La psicologia animale
Alla fine dell'800 e nei primi del 900 si diffusero gli studi sul
comportamento animale, confrontato poi con quello umano, studi fatti
prima in condizioni naturali tramite osservazione e successivamente in
laboratorio, tramite metodologia sperimentale.
La psicologia animale nasce dall'
etologia (tedesca) per poi passare nelle mani del
comportamentismo
(americano di origine inglese), movimento che stravolgeva l'ottica
specie-specifica, generalizzando sul comportamento e l'apprendimento con
i suoi metodi stimolo-risposta.
La psicologia tendeva così a generalizzare i risultati ottenuti da un
comportamento specifico di una singola specie a tutti i comportamenti di
tutte le specie.
Il fondatore dell'etologia fù
Lorenz (1903-1989) col suo concetto di
imprinting, e tra gli studi naturali fatti ci furono quelli di
Loeb sul
tropismo,
un sistema innato tramite il quale un organismo avvia una reazione
globale di movimento verso uno stimolo esterno, e quelli di
Tinbergen sugli
schemi d'azione fissi.
Negli anni 60-70 nasce l'
etologia umana, la scienza che applica le scoperte etologiche nello studio dell'uomo.
La
sociobiologia invece pone l'accento anche ai fattori genetici
nella determinazione del comportamento umano, non solo a livello
specie-specifica, ma anche a livello individuale.
Ricerche sulle funzioni cerebrali all'inizio del 900
Fin dai primi dell'800 le ricerche sulla localizzazione cerebrale erano divise tra 2 scuole: il
localizzazionismo rigido
(erede della frenologia, la quale sosteneva che le capacità cerebrali
dipendevano dalle dimensioni e dalla forma del cervello), sosteneva che
ogni attività psichica è prodotta dall'attività di un'area circoscritta
del cervello, e dalla
teoria olistica, secondo cui il cervello opera unitariamente nella produzione di processi psichici.
Le tecniche di indagine erano basate sull'ablazione, sulla stimolazione
elettrica, e sulla registrazione dell'attività elettrica del cervello.
Il libro
the functions of brain (1876) fù il testo di riferimento del localizzazionismo, scritto da
David Ferrier.
Secondo il localizzazionismo rigido ogni disturbo psichico era spiegato
con un danno cerebrale in una zona cerebrale molto ristretta, inoltre in
quel periodo si iniziò a studiare il cervello degli uomini famosi
morti, e ad affermare che la particolare struttura cellulare di ciascun
cervello potesse essere l'origine del genio dell'individuo.
Il localizzazionismo fù criticato da numerosi fisiologi e neurologi dell'800.
Wernicke propose l'idea che le funzioni cerebrali fossero
semplici, sensoriali e motorie, e che dalla loro combinazione si
formassero funzioni complesse, e che una lesione non distruggeva una
funzione complessa, semplicemente ne impediva il funzionamento a causa
della divisione delle sue componenti semplici.
Dai dati clinici registrati sul paziente si poteva dedurre quali
connessioni erano state danneggiate, e ipotizzando vari tipi di lesioni
si poteva prevedere quali disturbi psichici ne sarebbero derivati.
Un opera famosa di questo periodo sull'argomento fù quella di
Freud,
L'interpretazione delle afasie (1891), il quale tra l'altro criticò il pensiero di
Wernicke.
Alla fine dell'800 fù scritta la
teoria del neurone da parte di
Waldeyer, poi dimostrata da
Cajal,
la quale affermava che le cellule nervose (neuroni) sono unità
anatomo-funzionali distinte, e non sono un'unica rete nervosa come
affermava la
teoria reticolare di
Golgi.
Il meccanismo delle sinapsi era stato predetto molti anni prima, nel 1897, dal fisiologo inglese
Charles Sherrington
(1857-1952), con i suoi studi sull'eccitazione e l'inibizione, il
sistema interneurale, riflessi inferiori e superiori, sulla
comunicazione tra i vari organi, e sul fatto che la trasmissione nervosa
tra sinapsi fosse di tipo chimico (successivi studi sui potenziali
d'azione e strumenti come l'oscilloscopio avrebbero chiarito molte
cose).
La scoperta dell'
elettroencefalogramma, lo strumento che registra l'attività elettrica cerebrale è dovuta a
Berger.
La teoria dell'attività nervosa superiore di Pavlov
Ivan Pavlov (1849-1936) aveva una impostazione empirica della
ricerca, per lui prima veniva l'esperimento e poi la teoria, e la sua
scuola fù molto autoritaria, dove l'unico nome a diventar sempre più
famoso fù il suo.
La scuola di
Secenov si occupava solo di funzioni elementari del
sistema nervoso centrale, tramite stimolazione elettrica su animali, e
concepì anche nuovi concetti come
inibizione centrale,
labilità funzionale,
parabiosi e
dominante.
Invece la teoria pavloviana si faceva chiamare dell'
attività nervosa superiore
perchè studiava i sistemi più complessi del sistema nervoso, e nel 1904
per le sue ricerche sulla fisiologia del sistema digerente, Pavlov
vinse il premio nobel.
