La
prospettiva fenomenologica si consolida tra la fine dell'800 e gli anni 30 del 900, e avrà la sua massima espressione nella
teoria della forma (Gestalt), sviluppatasi dopo il 1912 avrà i suoi massimi sviluppi negli anni 20-30.
Il metodo fenomemologico comporta un riscontro immediato del fenomeno da
parte dell'osservatore, e si riconosce l'influenza dei fattori innati
in relazione coi fattori ambientale (idea originale di
Kant).
La prospettiva fenomenologica si è distinta per una maggiore
considerazione psichica rispetto al contenuto del processo stesso
(pensiero di
Brentano), formando così la
psicologia dell'atto.
Allievi di Brentano famosi della scuola di Graz furono
Meinong e
von Ehrenfels.
Dopo il 1912 la Gestalt si divise dalla fenomenologia, mentre in Italia la fenomenologia si diffuse grazie alla scuola di
Brentano a Padova, negli USA solo dopo gli anni 50.
La psicologia dell'atto
La psicologia secondo
Stumpf studia i fenomeni costituiti dalle sensazioni, mentre la psicologia secondo
Brentano studia le funzioni psichiche, differenziate in funzioni intellettuali ed emozionali.
Secondo
Mach la realtà è composta di corpi, cose, oggetti che
producono sensazioni nel nostro organismo, ma questi sono un aggregato,
un complesso di sensazioni che corrono nel nostro organismo in un flusso
continuo, non sono i corpi a generare le sensazioni, ma i complessi di
elementi/sensazioni a formare i corpi.
Ehrenfels (1890) è considerato il precursore della Gestalt, con la sua
qualità formale
(la forma che non è la somma delle singole parti) indipendente dagli
elementi che la costituiscono e percepita immediatamente insieme a loro.
Il concetto di
oggetto fù introdotto da
Meinong, ed è un contenuto mentale, di 2 tipi, di tipo sensoriale immediato, e di tipo più complesso e secondario, formati dai primi.
Nel 1904 Meinong e i suoi allievi (tra i quali Benussi) elaborarono la
teoria della produzione.
Gli studi di
Benussi furono sulle illusioni ottiche, la percezione del tempo e del movimento, ed egli elaborò il concetto di
plurivocità formale, una varietà di percezione di forme, e il concetto di
contrasto cromatico simultaneo (esempio del quadrato con contrasto inadeguato tra bordi e sfondo).
Da ricordare anche gli studi di
Muller nel campo della psicofisica e della percezione visiva e tattile, mentre
Rubin studiò le
figure reversibili (figura bianca su sfondo nero).
Carl Stumpf
Nato nel 1848 a Wiesenthied nella Franconia, studiò con
Brentano e successivamente a Berlino avviò un importante istituto di psicologia, morì nel 1936.
Era appassionato di psicoacustica e psicologia della musica, e presto entrò in dura
polemica con
Wundt, perchè criticò
Lorenz
l'allievo di Wundt, il quale sosteneva che ciò che era ottenuto in
condizioni sperimentali controllate doveva essere per forza giusto,
mentre Stumf disse che se ad esempio il laboratorio produceva dati in
contrasto con un esperto musicale, questi dati dovevano essere
necessariamente errati.
Tra gli allievi di Stumpf: von Hornbostel, Gelb, Husserl, Kohler, Koffka, Lewin, Poppelreuter, Rupp e Wertheimer.
Vittorio Benussi
Nato a trieste nel 1878, si trasverisce a
Graz nel 1896, laureandosi in filosofia sotto la guida di
Meinong.
Nel 1919 diventa professore di psicologia sperimentale a Padova, dove
creò anche un laboratorio di ricerca, ma sofferente di crisi depressive
(visitato da
Heider) si suicidò nel 1927.
Tra i suoi studi, oltre alle illusioni ottiche, alla percezione del
movimento e del tempo, ci furono anche studi sui sintomi respiratori da
menzogna, sulla suggestione, sull'ipnosi e sulla psicoanalisi.
Un allievo famoso di Benussi fù
Musatti.
La teoria della forma (Gestalt)
La Gestalt rifiutò il metodo dell'introspezione, lo studio
dell'inconscio, delle esperienze passate, per passare ad esperimenti
controllati in laboratorio, cercando conferma di corrispondenza tra dato
fenomenologico e processo neurofisiologico.
La Gestalt era una teoria semplice, usava pochi ed esaustivi principi concettuali, e i suoi 3 padri fondatori furono:
Wertheimer, Kohler e
Koffka.
La Gestalt o
scuola di Berlino ebbe anche una rivista ufficiale, la
ricerca psicologica (1921), e tra i primi esperimenti ci fù quello di
Wertheimer di tipo fenomenologia sperimentale sul movimento illusorio di stimoli luminosi.
Wertheimer nei suoi saggi criticò l'elementismo e l'associazionismo, ed
enunciò i fattori alla base dell'organizzazione percettiva:
vicinanza, somiglianza, destino comune, pregnanza, direzione, completamento, chiusura, esperienza passata.
Per
Kohler la percezione era data da una distribuzione di
correnti elettriche generata dagli effetti dell'interazione tra una
corrente ed un'altra secondo i principi della fisica (da qui la
teoria di campo, con i concetti presi della fisica come forze, equilibrio, ecc...).
Il più importante settore di ricerca della Gestalt fù quello della
percezione del movimento, ma si studiarono anche gli effetti delle
lesioni cerebrali sull'organizzazione percettiva, il pensiero e la
memoria.
