lunedì 13 giugno 2016

Io sono mia

Io sono mia è un film drammatico/erotico del 1978 diretto da Sofia Scandurra, con Stefania Sandrelli, Michele Placido, Maria Schneider, Francisco Rabal, Anton Driffing, Massimo Milazzo, Walter Ricciardi, Anna Henkel-Grönemeyer.

Io sono mia
Trama
Durante una vacanza al mare, in un'isoletta del meridione, nella giovane coppia formata da Vannina e Giacinto, qualcosa cambia.
Vannina, conoscendo delle amiche un po' più emancipate, inizia a maturare la convinzione di non voler più essere la donna servizievole e remissiva che è sempre stata.
La giovane, stanca del suo modo di vivere, cercherà di ribellarsi alla sua condizione di donna oggetto, facendo nuove esperienze e tirando fuori un coraggio che neanche lei sapeva di avere.

Recensione
Visto qualche sera fa in televisione.
Ehm, bè, che dire di questo Io sono mia... film femminista leggermente di parte, girato da sole donne, che mette la figura del maschio sotto una luce a dir poco grottesca, quasi da uomo delle caverne.
Non dico che alcuni uomini non siano così, soprattutto anche pensando ai luoghi e agli anni in cui è stato girato, tuttavia questo film è quasi una caricatura del genere maschile, incapace di provare una qualsiasi empatia verso la propria compagna.
Nel complesso un film guardabile, anche se un po' troppo pessimista... non credo che comunque comprerei mai il dvd :p

Link alla scheda del film su wikipedia

La bolla dei tulipani

La bolla dei tulipani o tulipomania è stato un evento avvenuto nel mondo della finanza intorno al 1600.

La bolla dei tulipani è stata una bolla speculativa sui prezzi dei bulbi dei tulipani olandesi.
Da un giorno all'altro infatti, il prezzo dei bulbi dei tulipani salì alle stelle, soprattutto per via del fatto che erano un prodotto nuovo che molti non avevano mai visto.

Introdotto nella metà del XVI secolo dalla Turchia, il tulipano ebbe un incredibile successo nei Paesi Bassi, scatenando una vera e propria gara tra i ceti medi per il possesso dei tulipani più rari.
Questa corsa al fiore causò un'impennata del prezzo dei tulipani, che in brevissimo tempo arrivarono a dei prezzi esorbitanti.

Si calcola che nel 1623 un singolo bulbo di tulipano potesse costare anche un migliaio di fiorini olandesi, una cifra esorbitante per i tempi, considerando che il reddito medio annuo era di circa 150 fiorini.

Ma il prezzo record di un singolo bulbo si ebbe intorno al 1635 con la vendita del rarissimo bulbo Semper Augustus, alla modica cifra di 6000 fiorini.

All'apice della bolla dei tulipani sembra che addirittura ci fosse chi vendesse i bulbi che ancora non aveva piantato, insomma c'era gente che vendeva l'intenzione di piantare bulli di tulipani, in un'assurda pratica chiamata poi commercio del vento.

Nel 1937 però, questa bolla speculativa scoppiò, ed i prezzi calarono a picco, facendo perdere una fortuna a moltissime persone.
Pensando che la domanda non potesse più rimanere su quei livelli, la gente iniziò a vendere. Ci fu un rapido passa parola ed il prezzo crollò in brevissimo tempo.

La bolla dei tulipani

No comment... io sto ancora aspettando la bolla dell'oro e dei gioielli, per me inutili e sopravvalutati, soprattutto dalle donne :p

Ma come ho scoperto dell'esistenza della bolla dei tulipani?
Come al solito, ho scoperto dell'esistenza di questo fatto storico grazie ad un film... Wall Street - Il denaro non dorme mai, dove il protagonista Gordon Gekko si vanta di possedere un rarissimo tulipano dei tempi della bolla :)

domenica 12 giugno 2016

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Psicologia generale 2 (6/12): La deduzione

Il modus ponens si ha quando ci sono 2 premesse di forma: se P, allora Q - P->Q.
Secondo la teoria dei modelli mentali, le persone comuni traggono inferenze valide non sulla base dell'applicazione di uno schema inferenziale, ma sulla base della costruzione e manipolazione di rappresentazioni mentali del contenuto delle premesse.


Inferenze valide e non valide


Nella logica formale viene definita valida, una conclusione che viene ricavata da un argomento valido, ovvero da un argomento in cui, se le premesse sono vere, la conclusione è necessariamente vera.
In un argomento di forma modus ponens con premesse false, si ricaveranno conclusioni sempre valide ma non necessariamente vere.
Il modus tollens si ha quando ci sono 2 premesse di forma: se P, allora Q - non-Q->non-P, dove però se non-P non si può concludere non-Q, in tal caso si commetterebbe una fallacia della negazione dell'antecedente, e se Q non si può concludere P, perchè si commetterebbe una fallacia dell'affermazione della conseguente.
Uno dei metodi usato dai logici per stabilire quali sono gli argomenti validi è quello delle tavole di verità:

P Q P->Q
vero vero vero
vero falso falso
falso vero vero
falso falso vero


La logica mentale


Le inferenze delle persone cambiano molto in funzione del contenuto delle premesse e del contesto in cui sono presentate, anche se la forma logica delle premesse rimane invariata.
In contesti di comunicazione reale, una frase condizionale può portare a ricavare inferenze logicamente scorrette ma pragmaticamente adeguate.
Esistono 2 tipi di fenomeni che la teoria della logica mentale non riesce a spiegare: il fatto che le persone non sempre traggono le inferenze valide che dovrebbero trarre, e il fatto che i processi deduttivi comuni sembrano fortemente influenzati dal contenuto delle premesse e dal grado di credibilità delle conclusioni.



La teoria dei modelli mentali


Secondo questa teoria il ragionamento è un processo semantico che dipende dal modo in cui vengono costruite e manipolate le rappresentazioni mentali del contenuto delle premesse.
Le persone tenderebbero a costruirsi rappresentazioni economiche del contenuto delle premesse, limitando le rappresentazioni ai modelli delle contingenze vere, trascurando quelli delle contingenze false.
Le inferenze erronee vengono ridotte nei casi in cui le persone si costruiscono una rappresentazione più completa delle premesse, ovvero quando si rappresentano anche le contingenze false.
La maggior o minor correttezza di una conclusione dipende dal maggior o minor grado di complessità della rappresentazione necessaria per poterla ricavare, infatti, quanti più modelli bisogna esplicare per arrivare a trarre una conclusione valida, tanto più difficile risulterà il processo inferenziale.
Gli enunciati controfattuali sono quegli enunciati che esprimono possibilità che avrebbero potuto verificarsi in un modo alternativo a quello reale, ma che in realtà non si sono verificate.
Le persone, dopo aver letto un enunciato confrofattuale, commettono errori di riconoscimento, riconoscendo come già lette frasi che in realtà sono nuove.
La difficoltà a trarre una conclusione valida da un problema modus tollens può essere dovuta alla mancata rappresentazione delle contingenze false, e dato che la rappresentazione iniziale di un enunciato controfattuale contiene queste contingenze, si può ipotizzare che un problema modus tollens è più facile quando la premessa condizionale è un controfattuale.
Le persone ricavano inferenze diverse da una premessa condizionale in funzione del grado di associazione causale tra P e Q, dove se l'associazione è forte, non vengono costruiti modelli alternativi in cui la causa P è assente, e quindi dato l'effetto Q verrà inferita erroneamente P, mentre se l'associazione è debole vengono costruiti modelli in cui la causa P è assente e l'effetto Q è presente, e quindi dato l'effetto Q non verrà inferita la causa P.



