domenica 19 giugno 2016

Come togliere la vibrazione nella modalità silenziosa

Se hai un telefonino con su Android e magari si tratta proprio di un Huawei come il mio, forse ti interesserà sapere come togliere la vibrazione nella modalità silenziosa.

Si perchè, non basta abbassare al minimo il volume del tuo cellulare per renderlo completamente muto, in quanto questo entrerà nella modalità silenziosa, che comprende anche la vibrazione.

Per disattivare la vibrazione nella modalità silenziosa di uno smartphone android Huawei e (forse) non.
Entrare nelle Impostazioni generali del telefono, poi sotto la sezione Dispositivo, cliccare su Audio.

Come togliere la vibrazione nella modalità silenziosa

Adesso, nella sezione Volume, disattiva "Vibra nella modalità silenziosa".

togliere vibra nella modalità silenziosa

Ecco fatto, byebye vibrazione.

Purtroppo però, se ti capiterà di alzare di nuovo il volume per poi riabbassarlo al minimo, dovrai ripetere questa procedura, perchè il tuo telefono android sarà entrato nuovamente nella modalità silenziosa e quindi di default sarà stata riattivata la vibrazione.
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Psicologia generale 2 (8/12): Concetti e categorizzazioni

Esistono 2 principali funzioni dei concetti, una è quella di favorire l'economia cognitiva (attraverso la codificazione dell'esperienza i concetti consentono di diminuire la quantità di informazione da ricordare), un'altra è quella di favorire le inferenze (categorizzando un pesce come tale, posso inferire molte altre sue proprietà, anche se non immediatamente percepibili).


La teoria classica


Secondo la teoria classica, un concetto è un insieme di proprietà singolarmente necessarie e globalmente sufficienti per l'appartenenza alla categoria (Bruner, Goodnow, Austin - 1956).
Ad esempio, per essere un padre occorre essere un maschio e ad avere almeno un figlio, quindi per essere un padre bisogna avere entrambe le caratteristiche (criterio di necessità), e d'altro canto, le 2 condizioni sono sufficienti per la classificazione (criterio di sufficienza).
La teoria classica fa anche distinzione tra intensione ed estensione di un concetto, dove l'estensione corrisponde all'insieme di esemplari che fan parte della categoria, mentre l'intensione corrisponde alla descrizione delle caratteristiche per poter appartenere alla categoria.
Inoltre, secondo questa teoria, il significato di un concetto può essere colto dall'elenco congiunto di attributi, dove l'appartenenza di un esemplare ad una categoria piuttosto che ad un'altra, è netta e precisa.
Già nel 1920 Hull aveva ipotizzato la teoria dell'elemento comune, secondo la quale vengono raggruppati in categorie gli esemplari che condividono un elemento comune, e successivamente nel 1956, Bruner fece l'esperimento delle carte con sopra i simboli geometrici, dove i soggetti dovevano individuare le varie categorie.
La teoria classica soddisfa il criterio di economicità, in quanto una singola rappresentazione è usata per un'intera categoria, anche se però essa, non dà ragione della naturalezza dei concetti, non essendoci nulla che tiene conto delle differenze tra concetti naturali e concetti arbitrari usati negli esperimenti psicologici.


Critiche alla teoria classica
Secondo Wittgenstein, i membri di una categoria possono essere correlati tra loro attraverso insiemi di fattori che si sovrappongono (somiglianza di famiglia), piuttosto che da insiemi di fattori in comune, e non sempre le categorie hanno confini rigidi e delimitati.
Sono stati rilevati alcuni problemi concettuali nella teoria classica:
  • C'è difficoltà ad identificare le proprietà che definiscono la maggior parte dei concetti naturali, e a dare un valore costitutivo ad alcune proprietà, ma non ad altre.
    Ad esempio si può categorizzare un animale per certe caratteristiche fisiche, ma se queste caratteristiche vengono rimosse chirurgicamente, l'animale rimane lo stesso della stessa categoria.
  • Non c'è sempre un accordo sulla categorizzazione, ed esistono molti esemplari non chiari, ambigui, come ad esempio il canotto, che può essere considerato un oggetto di mare o un oggetto di plastica.
  • Un concetto (es. pesce) dovrebbe possedere tutte le proprietà definenti del concetto sovraordinato (es animale), più alcune proprietà specifiche (quelle proprie dei pesci) che consentono di distinguerlo da altri concetti coordinanti (es. serpente, topo).
    Quindi secondo la teoria classica, un concetto specifico (es. squalo) deve avere più proprietà comuni e minor proprietà distintive relativamente al concetto superiore (pesce), rispetto a concetti più lontani (animale) e quindi dovrebbe risultare più simile al concetto immediatamente sovraordinario, ma spesso non è così.
  • Un'altra critica sta nel fatto che ci sono casi in cui ci sono grosse diversità tra i membri di una stessa categoria, inoltre è stato dimostrato che alcuni esemplari con caratteristiche più tipiche per la propria categoria (es. pettirosso per categoria uccelli) vengono classificati più velocemente rispetto ad altri con caratteristiche meno tipiche (es. struzzo), e questo fenomeno non è spiegato dalla teoria classica.