Kohler fece una serie di esperimenti sull'intelligenza dei primati, con
prove da superare, che dopo errori ripetuti venivano superate tramite
l'intuizione, e da qui nacque il concetto di
insight.
Questo concetto andava contro quello dei comportamentisti come
Thorndike,
dove per lui si apprendeva per errori, per rinforzi positivi, mentre
secondo Kohler l'insight corrisponde ad una ristrutturazione dove le
esperienze passate acquistano una nuova relazione reciproca.
L'allievo di Werheimer e Kohler,
Duncker precisò che la soluzione
del problema non deve essere concepita come un processo mentale
immediato, spontaneo e intuitivo, ma come un sistema organizzato di
soluzioni parziali, che a loro volta diventano un problema da risolvere,
fino alla totale soluzione del problema iniziale.
Una trattazione sistematica dei processi della memoria fù fornita da
Koffka, nel suo
principles of Gestalt psychology (1935), mentre
Kohler concepì anche il
postulato dell'isoformismo.
Un altro grande esponente della Gestalt, anche se un po' meno ufficiale, fù
Kurt Lewin, che creò la sua
teoria del campo
C=f(P,A), portando alla luce nuovi concetti, nuove idee, come l'uso
della psicologia topologica, la psicologia ecologica, lo spazio di vita,
l'importanza dell'interazione con l'ambiente, il concetto di regione
(regione percettivo-motoria, e interna-personale), la psicologia
vettoriale che si rifà alla fisica, le forze e i principi di
locomozione, le tensioni interne, le barriere.
Tra gli allievi e i collaboratori di Lewin ci fù la russa
Bluma Zeigarnik,
con il suo famoso effetto Zeigarnik dove si dimostrò che i compiti
interrotti vengono ricordati più facilmente di quelli completati, ma
anche l'esperimento sullo scoppio della collera di
Tamara Dembo, o l'esperimento di
Lippitt e
White sugli stili di leader, e poi
Newcomb,
Muzafer Sherif, Ash, Festinger (dissonanza cognitiva), Heider.
Lewin si dedicò alla
psicologia sociale, di cui divenne uno dei
maggiori teorici del 900, affermando che "il gruppo è qualcosa di
diverso dalla somma dei suoi membri" (classica impostazione da
Gestaltista).
Lewin poi distinse anche la
psicologia aristotelica dalla
psicologia galileiana, e quest'ultima doveva essere il punto d'arrivo per la psicologia, per metodi e oggetti di studio.
La teoria della forma contribuì successivamente alla crisi del
comportamentismo negli anni 60, e fù ripresa e rianalizzata negli anni
70.
La scuola gestaltista ebbe principalmente centri a Berlino, poi a
Francoforte, a Giessen e poi quando ci fù il nazismo emigrò negli Stati
Uniti, dove ebbe un po' di scontri con le altre scuole (soprattutto con i
comportamentisti), e si diffuse grazie alle conferenze fatte prima
negli anni 20 da Koffka e Kohler.
La teoria della forma fù criticata da Vygotskij per l'assenza di
un'adeguata considerazione dei fattori storico-culturali nello sviluppo
dei processi psichici, pur cmq riconoscendo che era la più avanzata
teoria del momento.
La teoria della forma ha influenzato anche l'arte, dove ci fù il
pittore percentuale ed un attegggiamento fenomenologico nella pittura, ed anche nel cinema si possono trovare tracce della Gestalt.
La Gestalt è cmq rimasta un capitolo aperto, dove anche al giorno d'oggi ci sono continui sviluppi.
Max Wertheimer
Nato a Praga nel 1880, studiò prima a Praga e poi a Berlino allievo di
Stumpf, dove conobbe Kohler e Koffka.
Nel 1933 emigrò per motivi razziali negli USA dove insegnò nella "new school for social research" fino alla morte nel 1943.
Fù un profondo amante e conoscitore della musica.
Kurt Koffka
Nato a Berlino nel 1886, laureatosi con
Stumpf nel 1909,
partecipò all'esperimento sul movimento apparente di Wertheimer a
Francoforte, e nel 1927 si trasferì negli USA e morì nel 1941.
Pubblicò
Principles of Gestalt psychology, la più estesa e completa opera della teoria della forma.
Wolfgang Kohler
Nato a Reval in Estonia nel 1887, si laureò a Berlino con
Stumpf,
fù assistente nell'istituto di psicologia di Francoforte dove iniziò a
lavorare con Wertheimer e Koffka, e successivamente fù nominato
direttore di una stazione di ricerca a Tenerife, e nel 1922 subentrò a
Stumpf nella direzione dell'istituto di Berlino.
Nel 1933 iniziò una critica al nazismo, ma dovette rinunciare e fuggire negli USA nel 1935, dove fù presidente dell'
American Psychological Association, e morì nel 1967.
Scrisse il più diffuso testo della teoria della forma:
Gestalt psychology (1929).
Kurt Lewin
Nato a Mogilno in Prussia nel 1890, studiò a Berlino nell'istituto diretto da
Stumpf, seguendo le lezioni del filosofo
Cassirer, e in quell'istituto conobbe
Kohler e
Wertheimer.
Formò un gruppo di giovani ricercatori, e alla fine degli anni 20
divenne anche noto in America, dove si trasferì nel 1933, e morì nel
1947.
Si occupò di psicologia del lavoro e nel 44 fondò il centro di ricerca
per la dinamica di gruppo in Massachusetts, successivamente divenuto un
importante istituzione statunitense per la ricerca sociale.