Confronto tra logica mentale e teoria dei modelli mentali


Sulla base del principio di economia della rappresentazione mentale, è possibile spiegare perchè le persone traggono inferenze illusorie, senza postulare l'esistenza di regole di inferenza non valide.
I problemi che portano alle illusioni inferenziali, oltre a richiedere la rappresentazione di contingenze false, implicano un ragionamento su 2 modelli disgiuntivi (il modello del primo condizionale contro quello del secondo).
In casi in cui si deve valutare 2 alternative possibili, ovvero in condizioni di incertezza, le persone operano scelte non-consequenziali, non considerando che le 2 alternative portano alle stesse conseguenze, e si può quindi supporre che effetti analoghi alle scelte non-consequenziali in condizioni di incertezza si manifestino anche nei problemi che determinano le inferenze illusorie.
L'esistenza di fenomeni di non-consequenzialismo anche nella deduzione avvalora quindi le predizioni della teoria dei modelli mentali, secondo cui la necessità di valutare modelli disgiuntivi delle premesse rende difficili i processi di ragionamento.


Per la teoria della logica mentale, un problema di ragionamento è tanto più difficile tanti più passi inferenziali richiede.
In alcuni esperimenti dove un problema con più passaggi sembrava più lungo da risolvere di un altro con meno passaggi, è stato ipotizzato che l'aumento del tempo di risoluzione (o la difficoltà) erano dovuti alla presenza di una premessa irrilevante.
Si pensa che le persone possano perdere traccia delle loro inferenze, se devono considerare una premessa irrilevante.
Tuttavia la presenza di una premessa irrilevante non spiega la maggior difficoltà di un problema inferenziale rispetto ad un altro come predetto dalla teoria della logica mentale, invece, come predetto dalla teoria dei modelli mentali, i problemi relazionali che attivano più modelli sono più difficili da risolvere di quelli che ne attivano uno solo.

Concludendo si può dire che la teoria dei modelli mentali è quella che risulta vincitrice da questo confronto, e anche se presenta ancora alcuni limiti, è la teoria che al momento offre la spiegazione più completa ed economica del ragionamento deduttivo.

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sabato 11 giugno 2016

Come recuperare il proprio codice fiscale

Hai perso il tuo codice fiscale? Nessun problema, scopri come recuperare il proprio codice fiscale online tramite un sito web.

Il codice fiscale è un codice alfanumerico della lunghezza fissa di 16 caratteri, che serve a identificare in maniera univoca per fini fiscali ed amministrativi, i cittadini, i contribuenti, le associazioni senza Partita Iva, e gli stranieri nati e domiciliati in Italia.

Per generare il tuo codice fiscale, collegati al seguente indirizzo:
http://www.codicefiscaleonline.com

Appena aperta la pagina, inserisci i seguenti dati:
  • Cognome
  • Nome
  • Sesso
  • Luogo di nascita
  • Provincia
  • Data di nascita

Infine, clicca sul bottone Calcola il codice fiscale.

Come recuperare il proprio codice fiscale

Grazie a questo generatore di codice fiscale, potrai recuperare il tuo codice in qualsiasi momento, oppure calcolare il codice fiscale di qualche tuo parente (nel caso tu debba registrarlo a qualche sito online che lo richiede, ad esempio).

Potrai anche stampare il codice fiscale ottenuto da questo sito, anche se non sono sicuro che abbia validità se tipo te lo chiedono al comune... è anche vero che io di solito quando me lo chiedono do sempre la fotocopia del codice fiscale, quindi...

Come creare un'identità falsa in un secondo

Se usi i forum e ti viene chiesto di crearti un nickname di fantasia e non sai quale usare, grazie ad internet è possibile creare un'identità falsa in un secondo, generando nomi di fantasia in maniera casuale.

NB In questa guida, con identità falsa o identità fake, intendo ovviamente un nome di fantasia da usare in quei siti dove è lecito e concesso impersonificare un'entità astratta non riconducibile alla propria persona fisica.

Per creare la tua nuova identità virtuale, collegati a questo sito:
http://it.fakenamegenerator.com/

Il sito Fake Name Generator offre infatti la possibilità di generare identità false con pochi semplici passi.
Seleziona i seguenti campi:
  • Sesso
  • Set di nomi
  • Paesi
Poi clicca su Genera.

Avrai così creato con un solo click la tua identità fake.

Come creare un'identità falsa

Tra l'altro il sito fake generator offre la possibilità di avere maggiori dettagli sull'identità appena creata, basta collegarsi con google+.

Ti ricordo però, che spacciarsi per un'altra persona è un reato.
Quindi, utilizza questo servizio solo per generare nomi di fantasia sui siti che ti consentono di sceglierti un nickname anonimo, e non sui siti dove dovresti inserire la tua reale identità.
Insomma, usa questo sito solo se sei a corto di fantasia per sceglierti un nickname su un sito di videogiochi (per esempio), e non per registrarti a facebook o su altri siti dove dovresti inserire i tuoi reali dati ;)
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Psicologia generale 2 (5/12): Lo studio dei problemi