La teoria del prototipo


Secondo questa teoria, le categorie non sono entità logiche definite da un insieme di condizioni necessarie e sufficienti, ma sono strutturate attorno all'esemplare migliore della categoria, il membro medio della categoria, il prototipo.
Per Rosch il prototipo è l'esemplare reale che ha il valore medio delle caratteristiche condivise dai membri della categoria, mentre per Smith, Shoben e Rips, è un'astrazione, ovvero la collezione di caratteristiche più frequenti nella categoria.
Le caratteristiche che costituiscono il prototipo sono percettive salienti e, l'appartenenza categoriale di un esemplare, viene decisa in base al grado di similarità con il prototipo.
E' stato dimostrato che in compiti di categorizzazione, la velocità nel decidere se un oggetto fa parte di una categoria è proporzionale al grado di tipicità dell'oggetto, inoltre, uno studio di Rosch sulla rievocazione mnemonica ha dimostrato che gli esemplari tipici vengono ricordati e menzionati prima di quelli atipici.
Secondo la teoria del prototipo, le categorie sono organizzate gerarchicamente in una tassonomia, dove c'è il livello sovraordinario con le categorie generali (es. mobili), i cui membri condividono un piccolo numero di caratteristiche e quindi c'è sia una grossa variabilità intracategoriale (es. tavolo vs sedia) sia una grossa variabilità intercategoriale (es. animali vs mobili).
C'è poi il livello base (es. sedia), dove è massima la differenza intercategoriale all'interno di ciascuna categoria generale, e quindi i membri di una stessa categoria di base (es. sedia) hanno molti attributi in comune tra di loro e pochi in comune con quelli delle altre categorie di base (es. tavolo) appartenenti alla stessa categoria sovraordinata.
I concetti base vengono appresi per primi ed elaborati più velocemente ed accuratamente, sono linguisticamente fondamentali, ed è possibile rappresentarsi un prototipo di loro.
Infine c'è il livello subordinato (es. sedia da giardino), dove c'è minore variabilità tra categorie allo stesso livello (es. sedia da giardino vs sedia da ufficio), e quindi i membri di queste categorie condividono molti attributi con quelli di altre categorie subordinate nella stessa categoria di base.
I livelli tassonomici si differenziano anche per il grado di correlazione di attributi (cue validity), infatti gli attributi del mondo reale non sono indipendenti gli uni dagli altri, e la presenza di una proprietà è spesso correlata con la presenza di altre, e quindi certi indizi possono essere predittivi per una certa categoria.
Nelle categorie sovraordinarie però c'è qualche dubbio di validità della teoria del prototipo, infatti, se per miglior esemplare si intende quello che possiede più attributi funzionali (es. nel vestiario, che si indossa e tiene caldo), la somiglianza in queste categorie potrebbe risultare del tutto marginale, infatti per queste categorie non sempre  la funzione risulta percettivamente saliente, ma si dovrebbe parlare di pura somiglianza funzionale, anche se questa somiglianza non è menzionata nella teoria.
Se invece il prototipo è l'esemplare medio (quello con la media più alta di attributi salienti), allora risulta difficile e quasi impossibile trovare prototipi nelle categorie sovraordinarie.


