domenica 26 giugno 2016

The Sacrament

The Sacrament è un film orrore/thriller/drammatico del 2013 diretto da Ti West, con Amy Seimetz, Joe Swanberg, Kate Lyn Sheil, AJ Bowen, Gene Jones, Shawn Parsons, Kentucker Audley, Derek Roberts, Donna Biscoe.

The Sacrament
Trama
Il giovane Patrick si rivolge ad un'organizzazione giornalistica dopo che ha ricevuto una strana lettera della sorella, la quale sarebbe andata a vivere in una comunità religiosa sperduta nella giungla per guarire dalla dipendenza della droga.
Così, Patrick e due reporter partono alla volta di questa comunità il cui nome è Eden Parish, con lo scopo di girare un documentario per scoprire la verità su quel posto.

Recensione
The Sacrament è un buon thriller/horror con una trama non propriamente originale ma decisamente interessante.
Questo film è infatti tratto da una storia vera, ma se cercate su google "Eden Parish storia vera tragedia" non troverete niente... provate invece a cercare Jonestown ;)

Bel film comunque, anche se la tecnica della ripresa amatoriale ormai inizia a diventare un filino monotona e troppo usata.

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Legend

Legend è un film biografico/drammatico del 2015 diretto da Brian Helgeland, con Tom Hardy, Emily Browning, Christopher Eccleston, David Thewlis, Paul Anderson, Taron Egerton, Chazz Palminteri, Paul Bettany, Colin Morgan.

Legend
Trama
Reginald Kray è un boss della malavita di Londra negli anni 50.
In lotta con altre famiglie rivali, Reginald troverà anche il tempo per dedicarsi all'amore, quando conoscerà la bella Frances, della quale si innamorerà a prima vista.
La giovane donna si innamorerà a sua volta di Reginald, pur conoscendo il fatto che è un delinquente ed andando contro al volere della sua famiglia.
La situazione però si aggraverà quando uscirà dal manicomio Ronald, fratello gemello di Reginald che soffre di gravi disturbi psichiatrici.

Recensione
Legend è un'interessantissimo film di mafia.
Di film sulla mafia e la malavita in generale ce ne sono parecchi, quindi è difficile offrire un qualcosa di nuovo, ma questo film, tratto tra l'altro da una storia vera, ci riesce, grazie alla originale storia dei due gemelli.
Ottima duplice interpretazione di Tom Hardy, che ancora una volta colpisce nel segno e si avvicina sempre di più all'olimpo delle star, quelle il cui nome è noto a tutti.

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Psicologia generale 2 (10/12): Giudizio e spiegazione causale

Quando accade qualcosa di imprevisto, spesso si prova fastidio e si cerca di darne una spiegazione, infatti, la maggior parte degli interrogativi causali sono causati da eventi inaspettati o indesiderati.


Percezione ed attribuzione causale


Le persone sono abbastanza riluttanti ad accettare il fatto che alcuni eventi non sono riconducibili ad una causa apparente, e tendono quindi a ricercare pattern causali nel comportamento, e ciò può portare alla causalità infierita anche quando questa non esiste (esempio delle punizioni ai piloti che vengono considerate causa di miglioramento successivo senza che si consideri il miglioramento dovuto alla media statistica).
La correlazione illusoria è quella credenza secondo cui 2 variabili sono correlate, quando in realtà non lo sono.
Le correlazioni illusorie dovute alla regressione della media sono abbastanza diffuse, ad esempio molti medici tendono a considerare efficaci le loro cure solo perchè dopo di esse i pazienti tendono a dimostrare un certo miglioramento.
Le persone tendono ad individuare relazioni di tipo causale anche quando non ci sono, rilevando la presenza di sistematicità in comportamenti aleatori e ascrivendola a processi causali.


Contiguità e similarità nella percezione causale
Michotte ha esaminato i fattori che possono influenzare la percezione di causalità in un esperimento dove venivano presentate delle figure che sembravano muoversi l'una verso l'altra, entrando in collisione, i cui risultati hanno mostrato il ruolo della contiguità spazio-temporale nella percezione della causalità.
Hume ha rilevato che la similarità tra causa ed effetto consente di vedere relazioni causali, e ad esempio, una persona cattiva è vista come responsabile di azioni cattive, e in questi casi, attore e azione sembrano essere percepiti come parti di un'unità psicologica.
Taylor e Jaggi hanno studiato gli intergruppi, affermando che le azioni positive delle persone che fanno parte del gruppo di appartenenza (ingroup) tendono ad essere attribuite a qualità personali dell'attore, mentre quelle negative tendono ad essere attribuite ai fattori esterni, invece in caso di azioni positive di persone di un altro gruppo (outgroup), esse sono attribuite a fattori esterni, mentre le loro azioni negative a fattori interni al gruppo stesso.
Sembra inoltre che ci sia maggiore propensione a percepire relazioni di causalità tra eventi, se questi accadono contemporaneamente, e se causa ed effetto sono simili, e ci sono minori probabilità di percepire relazioni causali tra eventi distanziati nel tempo.
E' inoltre improbabile che le persone individuino correlazioni reali, se queste non corrispondono a credenze preesistenti.

