Il
lessico mentale è il magazzino mentale delle informazioni che riguardano le parole, nel quale sono contenute l'informazione
semantica (il significato della parola), l'informazione
sintattica (l'organizzazione delle parole nel formare la frase), e l'informazione relativa alla
forma delle parole (ortografia e suoni che compongono la parola).
Ci sono diverse teorie a riguardo, alcuni modelli presuppongono un unico
lessico mentale per la produzione e la comprensione del linguaggio,
altri modelli distinguono tra lessico di input e di output, e tutti i
modelli devono cmq tener conto della rappresentazione
ortografica (basata sulla visione) e quella
fonologica (basata sul suono).
Nel cervello esiste dunque uno o più magazzini dove sono immagazzinate
le informazioni relative alle parole ed alcune loro conoscenze dal punto
di vista concettuale, una persona può avere in memoria circa 50000
parole e può parlare alla velocità di circa 3 parole al secondo.
Il lessico mentale non ha contenuto fisso, le sue parole possono essere
dimenticate e possono esserne apprese delle nuove, sembra inoltre che le
parole usate più spesso siano accessibili più rapidamente e che le
parole subiscano l'
effetto di vicinanza (parole vicine/simili si facilitano a vicenda nel ripescaggio).
La
vicinanza acustica si ha quando le parole differiscono per un solo
fonema (la più piccola unità di suono che comporta una differenza di significato).
Secondo il modello di
Levelt, esistono reti legate alla forma delle parole al livello del
lessema (l'unità minima che costituisce il lessico) e reti legate alle proprietà grammaticali al livello del
lemma
(la forma di citazione/semplice di una parola), dove il livello
concettuale è quello della rappresentazione del valore semantico delle
parole e l'organizzazione delle rappresentazioni nel lessico mentale è
fondato su relazioni tra parole, in modo che le parole correlate nel
significato sono connesse tra loro e tendono ad essere più vicine nella
rete.
Esistono diversi tipi di priming oltre ai classici automatici ed impliciti, il
priming indotto dall'aspettativa,
si ha quando la presentazione del prime e del bersaglio sono separati
da un intervallo >500ms, e se il bersaglio poi si rivela coerente col
target i tempi di reazione saranno più veloci, in caso contrario ci
sarà l'inibizione.
Il
matching semantico si ha quando i soggetti si sforzano di abbinare il significato della parola-target a quella della parola-innesco.
Nel modello proposto da
Collins e
Loftus, i significati
delle parole sono rappresentati in forma di rete semantica in cui le
parole (che sono i nodi concettuali) sono collegate tra loro, e la forza
delle connessioni e la distanza tra i nodi sono determinate dalle
relazioni semantiche o associative tra le parole, inoltre l'attivazione
si diffonde da un nodo ad un altro e i nodi vicini risentono
dell'attivazione di più di quelli lontani.
Altri modelli propongono invece che i concetti siano rappresentati dalle
loro caratteristiche, o proprietà semantiche, anche se non si sa ancora
quante caratteristiche devono essere attivate perchè una persona possa
riconoscere un certo item.
L'
afasia di Wernicke è un deficit del linguaggio che comporta errori nella produzione del discorso, errori detti
parafasie semantiche (usare la parola cane quando invece si intende dire gatto), e a differenza di quella di Broca, è detta
fluente, perchè non c'è difficoltà fisica nella produzione del linguaggio.
La
dislessia profonda si ha quando un paziente legge cane dove c'è scritto gatto, mentre la
demenza semantica progressiva
comporta deficit nel sistema concettuale ed è associata ad un danno
progressivo nel lobo temporale, soprattutto nell'emisfero sinistro.
I dementi semantici hanno problemi ad assegnare agli oggetti una
categoria semantica, e spesso usano una categoria generale quando devono
denominare un singolo oggetto, inoltre è stato dimostrato che il
deficit può essere limitato ad una specifica categoria semantica.