I problemi


Secondo Simon il labirinto è un ottimo modello astratto per quasi tutti i tipi di attività di problem solving.
Tra i problemi famosi analizzati c'è quello dei 3 missionari e dei 3 cannibali, dove bisogna trasportare da una riva ad un'altra di un fiume i 3 missionari con una barca da 2 posti, evitando però di lasciare soli un numero inferiore di missionari rispetto ai cannibali.
Un altro problema famoso è quello delle 4 palline di Petter, dove 4 palline sono uguali ma hanno peso diverso e dove bisogna individuare una specifica pallina avendo a disposizione una bilancia e solo 2 pesate disponibili.
Il problema della compravendita del cavallo di Maier, dove un mercante compra un cavallo per 70 sterline, lo vende per 80, lo ricompra per 90 e lo rivende per 100, e dove bisogna capire quanto il mercante ha guadagnato.
In queste situazioni, la difficoltà può dipendere dalla complessità del calcolo, dalla lunghezza della serie di operazioni da svolgere, dalla numerosità dei dati, mentre in altre situazioni possono esserci uno o più punti critici dove avviene un qui pro quo, una lettura incompatibile con la soluzione, dove il soggetto collabora involontariamente alla produzione della difficoltà del problema.
Ogni volta che un soggetto accetta un discorso-problema, lo riproduce nella sua mente come se lo avesse prodotto lui stesso (doppio codice), e ciò avviene solo se è stato prodotto secondo le stesse regole con cui funziona la sua mente, altrimenti non verrebbe accettato.
Se avviene un fallimento di tipo qui pro quo (problemi con punti critici), il soggetto avverte di non aver visto giusto e lo manifesta, mentre se si tratta di problemi di calcolo, il soggetto ha sentimenti negativi e si sente stupido, fa autocritiche e ha la famosa esclamazione "Aha-Erlebnis".
Non si trovano invece queste differenze nei problemi dove la difficoltà è percepita dai soggetti e dove invece non lo è, dove essi sbagliano senza sospetto, in quanto la reazione dei soggetti è legata alla percezione dell'incongruenza nella propria mente.
Si fa inoltre distinzione tra problemi e compiti, tra problemi di tipo A (propriamente detti) e problemi di tipo B.
Nei problemi di tipo A, la difficoltà dipende da uno o più punti critici del messaggio, nei quali avviene un qui quo pro, mentre nei compiti il soggetto si trova davanti ad una difficoltà esterna-oggettiva, nei problemi è invece il soggetto a costruirsi il problema.
Nei problemi di tipo B, la difficoltà è correlata alla macchinosità del processo di soluzione o alla difficoltà di calcolo.


La ricerca step by step è il metodo principale del solutore dei compiti, però non può essere considerata un metodo adatto per la soluzione dei problemi, dato che quando si manifesta la difficoltà o la contraddizione, essa è inefficace.
Il problem solving consiste nei tentativi del soggetto nell'eseguire correttamente il compito, ma il problem solving non è che una parte dei processi da effettuare per i problemi propriamente detti, perchè il problema prima deve essere accettato, e devono essere individuati i punti critici, senza i quali il problema non si forma.
L'attività di problem solving è dunque necessaria ed antagonista all'attività di formazione del problema, ed una buona teoria sul problem solving dovrebbe spiegare come avviene la soluzione del problema, quali processi vengono usati e quali meccanismi regolano questi processi, o anche cosa succede quando si risolve un problema, quando improvvisamente si vede la soluzione.
Inoltre, il problem solving dovrebbe studiare non solo la riuscita del problema, ma anche cosa avviene quando si fallisce, dovrebbe spiegare l'errore e l'insuccesso.

Nella teoria del doppio codice, il codice legale è il codice che da luogo alla lettura corretta ed appropriata, mentre il codice naturale è il codice che viene interpretato male dal ricevente e da luogo ad una scorretta lettura ed interpretazione del problema.
In generale, la soluzione del problema avviene con l'eliminazione dell'asimmetria tra codificazione e decodificazione, ad esempio, nel problema dei 9 punti, la percezione della figura ha un ruolo fondamentale per la non riuscita del compito (i soggetti percepiscono la figura e non solo i 9 punti, e si creano così regole che complicano e rendono impossibile il compito).
Il problema della discrepanza tra codici può essere generato per diversi motivi, come per esempio le conoscenze enciclopediche, i presupposti culturali, le regole del funzionamento cognitivo, ecc..., ed il problema rimane insoluto fino a che non si elimina questa asimmetria.
Esistono anche altri problemi nella risoluzione dei compiti, come la difficoltà di calcolo, e quindi diversi problemi possono essere problemi composti, come il problema dei 9 punti dove bisogna superare il problema del doppio codice e poi quello dovuto alla difficoltà del compito (residuo del problema).
Spesso invece certi soggetti si complicano la vita perchè cercano di risolvere semplici compiti in modo intelligente (come nel caso del piccolo Gauss), dato che il problema non è un dato preesistente all'attività del soggetto, ma è un prodotto del soggetto.

In natura non esistono contraddizioni, queste possono esistere solo nella nostra mente, come anche per i problemi, non esistono in natura, ma sono frutto della nostra mente.
Non esiste nessuna situazione che in sè per sè è un problema, ma ogni situazione può cmq essere trasformata in problema.
Nonostante tutti questi studi cmq, non si sa ancora come la gente risolva i problemi, è cmq erroneo impostare lo studio del problem solving senza integrarlo con la formazione del problema.


Doppia codificazione


Studiare psicologicamente un problema, e il comportamento di colui che cerca di risolverlo, significa studiare la soluzione e la formazione del problema.
Un noto problema è il problema del ristorante, dove 3 amici ricevono un conto di 6000 lire, ciascuno dà 2000 lire, e grazie allo sconto ricevono indietro 1000 lire, delle quali 400 lire vengono lasciate come mancia al cameriere e quindi alla fine prendono 600 lire.
Tirando le somme ciascuno di loro ha pagato 1800 lire, che moltiplicate per 3 fanno 5400, 400 lire sono andate al cameriere, risultano quindi 5800 lire. Si chiede ai soggetti di dire che fine hanno fatto le 200 lire che mancano.
Per molti soggetti questo rimane un problema insoluto, e la causa di ciò può essere l'esplicito suggerimento erroneo proposto nel testo, ma anche modificando un po' il testo rendendolo meno ingannevole, cmq molti soggetti non riescono a risolvere l'arcano.
Questo perchè ci sono lo stesso all'interno del testo alcune parole, come "lasciare", che disorientano il solutore, e nello specifico fanno credere ai soggetti che le 400 lire lasciate al cameriere si aggiungano a ciò che è stato pagato.
Per studiare questo problema i ricercatori hanno usato la tecnica delle versioni pseudo-parallele, dove viene cambiato tra una versione ed un'altra un vocabolo che può fare la differenza nella comprensione del codice, e in questo caso specifico viene cambiato "lasciare" con "pagare", e questa modifica ha consentito a quasi tutti i soggetti di risolvere il problema senza troppe difficoltà.
Quando si studiano questi problemi bisogna per prima cosa capire cosa il soggetto percepisce, in secondo luogo occorre capire come mai i soggetti sbagliano, e quindi analizzare il messaggio originale anche grazie alle versioni pseudo-parallele che consentono di identificare come diverse parole hanno un peso nella soluzione del problema.
Studiare come si forma un problema nella nostra mente significa dunque studiare come pensiamo.