Covariazione e attribuzione causale per il comportamento sociale
Le persone tentano sempre di dare un senso al proprio comportamento e a quello altrui.
Harold Kelley ha sviluppato il modello ANOVA, secondo cui le persone analizzano le cause proprio come fanno gli scienziati, usando l'analisi della varianza.
Le persone comuni analizzerebbero il comportamento sociale come farebbe uno psicologo sociale, considerando separatamente i fattori personali ed ambientali che determinano il comportamento, facendo la distinzione tra cause interne (personali) e cause esterne (situazionali) del comportamento.
Secondo Kelley, la causa è quella condizione che è presente quando è presente l'effetto, e che è assente quando è assente l'effetto.
La distintività riguarda l'informazione relativa allo stimolo che produce il comportamento da spiegare.
Applicando il metodo della differenza di Mill, si attribuisce la causa al fattore la cui presenza crea o meno una differenza rispetto all'evento, dove un basso consenso induce ad attribuzioni alla persona, una distintività elevata ad attribuzioni allo stimolo, e una bassa coerenza ad attribuzioni all'occasione.

Biases nel processo attributivo
I processi attributivi spesso sono soggetti a bias (errori), eccone alcuni:
  • Errore fondamentale di attribuzione (Ross): le persone tendono a sottostimare l'effetto del contesto sul comportamento umano e ad attribuire un peso eccessivo alle caratteristiche personali dell'autore del comportamento (dimostrato in un esperimento di Ross dove i soggetti giudicano i conduttori molto più preparati dei concorrenti, anche se si tratta di comparse senza preparazione che interpretano da poco quei ruoli).
    Le caratteristiche personali vengono sovrastimate se i soggetti vengono distratti, la poca attenzione quindi è causa di poca considerazione dei fattori situazionali.
  • Bias al servizio di sè (successo ed insuccesso): si ha la tendenza ad attribuire, in caso di successo, i meriti alle proprie capacità personali, e in caso di insuccesso si da la colpa a fattori situazionali.
  • Differenze attore-osservatore nell'attribuzione causale: gli attori tendono ad ascrivere il proprio comportamento a caratteristiche contestuali, mentre quello altrui, a fattori personali.
  • Differenze culturali nella spiegazione degli eventi: alcune ricerche hanno dimostrato che c'è una maggiore tendenza all'attribuzione esterna nelle società di tipo collettivistico, rispetto a quelle individualistiche.
  • Differenze ideologiche nella spiegazione dei fenomeni sociali: sembra che i simpatizzanti della destra tendano ad ascrivere varie forme di disagio e devianza sociale a fattori interni (es. debolezza personale), mentre i simpatizzanti della sinistra, a fattori esterni (es. circostanze sfavorevoli).

Come ridurre gli errori nelle attribuzioni
Secondo alcuni studi, all'origine di ogni evento ci sono diverse condizioni necessarie (contesti causali), ciascuna delle quali indispensabile per il verificarsi dell'avvenimento stesso.
In generale: un basso consenso (poche persone che si comportano in un certo modo) rende anormale la persona bersaglio, una distintività elevata (la persona si comporta così solo in presenza di pochi stimoli) rende anormale lo stimolo bersaglio, una bassa coerenza (in altre occasioni la persona non si è comportata così in presenza dello stimolo) rende anormale l'occasione bersaglio.
McGill ha ipotizzato che le asimmetrie attore-osservatore sono ascrivibili all'assunzione di casi di contrasto diversi, ad esempio, una persona che si aspetta di riuscire in un compito, attribuisce il suo successo a fattori interni (pensando che in pochi ci sarebbero riusciti), mentre persone con basse aspettative attribuiscono l'esito al compito stesso, a causa nelle scarse aspettative riposte nelle proprie capacità di risolvere il compito.
Inoltre è stato dimostrato che le persone, quando devono fornire spiegazioni, sono influenzate dal punto di vista dell'interlocutore, ed esperimenti hanno dimostrato che quando si deve fornire una spiegazione, si tende ad identificare la condizione che risulta anormale dal punto di vista dell'interlocutore.


