversazionali generalizzate siano universali.
Implicatura e forma logica
Le implicature derivano da ciò che è detto e dall'assunto che sia osservato almeno il principio di cooperazione.
E' stato dimostrato che tutte le implicature, tranne quelle di Modo,
devono leggersi al livello della rappresentazione semantica, con qualche
dato della forma logica, e non possono esser dedotte da strutture
superficiali non interpretate, nè dalle sole condizioni di verità della
frase.
Quindi i livelli linguistici a cui si deve fare riferimento nel
calcolare le implicature comprendono la rappresentazione semantica o
forma logica, e le relative condizioni di verità.
Fanno eccezione le implicature di modo, che fanno riferimento alla forma superficiale degli enunciati.
Tipi di implicatura
Grice fa una distinzione tra
implicature conversazionali generalizzate, quelle che si generano senza la necessità di contesti particolari, ed
implicature particolarizzate, che richiedono uno specifico contesto.
La maggior parte degli oltraggi e degli sfruttamenti delle massime sono
particolarizzati, come nel caso dell'interpretazione ironica, inoltre,
tutte le implicature connesse al rispetto della massima di relazione
sono particolarizzate, perchè gli enunciati sono pertinenti solo
rispetto al tema in questione.
Le
implicature convenzionali sono inferenze non vero-condizionali
che non derivano da principi pragmatici come le massime, ma sono
semplicemente attaccate per convenzione a particolari espressioni
lessicali (l'esempio della particella
ma che ha lo stesso contenuto vero-condizonale della particella
e ma in più ha un'implicatura convenzionale dalla quale risulta il contrasto dei 2 congiunti, e l'esempio della parola
perciò, che non contribuisce alle condizioni di verità dell'espressione in cui compare).
Le implicature convenzionali hanno proprietà contrapposte alle conversazionali. Le convenzionali sono:
non cancellabili perchè su presupposti distruttibili sulla natura del contesto,
non calcolate
tramite principi pragmatici ma date per convenzione, ed inoltre hanno
un significato relativamente determinato e non si potrà associare
universalmente le stesse implicature con espressioni che hanno
determinate condizioni di verità.
Le implicature convenzionali sono inoltre
distaccabili e non sembrano avere interpretazioni radicalmente diverse in contesti diversi.
Secondo Grice cmq, il contenuto vero-condizionale di un enunciato può
rappresentare solo una piccola parte del significato complessivo.
Secondo
Gazdar, esistono 2 sotto-casi di implicature di quantità: le
implicature scalari di quantità e le
implicature proposizionali di quantità.
Una scala linguistica è costituita da un insieme di alternative
linguistiche che possono essere sistemate in ordine per gradi di
informatività o forza semantica, si avrà così un insieme ordinato (e1,
e2, e3... en).
Data una scala di questo tipo esiste una regola generale per derivare un
insieme di implicature di Quantità: se un parlante asserisce qualcosa
che vale in riferimento ad un punto più basso o debole della scala (un
elemento a destra dell'insieme ordinato), è implicito che lo stesso non
vale rispetto ad un punto più alto o forte della scala (a sinistra).
Implicature scalari: data una scala (e1,e2,e3...en) se un parlante asserisce e2, implica e1, se asserisce e3, implica e2 e e1, e così via.
Si può inoltre distinguere in
implicature potenziali e
implicature reali, e la regola delle implicature scalari genera implicature potenziali, ma non necessariamente implicature reali.
Le
implicature proposizionali si usano quando si implica qualcosa in base alle proprie conoscenze.
Il riconoscimento delle implicature scalari aiuta a capire la semantica
del vocabolario generale di una lingua, e svolge anche un ruolo centrale
nella comprensione delle espressioni logiche nella lingua naturale,
inoltre è da tener presente che le implicature di espressioni complesse
possono non essere uguali alla somma delle implicature delle parti.
In certi enunciati, elementi a destra della scala, come
alcuni sono incompatibili con il significato di elementi come
tutti nella stessa scala, e quindi
alcuni viene parafrasato con
almeno alcuni,
le 2 parole dovrebbero quindi essere sinonimi, e per il concetto di
non-distaccabilità dovrebbero quindi condividere le stesse implicature,
ma così non è.