Sembra esserci quindi una forte corrispondenza tra siti delle lesioni e
il tipo di deficit semantico, ad esempio i pazienti con difficoltà di
riconoscimento di oggetti animati hanno lesioni nella corteccia
temporale inferiore e mediale.
Ci sarebbero diversità nell'elaborare oggetti viventi e non viventi, nel secondo caso entra in ballo l'analisi delle funzioni.
Caramazza ha proposto un modello in cui la rete semantica è
organizzata secondo le categorie concettuali di oggetti animati e non
animati, e ha proposto che queste abbiano meccanismi neurali distinti.
Gli studi della
Damasio han mostrato che l'organizzazione è a
livello delle parole, e che il cervello ha 3 livelli per rappresentare
la conoscenza delle parole:
- Il livello superiore è quello concettuale, che contiene le caratteristiche semantiche correlate alla parola in questione (es: alto, forte, con 2 braccia, ecc...).
- Il livello lessicale, rappresenta la forma della parola che corrisponde a quel concetto (il nome della parola).
- Il livello fonologico, rappresenta i bit dell'informazione acustica corrispondente alla parola (il suono).
Secondo la Damasio le reti concettuali coinvolgono più strutture neurali, nell'emisfero destro e sinistro.
Analisi percettive dell'input linguistico
Quando si ascolta un discorso orale, bisogna decodificare l'input
acustico e tradurlo in un codice fonologico, perchè è in questa forma
che sono immagazzinate nel lessico mentale le rappresentazioni delle
forme acustiche delle parole, e questi 2 processi sono prelessicali.
Dopo la traduzione, nel lessico mentale può avvenire la selezione della
rappresentazione lessicale che meglio corrisponde all'input uditivo (
selezione lessicale), e questa forma della parola selezionata attiva il livello del lemma e poi quello del significato.
Nella lettura invece, la prima fase analitica richiede che il lettore identifichi nell'input visivo, le unità ortografiche.
Secondo alcuni modelli interattivi, esisterebbe anche un flusso
retroattivo di feedback, mentre secondo altri modelli le parole non
hanno rappresentazioni mentali permanenti, ma emergono come pattern di
attivazione differenti all'interno di una rete distribuita.
Secondo il
modello modulare di
Fodor, il linguaggio è
un sistema di input con architettura modulare con le seguenti
caratteristiche: specificità di dominio (il sistema di input riceve
informazioni da vari sistemi sensoriali ma le elabora solo con codici
specifici per sistema), incapsulamento delle informazioni
(l'elaborazione procede in una sola direzione e i moduli cognitivi
superiori non influenzano gli inferiori), localizzazione della funzione
(ogni modulo è collocato in una specifica parte del cervello).
L'
interazionismo invece respinge le premesse del modularismo, e
secondo questo modello i processi superiori influenzano quelli inferiori
attraverso feedback.
Input orale
I 3 fattori principali che determinano i suoni che udiamo sono: la
sonorizzazione (usare o meno le corde vocali per produrre un suono verbale), il
punto di articolazione (la parte dell'apparato vocale usata per produrre il suono) e il
modo di articolazione (il modo in cui viene modificato il flusso d'aria).
Nel discorso orale, a differenza del linguaggio scritto, non ci sono
confini fisici netti, i confini sono ambigui, mancano pause chiare (
problema della segmentazione), e non può esservi una relazione univoca uno-a-uno tra segnale fisico e rappresentazioni nella memoria.
Tuttavia le caratteristiche prese dall'analisi spettrale potrebbero
formare una rappresentazione fonetica che faccia da codice d'accesso
alla rappresentazione, e anche le
informazioni prosodiche (ritmo
del discorso ed intonazione) possono essere altri indizi per la
divisione del flusso del discorso orale in segmenti significativi.
Tramite studi su animali, su pazienti e tramite PET e fMRI è stato provato che la
corteccia temporale superiore svolge un ruolo importante nella
percezione dei suoni.
Il
giro temporale superiore (GTS) è importante per la percezione
uditiva ma non è specializzata per la percezione dei suoni verbali, come
sono importanti anche i
giri di Heschl.