Giudizio di contingenza e induzione causale


Il modello ANOVA di Kelley mostra come la logica della covariazione può essere usata per l'analisi di particolari comportamenti, e può essere usata per effettuare inferenze causali sull'eventualità dell'esistenza di relazioni causali tra tipi di eventi.
Le persone commettono errori nei giudizi di contingenza perchè usano la regola di covariazione trovando però le informazioni di alcune parti del problema più salienti di altre, o almeno attribuendo ad esse un'importanza maggiore.
Le persone spesso prestano più attenzione al non verificarsi che al verificarsi degli eventi.
Mandel e Lehman han definito strategie di test di positività, la tendenza a focalizzarsi su casi positivi (la causa ipotizzata è sempre presente), e test di sufficienza, la verifica della presenza della causa ipotizzata.
I processi di giudizio causale potrebbero essere automatici, al di fuori della coscienza.


Gli animali e gli uomini, quando si trovano davanti ad un evento improvviso, applicano un apprendimento di tipo associativo, e se l'evento è già stato predetto dal contesto, il suo arrivo non sarà più una sorpresa e non gli si porrà più attenzione.
L'apprendimento associativo è dunque evento-dipendente, dato che si verifica solo in presenza di un evento imprevisto o sorprendente, si basa sull'elaborazione di informazioni incomplete, e conserva una forza associativa nella memoria come indice di relazione causale.
L'apprendimento associativo non ha bisogno di conservare ricordi di particolari esempi di associazioni ipotetiche causa-evento per ricavarne una regola di giudizio di contingenza,  questo apprendimento sembra quindi richiedere una capacità d'elaborazione di informazioni minore rispetto ai processi di giudizio di contingenza.
Diversi studi confermano l'esistenza di processi associativi nell'apprendimento umano della covariazione:
  • Mancato apprendimento di eventi iperpredetti. Meccanismo di blocco: secondo le principali teorie l'apprendimento associativo avviene solo se l'evento bersaglio non risulta predetto dal contesto.
    Dickinson, Shanks e Evenden hanno dimostrato il fenomeno del blocco, dove l'apprendimento viene bloccato da una precedente fase dell'apprendimento.
  • Elaborazione di informazioni incomplete: eventi inaspettati inducono a valutare bene l'ambiente immediato, alla ricerca di elementi a cui associarli.
  • Incrementi della forza associativa: il modello di apprendimento associativo predice degli aggiustamenti prova-per-prova della forza associativa che lega indizi e risultati.
    Nell'effettuare giudizi causali on-line (al volo), le persone apprendono le contingenze con processi associativi semplici, le persone sembrano apprendere le covariazioni concentrandosi su eventi inattesi.
    Le correlazioni illusorie vengono apprese associando gruppi di minoranza a caratteristiche negative (es. atti criminali), dato che prestiamo attenzione maggiore agli eventi rari (es. il crimine) e tendiamo ad associarli agli aspetti salienti del contesto, invece in genere non si presta attenzione agli eventi comuni e non si nota ad esempio che i non-crimini sono tanto frequenti sia nelle minoranze che nei gruppi di maggioranza, per questi motivi spesso i gruppi di minoranza sono visti in modo negativo.
L'apprendimento umano delle relazioni causali dunque, segue i principi fondamentali dell'apprendimento associativo, e questo potrebbe essere la causa della predisposizione ad acquisire convinzioni errate sotto forma di correlazioni illusorie.


Attribuzioni, emozioni e motivazioni


La teoria attribuzionale si occupa degli effetti delle attribuzioni su emozioni e comportamento.
Le nostre attribuzioni in caso di insuccesso possono determinare le nostre sensazioni ed azioni successive, e secondo Weiner, se attribuiamo il fallimento di un esame ad un professore (causa esterna), tenderemo ad arrabbiarci, mentre se lo attribuiamo ad una preparazione inadeguata (causa interna), tenderemo a sentirci depressi.
Sempre secondo Weiner, le attribuzioni degli insuccessi a cause esterne tendono ad incoraggiare a provare ancora, inoltre, le persone che hanno bisogno di un elevato bisogno di soddisfazione tendono ad effettuare attribuzioni interne in caso di successo ed esterne in caso di insuccesso, e quindi sono motivate a perseverare in caso di insuccesso (questa ipotesi tutta via non è stata riscontrata da altri studiosi).
Inoltre, secondo Weiner le capacità personali sono vissute come cose immutabili, mentre secondo altri autori no, possono essere percepite dalle persone come mutabili (migliorabili o peggiorabili).
Secondo alcuni studiosi, le persone che pensano negativo tendono ad attribuire gli insuccessi a cause interne, stabili e globali, come la mancanza delle capacità, tuttavia la maggior parte delle ricerche non ha mai verificato la possibilità di predire con maggiore attendibilità la depressione in base alle aspettative delle persone.
In definitiva, la teoria delle attribuzioni ha ottenuto conferme limitate.