Critiche alla teoria del prototipo
Anche la teoria del prototipo ha subito diverse critiche:
  • Il problema della similarità: la similarità non sembra essere una spiegazione sufficiente ed unitaria della categorizzazione, infatti non si può parlare di similarità se non si specifica a quale aspetto ci si sta riferendo, dato che sono infiniti i modi in cui gli oggetti possono somigliarsi.
    Inoltre, i giudizi di somiglianza e di appartenenza categoriale possono divergere, quindi le teorie della categorizzazione non possono basarsi solo sulla somiglianza.
  • Critica alla capacità esplicativa: esiste una distinzione fondamentale tra appartenenza ad una categoria e tipicità, infatti gli esperimenti di Rosch hanno dimostrato che i soggetti danno giudizi relativi ai gradi di tipicità e non ai gradi di appartenenza.
    Inoltre, alcune categorie che sembrano cruciali per valutare la tipicità, sono marginali per la definizione e la comprensione del concetto stesso.
  • Core e prototipo: è stata fatta una distinzione tra prototipo e core (o cuore concettuale), il prototipo contiene proprietà percettivamente salienti e facili da valutare, che sono utili per la categorizzazione immediata, mentre le proprietà del core sono più diagnostiche dell'appartenenza, ma tendono ad essere nascoste.
    Il core è stato anche paragonato al codice genetico, e la sua funzione è quella di rendere stabile un concetto, molto più di quello che riescono a fare gli attributi percepibili (ad esempio, il delfino nella teoria del prototipo andrebbe catalogato come un pesce, mentre usando il core andrebbe catalogato come un mammifero).
    E' stato fatto un esperimento da Landau per verificare questa teoria, dove venivano mostrate delle immagini di una nonna in cui variava l'età (caratteristica prototipica) e la presenza o meno di bambini (core).
    I risultati dimostrano che i soggetti fondano il giudizio di appartenenza più sulla caratteristica prototipica (l'età), e che poi giustificano i risultati della categorizzazione parlando delle caratteristiche core (i bambini).

Le teorie ingenue


Murphy e Medin hanno proposto le teorie ingenue che sono le teorie che le persone si costruiscono sul mondo per tentare di spiegare il modo in cui certi attributi sono raggruppati in esemplari di una categoria.
In questa visione, il concetto non è un semplice aggregato di attributi, ma un insieme di relazioni tra attributi che rendono coerente la categoria.
Le persone usano le parole per riferirsi a categorie, senza necessariamente conoscere il significato delle prime e l'aspetto delle seconde (uso referenziale), e quindi ad esempio potremmo sentire per la prima volta un oggetto esser chiamato lanciarazzi e chiamarlo così anche le volte successive.
Vari esemplari di una categoria rappresentano un insieme coerente dato che condividono una spiegazione che li tiene insieme, e per coerenza concettuale si intende il modo in cui i concetti rappresentano un insieme di elementi che risulta ragionevole per chi lo concepisce.
E' stato dimostrato che le categorie sono apprese più facilmente se sono rese coerenti da una teoria, e il grado di conoscenza di un certo dominio condiziona la formazione dei concetti (ad esempio, gli esperti di un certo settore possono rilevare più connessioni tra gli oggetti rispetto ai non esperti).
Nakamura ha rilevato che le persone apprendono facilmente le diverse categorie se vengono attivate teorie che possono spiegare le relazioni tra gli attributi, piuttosto che definizioni che separano in modo netto le categorie identificando un semplice elenco di attributi.
Ci sono molte cose che potrebbero apparire simili in quanto appartenenti ad una stessa categoria, quindi la similarità è una conseguenza e non la base della categorizzazione e della coerenza della categoria.
Alcuni studi hanno mostrato la presenza della struttura prototipica anche nei bambini di pochi mesi (10).
In generale, nelle situazioni in cui classificare è importante, i non esperti si rifanno alle classificazioni degli scienziati, e nei concetti complessi, il significato di concetto composto sarebbe dato dalla relazione di mediazione tra i termini.
In questa teoria esiste anche il concetto di attributo rilevante legato al contesto, dove ad esempio un assegno preso in un contesto normale ha come attributo principale il valore, mentre durante un incendio, il suo attributo principale diventa l'infiammabilità.