Gli effetti della struttura retorica


L'enunciato dei problemi semplici è di solito psicoretoricamente ben strutturato, mentre nell'enunciato dei problemi semplici invertiti, ci sono dei residui narrativi che interferiscono con la struttura retorica propria, creando la difficoltà del problema.
Il problema può essere considerato come un discorso diviso in due parti: l'enunciato e la domanda.
Nei problemi semplici le proposizioni dell'enunciato forniscono ciascuna un dato, essendo il complesso dei dati forniti necessario e sufficiente per rispondere alla domanda, mentre nei problemi semplici invertiti, non tutte le proposizioni portano un dato necessario per la soluzione.
Tutti i discorsi seguono delle regole, che non sono solo quelle grammaticali e sintattiche, ma anche regole retoriche, che possono essere divise in regole generali e regole specifiche.
Il soggetto ha quindi in mente le regole con cui si aspetta che l'enunciato gli venga esposto (inconsciamente), e se queste non corrispondono, avviene la regolarizzazione dell'enunciato.


Diversi studi hanno dimostrato la tendenza alla regolarizzazione dell'enunciato dei soggetti, con la conseguente trasformazione della struttura del problema in maniera stabile e definitiva, resistente alla domanda di controllo, e sono stati anche trovati casi in cui l'irregolarità dell'enunciato crea disturbi, ad esempio per la presenza di una proposizione puramente narrativa nel corpo dell'enunciato.
Tra i vari studi sul fenomeno del difetto retorico c'è quello famoso di Lurija sul malato BOUB (embolia grave emisfero sinistro), dove questo soggetto quando trova un buco narrativo lo colma normalizzando e finisce per cambiare la struttura del problema.

In un testo, se la funzione puramente narrativa della proposizione che da problemi, viene segnalata tramite la sua subordinazione sintattica ad un'altra proposizione che contiene dati rilevanti, si riducono i suoi effetti distorcenti e si riduce la possibilità di modificare la struttura dell'enunciato, si riduce quindi la possibilità che alla proposizione puramente narrativa venga attribuita una funzione logica nella stesura dell'enunciato.

Lo schema abituale o stereotipo acquisito, può essere usato inconsciamente nella interpretazione dei problemi, spesso si interpreta il codice secondo le proprie aspettative, anche da parte del ricercatore, che corre il rischio di guardare le cose solo dal suo punto di vista.
Lo stereotipo può risultare fuorviante, e può impedire di vedere l'esistenza delle regole retoriche.
I problemi composti sono quei problemi che non possono essere risolti con un solo atto, e in questi problemi Lurija ha evidenziato la tendenza dei suoi malati a semplificarne l'enunciato.
Secondo gli psicologi genetici, i bambini di una certa età non capiscono (o capiscono diversamente) certe espressioni degli adulti (come di più, di meno, a destra di, ecc... espressioni con valore semantico del tipo "un tot di più"), e quindi anche questi fattori possono essere causa di insuccesso nella risoluzione del problema.

La semplificazione indebita del testo può dunque portare al fallimento nella soluzione, e Mosconi e D'urso hanno dimostrato che in un testo, gli elementi essenziali per la soluzione vengono facilmente trascurati e dimenticati, se sono formulati come termini puramente verbali, mentre è improbabile che essi vengano dimenticati se sono esposti in forma numerica.
In definitiva cmq, le regole retoriche della costruzione del discorso, dipendono e riproducono le regole di funzionamento del pensiero.


Discorso e processo solutorio


Le ragioni del discorso e le ragioni del processo solutorio non sempre coincidono, ad esempio, nel problema delle 3 scatole, sono le etichette e le informazioni ad avere un ruolo centrale per la soluzione, ed esiste una discrepanza tra struttura del discorso-problema (enunciato e domanda) e la struttura del discorso-soluzione che il soggetto deve produrre.
In generale, il discorso tende ad assumere un'organizzazione naturale che però può anche essere causa di difficoltà nella situazione problemica.



Ordine ed errore


Secondo Koffka, l'ordine è una conseguenza dell'organizzazione.
Nelle situazioni problemiche invece, l'ordine caratterizza la soluzione e il raggiungimento di una soluzione ordinata conclude il processo di pensiero.
A volte però l'ordine innato porta ad una conclusione prematura, quando ancora non si è giunti alla soluzione del problema, questo perchè l'ordine opera autonomamente dalla soluzione.
Il compito dello psicologo è capire come si pensa, indipendentemente dal fatto che l'esito di tale pensiero possa essere percepito da altri come giusto o sbagliato.
Un esperimento usato per valutare l'effetto dell'ordine è quello della foglia che copre la superficie di un lago entro tot giorni, che dimostra che l'ordine può essere fuorviante e che anche quando i dati non sono presentati in un preciso ordine, si può cmq raggiungere la soluzione corretta del problema.
In generale, il sistema di pensiero funziona in base ad una presunzione a favore dell'ordine, e c'è la tendenza a ristabilire l'ordine naturale delle cose, inoltre, quando un risultato si presenta nel giusto ordine, spesso si tende a tenere per buona la soluzione, quando magari in realtà non lo è.



Il discorso del non solutore


Secondo alcuni studiosi, il soggetto riorganizza il problema generale in obiettivi o problemi intermedi più semplici, passando da uno stato di conoscenza (caratteristico di ogni livello) ad un altro, e dove in caso di successo le nuove informazioni acquisite passano al livello successivo.
I soggetti indecisi invece procederebbero per prove ed errori, tornando indietro in caso di raggiungimento di punti morti.
Ci sarebbe quindi una sequenza ordinata, anche nel caso in cui non si sappia la strada da subito, procedendo con l'accumulo di informazioni utili per la soluzione del problema, che una volta raggiunta si presenta come un atto repentino.
Una buona teoria psicologica deve spiegare sia il successo che l'insuccesso, e deve farlo usando gli stessi strumenti, e si deve avere sempre la possibilità di riproducibilità dello studio fatto, e quindi una situazione di controllo.

Nel problema delle 3 scatole, si deve scoprire il contenuto di tutte le scatole (palline di colori diversi) conoscendo delle regole prestabilite, un compito che richiederebbe una sola estrazione per essere risolto, ma che a seconda di come sono scritte le etichette può risultare un compito facilitato o viceversa.
Il pensiero sembra essere limitato, si può fare una cosa per volta, e sembra che il pensiero serva a far risparmiare le azioni, e questo ne riduce la sua potenza ed autonomia, come dimostra questo esperimento delle scatole, dove i soggetti effettuano spesso estrazioni inutili.


Il discorso vacuo può essere considerato il prodotto della cessazione dell'abituale collaborazione tra 2 distinti cervelli, uno dei quali si occupa della forma del discorso, l'altro viene ridotto all'inattività.
Si ha vacuità scientifica quando si svia il pensiero e lo si complica tentando di applicare modelli inappropriati e poco noti.

