Vicissitudini del concetto d'attaccamento
Bowlby è stato criticato molto dagli psicoanalisti del suo tempo, ad esempio Anna Freud lo accusava di trascurare il complesso d'edipo e la sessualità infantile, elementi fondamentali del pensiero psicoanalitico (la Freud però trascurava l'ambiente esterno per focalizzarsi solo sulle vicissitudini istintuali).
Bowlby si preoccupava di trovare una base scientifica alla teoria delle relazioni oggettuali e la teoria dell'attaccamento, nella quale potevano fondersi l'approccio etologico e le teorie psicoanalitiche.
Bowlby, trattato con freddezza dagli psicoanalisti, alla fine si ritirò dalla discussione e proseguì per la sua strada.
Attaccamento e teoria delle relazioni oggettuali
I modelli operativi interni possono essere ricondotti alla teoria delle relazioni oggettuali ed intesi come conseguenza dell'interiorizzazione di esperienze ripetute con gli oggetti primari, in base alle quali i bambini sviluppano aspettative riguardo alle interazioni future, che vengono sistematizzate in rappresentazioni mentali di esperienze emotive associate alle interazioni che le hanno generate.
Anche nel concetto di coazione a ripetere di Freud, c'è l'affermazione che gli adulti ricreano nelle relazioni attuali le esperienze dell'infanzia, e questi punti di contatto con le teorie delle relazioni oggettuali riavvicinano la psicoanalisi alle teorie di Bowlby.
Per Bowlby, l'intero sistema di comportamenti nella prima età sottende la funzione di ottimizzare la prossimità con la madre, lo scopo del bambino non è però l'oggetto (es. la madre), ma uno stato fisico particolare, relativo al mantenimento della vicinanza col caregiver e con il tempo questo scopo fisico è sostituito da uno scopo di natura più psicologica, da un sentimento.
Bowlby colloca i legami sociali nella posizione di dati biologici primari (cosa in contrasto con le teorie psicoanalitiche, che parlano di pulsioni primarie legate a bisogni fisici).
All'inconscio di Freud (caratterizzato da conflitti interni tenuti a bada da meccanismi di difesa) la teoria dell'attaccamento contrappone un inconscio comportamentale che si struttura nell'interazione adattiva tra bambino ed ambiente.
Bowlby nei suoi lavori non da molta importanza alla fantasia, ma si concentra di più sulle conseguenze mentali per il bambino delle concrete minacce del mondo esterno e della mancata responsività del caregiver.
Per questo motivo è stato definito comportamentista, anche se oggi le distanze si sono accorciate ed è possibile dialogo e collaborazione tra psicoanalisi e teorie sull'attaccamento.
Attaccamento e psicoanalisi: aspetti comuni e differenze
I 3 assiomi che la teoria dell'attaccamento condivide con la psicoanalisi classica sono:
- la prospettiva genetica sullo sviluppo infantile
- il punto di vista strutturale
- il punto di vista adattivo
Cmq la psicologia dell'attaccamento e la psicoanalisi non offrono percorsi alternativi, ma una possibilità di convergenza che arricchisce entrambi i modelli.
Oltre la psicoanalisi
La psicologia dell'attaccamento prende spunto da discipline diverse: l'etologia, le teorie dei sistemi di controllo, le scienze cognitive.
Il cognitivismo attuale sottolinea l'influenza dell'attaccamento sull'organizzazione degli altri sistemi motivazionali interpersonali a base innata, la coscienza stessa e i processi di attribuzione dei significati affondano le radici nel contesto delle relazioni precoci e delle dinamiche dell'attaccamento.
La qualità della coscienza dipende quindi dalle caratteristiche delle prime relazioni interiorizzate e lo sviluppo individuale segue il corso del progressivo strutturarsi delle funzioni mnemistiche e di una coscienza d'ordine superiore, piuttosto che soprattutto la dinamica degli affetti.
Crittenden sviluppa la teoria dinamico maturazionale dove la maturazione e l'esperienza interagiscono e portano al cambiamento o alla continuità dei pattern di attaccamento.
All'interno di questo modello i soggetti sicuri equilibrano i canali cognitivo ed affettivo, gli evitanti dipendono profondamente dai fattori cognitivi e minimizzano gli affettivi, mentre gli ambivalenti amplificano l'affettività ed alterano la cognizione in base alle necessità.
C'è poi il concetto di coepistemia, il processo diadico di sviluppo delle regole di base della crescita della conoscenza, la coepistemia precederebbe la relazione di attaccamento e quindi i modelli operativi interni potrebbero essere subordinati alle regole dello sviluppo della conoscenza in senso lato.
Per Bowlby solo i rapporti che assumono per l'individuo il significato e la funzione di base sicura sono da considerare rapporti d'attaccamento.
Secondo Hazan e Shaver, l'innamoramento è un processo d'attaccamento che viene vissuto dagli individui in maniera diversa a causa delle loro diverse storie di attaccamento.
Byng-Hall invece, considera il sintomo del paziente come il risultato di copioni familiari (scripts) ripetitivi e patologici e privilegia come area d'intervento l'intera famiglia, e la terapia non può considerarsi conclusa fino a quando i membri non hanno riscritto le proprie storie in modo da conferire alla propria vita qualità di coerenza, empatia e sicurezza, l'obiettivo terapeutico è dunque quello di una base familiare sicura.
Bretherton ha sottolineato l'importanza dell'aspetto linguistico-narrativo nella costruzione dei modelli operativi interni.
Secondo questo autore, gli aspetti comunicativi dell'attaccamento non coinvolgono solo il livello della comunicazione comportamentale nell'interazione, ma anche il versante narrativo della relazione madre-bambino, divenendo a sua volta base della possibilità dell'adulto di narrare la propria storia d'attaccamento (in questo contesto lo strumento più usato è la AAI).
Stili d'attaccamento
L'attaccamento sicuro implica la rappresentazione da parte del bambino di una madre accessibile e responsiva, mentre l'attaccamento insicuro implica la rappresentazione di una madre non responsiva e la conseguente adozione di strategie per la gestione di questa interazione con lei.
Ogni stile rappresenta un compromesso tra il bisogno di mantenere la vicinanza col caregiver e la necessità di svincolarsi da una situazione dolorosa, legata proprio a questa relazione.