Si può quindi affinare la definizione di non-distaccabilità: sostituendo
espressioni sinonime si possono conservare immutate le implicature, a
condizione che i termini sostituiti non siano portatori di ulteriori
implicature o implicazioni incompatibili con le espressioni originali.
La regola di
Gazdar afferma che le implicature proposizionali hanno priorità su quelle scalari.
Il
principio di informatività è un principio indipendente che
permette di leggere in un enunciato una quantità di informazioni
superiori a quella che effettivamente esso contiene, ciò in contrasto
con la massima di quantità che permette solo l'inferenza aggiuntiva
secondo la quale non si può fare un'affermazione più forte.
Restano cmq molti i problemi da risolvere relativi all'interazione tra i diversi tipi di implicatura e le inferenze pragmatiche.
La metafora
Un tempo lo studio della metafora era relegato alla semantica, ora si riconosce l'importanza della pragmatica per questo studio.
Le due teorie tradizionali semantiche della metafora sono:
- La teoria del paragone: le metafore sono similitudini in cui sono soppresse o cancellate le predicazioni di similarità.
- La teoria dell'interazione: le metafore sono usi speciali
delle espressioni linguistiche in cui un'espressione metaforica
(fosus) è introdotta in un'altra espressione letterale (cornice) in modo
che il significato del focus interagisce col significato della cornice
modificando, e viceversa.
La pragmatica è necessaria per lo studio della metafora perchè la semantica non riesce bene a spiegarla.
Secondo
Miller, per essere capite le metafore devono essere
convertite in una forma complessa di similitudine, complessa perchè ci
sono sempre numerosi altri predicati impliciti che l'ascoltatore deve
ricostruire.
Sono state proposte diverse regole per convertire le metafore in forme
complesse di similitudini, e sono state catalogate le varie metafore in:
metafore nominali, metafore predicative, metafore frasali.
Searle suggerisce che una volta che viene riconosciuta
l'inadeguatezza dell'enunciato, esso viene associato ad una serie di
regole pragmatiche di costruzione, o principi interpretativi.
Searle ha quindi individuato 7 principi interpretativi, uno dei quali è la
ricerca di una relazione di similarità.
La
teoria della corrispondenza aiuta a spiegare diverse proprietà
delle metafore: la loro natura non-proposizionale, l'indeterminatezza
del loro contenuto, la tendenza a sostituire termini astratti con
termini concreti e la diversa misura in cui esse possono dirsi riuscite.
Una volta riconosciuta, la metafora deve essere interpretata sulla base
delle caratteristiche generali del ragionamento analogico, purtroppo
però, la pragmatica linguistica da sola senza l'aiuto della teoria
psicologica, non è in grado di elaborare una teoria così generale
dell'analogia.
Cmq, in una teoria metaforica è determinante la violazione di una
abilità cognitiva molto generale, la capacità di ragionare in modo
analogico, alla base della strutturazione e dell'uso della lingua.
Nonostante i molti studi, al momento non esistono
ancora indicazioni abbastanza concrete per una teoria pragmatica della
metafora.
Implicatura e struttura della lingua
L'implicatura conversazionale ha notevoli implicazioni anche per lo
studio della struttura linguistica, e può servire a dimostrare che
esistono relazioni tra struttura e funzione che le attuali teorie
grammaticali non prendono in considerazione.
Si può ad esempio dimostrare che la descrizione linguistica dei
morfemi e degli elementi lessicali deve a volte riferirsi alla nozione di implicatura conversazionale, o anche che c'è un rapporto tra
lessico e implicatura.
Si può infatti dimostrare che l'implicatura conversazionale è in grado di porre
restrizioni sistematiche su cosa sia un possibile elemento lessicale in una lingua naturale.
Inoltre,
Gazdar e
Pullum hanno usato i principi di Grice per spiegare la sorprendente
economia lessicale,
ovvero l'insieme molto ristretto dei principali connettivi
vero-funzionali usati nelle lingue, rispetto al numero teoricamente
indefinito che ne potrebbe esistere.
Anche il
cambio linguistico è stato analizzato tramite
l'interazione tra implicatura e struttura linguistica, infatti
l'implicatura svolge un ruolo di primo piano nel cambio linguistico,
facendo scattare sia il cambio sintattico che quello semantico.