Inoltre l'
area di Wernicke (regione temporo-parietale sinistra) è
importante per la comprensione delle parole, ed il GTS da solo non
costituisce la sede della comprensione verbale.
Sembra infine che il settore mediano del solco temporale superiore di
entrambi gli emisferi (ma in particolare il sinistro), sia importante
per la distinzione tra i suoni verbali e gli altri suoni.
Input scritto
Nel caso degli input scritti, il lettore deve riconoscere un pattern visivo e non uditivo.
La rappresentazione simbolica delle parole può avvenire in 3 modalità: col
sistema alfabetico (dove i simboli rappresentano i fonemi), col
sistema sillabico (ogni simbolo rappresenta una sillaba), e col
sistema logografico (uno specifico simbolo per ogni parola o per ogni morfema).
Il
morfema è invece la più piccola unità linguistica dotata di significato.
Nel
modello pandemonio di
Selfridge, l'input sensoriale è
temporaneamente immagazzinato come memoria iconica (demone
dell'immagine), e 28 demoni dei tratti, sensibili a caratteristiche
elementari come linee e curve, iniziano a decodificare i tratti della
rappresentazione iconica, poi le rappresentazioni delle lettere con le
caratteristiche richieste sono attivate dai demoni cognitivi ed infine
la rappresentazione più adatta viene selezionata dal demone della
decisione.
McClelland e
Rumelhart hanno proposto un altro modello di
tipo computazionale dove esistono 3 livelli di rappresentazione: un
livello per i tratti delle lettere che compongono le parole, uno per le
lettere ed uno per la rappresentazione delle parole.
In questo modello c'è un flusso di informazioni in direzione top-down
(mentre secondo selfridge è il contrario) ed i processi possono avvenire
in parallelo (quello di selfridge è seriale) e quindi possono essere
elaborate più lettere contemporaneamente, ed inoltre esistono
collegamenti eccitatori ed inibitori.
L'
effetto di superiorità della parola si ha quando osservando per
pochi istanti 3 stimoli visivi, una parola, una non parola, o una
lettera, l'identificazione di una lettera è più rapida quando essa è
contenuta dentro una parola esistente, e questo dimostra che
probabilmente le parole non sono percepite lettera per lettera.
Studi han dimostrato che è improbabile che alla lettura corrisponda un
sistema specializzato (anche perchè la scrittura è stata inventata da
relativamente poco e quindi proabilmente il cervello non si è ancora
modificato/evoluto), mentre è probabile che alcuni aspetti della lettura
siano sostenuti da processi visivi di ordine generale.
L'identificazione delle unità ortografiche avviene probabilmente nelle regioni
occipito-temporali dell'emisfero sinistro.
L'
alessia pura è un deficit che impedisce la lettura delle parole ma non penalizza gli altri aspetti del linguaggio.
Riconoscimento delle parole
Nell'elaborazione lessicale si ha: l'accesso lessicale, la selezione lessicale e l'integrazione lessicale.
L'
accesso lessicale si ha quando le rappresentazioni sono
attivate e si diffondono agli attributi sintattici e semantici delle
forme astratte delle parole.
Il processo della lettura implica che si traducano le lettere nei fonemi
corrispondenti, perchè non tutte le parole possono essere mappate, come
le pseudoparole, che non possono essere lette mappando direttamente
l'output ortografico su una forma di parola.
Esistono modelli a 2 vie: una
via diretta dall'ortografia alla forma astratta della parola e una
via indiretta
(dell'assemblaggio), nella quale l'input scritto viene tradotto in un
codice fonologico prima di essere mappato sulla forma della parola.
Prove a favore dell'esistenza di queste 2 vie sono: la
dislessia profonda (o
fonologica),
che impedisce la lettura delle pseudoparole (parole senza
rappresentazione nel lessico mentale) ma non di tutte le altre comprese
le difficili e lungo, e la
dislessia superficiale, dove i pazienti traducono direttamente le lettere in suoni (non hanno la giusta pronuncia).