La Ainsworth ha introdotto la divisione degli stili d'attaccamento in: sicuro, evitante, ansioso/ambivalente (con l'aggiunta poi del disorganizzato), divisione tenuta anche da Hazan e Shaver.
Bartholomew e Horowitz invece hanno suddiviso in: sicuro, preoccupato, timoroso, distaccato/svalutante.
Attaccamento e clinica
Il tentativo di riclassificare tutta la psicopatologia sull'unica base dell'attaccamento può essere rischioso perchè nessuna entità diagnostica può essere l'effetto diretto di una particolare costellazione infantile.
Il modello più efficace per interpretare la psicopatologia è quello multifattoriale, dove però l'attaccamento è un fattore significativo a causa dei possibili fattori di rischio (attaccamento insicuro) o di protezione (attaccamento sicuro).
I soggetti sicuri sembrano meno presenti nella popolazione clinica, rispetto agli insicuri, quindi la distinzione tra sicuro ed insicuro può essere un buon elemento predittivo di psicopatologia.
Invece non è provata la sovrapponibilità dei diversi tipi di attaccamento insicuro ai diversi disturbi psichiatrici, anche se sembra provata la relazione tra attaccamento disorganizzato e disturbi dissociativi (anche per il borderline si ipotizza la relazione con il disorganizzato).
Secondo alcuni autori, le esperienze d'attaccamento possono influenzare la gravità del quadro sintomatologico, piuttosto che la forma specifica assunta da quest'ultimo.
E' stata inoltre trovata una forte correlazione tra bambini abusati e successivo attaccamento insicuro.
In generale cmq, è l'attaccamento disorganizzato il maggior predittore di psicopatologia.
Per quanto riguarda la terapia, il paziente tende ad applicare alla relazione terapeutica, le aspettative ed i significati costruiti nelle relazioni d'attaccamento originarie, quindi la classificazione dell'attaccamento può essere un efficace predittore dell'esito e del corso di una psicoterapia.
Il CATS è uno strumento che permette di misurare lo stile d'attaccamento tra paziente e terapeuta, il quale ha individuato 3 stili: sicuro, evitante-spaventato e preoccupato.
In generale sembra che i pazienti raggiungano risultati migliori se sono curati da clinici classificati come sicuri (perchè sono in grado di fornire una base sicura al paziente).
La durata dell'attaccamento nel tempo
L'attaccamento può essere considerato come un processo attivo d'adattamento che si organizza tramite la messa a punto di strategie atte a raggiungere la sicurezza e formulate in relazione alle caratteristiche dell'ambiente e alle accresciute capacità di elaborazione del pensiero e di organizzazione del comportamento.
Modelli operativi interni e stabilità dell'ambiente
I modelli operativi interni (IWM) operano per lo più in maniera automatica e durante lo sviluppo possono trasformarsi.
Secondo la Main, le esperienze vissute con i caregiver possono modificare sia i contenuti della mente infantile, sia la capacità di operare su di essi.
La stabilità dell'ambiente è stata studiata con diversi strumenti e linee d'analisi, tipo il life span developmental psychology che vede i legami d'attaccamento lungo l'arco di vita dell'individuo e la family development, che mette in relazione lo sviluppo del legame d'attaccamento con quelli della rete familiare.
Queste 2 prospettive teoriche concepiscono il ciclo evolutivo dell'attaccamento come una successione di relazioni diadiche che variano nel tempo per la qualità simmetrica o asimmetrica tra i soggetti interagenti.
Strumenti di valutazione
Per la prima infanzia lo strumento più usato per rilevare l'attaccamento è la Strange situation (SS) della Ainsworth, strumento che però perde di validità quando i bambini crescono, perchè iniziano a comparire una serie di azioni internalizzate non direttamente accessibili all'osservazione, e quindi sono stati creati strumenti di rilevazione differenti.
Inoltre la SS dovrebbe essere interpretata in base all'età del bambino, dato che crescendo i bambini affrontano solitamente meglio la separazione.
Per rilevare i modelli operativi interni sono state costruite particolari procedure, costituite da rilevazioni basate sul completamento di storie (per bambini in età prescolare e scolare) o basate sulle narrative prodotte dai bambini (età scolare e preadolescenza).
Uno strumento famoso è l'attachment story completion task (ASCT), che valuta le rappresentazioni d'attaccamento tramite la presentazione di 5 storie su tematiche d'attaccamento, di cui il bambino deve fornire un completamento narrativo tramite l'uso di una serie di bambole che rappresentano i protagonisti della famiglia.
Ci sono poi metodi di Q-sort, come l'attachment Q-sort, che consente di rilevare e valutare alcuni semplici comportamenti d'attaccamento del bambino in ambiente naturale, coprendo un arco di tempo più ampio della SS (fino a 5 anni) e venendo eventualmente applicato anche a diadi diverse da quella madre-bambino (valuta quindi anche attaccamenti multipli).
Il Separation anxiety test (SAT) rileva le risposte di bambini a stimoli di natura semiproiettiva perchè segue l'assunto che il bambino proietti su una serie di stimoli attivanti l'attaccamento le proprie organizzazioni mentali al riguardo.
Questo test si compone di 6 fotografie che rappresentano varie situazioni di separazione, che vengono mostrate al soggetto dicendogli di raccontare quali sentimenti sperimenta il personaggio della foto e quali strategie metterà in atto per affrontare la situazione.
Per gli adulti si usa invece la adult attachment interview (AAI) della Main, usata anche per madri adolescenti, stando però attenti a tener presente dell'eventuale sottostima delle difficoltà esistenti o al tentativo di sembrare all'altezza delle situazioni proposte (grado di desiderabilità sociale).
Studi longitudinali
Questi studi seguono l'andamento dei pattern d'attaccamento dall'infanzia all'adolescenza (per ora non esistono studi più lunghi nel tempo).
Quasi tutti questi studi usano l'SS per valutare l'attaccamento infantile e l'AAI per quello adolescenziale.
Diversi studi hanno rilevato in questo modo una sostanziale stabilità nel tempo del pattern di attaccamento.
Il Minnesota parent-child project (MPCP) è uno studio più dettagliato che prende in considerazione anche il concetto di rischio, in modo da sottolineare il fattore di protezione di un eventuale attaccamento sicuro.
Altri studi invece riportano una certa discontinuità nell'attaccamento, soprattutto nel caso di popolazioni a rischio, e ciò dimostra la presenza di altri fattori che possono influenzare gli stili d'attaccamento, modificandoli nel tempo.