Spiegazione e pensiero


Quando si chiede di giustificare una scelta, le persone cercano le ragioni per le quali hanno scelto un'opzione piuttosto che un'altra.
Il dover dare spiegazioni può dunque indurre i decisori ad articolare assunzioni ed esplorare le opzioni in modo più approfondito.
Secondo Tetlock, la richiesta di fornire spiegazioni circa i propri giudizi migliora la presa di decisioni, se la richiesta arriva prima che inizi l'analisi delle informazioni pertinenti, e ciò può essere dovuto ad un aumento della motivazione delle persone che devono giustificarsi, mentre se la richiesta di spiegazioni arriva dopo che la decisione è stata presa, questa peggiora le prestazioni, perchè la gente tende a non modificare le decisioni prese, spesso anche davanti all'evidenza di miglioramento.


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sabato 25 giugno 2016

Come ordinare le notizie di facebook

C'era una volta il vecchio facebook, che faceva vedere le notizie ordinate per data, senza preferenza alcuna, prima che cambiasse e mostrasse solo le news di amici con i quali si hanno più contatti.

Se anche tu sei nostalgico dei tempi in cui si vedevano tutte le notizie ordinate per data, non preoccuparti, su facebook c'è la possibilità di ordinare le notizie come meglio si preferisce.

Per ordinare le notizie di facebook, cliccare con il tasto sinistro del mouse sulla freccia bassa accanto alla scritta Notizie.

Come ordinare le notizie di facebook

Potrai così scegliere di ordinare le notizie facebook secondo i seguenti criteri:
  • Notizie principali
  • Più recenti

La modalità Notizie Più recenti è quella che ti consentirà di vedere tutte le notizie di tutti i tuoi amici, pagine e gruppi, ordinate dalla più recente alla più vecchia, senza nessuna discriminazione, come ai cari vecchi tempi :)

ps purtroppo questa modalità, per ora, non è permanente, quindi ad ogni accesso occorrerà riordinare le notizie di facebook.

Kung Fu Panda 2

Kung Fu Panda 2 è un film animazione/azione/commedia del 2011 diretto da Jennifer Yuh.

Kung Fu Panda 2
Trama
Po il panda è diventato il guerriero dragone, un grande maestro di kung fu.
Insieme ai suoi compagni Tigre, Scimmia, Vipera, Gru e Mantide, Po difende il suo villaggio dai nemici.
Quando un antico nemico, il pavone Lord Shen, si libera e con una pericolosissima arma minaccia la Cina, Po e la sua squadra partono in missione col compito di sconfiggere questa nuova minaccia.

Recensione
Il seguito di kung fu panda è un altro film d'animazione dalla grafica sbalorditiva e dai rocamboleschi combattimenti.
Ovviamente essendo un seguito, manca un po' l'effetto novità, quindi il film perde un po'... o forse sono solo cresciuto io e quindi ho apprezzato un po' meno questa pellicola :)
Se vi è piaciuto il primo kung fu panda, se vi è piaciuto molto intendo, anche questo seguito non vi deludera, nonostante sia un po' sottotono rispetto al primo capitolo.

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Kung Fu Panda

Kung Fu Panda è un film d'animazione/avventura/commedia del 2008 diretto da Mark Osborne.

Kung Fu Panda
Trama
Po è un pigro panda che lavora come cameriere, il cui sogno segreto è però quello di diventare un grande maestro di kung fu.
Quando il destino gli darà un'occasione, Po inizierà un rigidissimo allenamento per prepararsi allo scontro contro un micidiale avversario di nome Tai Lung, un ex allievo del suo maestro di kung fu, Shifu.

Recensione
Kung fu panda è un geniale film d'animazione del genere arti marziali.
Una commedia adatta ai più piccoli, ma anche ai più grandicelli.
Combattimenti con i vari stili di kung fu ben realizzati ed animazioni davvero sbalorditive fanno di questo cartone animato un qualcosa di unico nel suo genere... se non fosse per il fatto che poi sono usciti dei seguiti :)
Se siete piccini, o vi sentite tali, o se vi piacciono i film di arti marziali che hanno dentro un po' di humor, non lasciatevi scappare kung fu panda.