Pavlov era un fisiologo puro, un osservatore e sperimentatore esterno
oggettivo che analizzava solo i fenomeni osservabili visivamente,
l'attività nervosa studiata da pavlov era superiore perchè era alla base
delle funzioni più complesse del cervello, quelle del comportamento.
Pavlov studiava una neuropsicologia dedotta e molare, e distinse il
riflesso condizionato (quello legato all'attività superiore del
cervello) e quello incondizionato, affermando che i riflessi sono
innati, e che gli istinti sono una categoria di riflessi considerati
reazioni globali dell'organismo.
Il suo esperimento più famoso fù quello sulla salivazione del cane associata tramite condizionamento ad un suono.
Secondo Pavlov, uno stimolo per diventare condizionato deve precedere
nel tempo lo stimolo incondizionato e continuare ad agire
contemporaneamente ad esso.
Anche il linguaggio secondo Pavlov si forma con le leggi dei riflessi
condizionati, come anche il sonno e l'ipnosi, inoltre distingue 2
sistemi di segnalazione, il primo serve ad analizzare gli stimoli
esterni per anticipare le risposte, il secondo è solo della specie umana
e si fonda sulla sostituzione di segnali esterni con le parole
corrispondenti.
Il concetto di
condizionamento interocettivo afferma che due
stimoli possono agire entrambi sugli interocettori (organi interni),
oppure uno dei 2 agisce su gli esterocettori (organi esterni come occhi,
orecchie ecc...) e l'altro sugli interocettori.
Secondo Pavlov ogni individuo ha un sistema nervoso mediato dall'
eccitazione e l'
inibizione,
proprietà (che poi divennero: forza, equilibrio e mobilità) che si
combinano in modo specifico in ogni individuo rendendolo unico e
formando la sua personalità.
La scuola di Pavlov divenne sempre più autoritaria e chiusa, anche
perchè appoggiata da Stalin, e si formò un comitato che si riuniva per
controllare le ricerche ed allontanare chi si discostava dai principi di
base, come successe a Bernstejn e Lurija.
Solo alla morte di Stalin la scuola russa aprì le frontiere
all'occidente, togliendosi dall'isolamento poco produttivo in cui si era
cacciata.
Altri autori importanti della teoria dell'attività nervosa superiore furono
Anochin, Konorski e
Bernstejn.
Bernstejn propone di passare dalla concezione di
fisiologia delle reazioni, dove c'è il concetto di arco riflesso e l'animale è in equilibrio con l'ambiente tramite gli stimoli e le risposte, alla
fisiologia dell'attività,
dove l'animale non è mai in equilibrio con l'ambiente perchè questo
varia in continuazione, e quindi deve sempre adattarsi, introducendo
anche il concetto di
anello riflesso.
Anche
Anochin la pensa come Bernstejn, affermando che la situazione ambientale è comunicata al cervello tramite l'
afferenza ambientale.
Negli anni 50 e 60 furono svolte numerose ricerche psicofisiche in Unione Sovietica, tra le quali quelle di
Sokolov sul riflesso d'orientamento.
La fine del pavlovismo fù decretata a Mosca nel
1962.
Teorie olistiche del primo 900
Le teorie olistiche raccolgono tutte quelle teorie che sono contro il localizzazionismo, come ad esempio il
principio della diaschisi del neurologo svizzero
Monakow,
che rappresenta un principio dinamico di base che crea un ponte tra un
fenomeno nervoso, localizzato distintamente e precisamente, ed uno che
non lo è.
Il concetto di
vigilanza fù proposto dal neurologo inglese
Head,
il quale afferma che la vigilanza è necessaria per molti processi
psichici, come il linguaggio, e che quindi la funzione del linguaggio
può venir meno, sia se si danneggiano le aree corticali ad essa
associate, sia se si danneggia l'area responsabile della vigilanza.
Secondo Head, lo
schema è un modello posturale inconscio cui si
riferiscono i movimenti del corpo nello spazio, concetto adottato anche
dall'assistente di Head,
Bartlett, per spiegare la struttura dei processi cognitivi.
Il neurologo
Kurt Goldstein (1878-1965), si appoggiò alle idee di base della Gestalt per concepire la sua
teoria organismica,
dove le funzioni cerebrali sono organizzate in modo dinamico: una
struttura domina di volta in volta dal punto di vista funzionale sulle
altre strutture che però non sono silenti, ma rappresentano lo sfondo, e
questo è stato dimostrato analizzando le aree attive quando si svolge
una certa funzione (ad esempio quando si parla sono attive più aree, ma
solo una è particolarmente accesa).
Quindi secondo Goldstein, la lesione comporta la disintegrazione di
questa organizzazione, non facendo più distinguere la figura dallo
sfondo, e di conseguenza non facendo più funzionare correttamente il
sistema.
Un altro psicologo influenzato dalla Gestalt è lo statunitense
Karl S. Lashley (1890-1958), considerato il padre fondatore della psicologia fisiologica nordamericana.