Di generazione in generazione
Tramite la strange situation sono stati individuati i seguenti stili d'attaccamento: sicuro (B), insicuro evitante (A), insicuro ambivalente/resistente (C) e successivamente è stato definito anche un quarto tipo, l'insicuro disorganizzato/disorientato.
La strange situation risulta essere uno strumento affidabile.
In età prescolare e scolare per valutare l'attaccamento si può usare il manchester child attachment story task (MCAST), un metodo di valutazione osservativa finalizzato ad elicitare i modelli operativi interni dell'attaccamento in bambini dai 4-5 ai 7-8 anni.
Il setting comprende una situazione in cui tramite la presenza di alcuni episodi di vita familiare dove il bambino è invitato a raccontare una storia che completa quella proposta dal ricercatore, usando 2 bambole che rappresentano se stessi e la madre (vengono descritti episodi di separazione, di pericolo, di vulnerabilità fisiche).
Il ricercatore rileva il racconto tramite un'intervista semistrutturata e questo metodo quindi riprende gli assunti ed i principi metodologici della SS e dell'AAI.
Per valutare invece l'attaccamento in età adulta i metodi più usati sono le interviste, in particolare l'AAI.
Scelta del metodo di valutazione
Le ricerche longitudinali hanno permesso di rilevare sia la continuità dell'attaccamento, che la discontinuità legati ai fattori contestuali dello sviluppo.
Considerando l'intero sistema familiare (e non solo la diade madre-bambino) ed il rapporto tra le generazioni emergono una serie di fattori diretti, che esercitano un'influenza sullo sviluppo di pattern d'attaccamento senza elementi di mediazione, ed un'insieme di fattori indiretti, che fanno sentire la loro influenza anche attraverso altri elementi.
Tra i fattori diretti, il più indagato è la responsività del genitore, intesa come l'abilità di percepire ed interpretare con accuratezza i segnali ed i messaggi comunicativi impliciti nel comportamento del bambino e, sulla base di questa comprensione, rispondere a tali segnali in modo adeguato e con prontezza.
Un altro fattore diretto indagato è la capacità di mentalizzazione, intesa come uno strumento di organizzazione dell'esperienza del proprio ed altrui comportamento in termini di stati mentali e risulta associata alla sicurezza dell'attaccamento.
I fattori diretti sono quindi responsabili di gran parte dei meccanismi di trasmissione intergenerazionale, ma anche studiare i fattori indiretti è importante.
Valutazione dell'attaccamento dell'adulto in ambito clinico
Diversi studi dimostrano che le esperienze interpersonali accomunate dalla percezione di base sicura, piuttosto che insicura o disorganizzata, possono costituire il referente per la costruzione di legami d'attaccamento multipli.
Ci sono diversi strumenti che consentono di misurare i costrutti psicologici dell'attaccamento, rilevando le differenze individuali, ma tutt'oggi non si può cmq affermare l'esistenza di una corrispondenza biunivoca tra disturbi psicopatologici e pattern d'attaccamento
Secondo la teoria dell'attaccamento, gli elementi di vulnerabilità che si formano durante lo sviluppo fanno riferimento a ripetute e costanti esperienze di mancata o parziale capacità di protezione da parte del caregiver, ovvero ad esperienze in cui si sono sperimentati solitudine, separazione, abbandono, dolore fisico e mentale o mancata sintonizzazione emozionale.
L'attaccamento disorganizzato è spesso associato alla patologia in quanto è un segnale inconfutabile di rottura o compromissione del principio di base su cui funziona il sistema dell'attaccamento.
Potenzialità e limiti degli strumenti di valutazione
Un problema riscontrato è l'eterogeneità delle tecniche di valutazione, sia per quanto riguarda le procedure (intervista, autovalutazione, osservazione), sia per quanto riguarda il costrutto teorico a cui esse si riferiscono.
Un altro problema riguarda invece la variabilità delle caratteristiche psicometriche degli strumenti di autovalutazione.
Invece uno dei punti di forza della teoria dell'attaccamento è lo studio delle differenze individuali.
Tra gli strumenti in grado di identificare le differenze individuali c'è la AAI, divenuta famosa nella clinica grazie alle sue robuste qualità psicometriche.
Ci sono anche metodi alternativi, anche se per ora nessuno eguaglia l'AAI psicometricamente.
C'è inoltre la proposta di riformulare il numero e la tipologia delle classificazioni d'attaccamento.
E' poi importante rilevare i processi inconsci implicati nella costruzione e nel mantenimento delle organizzazioni mentali d'attaccamento, e anche lo studio della capacità di mentalizzazione è importante.
Le varie scale di valutazione scientifica di cui oggi si dispone in clinica per indagare la mentalizzazione fanno riferimento all'analisi dei protocolli della AAI o all'analisi delle trascrizioni delle sedute di psicoterapia.
Psicodinamica dell'attaccamento
La teoria dell'attaccamento ha dato origine a 2 linee di ricerca.
La prima ha avuto origine dagli psicologi dello sviluppo, i quali hanno usato tecniche d'osservazione per studiare la relazione genitore-bambino, tecnica ampliata poi dai clinici che hanno usato interviste, per studiare lo stato della mente rispetto all'attaccamento nei genitori.
La seconda linea di ricerca è nata dagli psicologi sociali, che hanno applicato le idee di Bowlby allo studio delle relazioni sentimentali e allo sviluppo di misure di self-report in ambito sperimentale e di ricerca.
Purtroppo questi 2 filoni sono stati spesso in contrasto tra di loro e si sono ignorati a vicenda i lavori, tensioni e divergenze a volte presenti anche all'interno dello stesso filone.
Misure self-report dello stile d'attaccamento
Nella psicologia sociale e di personalità, gli stili d'attaccamento sono concepiti come modelli sistematici di aspettative, bisogni, strategie di regolazione delle emozioni e di comportamento sociale, che sono il prodotto dell'interazione tra il sistema comportamentale d'attaccamento innato e la storia individuale delle esperienze di attaccamento, che di solito nasce dalle relazioni coi genitori.
Brennan, Clark e Shaver individuano 2 dimensioni che caratterizzano l'attaccamento: ansia correlata all'attaccamento ed evitamento correlato all'attaccamento.