Link alla scheda del film su wikipedia
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Psicologia generale 2 (9/12): Ragionamento probabilistico

La categorizzazione ha spesso natura probabilistica ed il ragionamento induttivo è strettamente connesso alla formazione dei concetti.
Dato che nulla può garantire che le generalizzazioni induttive siano assolutamente vere, allora esse possono essere solo probabilmente vere.


La legge dei grandi numeri


E' stato dimostrato che le persone credono che l'alternanza degli elementi di una sequenza casuale e limitata sia più probabile di quanto essa sia in realtà, quindi le persone sottostimano il grado di ripetitività degli elementi.
Questa credenza può portare a comportamenti rischiosi, come il continuare a puntare più volte sullo stesso colore nella roulette solo perchè per un certo numero di volte è uscito l'altro colore (gambler fallacy o errore del giocatore).
Spesso quando si vince o si perde con un numero si tende a rigiocarlo, nel primo caso nella speranza che esso esca ancora, nel secondo, nella speranza che esso finalmente esca.
Tuttavia se il numero di eventi in questione è piccolo, questo ragionamento è sbagliato, a causa della legge dei grandi numeri, la quale garantisce che solo i campioni molto grandi sono altamente rappresentativi della popolazione da cui sono stati estratti.
Tversky e Kahneman hanno definito questa tendenza ad applicare la legge dei grandi numeri anche a piccoli campioni, legge dei piccoli numeri.
Il giocatore tende a pensare che ogni deviazione in una direzione venga subito cancellata da una nell'altro senso, in modo che gli errori si annullino l'un l'altro (es. se lanciando una moneta esce testa, ci si aspetta che ci siano più probabilità che poi esca croce).
E' stato dimostrato che se ai soggetti si chiede di produrre una serie di risposte meno prevedibili possibili al posto che la serie più casuale possibile, si ottiene una sequenza di risposte molto vicina alla frequenza di ripetizioni dovute al caso.
L'errore del giocatore sembra essere legato al fatto che le persone considerino i lanci e le estrazioni successive come eventi legati e non come eventi indipendenti.



La probabilità condizionale


Nel problema delle 3 scatole ci sono 3 scatole chiuse (A,B,C) in cui in una è stato messo un premio, mentre le altre sono vuote, ed è stato detto che lo sperimentatore non aprirà mai la scatola A, ma aprirà una scatola vuota tra la B o la C, e quindi il compito dei soggetti è quello di indicare il valore delle probabilità che il premio si trovi nelle 2 scatole restanti.
In questo problema i soggetti non sembrano considerare il fatto che l'apertura (ad esempio) della scatola B non è casuale ma condizionata, e di conseguenza rispondono come se data l'apertura di B le 2 alternative rimaste avessero la stessa probabilità (50% e 50%), mentre secondo il teorema di Bayers, la probabilità che A contenga il premio dato che è stata aperta la scatola B è di 1/3, e quindi dato che la probabilità iniziale è uguale a 1/3, la probabilità che il premio sia in C è doppia (2/3) rispetto ad A (1/3).
Sembra quindi che i soggetti applichino alcune credenze intuitive ed erronee, come l'equiprobabilità delle restanti alternative (l'uniformity belief) e il no-news, no change belief, che deriva dal fatto che già dall'inizio si sa che almeno 1 delle 2 scatole è vuota e che quindi conoscere quale di queste sia, non aggiunge l'informazione, lasciando invariate le probabilità.
Quindi non capire la natura condizionale dell'evento porta ad un cambiamento dello scenario, in cui i soggetti non percepiscono più 3 scatole, ma 2, e ridistribuiscono le probabilità.
Per dimostrare queste ipotesi è stato modificato l'esperimento delle 3 scatole rendendo chiara la natura condizionata di B (con l'accensione e lo spegnimento di luci colorate a seconda dei casi), ed i risultati sono stati positivi, infatti la maggior parte dei soggetti ha risposto indicando le giuste percentuali di probabilità.



La fallacia della probabilità di base


Secondo Tversky e Kahneman, la maggior parte della gente valuta la probabilità di un evento considerando solo l'informazione specifica, a discapito della probabilità di base, ovvero quella dell'intera popolazione, perfino quando questa informazione è fornita in maniera esplicita.
Le euristiche sono delle scorciatoie cognitive che semplificano la complessità del valutare la probabilità di un evento, conducendo però spesso ad errori sistematici (biases).