Il fenomeno della non utilizzazione delle informazioni fornite avviene anche nel compito delle 3 scatole, dove non si utilizzano tutte le informazioni fornite dalle etichette.
Il rovesciamento delle ipotesi, può far ristabilire l'ordine naturale, e può rendere anche difficoltoso il compito, dovendo far fare ai soggetti un contorsionismo intellettuale, ed il processo usato per risolvere il problema delle 3 scatole potrebbe essere che: prima si conosce l'ignoto per ispezione, poi si determina ipoteticamente ciò che è già noto, ed infine ci si pone come obbiettivo la conoscenza di un dato già noto.

Nel corso dello stesso svolgimento del discorso possono esserci idee contrastanti, e questo suggerisce che la mente del solutore non può essere vista come un sistema organico e coerente ma come un complesso cognitivo che contiene ed usa informazioni anche incompatibili tra loro, seguendo anche regole non omogenee ed incompatibili, nonostante tra queste regole ci sia anche quella che prescrive la coerenza.
Quindi ancora una volta occorre sottolineare che le teorie che comprendono solo lo studio delle soluzioni e non quello degli errori, sono teorie incomplete.


Ristrutturazione e processo


Secondo Wertheimer, il problema è la ristrutturazione, mentre secondo Duncker è il processo, ovvero l'itinerario del pensiero, le tappe ed i passaggi per raggiungere l'obiettivo.
Wertheimer non si concentra quindi sul percorso solutore, ma sul momento critico solutorio, mentre Duncker studia l'itinerario completo che porta alla soluzione, dove secondo lui, l'insieme delle vie che portano alla soluzione costituiscono l'albero genealogico della soluzione, un'organizzazione gerarchica dei tentativi di soluzione a partire dal valore iniziale dell'enunciato.
Secondo Duncker, le proprietà generali (impostate dallo psicologo, ovvero sono l'enunciato) di una soluzione precedono geneticamente quelle specifiche (le vie percorse dai solutori), e queste ultime si organizzano sulla base delle prime.
L'albero genealogico del problema dell'irradiazione di Duncker rappresenta un processo di soluzione che l'autore estrae dal materiale del protocollo reale e ordina in direzione della soluzione, nelle dimensioni generale-specifico (dall'alto al basso) e adeguato-inadeguato (da sinistra a destra).
Quindi a differenza di Wertheimer, Duncker da molta importanza all'utilizzo dei protocolli.


Secondo Duncker il processo di soluzione è una ricerca selettiva, dove la linea genealogica varia ogni volta che si passa ad un'altra maniera di affrontare il problema, e non è quindi sempre unica.
La ricerca inoltre si svolge in un ambito circoscritto, definito in partenza, il solutore per affrontare il problema deve rappresentarlo in memoria (task environment), e questa rappresentazione è lo spazio del problema, che vincola il comportamento definendo le norme legali, l'obiettivo e la direzione verso esso.
Il solutore procederebbe dunque secondo strategie e metodi euristici, e diversi studi han dimostrato che l'information-processing system umano tollera poco la ricerca per tentativi ed errori.
Il processo solutorio non progredisce sempre in maniera rettilinea, in quanto diversi step che diventano sottoproblemi, se non portano a niente possono essere abbandonati e si può tornare indietro allo step precedente.
Non sempre si può studiare il pensiero con l'approccio dei processi e quello dei momenti critici, perchè questi metodi che spesso sono complementari, possono anche risultare incompatibili, tuttavia il quadro di Duncker è ristrutturalista e non solo procedurale, quindi questi 2 modelli teorici (ristrutturazione e processi) possono condividere, a differenza della prospettiva della human information-processing theory che è processista ed afferma che il soggetto accumula gradualmente nuove informazioni relative al problema, applicando regole e strategie.

Nello studio del problem solving, il contributo della Gestalt risulta cmq lacunoso e quindi inadeguato, perchè i gestaltisti sostenevano che la base del problem solving è la ristrutturazione, dove il solutore arriva a vedere le cose in un modo nuovo.
Invece l'approccio dell'information-processing è basato sull'idea della ricerca, dove risolvere un problema significa procedere step by step in uno spazio di alternative fino a che non si raggiunge la soluzione.
Il concetto di ristrutturazione va rivisitato, ma va tenuto, in quanto è cmq un'importante eredità lasciataci dalla Gestalt nello studio del problem solving.

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venerdì 10 giugno 2016

Come vedere chi ha linkato il tuo sito internet

Hai mai sentito parlare dei backlinks?
Con il termine backlink si intende un link / collegamento su internet che rimanda al tuo sito web.

Sostanzialmente, quanto più il tuo sito/blog è linkato nella rete, tanto più per google è un sito attendibile e quindi si posiziona meglio nei risultati di ricerca.
Va da se che è molto importante avere tanti backlinks, per aumentare la popolarità del proprio sito internet (PR).

Vediamo dunque come vedere chi ha linkato il tuo sito su internet.
Collegati a questo indirizzo:
http://smallseotools.com/backlink-checker/

Inserisci l'indirizzo del tuo sito internet nell'apposito box (con l'http) e poi clicca su Non sono un robot, ed infine su Check Back links.

Come vedere chi ha linkato il tuo sito

Attendi con pazienza la fine del caricamento e potrai vedere quanti e quali siti hanno messo un link ad una tua pagina web sul loro sito.

risultati

Ehm, nel mio caso c'è ancora molto da lavorare... c'è però da dire che ho appena cambiato dominio eh :p

L'ideale è comunque che questi link al proprio sito siano il frutto di una reale ed autonoma condivisione dei contenuti del tuo sito da parte di altri utenti, che trovandoli utili, li mettono sul loro sito.
Quindi sarebbe meglio evitare di spammare il proprio indirizzo web su tutti i siti che si trovano sulla rete, soprattutto se questi non centrano nulla con gli argomenti trattati dal tuo sito/blog, altrimenti si corre il rischio di ottenere l'effetto contrario, e di venire così catalogati da google come spammers :)

Come bloccare Adblock Killer

Chi usa adblock plus per bloccare la pubblicità sui siti internet, probabilmente si sarà accorto che alcuni siti/blog hanno inizianto ad installare degli script anti adblock, chiamati per semplicità adblock killer.

Un adblock killer è un programma in grado di rilevare i vari plugin dei browser che bloccano la pubblicità, bloccando l'accesso al sito a chi blocca la pubblicità.
In buona sostanza: se tu usi un programma anti pubblicità, il proprietario del sito usa un anti anti pubblicità :)

Diversi siti infatti ora riportano questo messaggio a tutti gli utenti informaticamente evoluti che non amano la pubblicità:
"Stai usando AdBlock
Per navigare su XXX disattiva AdBlock,
mettici nella white list o nelle esclusioni.
Come disattivare AdBlock
"

Niente paura però, ora è arrivato anche l'anti anti anti pubblicità, ovvero l'anti adblock killer :)

Anti-Adblock Killer

Anti-Adblock Killer è un sistema (non infallibile, come cita lo stesso sito web) per bloccare i vari adblock killer e poter così continuare a navigare senza la pubblicità.