Nello stile sicuro ansia ed evitamento sono bassi, nello stile ansioso/ambivalente l'ansia è elevata, nello stile evitante invece la regione che comprende questi 2 stadi è un po' più complessa.
Bartholomew ha individuato 2 sottocategorie distinte: evitanti distanziati e evitanti spaventati.
Queste dimensioni possono essere misurate da 2 scale likert a 18 item (con buona attendibilità), la scala d'ansia e la scala d'evitamento, indipendenti (senza correlazione).
I soggetti che presentano alti punteggi d'ansia hanno bisogno di sentirsi vicini, accettati, supportati, rassicurati, mentre quelli che hanno alti punteggi d'evitamento si sentono a disagio con la vicinanza, l'aprirsi, i sentimenti, l'espressione di debolezze e dipendenza.
Questi autori usano un approccio narrativo per elicitare i modelli operativi interni o gli stati della mente rispetto all'attaccamento, ed hanno individuato 3 categorie d'attaccamento: sicuro, distanziante e preoccupato.
Il sicuro descrive le relazioni positive in modo chiaro, convincente e coerente o quando descrive le negative in maniera coerente ed equilibrata.
Il distanziante svaluta o idealizza l'importanza delle prime relazioni d'attaccamento, non riportando eventi di vita che esemplifichino e supportino le sue affermazioni.
Il preoccupato invece ha una coerenza del trascritto ridotta dal coinvolgimento rabbioso ancora presente con la figura genitoriale o da un'elevata ansia, o quando l'intervistato discute delle proprie relazioni infantili come se fossero ancora attuali.
Le misure self-report relative alle relazioni intime risultano correlate alla codifica delle scale dell'AAI.
Anche i self-report, come l'AAI possono rilevare i processi inconsci relativi all'attaccamento.
Stili d'attaccamento e regolazione degli affetti
Le ricerche che hanno usato self-report hanno confermato le ipotesi dell'importanza di una base sicura per affrontare le minacce e le fonti di stress.
I sicuri sembrano aver sviluppato misure ottimistiche a riguardo la gestione delle difficoltà, un senso di fiducia sulla responsività altrui e di autoefficacia nel fronteggiare lo stress.
Lo script della base sicura sembra essere organizzato attorno a 3 principali istanze di regolazione emozionale: riconoscimento ed espressione dell'emotività negativa, uso di una strategia di problem solving centrata sul compito e ricerca attiva di supporto.
L'attaccamento sicuro è inoltre associato al riconoscimento e all'espressione delle emozioni, gli individui sicuri hanno accesso ai ricordi negativi senza venirne sopraffatti e di solito esprimono in maniera aperte le emozioni.
I sicuri in situazione di stress e di pensieri di morte riescono ad adottare la strategia di ricerca di vicinanza senza esitare, inoltre c'è la tendenza dei sicuri ad usare strategia di coping per il problem solving anche sotto stress.
I sicuri distorcono meno la realtà usando meccanismi difensivi, a differenza degli insicuri, inoltre, l'attivazione del senso di avere una base sicura può avvenire inconsciamente e può automaticamente influenzare giudizi sociali e comportamenti.
Secondo Cassidy e Kobak, l'iperattivazione del sistema d'attaccamento è caratteristica degli individui preoccupati, mentre la disattivazione difensiva è caratteristica degli evitanti.
L'ansioso tende a concentrarsi sul proprio disagio, a rimuginare sui pensieri negativi, ad adottare strategie di coping che coinvolgono la dimensione emozionale e tendono ad esagerare, piuttosto che sminuire le difficoltà, mentre l'evitante si distanzia dalla fonte di disagio cognitivamente o nel comportamento.
L'ansioso agisce ai ricordi di separazione con un'elevata accessibilità a pensieri di morte, mentre gli evitanti allontanano gli eventi stressanti dalla coscienza e dalla memoria (gli evitanti hanno un basso grado di accessibilità ai ricordi di tristezza ed ansia, al contrario degli ansiosi).
Gli evitanti possono essere inconsapevoli della propria rabbia, presentano sospetti paranoici e attitudini ostili, e sono incapaci di ridurre il livello di tensione.
Gli evitanti reagiscono alle situazioni minacciose aumentando la visione positiva di sé e percependo gli altri come diversi (proiezione difensiva), mentre gli ansiosi in situazioni di minaccia si svalutano e percepiscono gli altri come simili (identificazione proiettiva).
Gli ansiosi forse interpretano l'emozione positiva come un segno di pericolo, perchè in passato hanno avuto fregature perchè si sono fidati, quindi possono diventare rigidi ed ipervigili verso novità ed incertezze, e possono percepire se stessi come vulnerabili ed indifesi quando abbassano la guardia.
Dinamiche d'attivazione del sistema d'attaccamento
Bowlby ha individuato alcuni fattori ambientali principali d'attivazione dell'attaccamento, rilevando che il bambino cerca la sua figura d'attaccamento quando è stanco, affamato, malato o quando non è sicuro che questa gli sia vicina.
Bowlby quindi ha ipotizzato che la presenza di una minaccia fisica o psicologica attivi immediatamente il sistema d'attaccamento.
Infatti, in situazioni di difficoltà i bambini prediligono e cercano il caregiver, mentre ricerche su adulti dimostrano che la separazione dal proprio partner presenta una fonte di disagio.
Sono stati fatti alcuni studi (Mikulincer, Gillath, Shaver) sul priming nell'attaccamento, dove ad esempio, parole dal significato minaccioso presentate inconsciamente attivano automaticamente rappresentazioni di figure d'attaccamento (i soggetti nominano le figure d'attaccamento, preferendole a nomi di persone conosciute e sconosciute).
Il priming funzionava sia con minacce di separazione che con minacce reali, attivando più velocemente solo la rappresentazione delle figure d'attaccamento.
Considerando le differenze individuali nell'attivazione del sistema d'attaccamento, i sicuri mostrano maggior accesso ai pensieri relativi alla vicinanza e all'amore e ai nomi delle figure d'attaccamento solo in contesti di minaccia e non in contesti neutri (ed hanno un attivamento lento alle parole che connotano preoccupazione).
Gli ansisosi accedono rapidamente alle figure d'attaccamento anche in condizioni non stressanti, inoltre hanno un modello negativo di sé ed un'aspettativa di rifiuto e di sostegno inaffidabile e ciò gli comporta stress cronico.