Nell'esperimento del giudizio sociale, ad alcuni soggetti veniva fornita l'informazione che su 100 persone da esaminare, 30 erano ingegneri e 70 avvocati (e ad un secondo gruppo viceversa), e in base ad una descrizione specifica della personalità di ogni soggetto (stereotipata), essi dovevano dire a quale categoria esso apparteneva.
I risultati mostrarono che la media dei 2 gruppi non si dimostrò significativamente diversa, e ciò vuole dire che i soggetti avevano valutato ignorando l'informazione della popolazione e valutando solo l'informazione specifica, e in questo caso specifico, la stima della probabilità è direttamente proporzionale al grado di prototipicità.
Tuttavia, anche con una descrizione neutra, i soggetti tendevano ad ignorare la probabilità di base, ad eccezione del fatto che quando, tanto più i soggetti incontravano la descrizione neutra prima nella lista, tanto più tenevano in considerazione la probabilità di base, e viceversa.

Nel paradigma dei problemi scolastici si valuta la probabilità di base e l'informazione specifica (likelihood), come nel caso del compito dei taxi, dove un taxi viene coinvolto in un incidente e si sa che ci sono 2 compagnie di taxi (verde 85% e blu 15%), e che un testimone che ha identificato il taxi blu come colpevole ad un test di attendibilità ha identificato correttamente i taxi nell'80% dei casi (sbagliando il restante 20%).
Ai soggetti veniva chiesto di dire quale era la probabilità che il taxi colpevole fosse blu piuttosto che verde, ed è stato dimostrato che i soggetti trascurano la probabilità di base.
Secondo Ajzen, Tversky e Kahneman, la probabilità di base viene usata in relazione al grado in cui risulta causalmente rilevante, e quando entrambe le informazioni vengono considerate come causali, si riduce il fenomeno della base-rate fallacy.
Per provare questa ipotesi gli autori hanno creato una versione causale del problema del taxi, dove veniva data la probabilità di base di circolazione taxi al 50% e la percentuale di coinvolgimento in incidenti.

Un'altra prova del ruolo giocato dalla causalità è dato dal problema del suicidio, dove viene detto che l'80% delle persone è sposata e che il 20% non lo è, e che la percentuale dei morti per suicidio è 3 volte maggiore nei single.
In questo caso, la maggior parte delle persone sembra considerare solo il caso specifico, considerando solo il fatto che i single si suicidano 3 volte di più degli sposati, e questo risultato è giustificato con il legame causale dovuto all'essere single.

Per verificare questa ipotesi fu creato il problema dei libri, dove l'80% dei libri di un magazzino è in tedesco e il 20% è in francese, e dove la proporzione dei tascabili è 3 volte più alta nei francesi.
Alla domanda sulla probabilità che un tascabile scelto a caso sia francese i soggetti per la maggior parte rispondono usando il giusto ragionamento probabilistico.
Creando la versione del problema del suicidio causale (dividendo i soggetti in ragazze e ragazzi al posto di single e sposati), i risultati sono stati come per il problema dei libri.


La probabilità di base sembra avere un impatto minore in compiti che riguardano un singolo caso rispetto a quelli che riguardano una successione di eventi, come è stato dimostrato da degli esperimenti dove se ci si riferiva al singolo caso la gente sbagliava il calcolo delle probabilità, mentre se ci si riferiva alle frequenze, il numero di errori diminuiva.
Tuttavia, Macchi e Mosconi hanno dimostrato che la formulazione frequentistica dei problemi non sembra essere la spiegazione dell'eliminazione della fallacia.
Secondo Macchi i risultati positivi ottenuti dal problema dei suicidi in versione causale dipendono da un cambiamento sostanziale del testo e non dalla causalità, infatti era stata cambiata la frase parlando anche di tentati suicidi (formulazione partitiva).
La formulazione partitiva definisce la proporzione della popolazione di cui il dato rappresenta una parte, e quindi relativizza il contenuto numerico (caso in cui c'è presente la percentuale di morti suicidi e quella dei tentati suicidi), ed ha un triplice effetto: consente di identificare l'insieme di riferimento dei dati, elimina la confusione tra probabilità condizionali, e consente di percepire la relazione tra i dati e di utilizzarli.
Macchi ha quindi sostituito le parole tentati suicidi con morti suicidi, facendo salire la percentuale di errore al 73% anche nella versione causale del problema, e confermando così l'importanza dell'espressione partitiva per l'uso della probabilità di base e smontando l'ipotesi della causalità come spiegazione al fenomeno.
L'ipotesi partitiva sembra anche spiegare i risultati degli esperimenti con i termini di frequenza, infatti questi compiti sembrano avere la struttura partitiva e quindi sarebbe questa struttura la reale causa della diminuzione degli errori.