Segui questi due semplici passaggi per sbloccare adblock:


PASSAGGIO 1

Prima di tutto devi installare uno script manager sul tuo browser.
C'è un plugin adatto per quasi tutti i browser:
 Dopo aver installato il plugin/componente aggiuntivo, se necessario, riavvia il browser.


PASSAGGIO 2

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Tecniche del colloquio (4/16): Storia familiare

E' solo tramite la storia personale del paziente e della sua famiglia, che si può capire come mai questi è arrivato in consultazione.
Nel corso della vita esistono periodi particolari e significativi, come gli eventi critici (scolarizzazione, crisi puberale, servizio di leva, inserimento lavorativo, matrimonio, gravidanza, menopausa/antropausa, invecchiamento) e gli eventi stressanti (lutti, incidenti/malattie, rottura legami affettivi), e si possono avere modificazioni delle abitudini di vita (ritmo del sonno, abitudini alimentari, attività abituali).
Si possono adottare diversi criteri d'indagine: andare in ordine cronologico, seguire un ordine spontaneo, approfondire in modo sistematico le aree problematiche emerse, ed è cmq sconsigliato scegliere a priori il modo di raccogliere i dati, ma va deciso in base a come il paziente racconta la propria storia.
Gli scopi del clinico sono: individuare possibili eventi predisponenti o scatenanti del disturbo, contestualizzare i dati osservati in un'ottica storico evolutiva formulando un'ipotesi sull'origine del funzionamento attuale del paziente, trarre da esperienze passate del paziente dati utili per il trattamento.
Il modo in cui si fanno domande e risposte è quello a struttura ad albero, dove si fanno domande a seconda delle risposte del paziente, e si possono non fare domande precedentemente pensate, se le circostanze lo richiedono.

La storia familiare è un elemento fondamentale nella valutazione dei disturbi perchè:
  • chiarisce il contesto del disturbo ed il suo sviluppo.
  • permette di predire come alcune dinamiche si ripresenteranno perchè i genitori tendono a ricreare l'esperienza della propria famiglia originaria e perchè essi si contrappongono al comportamento dei propri genitori.
  • permette di rilevare alcuni dati che potrebbero riguardare l'origine del disturbo.
Gli obiettivi sono:
  • avere un quadro biografico sintetico di genitori, sorelle, fratelli ed altre persone significative.
  • avere informazioni sui rapporti tra il paziente ed i suoi familiari.
  • sapere se ci sono disturbi psichici in famiglia.
  • rilevare la qualità del clima emotivo in cui il paziente è cresciuto.
Si tiene poi conto di fattori storici predisponenti, fattori di protezione, fattori di rischio, fattori di mantenimento e della capacità di recupero del bambino.


Composizione della famiglia d'origine


La storia della famiglia nucleare inizia da quando marito e moglie si sono incontrati per la prima volta.
I dati raccolti possono essere raggruppati in 3 categorie: la prima riguarda le informazioni che riguardano i genitori, la seconda quelle dei fratelli, la terza riguarda le condizioni sociali.
I dati contenuti in queste caratteristiche possono essere dati oggettivi o dati inferenziali.
Le informazioni raccolte forniscono indicazioni sulla natura dei modelli di funzionamento emotivo in una famiglia nucleare, forniscono il livello d'allarme (passato/presente), forniscono i fattori di rischio e di protezione (passato/presente).
Una volta raccolti questi dati il clinico può generare ipotesi sul clima affettivo-emotivo in cui il paziente ha vissuto, un compito difficile non esente da errori.


Dati sui genitori
E' importante rilevare dati come: l'età del genitore in relazione all'età del paziente, l'anno e la causa del decesso, la storia coniugale, le storie scolastiche dei genitori, la storia lavorativa, lo stato di salute mentale e fisica.
Questi dati sono importanti perchè molte patologie sono intergenerazionali, perchè i fattori rischio/protezione sono gli stessi attraverso le generazioni.

Dati sui fratelli
Bisogna sapere l'età, il sesso, la posizione occupata dal paziente in ordine di nascita, se ci sono fratelli disabili, il tipo di relazione (competitiva, conflittuale, ecc...), se si è perso qualche fratello (quando).


Famiglie adottive e famiglie con un solo genitore


Sono considerate situazioni particolari perchè possono incidere sullo sviluppo del paziente.

Adozioni
L'adozione implica un processo di perdita a 3 livelli: i genitori naturali perdono il bambino, il bambino perde i suoi genitori naturali, i genitori adottivi perdono il sogno di avere un proprio bambino biologico (la scoperta di non poter avere un figlio è un evento traumatico e di conflitto all'interno della coppia).
Nelle famiglie adottive il rapporto affettivo si instaura più lentamente e ci possono essere problemi d'attaccamento.
Le aree di rischio per i pazienti adottati sono: confusione d'identità, il matrimonio e l'assunzione del ruolo di genitore.

Altri modi per diventare genitori
Esiste la fecondazione assistita, l'inseminazione di un donatore, l'utero in affitto, la fertilizzazione in vitro, tutti metodi che prima o poi devono essere svelati al bambino, ma solo quando è abbastanza grande per capirli.