Gli evitanti invece hanno poca accessibilità alle figure d'attaccamento anche in caso di pericolo, ma si attivavano però quando veniva dato loro un compito extra di scelta lessicale, sembra quindi che gli evitanti attivino preconsciamente temi d'attaccamento nonostante neghino consciamente il loro bisogno d'amore e di sostegno.
Gli evitanti inoltre riescono con successo a sopprimere le paure legate alla vicinanza, ma in situazione di stress prolungato anche loro ne risentono.
Rappresentazione delle dinamiche del sistema d'attaccamento
Un nuovo modello del sistema d'attaccamento recentemente realizzato è costituito da 3 componenti principali: la componente del monitoraggio e la valutazione di eventi che suscitano minaccia e stress (componente responsabile dell'attivazione del sistema d'attaccamento), la componente del monitoraggio e la valutazione della disponibilità e della responsività delle figure d'attaccamento che possono fornire supporto e sollievo (componente responsabile delle differenze individuali rispetto alla percezione di avere una base sicura), e la componente del monitoraggio e la valutazione dell'attuabilità della ricerca di vicinanza come strategia di coping rispetto all'insicurezza nell'attaccamento e stress (componente responsabile delle differenze individuali nell'uso di strategie di iperattivazione vs disattivazione della regolazione degli affetti).
Questo modello include anche circuiti neurali eccitatori o inibitori.
I circuiti eccitatori vengono usati dagli ansiosi nelle loro strategie di iperattivazione, gli inibitori dagli evitanti nelle strategie di disattivazione.
Il ciclo d'ampliamento e costruzione dell'attaccamento sicuro comporta il sollievo dallo stress in caso di risposta positiva alla domanda di disponibilità e alla sensazione di avere una base sicura e ciò comporta anche la facilitazione di altri sistemi comportamentali come quello esplorativo.
La non disponibilità che avviene negli insicuri fa mancare la sensazione di base sicura e ciò causa le strategie di iperattivazione, di vigilanza, abbassando la soglia d'attivazione ed aumentando lo stress.
Invece l'impossibilità della ricerca di vicinanza si traduce in strategie di disattivazione, che si manifestano dal distanziamento della fonte di stress e dalle figure d'attaccamento, ed in tentativi di controllare lo stress affidandosi a meccanismi di repressione e rimozione.
In caso di eccessivo stress prolungato, le difese degli evitanti possono cadere e può esserci un'esperienza molto traumatica e stressante, e questo starebbe alla base della distinzione fatta da Bartholomew di evitante distaccato ed evitante timoroso (quello che non riesce più a nascondere lo stress).
Strumenti di valutazione dell'attaccamento adulto
Esistono 3 tipi di valutazione dell'attaccamento adulto: interviste, valutazioni Q-sort e questionari autosomministrati.
Interviste
L'intervista più usata è l'Adult attachment inverview (AAI), che è composta da 20 domande con ordine prestabilito, dove se il soggetto non risponde sono previste domande aggiuntive.
Le domande chiedono una descrizione globale della storia familiare, vengono chiesti 5 aggettivi per descrivere la sua relazione con ciascun genitore durante l'infanzia, poi viene chiesto di pensare al proprio bambino e di esprimere i sentimenti relativi alla sua lontananza, i desideri sul suo futuro e se ci sono cose che il soggetto vorrebbe che il figlio imparasse da lui.
Ci sono le scale dell'esperienza soggettiva che valutano le esperienze d'attaccamento del soggetto durante l'infanzia, le scale dello stato della mente valutano lo stato attuale della mente del soggetto e si riferiscono alle rappresentazioni delle esperienze d'attaccamento.
Ci sono poi 2 ulteriori scale: la scala degli stati della mente con lutto o trauma non risolto.
Il sistema codifica in 3 categorie principali d'attaccamento (sicuro, distanziante, coinvolto), più una quarta (attaccamento con lutti o traumi non risolti).
Altre interviste famose sono: Attachment style interview (ASI), Couple attachment interview (CAI), Couple attachment joint interview (CAJI), Current relationship interview (CRI), Family attachment interview (FAI), History of attachment interview (HAI), Intervista semistrutturata di Carli e Mantovani, Marital attachment interview (MAI), Peer attachment interview (PAI).
Strumenti Q-sort
L'Adult attachment Q-sort (AAQ-sort) di Kobak è un'intervista valutata distribuendo i descrittori in 2 dimensioni: sicurezza vs ansia e deattivazione va iperattivazione.
La sicurezza riflette la coerenza della narrazione, la collaborazione con l'intervistatore e il ricordo di figure supportive d'attaccamento.
Le strategie d'attivazione corrispondono all'attaccamento distanziante, mentre quelle d'iperattivazione corrispondono all'attaccamento preoccupato.
Questionari autosomministrati
Esistono diversi questionari autosomministrati: Adult attachment styles (AAS), Adult attachment scale (AAS, ce ne sono 2 tipi di 2 autori diversi), Attachment history adjective sort (AHAS), Attachment history questionnaire (AHQ), Attachment and obeject relations inventory (AORI), Anxious romantic attachment scale (ARAS), Attachment style and attachment history questionnaire (ASAHQ), Attachment styles inventory (ASI),Attachment style questionnaire (ASQ, 2 tipi), Bell object relations inventory (BORI), Ca-Mir, Experiences in close relationships (ECR), Inventory of parent and peer attachment (IPPA), Marital Q-sort (MQ-sort), Parental attachment questionnaire (PAQ), Parental bonding instrument (PBI), Reciprocal attachment questionnaire (RAQ), Relationship questionnaire (RQ), Relationship scales questionnaire (RSQ), The wagner attachment scale (WAS).
Con tutti questi questionari si crea molta confusione e l'affidabilità dei dati di ricerca prodotti da questi lavori è incerta.
Metodi osservazionali
Questi metodi non hanno finora avuto sufficiente sviluppo ed un modello tra i più famosi è il Secure base scoring system for adults (SBSS).
Situazione italiana
In Italia i questionari di autovalutazione usati sono 6: AAS, Attachment movie test (AMT), ASQ, Ca-Mir, ECR, Egna minnen betraffande uppfostran (EMBU).
Vengono usati inoltre: IPPA, PBI, Questionario sull'attaccamento attuale (QAA-L), Questionario di attaccamento fra adulti (QAA-SC), RAQ, RQ.