Nel
modello della coorte di
Marslen-Wilson, l'elaborazione
del discorso comincia con il primissimo suono o fonema che
l'ascoltatore identifica come inizio di parola, dove inizialmente verrà
attivata più di una rappresentazione e verrà poi selezionata quella che
meglio corrisponde all'input sensoriale (
selezione lessicale).
La selezione della parola appropriata dipende dalle informazioni
sensoriali in ingresso e dal numero di competitori nella coorte generata
dalla parte iniziale della parola, inoltre in questo modello si tiene
conto dell'aspetto temporale della percezione del discorso.
Secondo questo modello, vengono attivate tutte le forme lessicali che si
sovrappongono parzialmente con l'input linguistico e chi vincerà la
competizione inibirà le altre forme.
Gli aspetti fonologici e semantici delle parole udite forse sono elaborati nel
giro temporale medio e in quello
inferiore e solo nelle regioni più anteriori del lobo temporale c'è una lateralizzazione verso l'emisfero sinistro.
Nell'input scritto invece, forse sono le regioni occipito-temporali
dell'emisfero sinistro ad essere specializzate nell'identificare le
unità ortografiche.
Nel
giro temporale medio sembra esserci parte dell'
elaborazione fonologica, mentre per tradurre in informazioni fonologiche per la pronuncia l'input ortografico, sembra essere rilevante il
giro frontale inferiore sinistro, compresa la
parte ventrale dell'area di Broca.
Nell'elaborare le parole nel
contesto creato da altre parole, sono importanti 2 rappresentazioni: le
rappresentazioni di livello inferiore (basate sul livello sensoriale) e le
rappresentazioni di livello superiore (basate sul contesto della parola che precede quella da elaborare).
Entrambe queste rappresentazioni sono importanti per la comprensione della parola, e devono interagire tra di loro.
Anche in questo caso esistono diversi tipi di modelli, come i
modelli modulari,
dove il flusso di elaborazione è di tipo bottom-up, dove i moduli sono
separati e quelli più in alto non possono influenzare quelli più in
basso e non ci sono quindi influenze di tipo contestuale, si avrà
l'influenza solo dopo l'accesso lessicale, la selezione della forma e
l'attivazione dei significati.
Nei
modelli interattivi invece, tutti i tipi di informazioni
partecipano al riconoscimento della parola ed il contesto può
influenzare ancora prima che siano disponibili le informazioni
sensoriali.
Nei
modelli ibridi, l'accesso lessicale è autonomo e non
influenzato dalle informazioni di livello superiore, mentre la selezione
lessicale può essere influenzata dall'informazione sensoriale e da
quella di livello superiore.
Non si sa quale sia il modello giusto, cmq alcune prove sembrano far
credere che la selezione lessicale sia influenzata dalle informazioni
contestuali di livello superiore.
Intregrazione delle parole in frasi
Per capire una parola all'interno di una frase è necessaria
l'elaborazione semantica e sintattica, la prima è importante per
determinare il corretto senso delle parole nel contesto, la seconda è
importante per la giusta comprensione grammaticale e continua ad avere
luogo anche in assenza di significato (lo dimostra il fatto che si
rilevano più facilmente parole target in periodi senza senso ma
grammaticalmente corretti, e meno, viceversa).
Quando udiamo o leggiamo, attiviamo le forme delle parole (lessemi) che a
loro volta attivano l'informazione dei lemmi, e si ipotizza che il
lemma contenga l'informazione sulle proprietà sintattiche della parola e
anche l'informazione sulle strutture sintattiche che possono essere
generate dato un certo verbo.
Dopo il recupero del lemma appropriato, la costruzione della struttura
ha inizio e alle parole vengono associati i ruoli sintattici e vengono
raggruppate in frasi sintattiche.
L'assegnazione sintattica viene detta
analisi grammaticale (parsing), mentre il processo che la esegue viene detto
analizzatore sintattico (parser).
Le intere frasi vengono analizzate di volta in volta, e di sicuro non
vengono immagazzinate per intero nel cervello, perchè occuperebbero
troppa memoria.