Il modello funzionalista di Barsalou


Secondo questo modello i concetti non sono delle rappresentazioni stabili, e la loro instabilità è dovuta al fatto che persone diverse (ma anche la stessa persona), possono avere concetti diversi della stessa categoria in contesti e momenti diversi.
In contesti diversi, fattori diversi determinano strutture diverse nella stessa categoria, e la struttura con gradazioni può mutare anche in relazione al punto di vista dal quale la categoria viene percepita, quindi le strutture con gradazioni non riflettono proprietà invarianti delle categorie.
Il modello di questa teoria sostiene che la memoria a lungo termine (MLT) contiene una gran quantità di conoscenza grandemente irrelata e continua che viene usata per costruire i concetti nella memoria operativa, e sulla base delle informazioni nella MLT, la ML (memoria di lavoro) costruisce i concetti in relazione ai contesti e alle situazioni.
Quindi i concetti sono costrutti temporanei che dipendono dai contesti, e questi concetti prodotti vengono a loro volta immagazzinati nella MLT, ma non sono delle rappresentazioni invarianti.
Infine l'informazione che dipende dal contesto viene richiamata in presenza di contesti pertinenti e ciò determina l'instabilità del concetto.
Quindi i concetti formulati dai teorici non possono mai essere identici ai concetti reali degli individui, e Barsalou sostiene che un concetto non rappresenta una data categoria in ogni occasione.
Secondo Barsalou e Bower, una proprietà diventa indipendente dopo che è stata associata più volte ad una categoria.
Il grado di accordo relativo alla categorizzazione sembra basarsi sull'informazione indipendente dal contesto, mentre le variazioni sono attribuite alle informazioni dipendenti dal contesto.
Il processo di concettualizzazione inoltre, incorpora l'informazione che è orientata ad uno scopo, e quella pertinente agli esemplari presenti e ad altri aspetti del contesto.
Ricapitolando, i concetti risultano stabili: per l'uso di informazioni indipendenti dal contesto, quando gli obiettivi da raggiungere sono gli stessi possono servire da richiamo per informazioni analoghe nella memoria, quando gli esemplari ed il contesto sono gli stessi.
I concetti risultano instabili: perchè l'esperienza diversa determina un grado diverso di conoscenza, le correlazioni tra proprietà possono variare, al cambiare degli scopi cambiano anche i concetti che le persone si creano di una categoria, variando gli esemplari e il contesto si modificano anche i concetti di una stessa categoria.


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sabato 18 giugno 2016

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Psicologia generale 2 (7/12): La decisione

Prendere una decisione è un po' come risolvere un problema, il decisore deve selezionare tra le possibili azioni, quella che preferisce.
Le decisioni vengono studiate in 2 modi diversi: l'approccio normativo ha lo scopo di descrivere come una persona dovrebbe prendere le decisioni se si comportasse razionalmente, l'approccio descrittivo mira a costruire modelli in grado di descrivere e prevedere il processo decisionale sotteso alle scelte prodotte dagli individui, e ad individuare i fattori che lo condizionano.
Le decisioni possono essere rischiose, e non rischiose, queste ultime però possono cmq diventare rischiose se associate a stati d'incertezza.
Le decisioni possono essere ad un solo attributo o a più attributi, ed in questo caso la scelta diventa più complessa perchè il decisore deve pesare i vari attributi e poi integrare le informazioni derivanti dall'operazione di ponderazione degli attributi per produrre una decisione.
Le decisioni possono anche variare di grado di complessità, si possono avere infatti decisioni a stadi multipli, dove una decisione si sviluppa con una sequenza di scelte, ognuna delle quali costituisce un'espressione di preferenza tra 2 o più alternative.
Esistono anche decisioni a stadio singolo, che sono però più rare e di solito ricavate in laboratorio sotto forma di scommessa.