Per quanto riguarda l'affidabilità della versione italiana degli strumenti, oltre alle carenze originali si aggiungono la disomogeneità e la molteplicità delle traduzioni diffuse ed usate, nonché l'uso di versioni modificate, a volte secondo criteri non ancora codificati, quindi è opportuno un uso prudente di questi strumenti.
AAI vs Questionari autosomministrati
L'AAI è superiore ai questionari autosomministrati per i seguenti motivi:
- è in grado di evidenziare i processi inconsci
- delinea strategie di elaborazione delle informazioni negli adulti con pattern d'attaccamento distanziante e preoccupato, che non verrebbero evidenziate dai self-report
- è in grado di elicitare complessi modelli narrativi della relazione di attaccamento, che riflettono direttamente i modelli operativi interni degli intervistati
- collega i modelli operativi interni al comportamento sociale e alle relazioni interpersonali
- collega i modelli d'attaccamento adulto alla storia di attaccamento dell'individuo, mentre i self-report non sono in grado di individuare le radici dello sviluppo dell'attaccamento
Alcuni punti a favore per l'utilizzo dei questionari autosomministrati sono:
- diversi studi dimostrano una buona correlazione tra gli stili d'attaccamento misurati dagli strumenti self-report e i processi mentali impliciti valutati con test tradizionali
- le scale di valutazione dello stile d'attaccamento sono in grado di rilevare le strategie di elaborazione dell'informazione misurate dall'AAI
- anche gli strumenti self-report possono essere usati come indicatori del modo in cui gli adulti raccontano spontaneamente le proprie storie d'attaccamento
- i self-report sugli stili d'attaccamento risultano correlati al comportamento interpersonale
- questi strumenti sono sensibili alla matrice evolutiva delle differenze degli stili d'attaccamento
I criteri per la scelta dei questionari autosomministrati sono:
- verificare le condizioni minime di attendibilità e validità
- leggere bene la documentazione relativa alla costruzione dello strumento
- verificare il costrutto a cui fa riferimento lo strumento scelto
- attenzioni ai limiti degli strumenti di tipo categoriale
- distinguere se lo strumento valuta lo stile di attaccamento o il comportamento di attaccamento
- distinguere se lo strumento è fondato sulla relazione parentale, sentimentale o generale
- verificare se lo strumento è di tipo retrospettivo (uso di materiale di relazioni passate) o no
- controllare tutte le variabili addizionali che possono influenzare il report sull'attaccamento
- identificare sempre prima l'oggetto specifico d'indagine
E' piuttosto importante un'accurata definizione degli obiettivi della valutazione, per scegliere lo strumento, o gli strumenti, più adatti.
Questionari self-report categoriali e prototipici
Esistono diversi questionari autosomministrati, ecco i principali.
Adult attachment styles (AAS)
Di Hazan e Shaver (1987), studia l'attaccamento adulto studiando i legami amorosi col presupposto che le relazioni della vita di coppia adulta possono essere intese come un processo d'attaccamento, nel quale si formano legami affettivi.
Questi autori hanno individuato 3 tipologie: sicuro, evitante e ansioso/ambivalente.
L'AAS è composto da 3 brevi descrizioni relative al modo di vivere e percepire il rapporto di coppia: il soggetto deve scegliere quella che a suo parere è più rappresentativa dei suoi sentimenti nel rapporto amoroso.
Si parte dall'ipotesi di Bowlby che i soggetti con stili d'attaccamento diversi differiscono tra loro anche per quanto riguarda il modello operativo interno relativo al sé, ovvero al fatto di essere degni d'attenzione e d'accudimento, ovvero alla qualità della risposta attesa dalle figure di accudimento.
In questo strumento c'è una scala a 7 item relativa al modello operativo interno dell'altro ed una a 8 per quello relativo al sé.
I risultati ottenuti hanno confermato l'ipotesi di Bowlby:
- i soggetti sicuri considerano se stessi come persone benvolute e piacevoli, l'altro è percepito come cordiale e disponibile e le relazioni sono durature
- i soggetti evitanti sentono di non avere bisogno dell'altro per essere felici e si descrivono come autosufficienti, le relazioni durano poco e sono caratterizzate dalla diffidenza nell'altro
- gli ansiosi/ambivalenti si sentono spesso incompresi e sottovalutati nelle relazioni, sentono l'altro meno pronto ad assumersi l'impegno della relazione amorosa
Relationship questionnaire (RQ)
Creato da Bartholomew e Horowitz (1991), propone al soggetto alcune autodescrizioni, ognuna delle quali sintetizzata dagli aspetti salienti di uno stile d'attaccamento (se ne individuano di 4 tipi: sicuro, preoccupato, timoroso (evitante), distaccato/svalutante (evitante)).
I sicuri sono coerenti, fiduciosi di se stessi, hanno un approccio positivo verso gli altri ed intimità nelle relazioni.
I preoccupati credono di non essere degni di attenzione ma hanno una valutazione positiva degli altri, sono preoccupati per le relazioni, incoerenti nella narrazione delle proprie relazioni.
I timorosi hanno la sensazione di non essere degni d'attenzione e pensano che gli altri siano mal disposti, hanno scarsa sicurezza in se stessi, evitano l'intimità per paura del rifiuto.
I distaccati/svalutanti hanno una valutazione positiva di sé ma negativa degli altri, evitano relazioni per salvaguardare la propria autonomia, hanno scarsa coerenza, negano l'importanza delle relazioni, evitano l'intimità e si affidano troppo a se stessi.
Queste 4 categorie non sono mutamente escludenti, ma sono prototipi dove i membri di una categoria possono differire in base al grado di corrispondenza col modello.
Quindi viene chiesto al soggetto di scegliere il prototipo più rappresentativo di sé e in che misura tali prototipi lo rappresentano (scala da 1 a 7).
Lo stile d'attaccamento viene dunque valutato considerando il profilo complessivo, ed i soggetti possono riconoscersi in stili diversi anche in base a relazioni diverse ed esiste quindi un pattern primario ed uno secondario.
Gli studi hanno confermato la presenza di queste 4 diverse tipologie d'attaccamento.
Considerando la psicometria, lo strumento è moderatamente attendibile.