La sovrastima delle proprie risposte


E' stato dimostrato che le persone sovrastimano l'accuratezza delle proprie valutazioni (effetto overconfidence).
Chiedendo alle persone di rispondere a dei quesiti e di stimare la probabilità che la loro risposta sia corretta, è stato notato che spesso la fiducia delle persone nelle proprie risposte è superiore all'effettiva accuratezza di queste.
Le persone hanno l'impressione di aver avuto prestazioni peggiori con compiti facili e quindi l'overconfidence diminuisce man mano che il compito diventa più semplice, e con compiti molto facili, dove il soggetto ha più dell'80% di successo, esso sottostima la propria prestazione.
Griffin e Tversky hanno ipotizzato il modello forza-peso, dove per forza si intende quanto estremi sono i dati a favore di una certa ipotesi e per peso si intende la validità predittiva (attendibilità) del dato stesso.
Secondo questi autori, le persone si focalizzano sulla forza dei dati e poi fanno degli aggiustamenti in relazione al peso dei dati stessi, e dato che la modifica di un valore che fa da ancoraggio è solitamente insufficiente, la forza tende a dominare sul peso, rispetto a quanto prescritto dal modello teorico.
Si hanno quindi l'euristica della rappresentatività, l'euristica dell'ancoramento (per la quale si resta ancorati al valore di partenza) e l'euristica dell'aggiustamento (per la quale si modifica, ma in misura insufficiente, il valore di partenza in base ad altri elementi).
Quando in una situazione la forza è alta e il peso è basso, i soggetti sovrastimano le risposte, e viceversa, inoltre il peso è dato sia dall'ampiezza del campione, sia dalla probabilità di base, così l'overconfidence diventa un fenomeno che spiega gli errori base-rate fallacy.
Alcune critiche a questo modello hanno rilevato che i soggetti sbagliano le proprie stime più facilmente quando ci sono compiti difficili, che essi non conoscono.
Gigerenzer, Hoffrage e Kleinbolting hanno proposto la teoria dei modelli mentali probabilistici (PMM) per spiegare questo fenomeno, e secondo questa teoria il problema viene risolto costruendo un quadro inferenziale che consiste di una classe di oggetti di riferimento e degli indici di probabilità, quindi il fattore probabilistico viene definito relativamente ad una classe di riferimento e la sua validità dipende da tale classe.
La teoria PMM spiega la fiducia relativa alla singola stima attraverso il modello frequentistico, però la fiducia nella singola risposta e la frequenza di risposte corrette sono legate a diversi modelli mentali probabilistici.
May ha dimostrato che se la fiducia media supera la percentuale di risposte corrette, la stima della frequenza delle risposte corrette è di solito inferiore rispetto alla frequenza effettiva delle risposte, quindi la fiducia nelle risposte date non dipende dalla considerazione della frequenza di risposte corrette.



La fallacia dell'intersezione


E' stato rilevato anche un errore relativo alla probabilità dell'intersezione di due eventi (A e B), che sembra essere valutata maggiormente della probabilità dei singoli eventi (A o B), come dimostra il noto problema Linda, che va contro le leggi delle probabilità che impongono che l'intersezione di 2 eventi è probabilisticamente minore degli eventi presi singolarmente.
Secondo Tversky e Kahneman questo errore è dovuto all'euristica della rappresentatività, per la quale la probabilità di un evento è valutata in relazione al grado in cui questo rappresenta la sua fonte o il processo che lo produce.


L'ipotesi frequentistica è stata studiata a fondo e vari autori hanno ipotizzato che questo errore sia dovuto alla non estensionalità del termine probabilità, o al fatto che il problema usato si riferisse ad un caso singolo e non ad una successione di eventi.
I diversi studi fatti hanno riportato risultati diversi, probabilmente per via delle diversità nei tipi di versioni frequentistiche usate.


E' stato dimostrato che eliminando l'uso di e (dove presente) e rendendo saliente la relazione di inclusione tra gli item del problema, si dovrebbe ridurre l'errore.
Infatti modificando i problemi togliendo la e di congiunzione, i soggetti hanno commesso meno errori.
Macchi e Mosconi hanno infine dimostrato l'inaccettabilità pragmatica della comparazione richiesta in questo tipo di problemi, come nel caso del problema di Linda, dove i soggetti non scelgono come più probabile A rispetto a A e B, perchè quest'ultima è diventata una sottocategoria includente complementare, ovvero A e non-B.