Approccio nominativo, approccio descrittivo e decisioni rischiose


L'approccio nominativo si basa sul presupposto che gli individui, quando scelgono, massimizzano il risultato atteso.
Il valore atteso si riferisce al valore obiettivo monetario, mentre l'utilità attesa si riferisce all'interesse o al valore soggettivo atteso di un qualsiasi esito.
Neumann e Morgenstern hanno dimostrato che se le preferenze di una persona soddisfano certi assiomi alla base del comportamento razionale, allora le scelte di quella persona possono essere descritte come equivalenti alla massimizzazione dell'unità attesa.
La teoria dell'utilità ha diversi assiomi, il primo assioma è il principio della transitività delle preferenze, dove se un individuo preferisce A a B e B a C, per essere un decisore razionale deve necessariamente preferire A a C.
Il secondo assioma è il principio di indipendenza, dove se esiste un qualche stato del mondo che conduce allo stesso esito indipendentemente dalla scelta effettuata, allora la scelta dovrebbe essere del tutto indipendente dall'esito.
Diversi studi hanno dimostrato che nella realtà, il principio della transitività viene seguito poche volte.
Tversky, Sattah e Slovic hanno proposto l'ipotesi della ponderazione contingente che afferma che i soggetti considerano la probabilità e l'entità di denaro come i 2 attributi in base ai quali è descritta ogni scommessa, e li ponderano in maniera differenziata a seconda del modo in cui le preferenze vengono richieste dal compito.
Anche l'assioma dell'indipendenza viene violato dalla gente nelle situazioni reali, come anche il principio della cosa sicura.
Tversky e Shafir hanno ipotizzato che la mente umana sia incapace di pensare in modo consequenziale in condizioni di incertezza, ovvero a valutare le conseguenze delle opzioni.



La teoria del prospetto


E' una teoria descrittiva sviluppata nel 1979 da Kahneman e Tversky che rende conto del perchè gli individui scelgono in maniera diversa dal modello della teoria dell'utilità, e differisce da essa per almeno 3 punti.
Il primo punto sta nel fatto che il concetto di valore sostituisce quello di utilità, il valore è infatti definito in termini di guadagni o di perdite (con segno positivo o negativo), inoltre la funzione di valore riferita alla perdita è diversa da quella del guadagno, la prima descrive una forma convessa e ripida, la seconda una curva concava che cresce meno velocemente di quanto diminuisca la prima.
L'effetto di una variazione marginale in questo modello, diminuisce a mano a mano che aumenta la distanza dal punto di riferimento.
La seconda differenza è che questa teoria considera le preferenze come una funzione di pesi decisionali che non corrispondono sempre ad effettive probabilità, anzi, la loro espressione tenderebbe a sovrastimare le piccole probabilità e a sottostimare le medie-alte.
La tendenza sistematica a sovrastimare le probabilità molto basse di vittoria giustificherebbe il perchè del successo delle lotterie, mentre la tendenza a sovrastimare la probabilità di subire una grossa perdita giustificherebbe il perchè molti paghino prezzi alti per assicurazioni su incidenti improbabili.
Un'ulteriore differenza con la teoria dell'utilità sta nel fatto che le preferenze delle persone dipendono dal tipo di rappresentazione mentale del problema decisionale, se ad esempio un certo esito viene considerato come un guadagno, allora la risultante del valore sarà concava e il decisore tenderà a prendere decisioni non rischiose, viceversa sarà convessa e prenderà decisioni rischiose.
Quindi, le persone sono in generale avverse al rischio quando hanno a che fare con opzioni che implicano guadagni, mentre sono più propense al rischio quando le opzioni implicano perdite.
Il fenomeno dei costi affondanti (costi già sostenuti e non più recuperabili) consiste nel subire il condizionamento di scelte fatte in precedenza, quando si deve decidere, anche se se queste scelte precedenti non hanno prodotto l'esito sperato.



L'effetto di incrociamento


L'atteggiamento nei confronti del rischio dipende molto da come sono descritti i problemi decisionali.
Il frame di decisione è la concezione che il decisore ha degli altri, degli esiti e delle contingenze associate ad una particolare scelta.
In uno studio, sono state mostrate a dei soggetti 2 possibili scelte da prendere su quante persone salvare da una malattia asiatica.
Secondo TverskyKahneman, i soggetti costruiscono i problemi, ovvero elaborano i frames, in modo diverso, dividendoli in frame di guadagno (vite salvate) e frame di perdite, e decidendo di conseguenza, un fenomeno che condiziona le scelte anche di persone esperte e colte.