I risultati hanno mostrato che chi è stato abusato viene spesso classificato come timoroso, che i disturbi di personalità sono meno presenti nei sicuri, che i timorosi uomini sono violenti con le mogli, che i distaccanti/svalutanti usano meno le chat come base sicura.
AAS e RQ a confronto
Il limite comune dei self-report è che i soggetti, nel rispondere possono usare misure difensive per salvaguardare l'immagine positiva di sé.
L'AAS è uno strumento categoriale che presenta gli item senza far esprimere il grado di accordo, quindi si basa sul concetto che gli stili d'attaccamento sono mutamente escludentisi, a differenza dell'RQ che è dimensionale-qualitativo e quindi più flessibile.
Questi 2 strumenti dovrebbero cmq essere usati solo all'interno di ricerche focalizzate sull'attaccamento nelle relazioni sentimentali adulte, non possono essere usati per risalire all'attaccamento infantile.
Strumenti prototipici e clinica
Lo scopo del clinico non è quello di collocare il paziente in una determinata categoria, ma quello di conoscere lo stato della mente rispetto all'attaccamento e di comprendere l'origine delle rappresentazioni disfunzionali di sé e degli altri.
Experiences in close relationships (ECR)
Brennan, Clark e Shaver (1998) hanno condotto uno studio su un vasto campione, cercando di integrare in un unico strumento la maggior parte dei questionari autosomministrati di valutazione dell'attaccamento adulto.
Il campione comprendeva 1086 studenti universitari (dai 16 ai 50 anni, età media 18 anni) e 323 item per la valutazione di 60 costrutti.
Ai soggetti veniva chiesto di classificarsi prima in una delle categorie d'attaccamento e poi venivano valutati tramite gli item, con questionario a 7 punti.
I risultati dell'analisi fattoriale hanno prodotto 2 fattori principali: evitamento ed ansia.
L'evitamento comprende 3 scale:
- evitamento d'intimità
- disagio per la vicinanza
- affidamento su sé
- preoccupazione
- gelosia/paura d'abbandono
- paura del rifiuto
Questi autori hanno ipotizzato che la sessualità costituisce (insieme all'attaccamento e al caregiver) uno dei 3 sistemi comportamentali coinvolti nell'amore romantico.
L'analisi fattoriale della sessualità ha prodotto 5 fattori indipendenti per i comportamenti sessuali: promiscui, normativi, sadici o masochistici, non-normativi, romantici ed affettivi.
Sono stati individuati poi 2 fattori d'emozione positiva e negativa.
I risultati sembrano evidenziare che ansia ed evitamento non sono poi costrutti così distinti tra loro come si pensava, c'è quindi sovrapposizione e multicomponenzialità nei 2 fattori individuati e quindi non si può definire lo stile d'attaccamento sulla base di questa distinzione.
E' stato successivamente rivisitato lo strumento, col nome di ECR-R, individuando 40 item per l'ansia e 50 per l'evitamento, ma i limiti dello strumento sono che le scale misurano la sicurezza sono meno precise di quelle che misurano l'insicurezza, inoltre, alcuni item sono concettualmente ridondanti.
Attachment style questionnaire (ASQ)
Le misure a scelta forzata hanno una scarsa affidabilità, tutte le misure basate sugli stili hanno una limitata applicabilità, perchè tutti gli strumenti dove si chiede come ci si sente (o ci si è sentiti) non riescono a rilevare gli stili di quelle persone che non si rendono conto di aver avuto determinate esperienze d'attaccamento.
L'ASQ è un questionario autosomministrato creato per misurare le differenze individuali nell'attaccamento, con 3 obiettivi primari: sviluppare una misura ad ampio spettro che può mettere in luce e chiarire le differenze individuali nello stile d'attaccamento adulto, mettere a punto uno strumento adatto per adulti ed adolescenti, sviluppare uno strumento per coloro che non hanno avuto esperienze di coppia.
L'ASQ è composto da 40 item (punteggio da 1 a 6) assegnati a 5 scale: fiducia, disagio per l'intimità, bisogno di approvazione, preoccupazione per le relazioni, secondarietà delle relazioni (queste 5 scale sono legate ai fattori latenti ansia ed evitamento).
I dati rilevati confermano le ipotesi a 5 fattori e quindi questo strumento ha una buona validità di costrutto, cmq studi tassometrici suggeriscono che le caratteristiche dell'attaccamento vengono descritte meglio da dimensioni piuttosto che da categorie.
Questo strumento sembra avere una buona validità predittiva in quanto l'attaccamento evitante sembra correlare con una dimensione latente di disturbi di personalità e che le modalità d'attaccamento possono agire indirettamente sullo sviluppo di alcune patologie.
Questo strumento sembra dunque affidabile e valido e l'uso del modello dimensionale è un fattore positivo per l'uso dell'ASQ, inoltre: è facile e rapido da somministrare, costa poco, è privo di bias da osservazione, mentre come limiti sono che, è basato sulle relazioni tra pari, ha i limiti dei self-report, è uno strumento relativamente nuovo ed ancora da verificare bene.
Confronto tra RQ e ASQ
Le tecniche di misurazione dello stile d'attaccamento adulto si sono sviluppate verso 2 approcci divergenti: questionari d'autovalutazione composti da un numero limitato d'item, ciascuno dei quali riferito ad un preciso stile d'attaccamento, scale multidimensionali riferite alle diverse caratteristiche proprie di ciascuno stile.
E' stato fatto uno studio usando come strumenti di misurazione sia l'RQ che l'ASQ.
Correlazioni significative sono state trovate tra gli stili d'attaccamento individuati all'RQ e le sottoscale dell'ASQ, dove lo stile sicuro correla positivamente con la sottoscale fiducia e negativamente con tutte le altre, lo stile evitante-timoroso correla con tutte le sottoscale da insicuro, lo stile preoccupato correla con le sottoscale di bisogno d'approvazione e preoccupazione, mentre lo stile evitante-distaccato/svalutante correla col disagio per l'intimità e secondarietà delle relazioni e negativamente con la preoccupazione per le relazioni.
I risultati confermano che ASQ e RQ individuano 2 dimensioni importanti che si possono associare alla divisione tra modello di sé e modello dell'altro, e questi fattori possono essere spiegati come ansia per le relazioni e disagio per l'intimità.
La concordanza tra questi 2 tipi di questionari fa supporre che, nonostante le differenze strutturali, ci sia una base teorica comune molto forte.