Nel
modello garden-path di
Lynn Frazier, le frasi hanno un'interpretazione preferenziale, che in alcuni casi può portare ad effetti ingannevoli.
Il periodo può avere una struttura gerarchica ad albero e può essere suddiviso in funzione nominale e funzione verbale.
In questo modello ci sono 2 meccanismi di elaborazione che ottimizzano le risorse: il
principio di minimal attacment garantisce che l'analisi sintattica sia condotta in modo da minimizzare il numero dei nodi sintattici da computare, il
principio del late closure invece,
cerca di assegnare le parole in entrata alla frase, in ogni modo, la
prima analisi si basa quindi solo sulla struttura sintattica e non è
influenzata da altre informazioni.
Il modello più corretto tra tutti, sembra essere quello interattivo.
L'
agrammatismo si ha quando si tende a produrre proposizioni di
due o tre parole che consistono quasi esclusivamente in sostantivi, e
quando si ha difficoltà a capire strutture sintattiche complesse, e ciò
può dipendere da lesioni che comprendono l'area di Broca nell'emisfero
sinistro (anche se alcuni pazienti non hanno queste lesioni).
In generale si può dire che, l'
area di Broca può essere importante per l'elaborazione delle informazioni sintattiche.
Produzione del linguaggio
Nel
modello teorico della produzione linguistica di
Willem Levelt, il primo passaggio nella produzione del discorso consiste nella preparazione del messaggio, tramite
macropianificazione
(intenzione comunicativa pianificata con obiettivi e sottobiettivi
espressi nell'ordine più funzionale al progetto comunicativo) e
micropianificazione (il modo in cui le informazioni sono espresse, attraverso un certo punto di vista).
Il risultato finale di questi 2 processi è un messaggio concettuale, il
formulatore che traspone il messaggio nella forma corretta dal punto di vista fonologico e grammaticale.
Vengono poi attivati il concetto principale ed i concetti ad esso
collegati, che a loro volta attivano altre rappresentazioni nel lessico
mentale, a partire dai nodi al livello dei lemmi, per poi accedere alle
informazioni sintattiche.
Il lemma selezionato attiva il lessema che contiene le informazioni
fonologiche e le informazioni metriche, relative al numero di sillabe.
Nell'ultimo stadio viene pianificata l'articolazione, dove le sillabe
delle parole sono mappate su specifici schemi motori che fanno muovere
la lingua, la bocca e l'apparato vocale, in modo da generare la
parola, ed in questa ultima fase è possibile correggere gli errori,
prendendo tempo nell'esposizione della frase.
Le
parafasie semantiche sono le parole correlate nel significato
alla parola che dovrebbero pronunciare, e si possono avere deficit su
queste funzioni se si ha l'
afasia di Wernicke.
L'
afasia di Broca invece, spesso accompagna la
disartria, un problema nell'articolare le parole, data l'impossibilità di controllare i muscoli necessari.
I ricercatori sono cmq concordi sul fatto che esista un processo
concettuale, uno sintattico ed uno fonologico, e secondo la teoria
Levelt, l'informazione fonologica non può influenzare la selezione del
lemma, mentre i modelli interattivi prevedono circuiti a feedback
dall'attivazione fonologica alle proprietà semantiche della parola.
In generale, la selezione del lemma potrebbe avvenire prima che sia attivata l'informazione fonologica a livello del lessema.
Si pensa che l'attivazione dell'
opercolo frontale nell'area di Broca sia specifica per la
codifica fonologica nella produzione del linguaggio, mentre l'
articolazione delle parole potrebbe coinvolgere le
porzioni posteriori dell'area di Broca
(area 44), anche se questo processo attiva anche bilaterarlmente, la
corteccia motoria, l'area motoria supplementare e l'insula.
La lesione all'insula provoca l'
aprassia, la difficoltà a pronunciare le parole.