Strategie decisionali


Secondo la teoria dell'utilità multi-attributiva si dovrebbe: identificare le dimensioni o gli attributi rilevanti, prendere una decisione su come assegnare i pesi agli attributi, ottenere un'unità globale per ogni opzione sommando i valori, scegliere l'azione con valore di utilità globale ricavato più alto.
Nella realtà però, applicare questo procedimento può essere troppo dispendioso in termini di memoria di lavoro (se il numero di attributi è molto elevato), ed inoltre il decisore non è sempre consapevole di quali siano gli attributi rilevanti.
Per risolvere questi problemi, il decisore usa procedure di semplificazione che consentono di ottenere un risultato soddisfacente, e piuttosto che spendere tempo e fatica per massimizzare l'utilità, il decisore si accontenta di raggiungere un livello minimo accettabile di soddisfazione.
Le strategie compensatorie vengono applicate quando il decisore applica la rinuncia ad una cosa per una sua alternativa, mentre le strategie non compensatorie vengono applicate quando la commensurabilità non è possibile e quindi non si può effettuare nessuna compensazione di attributi.
La strategia di compensazione ha come figlia la strategia additiva (o modello lineare), dove il decisore pondera ogni attributo in funzione della sua importanza e poi somma tutti i valori ponderati in modo da ottenere un valore globale per ogni alternativa, e alla fine viene scelta l'alternativa con valore maggiore.
La strategia non compensatoria comprende invece l'euristica lessicografica e le strategie di eliminazione degli aspetti, dove nella prima il decisore determina l'attributo più importante ed esamina poi i valori di tutte le alternative su quell'attributo, scegliendo l'alternativa con valore più elevato, nella seconda, il decisore determina l'attributo più importante ed il valore minimo di accettabilità, eliminando tutte le opzioni che presentano valori su quell'attributo inferiori all'accettabile, fino a che rimane una sola alternativa.
In generale, il decisore trova più agevole adottare una strategia compensatoria che gli consente di evitare il conflitto decisionale e un minor investimento cognitivo.
Tanto più è elevato il numero delle alternative e tanto più gli individui tendono alla semplificazione del compito tramite strategie non compensatorie, se invece il problema ha solo 2 alternative, il decisore userà facilmente la strategia compensatoria.
Inoltre, tanto più sono simili le alternative, e tanto più verranno usate strategie compensatorie e sarà più facile la compensazione, però quanto più grande è la similarità tra le opzioni, e tanto maggiore è la quantità di informazione richiesta per poter decidere.



Effetti della rappresentazione del compito


Un altro effetto individuato è l'effetto della contabilità psicologica.
Ad esempio se si perdono dei soldi e poi si chiede se si vuole comprare lo stesso un biglietto che costa quanto i soldi persi, la gente di norma risponde si, mentre se si perde il biglietto, anche se i soldi persi sono gli stessi, la gente è meno propensa a ricomprare il biglietto.
Questo fenomeno sembra derivare dal fatto che la diversa rappresentazione del compito possa far percepire, nel primo caso, la perdita dei soldi e l'acquisto del biglietto, come un conto separato.


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venerdì 17 giugno 2016

Non è un paese per vecchi

Non è un paese per vecchi è un film thriller/drammatico del 2007 diretto da Joel ed Ethan Coen, con Tommy Lee Jones, Javier Bardem, Josh Brolin, Woody Harrelson, Kelly Macdonald, Garret Dillahunt, Tess Harper, Barry Corbin, Rodger Boyce.

Non è un paese per vecchi
Trama
Al confine con il Messico ed il Texas, un saldatore texano di nome Llewelyn Moss trova per caso una borsa piena di soldi, un bottino di proprietà del cartello della droga.
Deciso a scappare con i soldi, Llewelyn farà di tutto per far perdere le proprie tracce, ma alle sue calcagne verrà messo un pericoloso killer psicopatico di nome Anton Chigurh.

Recensione
Non è un paese per vecchi è un ottimo film, a metà tra il thriller ed il drammatico.
Pur avendo diverse scene d'inseguimento e sparatorie, non si può certo dire che questo sia un film d'azione, dato che ha un ritmo stranamente lento, che però non risulta mai noioso.
I dialoghi surreali dello sceriffo fanno da contorno a questo film, dove ad un carismatico protagonista in fuga, tutt'altro che un eroe, si contrappone un killer psicopatico fuori di testa, una sorta di terminator... una macchina dal carattere calmo e disinvolto che gli consente di uccidere gente come se niente fosse.

ps provate ad indovinare dalla foto chi è il killer, chi lo sceriffo e chi il ladro in fuga :p

Link alla scheda del film su wikipedia

Pasta con la nutella

Questa sera avevo voglia di qualcosa di nuovo ed indovinate un po' cosa ho cucinato... la pasta con la nutella!