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venerdì 24 giugno 2016

The Wave

The Wave è un film drammatico del 2015 diretto da Roar Uthaug, con Kristoffer Joner, Ane Dahl Torp, Jonas Hoff Oftebro, Eili Harboe, Herman Bernhoft.

The Wave
Trama
Il geologo Kristian Eikjord sta per lasciare la piccola cittadina della Norvegia in cui vive, un fiordo dove lavora e dove ha messo su famiglia, quando viene allarmato dallo strano comportamento della montagna.
Gli eventi che si stanno per scatenare però, non potranno venir fermati da nessuno, così a Kristian non resterà altro che provare a salvare la sua famiglia dal gigantesco tsunami che presto si abbatterà sulla cittadina in cui vive.

Recensione
The Wave (Bølgen) è un interessante film norvegese del genere catastrofi naturali.
Tragicamente ispirato da altre tragedie simili successe altrove, questa pellicola è senza pregi e senza macchie.
Non è un film originale, dato che un genitore che cerca di salvare la sua famiglia è un tema stra usato al cinema, tuttavia è ben ambientato ed abbastanza scorrevole, nonostante non si esageri con gli effetti speciali.
Tutto sommato una buona visione.

Link alla scheda del film su wikipedia

Trasmettere un video da chrome alla tv con chromecast

Vuoi trasmettere un video da google chrome alla tv ma non sai come fare? Usa chromecast :)
Innanzitutto, se devi configurare chromecast leggi qui.

Dopo aver usato chromecast da cellulare alla tv, l'esigenza più comune è quella di trasmettere in streaming un filmato scaricato sul computer al proprio televisore.

Se è vero che grazie all'estensione google cast è facile trasmettere il contenuto di un video in streaming che sta girando su google chrome alla propria tv, è però anche vero che subito viene da chiedersi:
"Ma come si fa a vedere con chromecast un file video scaricato sul pc (avi, divx, mpeg, mkv, xvid, ac3, mp4, aac, ecc...) sulla tv?"

Infatti, se si prova ad aprire un filmato con google chrome, può capitare che questo non abbia l'audio, e quindi trasmettendolo in streaming con chromecast, il risultato è che sulla tv non si sente niente.
Come fare allora?
Semplice, installiamo l'estensione per chrome chiamata Videostream for Google Chromecast:
https://chrome.google.com/webstore/detail/videostream-for-google-ch/cnciopoikihiagdjbjpnocolokfelagl?hl=it&gl=IT

Se non sai come installare un componente aggiuntivo su chrome leggi qui.

Vediamo ora come usare Videostream for Google Chromecast.
Dopo aver installato l'estensione, lanciamo Videostream 4 chromecast (se vogliamo, per comodità, creiamo un collegamento sul desktop).
Nella schermata che si aprirà clicchiamo su Choose a video.

Trasmettere un video da chrome alla tv con chromecast

Selezioniamo il video che vogliamo riprodurre ed apriamolo.
Ora ci verrà chiesto di selezionare la sorgente chromecast (che dovevamo aver acceso prima di effetturare questa operazione :p).

seleziona il tuo dispositivo

Clicchiamo sul nome del nostro dispositivo chromecast per avviare il caricamento del video, al termine del quale inizierà la trasmissione in streaming del filmato dal pc alla televisione.

Come velocizzare i download con il cellulare

Hai un cellulare android di ultima generazione, uno a caso, il galaxy s6? :)
Benissimo, allora ora ti spiegherò come velocizzare i download con il cellulare.

Sto parlando ovviamente di download di file tramite telefonino, che siano video, film, mp3, o documenti vari non importa, con questa procedura sarà possibile scaricare da internet più velocemente qualsiasi file.

Per velocizzare il tuo smartphone, vai nelle Impostazioni, poi clicca su Altre impostazioni di connessione.

Come velocizzare i download con il cellulare

Nella schermata che si aprirà, clicca su Download booster ed abilitalo con l'apposito tasto.

download booster

Utilizzando questa modalità, praticamente si andrà ad utilizzare sia il wifi che la rete LTE, contemporaneamente.
Questo soprattutto nel caso si voglia effettuare il download di file grandi, in modo da velocizzare lo scaricamento.

Attenzione però, questa modalità (download booster per android) ovviamente ciuccia via traffico dati anche quando siete connessi in wifi, quindi non abusatene troppo, o potreste superare il limite dati utilizzabile con il vostro abbonamento.