Neuropsicologia e disturbi del linguaggio
E' stato dimostrato che anche l'emisfero destro ha un ruolo
nell'elaborazione linguistica, è specializzato infatti nell'elaborazione
di parole che non hanno una stretta relazione semantica, a differenza
del sinistro.
L'afasia raccoglie l'insieme dei disturbi del
linguaggio che possono essere dovuti a lesioni del cervello, l'afasia si
distingue inoltre in afasia primaria, quella che è dovuta a disturbi di meccanismi per l'elaborazione del linguaggio, e l'afasia secondaria, che è dovuta a danni alla memoria, disturbi dell'attenzione o problemi percettivi.
Broca con i suoi studi sostenne che le aree cerebrali deputate alla produzione del linguaggio sono localizzate nel lobo frontale inferiore dell'emisfero sinistro (area di Broca).
Wernicke invece affermò che la regione posteriore del giro temporale superiore partecipa al magazzino uditivo delle parole (area di Wernicke).
L'area di Broca è quindi la sede della memoria motoria per le parole,
mentre l'area di Wernicke è coinvolta nella memoria sensoriale delle
parole, e che quindi esistono 3 aree cerebrali per il linguaggio: per la
produzione, per la comprensione e per i concetti.
La
teoria localizzazionista classica di
Wernicke-Lichrheim-Geshwind,
ha 3 principali centri coinvolti nell'elaborazione linguistica: l'area
di Wernicke A, rappresenta il lessico fonologico, l'area di Broca M, è
l'area di programmazione e pianificazione del linguaggio, e l'area B,
che è il magazzino dei concetti.
Queste aree sarebbero interconnesse tra loro e lesioni ai loro centri
rifletterebbero il danno di aree specifiche del linguaggio (diverse
afasie fanno credere che questo modello sia corretto, anche se non è
privo di imprecisioni e di dubbi teorici).
I 3 parametri più importanti per valutare i disturbi del linguaggio
sono l'eloquio spontaneo, la compensione uditiva e la rappresentazione
verbale.
L'
afasia di Broca causa una difficoltà di eloquio ed
una serie di altri sintomi legati alla comunicazione verbale (mormorii
illeggibili, singole sillabe, frasi molto brevi o mancanti di vocaboli),
alcuni di questi problemi derivano da deficit del linguaggio, come la
disartria (perdita di controllo dei muscoli articolatori) e l'aprassia (deficit nella capacità di programmare l'articolazione).
L'afasia di Broca può cmq portare anche deficit di comprensione, di difficoltà di elaborazione grammaticale (
agrammatismo).
L'afasia di Broca è stata localizzata con danni nell'area di Broca, ma
non solo li, anche ad esempio all'insula, ed inoltre in alcuni casi,
danni in quell'area non causano l'afasia, quindi è ancora in discussione
la sua esatta localizzazione.
L'
afasia di Wernicke è un disturbo che interessa
principalmente la comprensione del linguaggio, scritto o parlato, e la
comunicazione: i soggetti con questa afasia fanno discorsi lunghi ed
articolati, ma senza senso.
L'
area di Wernicke comprende il
terzo posteriore del GTS,
anche se è stato dimostrato che deficit della comprensione derivano
anche da lesioni nella giunzione fra i lobi parietale e temporale, che
comprende i giri angolare e sovramarginale, ed inoltre i deficit della
comprensione possono arrivare anche da lesioni non riguardanti l'area di
Wernicke.
Il danneggiamento dell'area di Wernicke o della corteccia circostante può portare all'
anomia, l'incapacità di dire il nome delle cose.
Si ha l'afasia di Wernicke grave solo se la lesione comprende l'area di
Wernicke e la corteccia circostante, mentre il danneggiamento solo a
quell'area portano all'afasia temporanea, e quindi l'area di Wernicke
non è la vera causa dell'afasia di Wernicke.
L'
afasia di conduzione comporta problemi di produzione verbale
spontanea e nella ripetizione del discorso, oltre (ogni tanto) all'uso
di parole in modo scorreto, questi pazienti capiscono di commettere
errori, ma non sono in grado di correggerli.