So che sembra assurdo ma la pasta alla nutella è un piatto che esiste d'avvero, anche se non si può proprio dire che sia una classica ricetta italiana :p

Ma vediamo subito come preparare la pasta con la nutella.

Pasta con la nutella

Ingredienti

  • 80/90 grammi di pasta a persona (quella che preferite, se volete poteve anche farvi gli spaghetti con la nutella)
  • 2 cucchiaini di sale
  • Nutella (quantità a discrezione del goloso)

Preparazione


Per preparare la pasta alla nutella basta mettere dell'acqua a bollire in una pentola e condire con due cucchiaini di sale proprio come quando si cucina una pasta normale.
Nel frattempo, riscaldare la nutella in un pentolino o nel forno microonde, tenendola il tempo necessario per renderla un po' più fluida.

scaldare la nutella in un pentolino

Una volta cotta la pasta, mettere in un piatto la nutella e la pasta, e mescolare bene in modo che il condimento a base di nutella si distribuisca adeguatamente per tutta la pasta.

Infine mangiate a sazietà :)

buon appetito

La regina dei dannati

La regina dei dannati è un film fantastico, orrore del 2002 diretto da Michael Rymer, con Stuart Townsend, Marguerite Moreau, Aaliyah, Vincent Perez, Lena Olin, Paul McGann, Claudia Black, Christian Manon, Bruce Spence.

La regina dei dannati
Trama
Il redivivo vampiro Lestat si risveglia con l'intenzione di mostrarsi al mondo.
A dare la caccia a Lestat ci saranno però i suoi simili, decisi a non farlo parlare, oltre che all'ordine del Talamasca, un'organizzazione segreta che studia i fenomeni paranormali.
Quando poi si risveglierà anche la regina Akasha, la madre egiziana di tutti i vampiri, le cose si complicheranno ulteriormente.

Recensione
La regina dei dannati è il discutibile seguito di Intervista col vampiro.
So che questa serie è tratta da dei romanzi, quindi forse questo film era d'obbligo, ma purtroppo ci troviamo davanti ad un fiasco totale.
Quasi tutti conoscono infatti Intervista col vampiro, mentre in ben pochi conoscono La regina dei dannati.
L'insuccesso è meritato tutto tra l'altro ;)
Questo è un film che rasenta il trash, che nulla ha che spartire con il primo film della serie, tantè che mancano tutti i suoi protagonisti, sostituiti con un cast davvero di poco conto.
Peccato, altro film cult con il nome rovinato... o anche no a sto giro, dato che per fortuna la regina dei dannati in pochi l'associano ad intervista col vampiro :)

Link alla scheda del film su wikipedia

giovedì 16 giugno 2016

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Come dichiarare la lingua di un sito

Come sicuramente saprete, ogni sito web che si rispetti ha al suo intero del testo (ma va?).
Bene, chiarito questo concetto base (:p), va anche detto che, affinchè un sito venga indicizzato in maniera più completa da google e dai vari motori di ricerca, o anche solo che venga gestito meglio dai vari browser, è bene dichiarare la lingua usata nel sito internet.

Sapere quindi come dichiarare la lingua di un sito è importante per fare in modo che i vari dispositivi che lo navigano sappiano subito in che lingua il sito è stato scritto.

Ovviamente stiamo parlando di andare a modificare il codice html del vostro sito web.

Per dichiarare la lingua usata da un sito internet quindi, basta sostituire questo codice html al posto del tag <html>:

<html lang="it-IT">

Ovvero abbiamo aggiunto al tag <html> l'attributo lang="it-IT".
Avremo così detto ai vari browser che il nostro sito è scritto in italiano.

Ovviamente possiamo definire anche un'altra lingua sito, ad esempio l'inglese in xhtml si dichiara così:
<html xmlns="http://www.w3.org/1999/xhtml" lang="en" xml:lang="en">

Come aggiustare l'ora del pc di windows 10

Può capitare, che se lasciate spento il pc per tanto tempo, questi alla riaccensione vi riporti l'orario sbagliato, se non addirittura la data sbagliata.

Questa ora sbagliata potrebbe essere causata dalla batteria a tampone, che rimasta senza alimentazione per troppo tempo ha perso la carica.
Nessun problema però, vediamo come sistemare l'orario del computer con su windows 10 (e non).