Famiglie con un solo genitore
Rientrano in questa categoria: le famiglie composte da un solo genitore a causa di un decesso, di un divorzio, di una scelta omosessuale, di una decisione di allevare da solo il figlio.
Il bambino con un genitore si sente diverso, bisogna quindi indagare quando è avvenuto ciò e come, infatti le modalità d'indagine variano se l'evento è più o meno recente.
Si chiede quindi l'età in cui si è perso un genitore (a seconda dell'età il bambino si trova ad avere difficoltà emotive, comportamentali ed adattive molto diverse), quali sono state le conseguenze sull'identità del bambino (i figli maschi adottati da donne han più problemi sociali e disturbi di condotta), quanto tempo fa è avvenuta la perdita, se il bambino si è spaventato per l'evento (maggiori problemi scolastici per figli di divorziati o defunti), se il genitore sopravvissuto presenta problemi d'adattamento, quali sono le relazioni con i fratelli, se il menage familiare è cambiato (il genitore da solo lavora di più e il piccolo è più tempo solo).
Bisogna inoltre tener conto delle difficoltà economiche, che possono comportare la scelta di un'abitazione in un quartiere con alta devianza sociale, inoltre i bambini con un solo genitore han più possibilità di sviluppare problemi di condotta e di avere ritardi evolutivi maggiori.
I motivi per cui si ha un solo genitori hanno conseguenze diverse per i figli:
  • morte di un genitore: provoca sofferenza emotiva e problemi comportamentali ed è una minaccia per il gruppo di supporto primario del bambino.
    Si possono rilevare sentimenti di ansia, colpa, risentimento, rabbia, e si possono avere problemi d'adattamento, situazioni patologiche da stress, maggiori difficoltà scolastiche.
    I fattori a rischio sono: perdita del genitore prima dei 4 anni, disturbi psichici genitore superstite, preesistenti problemi comportamentali del bambino, scarso adattamento alla famiglia.
    I fattori protettivi sono: età superiore a 4 anni (capacità cognitiva migliore di comprendere il lutto), maggiori capacità di reazione del sistema familiare.
    I bambini che hanno perso un genitore sembrano essere meno a rischio dei figli dei divorziati, e cmq tra i disturbi più frequenti troviamo: ansia, isteria, fobie, disturbi ossessivo-compulsivi, depressione, depersonalizzazione, ipocondria, disturbi emotivi caratteristici dell'infanzia e dell'adolescenza.
    Inoltre l'entità dei problemi dei bambini orfani è correlata ai problemi del genitore rimasto.
  • Divorzio: i figli di genitori divorziati hanno maggiori probabilità di avere minor reddito, dover ricorrere a strutture assistenziali, avere un bambino al di fuori del matrimonio, divorziare, costruire a loro volta una famiglia con un solo genitore.
    Il divorzio (come i conflitti tra genitori e la separazione) è una minaccia per il gruppo di supporto primario del bambino.
    I fattori a rischio sono: un rapporto emotivo più stretto con un genitore non affidatario, senso di colpa nel ritenersi la causa del divorzio, mancanza di preavviso nel divorzio, estrema ostilità nel divorzio, persistenti liti e conflitti, disturbo psichico dei genitori.
    Si sviluppano disturbi di condotta (soprattutto nei maschi), se il bambino viene preso dentro alle liti dei genitori.
  • Genitore omosessuale: non sembra che i figli allevati da un omosessuale presentino maggiori problemi di coetanei ugualmente cresciuti da un solo genitore, ma bisogna anche considerare i possibili disagi dovuti al pregiudizio esterno.
  • Genitore che alleva figlio da solo: le aspettative verso il figlio possono essere superiori al normale, tuttavia queste richieste possono essere un vantaggio per la formazione della competenza del figlio, e cmq ci sarà una situazione migliore rispetto ai genitori separati (non c'è il conflitto). 


Presenza di disturbi psichici/fisici nei membri della famiglia


Alcune malattie psichiatriche hanno una componente biologica che può avere basi familiari, inoltre, la presenza di familiari con disturbi, determina un clima particolare.
I fattori di rischio sono:

  • risposta negativa da parte della famiglia (isolamento, rabbia, ecc...)
  • disfunzione familiare
  • il carattere difficile del bambino
I fattori di protezione sono:
  • risposta d'appoggio da parte della famiglia
  • capacità di fornire consigli ed informazioni
  • interventi specifici di sostegno al bambino
Bisogna quindi indagare sulla sintomatologia, sulle diagnosi ricevute, sulle reazioni del paziente e della famiglia alla malattia, sulle modificazioni prodotte dalla malattia (lo stesso paziente, in quanto malato, modifica il clima familiare).


Dati sul contesto sociale di appartenenza


Si indaga su: condizioni di vita, collocazione geografica, stato socio-economico.
Si fanno inferenze sui fattori ostacolanti e facilitanti, come il reddito basso (rischio disturbi condotta, problemi educativi, stress quotidiano, disagio emotivo).
I fattori di rischio sono:

  • esposizione alla violenza
  • abuso di sostanze
  • possibilità minime di accedere ai servizi sociali
L'unico fattore di protezione è l'appoggio del genitore, mentre è un fattore a rischio la discriminazione sociale della famiglia, che riduce le possibilità di interazione sociale del piccolo.


Relazioni familiari e clima emotivo


Bisogna rilevare il quadro complessivo del clima emotivo e della qualità delle relazioni familiari, attuali e pregresse, dove ad esempio un clima preoccupato crea ansia e può disturbare lo sviluppo.
Bisogna curare sia il comportamento della madre, sia la reazione del piccolo, perchè bambini e genitori si influenzano a vicenda, e di solito, i problemi insorgono quando l'ambiente familiare non riesce a rispondere ai bisogni del bambino.
Gli esiti della mancata risposta dipendono dall'interazione di numerosi fattori:

  • il numero di stressor nell'ambiente
  • il numero di stressor in famiglia
  • la vulnerabilità
  • il timing
  • la resistenza
  • i fattori di protezione
Sameroff e Chandler hanno introdotto il concetto di continuum della casualty del prendersi cura, dove c'è un ambiente familiare adattivo che riesce a rispondere alle richieste anche di un bambino disturbato, ed un ambiente che non riesce a rispondere manco alle richieste di un bambino sano, ed al centro c'è un ambiente sufficientemente buono.
Il clima familiare può essere disturbato da problemi di comunicazione tra genitori o dalla presenza di fratelli (litigi continui).
La qualità delle relazioni familiari può essere compresa meglio prendendo informazioni sulle caratteristiche di personalità dei genitori, che possono essere oggettive o soggettivamente percepite dal paziente.
Bisogna inoltre capire come l'opinione del genitore condiziona il paziente, bisogna individuare eventuali eventi critici nella storia familiare (lutti, malattie, eventi traumatici, situazioni che possono aver allarmato i genitori).

Rapporti della famiglia con l'esterno
Si esamina il grado d'apertura della famiglia e la capacità relazionale dei genitori con l'esterno, che se troppo chiusa può portare il figlio ad essere diffidente e timoroso verso l'esterno.

Scale di valutazione
La VGFR è una scala di valutazione globale del funzionamento relazionale presente nel DSM-IV, che può essere usata per indicare il giudizio globale sul funzionamento di una famiglia o di un'altra entità relazionale.
Questa scala permette di quantificare (usando codici da 0 a 100) il livello di risposta della famiglia rispetto alle aree:
  • soluzione dei problemi
  • organizzazione
  • atmosfera emozionale 


Strumenti per facilitare la raccolta della storia


Esistono alcuni strumenti che aiutano nella raccolta dati della storia.

Linea temporale
In questo metodo, gli eventi significativi della storia familiare sono segnati su una retta in ordine cronologico da sinistra a destra.

Genogramma o mappatura del sistema familiare
E' una descrizione grafica dei rapporti biologici e legali dei differenti membri di una famiglia, da una generazione alla successiva.
Quando si rappresenta l'identità di genere, ogni elemento della famiglia è rappresentato da un quadrato se è maschio e da un cerchio se è femmina.
Le linee che indicano le identità sono tracciate doppie, se una persona è morta si traccia una X dentro al suo simbolo d'identità, le date di nascita e di morte sono indicate a sinistra e a destra della figura.
Se 2 persone sono separate/divorziate, la linea che le unisce sarà sbarrata (/ separazione, // divorzio), la lettera m seguita dalla data indica quando le persone si sono sposate, la s indica la separazione e la d il divorzio.
I successivi matrimoni vengono indicati con una seconda linea, tracciata sopra quella principale, se 2 persone convivono la linea sarà tratteggiata, mentre nei bambini indica che sono adottati.
Si usa inoltre una linea tratteggiata per indicare i membri della famiglia che vivono nella stessa casa.