Questa afasia si può manifestare dopo il danneggiamento del
fascicolo arcuato,
la via che connette l'area di Broca a quella di Wernicke (anche se
sintomi simili si trovano anche con lesioni all'insula ed alcune parti
della corteccia uditiva).
Il danneggiamento delle connessioni tra le aree della rappresentazione
concettuale e l'area di Wernicke pregiudica la capacità di comprendere
gli input verbali, ma non quella di ripetere ciò che è stato udito (
afasia sensoriale transcorticale).
Tutti questi studi sulle afasie portano a concludere che il modello
classico è errato, e che lo sono anche le localizzazioni dell'afasia di
Broca e di Wernicke, perchè probabilmente esse derivano da un complesso
di sintomi.
Nei vari studi è emerso che, la natura del compito ha un'influenza
diretta sulla prestazione del paziente afasico, e spesso i disturbi sono
dovuti non tanto ad un problema di rappresentazione, ma di
elaborazione.
Secondo una teoria alternativa, l'afasia non dipende dalla perdita di
informazioni linguistiche, ma dalla compromissione dei processi mentali
che elaborano in tempo reale quelle informazioni, e quindi qualsiasi
deficit che compromette l'esecuzione in tempo reale dei normali
processi, può portare all'afasia (
ipotesi del danno ai processi di elaborazione).
Dati di vari studi portano a pensare che negli afasici sia alterata l'integrazione lessicale, e non l'accesso al lessico.
Neurofisiologia del linguaggio
Il metodo della PET con 18F-deossiglucosio misura il
metabolismo neuronale usando simil glucosio marcato radioattivamente che
viene assorbito dalle cellule attive, permettendo di visualizzare la
radiottività tramite uno scanner PET.
Questa tecnica serve per mettere in evidenza effetti funzionali di
lesioni, che si estendono al di la della regione interessata dal danno
strutturale.
In tutti i pazienti afasici analizzati a riposo con la PET, è stato
trovato un ipometabolismo nella regione temporo-parietale (soprattutto
nel giro angolare, giro sovramarginale e nel GTS), indipendentemente dal
tipo di afasia.
La definizione su base anatomica delle strutture coinvolte nell'afasia,
può non cogliere i cambiamenti fisiologici del cervello che accompagnano
la sindrome, quindi per cercare di definire l'organizzazione cerebrale
del linguaggio è necessario usare più metodi di ricerca.
Oltre a studi con la PET e la fMRI, sono stati fatti studi con gli ERP, ed è stata analizzata l'
onda N400,
un'onda cerebrale correlata ai processi linguistici (è un picco di
voltaggio negativo che raggiunge la sua massima ampiezza circa
dopo 400ms l'insorgere dello stimolo).
Quest'onda è particolarmente sensibile agli aspetti semantici dell'input
linguistico, e tramite varie misurazioni, usando il metodo della media
sui tracciati dell'EEG, si è scoperto che: l'onda N400 ha un'ampiezza
maggiore in risposta a parole anomale alla fine della frase rispetto a
parole congruenti (
effetto N400), mentre quando l'ultima parola è
congruente rispetto al punto di vista semantico ma fisicamente deviante
rispetto al resto della frase, viene evocato un potenziale positivo al
posto dell'onda, inoltre, incongruenze di natura non semantica non
evocano l'effetto N400.
L'onda N400 è quindi un effetto specifico dell'analisi semantica.
Un'altra componente ERP identificata è stata chiamata
P600 o
spostamento positivo sintattico (SPS), che appare fortemente quando c'è una violazione sintattica nella frase (effetto che appare 600ms dopo la violazione).
Inoltre, la P600 si forma anche quando i soggetti leggono frasi sintattiche corrette ma ingannevoli.
Altri studi han rivelato la presenza di altre onde, come quella negativa sopra le aree frontali di sinistra, detta
left anterior negativity (LAN), che appare quando le parole violano la categoria richiesta dalla frase.
La LAN ha circa la stessa latenza della N400 ma differisce per la distribuzione del voltaggio sul cuoio capelluto.