Per aggiustare l'ora del pc di windows 10 basta cliccare con il tasto sinistro del mouse sull'orario presente nella barra di avvio di windows in basso a destra dello schermo.

Si aprirà una finestra con su scritto il calendario, clicchiamo su Impostazioni di data e ora.

Come aggiustare l'ora del pc di windows 10

Ora si aprirà una nuova finestra, dove nella tab Data e ora, alla voce Modifica data e ora, basterà cliccare sul tasto Modifica per poter entrare nella finestra dove sarà possibile cambiare l'orario e la data del proprio pc.

modifica data e ora

Nel mio caso il tasto Modifica è disabilitato perchè sono impostazioni gestite più ad alto livello (diciamo così :p), ma sul vostro pc personale il tasto sarà perfettamente funzionante.
Cambiate l'orario ed applicate le modifiche per sistemare l'orario del vostro pc.

Se però notate che l'orario del vostro pc continua a sballarsi periodicamente, anche nei casi in cui non state via mesi lasciando il computer spento per tanto tempo, allora vuol dire che la batteria a tampone del vostro pc sta tirando le cuoia.
Sembra infatti che la durata media di questa batteria interna sia di 4 o 5 anni, quindi se è arrivata la sua ora, temo proprio che per risolvere definitivamente il problema dell'orario sbagliato del computer, dobbiate per forza cambiare la batteria a tampone.

Fight Club

Fight Club è un film drammatico del 1999 diretto da David Fincher, con Edward Norton, Brad Pitt, Helena Bonham Carter, Jared Leto, Meat Loaf, Zach Grenier, David Andrews, Rachel Singer, Tim De Zarn.
Fight Club
Trama
Un uomo che lavora come consulente nel ramo assicurativo incontra un giorno durante un viaggio aereo il giovane Tyler.
Questo incontro cambierà per sempre la vita del giovane assicuratore, il quale inizierà a crearsi una sorta di doppia vita, iniziando anche a fare a botte per divertimento.
Questa sorta di club per giovani lottatori evolverà poi in maniera inaspettata.

Recensione
Mi rendo conto di non aver scritto la trama in maniera molto comprensibile, ma è un po' difficile parlare di un protagonista di cui non si conosce neanche il nome :)
Come è difficile parlare di questo film senza spoilerare troppo e rovinarvi la sorpresa.
Quindi non ne parlerà affatto :p
Se non avete mai visto Fight Club, guardatelo, perchè ne vale sicuramente la pena.
Posso solo dirvi che questo è un film assolutamente originale ;)
E comunque... la prima regola del fight club è quella di non parlare mai del fight club (cit.).

Link alla scheda del film su wikipedia

mercoledì 15 giugno 2016

Sapere il numero di occorrenze di una parola in un file word

Se usi microsoft word e hai scritto una parola molte volte all'interno di un documento, ma non sai esattamente quante volte, c'è un modo per sapere il numero di occorrenze di una parola in un file word.

In realtà non c'è un metodo ufficiale (che io sappia) per contare l'occorrenza di una parola in un documento word, tuttavia c'è un accrocchio facile facile che consente di farlo.

Apri il tuo documento word e seleziona la parola di cui vuoi contare l'occorrenza, poi su Home, clicca su Trova e sostituisci (o direttamente su Sostituisci).
Ora clicca su Sostituisci e poi espandi le opzioni cliccando su Altro e flegga la voce Solo parole intere.
Adesso clicca su Sostituisci tutto.

Sapere il numero di ricorrenze di una parola in un file word

Se ti verrà chiesto di cercare la parola anche all'inizio del documento dai l'ok ed alla fine ti verrà scritto a video quante parole sono state sostituite.
Il numero di parole sostituite equivale al numero di volte che la parola era presente nel documento word.

parole trovate

Ho scritto era presente?
A già, abbiamo appena fatto sparire la parola chiave che abbiamo contato, ed ora?
I casi sono due, o chiudiamo il documento word senza salvarlo, oppure clicchiamo semplicemente sul tasto Annulla, che in questo caso mostrerà la dicitura Annulla Sostituisci tutto (ctrl+z).

annulla

Tutto qui, scoprire il numero di ricorrenze di una parola in un documento word è una cosa semplice... se sai come fare :)