Registrazione delle informazioni sulla famiglia
Una volta disegnata la struttura familiare, si possono continuare ad aggiungere informazioni a riguardo, come le informazioni demografiche (età, date di nascita e morte, residenza, occupazione, livello di istruzione), informazioni sulla modalità di funzionamento dei singoli membri della famiglia (funzionamento emotivo, comportamentale, sanitario), eventi familiari critici.

Relazioni all'interno della famiglia
E' un livello di costruzione più inferenziale, che dovrebbe esser fatto raccogliendo informazioni da più membri della famiglia.
Le linee usate per rappresentare questi legami variano a seconda del tipo di relazione (strette e fuse, fuse e conflittuali, scarse e conflittuali, strette, distanti, di estraneità o troncate).
Nel caso di adulti separati con prole è importante sapere:
  • i motivi della separazione
  • il modo in cui è avvenuta
  • gli accordi economici
  • gli accordi rispetto ai figli
Inoltre, se in famiglia ci sono altre figure che non appartengono al nucleo, van cmq incluse nella storia familiare.

L'interpretazione del genoma
Il genogramma può essere interpretato in relazione a:
  • la struttura della famiglia: si analizza la famiglia nucleare intatta, la famiglia con un solo genitore, la famiglia trigenerazionale (vivono assieme ai nonni), la famiglia estesa (estranei), la posizione dei fratelli (ordine di nascita, sesso, differenza età), la configurazione della famiglia insolita (es. seconde nozze).
  • adattamento al ciclo di vita: si segue l'andamento della famiglia attraverso una serie di transizioni o punti nodali nel suo sviluppo, dove la famiglia si riorganizza per per affrontare ogni nuova fase.
  • schemi ripetitivi attraverso generazioni: come gli schemi di funzionamento (adattivo e disadattivo, dove gli schemi tendono a ripetersi di generazione in generazione), gli schemi di relazione (chiusura, distanza, conflitto), la ripetizione di schemi strutturali.
  • eventi di vita e funzionamento familiare: capire come gli eventi di vita e i cambiamenti nel funzionamento familiare sono interconnessi, tramite lo studio della coincidenza di eventi di vita, l'impatto dei cambiamenti di vita, le reazioni agli anniversari (es. depressione ad un anniversario di un brutto evento), gli eventi sociali, politici ed economici.
  • schemi relazionali e triangoli: il triangolo genitori figli, madre/figlio/nuora, famiglie con divorzi e seconde nozze, famiglie con bambini adottati, triangoli multigenerazionali.
  • equilibrio e diseguilibrio della famiglia: in particolare si studiano quelli della struttura familiare, dei ruoli, del livello e dello stile di funzionamento. 

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Tecniche del colloquio (3/16): Modo con cui si presenta il paziente

Quando si deve incontrare una persona, ci si attiene a dei codici prestabiliti (di vestiario, di comportamento), e chi non segue questi codici di solito lo fa per qualche motivo.
Il modo di vestire tradisce dunque un messaggio verso l'esterno.
Se un nuovo paziente arriva dal clinico e gli da subito del tu, non gli da la mano ma una pacca sulla spalla, il professionista dovrebbe rilevare questi indizi in quanto sono importanti indici dello stile relazionale del paziente, che quindi vengono rilevati direttamente dal comportamento osservato, oltre che dai racconti che il soggetto fa sul suo modo di comportarsi con gli altri.

L'aspetto
Esistono delle griglie d'osservazione compilabili, utili per imparare ad osservare i pazienti.
Un importante fattore da valutare con l'osservazione è l'età, che non sempre è dimostrata dal paziente, e può essere utile domandarsi come mai il paziente dimostri un'età che non ha (cause socioeconomiche, di stress, ecc...).
Il clinico deve considerare l'impressione globale data dal paziente, e i dati raccolti dovrebbero venir confrontati con quelli ottenuti tramite i parenti e gli amici del paziente.

Gli indizi che il clinico deve saper osservare sono:

  • Abbigliamento e modo di vestirsi: l'abbigliamento fornisce indicazioni su, la personalità, lo stato psichico e l'ambiente socioculturale di provenienza.
    L'abbigliamento del paziente può essere: adeguato alla situazione, presentabile ed ordinato, rispondente all'età ma non adatto alle sue condizioni di vita, eccentrico ed insolito.
  • Cura della persona: può essere valutata approfondendo alcune aree come le abitudini alimentari e l'igiene personale.
    La cura della persona può essere eccessiva, mostrando patologie maniacali o scarsa, mostrando narcisismo ("devono accettarmi anche se non mi lavo"), il clinico non deve cmq giungere a conclusioni affrettate, dato che possono esserci più significati nella cura di se, e deve anche tener conto di cose come i tatuaggi, le cicatrici, ecc...
  • Salute fisica: si tiene conto di volti sofferenti, fisici deperiti, ecc...
  • Espressioni del volto: comunica lo stato emotivo del paziente, e la qualità emotiva con cui egli si rapporta col clinico, serve a far capire se c'è diffidenza e a rilevare il grado di adeguatezza emozionale a seconda degli argomenti trattati.
  • Contatto visivo e sguardo: indicano come il paziente si relaziona con le persone e che emozioni prova nel farlo.
    Può essere schivo e sfuggente, oppure penetrante e di sfida, ed il clinico deve valutare la sua adeguatezza a seconda delle situazioni.
  • Postura: fornisce informazioni sul modo di porsi del paziente di fronte alle cose e sul suo modo di affrontarle, ed è indicativa dello stile relazionale usato dal paziente verso il clinico.
    Una postura rigida può essere segno di tensione, ed il clinico deve curare come il paziente modifica la postura durante il colloquio.
  • Movimento e disturbi del movimento: bisogna saper distinguere tra movimenti naturali e patologici di tipo neurologico o psicologico, dato che alcuni aspetti comportamentali (come la distonia, l'agitazione, i tic) possono essere sintomi di patologie neurologiche.
    Bisogna verificare la presenza di disturbi del movimento come il rallentamento, l'agitazione e il tremore, quest'ultimo è infatti il più comune dei movimenti involontari patologici (si distingue in: tremore a riposo, posturale, intenzionale e non classificabile).
    L'agitazione può essere un sintomo di una patologia (come la schizofrenia), ma può anche essere solo un effetto del disagio temporaneo provocato dall'ansia del colloquio. 

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