Lashley misurava il comportamento degli animali in condizioni standard, cercando di verificare la sua concezione
telegrafica
delle funzioni cerebrali, dove stazioni o centri specializzati
comunicano tra loro attraverso cavi di collegamento (assoni e dendriti),
e questi collegamenti possono essere stabiliti tramite l'apprendimento,
e dove una lesione dei centri o delle vie di comunicazione distrugge il
comportamento.
Lashley formulò nuovi principi sulle funzioni cerebrali: l'
azione di massa, l'
equipotenzialità e il
funzionamento vicariante,
e secondo lui, l'effetto della lesione sul comportamento non dipende
tanto dalla specifica area lesa, ma dall'estensione della lesione, e
siccome un comportamento può essere conservato nonostante il
danneggiamento di una o più aree, le aree integre sono quindi capaci di
svolgere le stesse funzioni delle aree lese, sono quindi equipotenziali e
vicarianti.
La teoria dei sistemi cerebrali funzionali di Lurija
Aleksandr R. Lurija nasce a Kazan nel 1902, dove si laurea in
scienze naturali nel 1921, e dove a soli 19 anni fonda la società
psicoanalitica di Kazan.
Divenne anche segretario della società psicoanalitica di Mosca, e quando incontrò
Vygotskij
si interessò molto alla sua teoria storico-culturale, lasciando la
psicoanalisi ed iniziando ad occuparsi di processi cognitivi nei
bambini, prima di distaccarsi anche da Vygotskij per diversità di idee.
Nel 1936 si laureò anche in medicina a Mosca, ed iniziò a lavorare
nell'istituto di neurochirurgia della stessa città, e quando ci fù la
seconda guerra mondiale, diresse l'ospedale di riabilitazione
neurochirurgica per i feriti di guerra, grazie al quale apprese molte
cose sulle lesioni e le afasie.
Considerato uno dei massimi neuropsicologi del secolo, morì nel 1977.
Le fonti massime di ispirazione di Lurija, furono
Freud,
Vygotskij e
Goldstein,
anche se la psicoanalisi non venne mai ringraziata ufficialmente da
lui, a differenza degli altri 2 contributi, nonostante avesse preso
chiara ispirazione dai lavori di Freud sulle afasie e creò una sorta di
psicoanalisi sperimentale.
Nei primi anni 60 formulò una concezione generale delle
funzioni corticali superiori, e successivamente creò la
teoria dei sistemi funzionali cerebrali,
dove si afferma che le funzioni corticali superiori non devono essere
ricondotte direttamente all'attività di una specifica struttura, ma sono
date dall'attività integrata di diverse aree, dove ogni area ha una
propria funzione semplice e dall'insieme integrato di queste funzioni
semplici dipendono le funzioni complesse (
sistemi funzionali) che sono alla base dei processi psichici umani.
I sistemi funzionali non sono determinati geneticamente, ma sono le loro
parti semplici ad esserlo, che si combinano formando il sistema a
seconda della spinta dei fattori sociali e culturali.
Non si parla quindi più di localizzazione rigida, ma di localizzazione
dinamica, dove le funzioni mentali lavorano in sincronia, e dove il
sistema funzionale non è fisso ed immutabile, ma si evolve con lo
sviluppo (come testimonia il fatto che una lesione nelle aree corticali
secondarie visive, nel bambino causa un cattivo sviluppo di altre aree,
mentre nell'adulto solo dei deficit visivi).
Se i processi psichici sono un sistema funzionale così descritto, allora
i sintomi devono riflettere un disturbo in questa organizzazione
integrata nel suo complesso, così Lurija introdusse il concetto di
sindrome,
l'insieme dei disturbi prodotti da una lesione ad una particolare
regione corticale che interessano sistemi funzionali diversi.
La teoria di Lurija quindi andò a stravolgere i concetti di
funzione,
localizzazione e
sintomo.
Lurija distingueva 3 super sistemi o unità funzionali che interagiscono
tra di loro: l'unità per la regolazione del tono del comportamento, del
ciclo veglia-sonno, dei bisogni e delle emozioni; l'unità per la
recezione, l'analisi e l'immagazzinamento dell'informazione; l'unità per
la programmazione, la regolazione e il controllo dell'azione.
Lurija concluse inoltre che la corteccia prefrontale è fondamentale per
lo sviluppo del comportamento integrato e volontario, e per la
coscienza, inoltre Lurija credeva che il linguaggio è non solo un
sistema di comunicazione interpersonale, ma anche il più potente mezzo
di autoregolazione intrapsichica.
Per Lurija la psicologia doveva occuparsi anche della riabilitazione,
per poter aiutare il prossimo, ma anche per capire meglio la dinamica
funzionale del cervello, inoltre sosteneva che la personalità
dell'individuo non doveva essere divisa nelle sue componenti normali e
patologiche , ma che doveva essere valutata nell'insieme scaturito dalla
loro integrazione.
Lurija ebbe molti allievi, tra cui Chomskaja e Cvetkova.