AAI e AAS per il confronto dell'attaccamento di coppia con quello classico
Le similitudini tra legame di coppia e quello infantile sono che: entrambi implicano la ricerca ed il mantenimento della prossimità fisica con il partner, la richiesta di conforto e di disponibilità affettiva, il dolore per la separazione e la perdita dell'altro.
Si ipotizza un'analogia tra la qualità dell'attaccamento dell'adulto relativo alla propria storia con le figure di riferimento primarie e la qualità del legame che si instaura con il partner all'interno della coppia.
Ci si domanda dunque se esista un'analogia tra la qualità delle rappresentazioni di attaccamento costruite sulla base delle esperienze infantili e la qualità delle rappresentazioni relative alle relazioni attuali, in particolare quella di coppia.
Nella coppia la relazione è reciproca e simmetrica, mentre nell'attaccamento classico si ha un legame asimmetrico, per questo motivo alcuni studiosi non sono favorevoli ai confronti ipotizzati in queste ipotesi.
Cmq per effettuare uno studio, si usa l'AAS per studiare l'attaccamento di coppia e l'AAI per studiare l'attaccamento con le figure di riferimento.
Diversi studi non hanno evidenziato una chiara relazione tra la rappresentazione adulta dei legami infantili con la famiglia d'origine e la qualità dell'autopercezione dell'attaccamento di coppia valutate rispettivamente con l'AAI e l'AAS: non sono emerse associazioni significative tra le misurazioni effettuate con le 2 tecniche.
In definitiva, non si sa se il legame d'attaccamento sia un oggetto costruito per sempre (derivato dall'esperienza primaria col caregiver) e possa essere trasferito ad altre relazioni significative della vita adulta (come quella di coppia).
Inoltre in entrambi gli strumenti, non è possibile definire esattamente i costrutti che misurano e sapere se questi sono o meno aderenti ai costrutti che si propongono di misurare, e c'è anche il problema della convergenza, dato che ci si trova in assenza di una validità convergente delle misurazioni dell'attaccamento adulto effettuate coi 2 metodi.
Ca-Mir
Il costrutto dell'attaccamento ha una duplice possibilità di definizione: come modello operativo interno (internal working model) dell'attaccamento e come valutazione delle rappresentazioni a proposito del rapporto affettivo (romantic relationship).
Questionari in formato Q-sort
I questionari Q-Sort sono stati introdotti per eliminare il problema della desiderabilità sociale presente nei questionari con scala likert.
Gli item sono presentati su cartoncini che il soggetto deve ordinare a seconda del grado d'accordo o disaccordo con l'affermazione che contengono (da 5 a 9 pile di cartoncini).
Il Ca-Mir viene somministrato in 2 fasi, nella prima fase al soggetto viene chiesto di suddividere i cartoncini in 3 pile a seconda se le affermazioni presenti nei cartoncini corrispondono alle proprie esperienze, oppure non siano pertinenti o non si sappia rispondere, successivamente le 2 pile laterali vengono ulteriormente suddivise in più vero e vero, e in falso e più falso.
Nella seconda fase viene chiesto di collocare in ogni pila un numero definito di cartoncini, partendo con la formulazione più estrema d'accordo (più vero) e procedendo verso la pila centrale (non so), e poi partendo dalla posizione estrema di disaccordo (più falso) alla centrale.
La somministrazione di questo test è individuale e dura circa 30-40 minuti.
Questo strumento vuole valutare le strategie relazionali dell'adulto, supponendo l'esistenza di un modello di se stesso e degli altri nelle relazioni interpersonali.
Gli item sono stati costruiti in modo da coprire 4 livelli di realtà: il presente, il passato, lo state of mind, le generalizzazioni.
Per ciascuno di questi livelli di realtà ci sono item caratteristici di uno stile relazionale sicuro, distaccato e preoccupato, inoltre 2 scale raccolgono gli item relativi alla mancata risoluzione dei conflitti e alle rappresentazioni generalizzate della relazione familiare.
Uno dei pregi di questo strumento è quello di valutare aspetti diversi del costrutto dell'attaccamento adulto: esperienza presente e passata, modelli interni, generalizzazioni sul rapporto genitore-figlio.
Però la complessità dello strumento rende la validazione empirica e la costruzione di punteggi semplici più complessa e per questo motivo lo strumento è ancora in fase di elaborazione.
Attachment Style Interview (ASI)
L'ASI è un'intervista semistrutturata per la valutazione dell'attaccamento adulto.
Gli stili d'attaccamento in questo strumento sono divisi in 2 dimensioni: standard (uguale al sicuro dell'AAI) e non-standard (insicuro AAI), all'interno del quale si distingue in distaccato ed evitante o dipendente.
Le domande sullo stile d'attaccamento riguardano gli atteggiamenti e i comportamenti del soggetto nelle sue relazioni attuali anziché la descrizione delle esperienze infantili.
Lo strumento esplora ed approfondisce anche tutte le altre relazioni di intimità (familiari, amicali, sentimentali, lavorative, ecc...) e le valutazioni vengono fatte sulla capacità del soggetto di confidarsi e di chiedere aiuto.
Le persone che riferiscono di relazioni dalle quali traggono supporto e confidenza ottengono un punteggio elevato, mentre i punteggi bassi vanno a chi ha carenza nelle relazioni supportive, chi è isolato, chi ha relazioni superficiali, di breve durata e con caratteristiche conflittuali.
In questo strumento ci sono 7 sottoscale relative agli atteggiamenti:
- affidamento su di sé
- inibizioni
- paura dell'intimità e dell'intimità sessuale
- sfiducia negli altri
- rabbia e ostilità nelle relazioni
- desiderio di coinvolgimento
- intolleranza alla separazione
Queste 8 scale ruotano attorno a 2 dimensioni: dipendenza vs evitamento e rabbia vs ansietà, inoltre la valutazione della maggior parte delle scale è fatta con 4 punteggi: marcato, moderato, qualche, poco/niente.
La valutazione complessiva dello stile d'attaccamento del soggetto intervistato (standard o non) corrisponde al tempo presente e viene effettuata principalmente sulla base della capacità di instaurare e mantenere relazioni in maniera soddisfacente, ed il materiale relativo agli atteggiamenti viene poi usato per individuare la sottocategoria specifica di attaccamento.
Per quanto riguarda le proprietà psicometriche, è stata trovata concordanza tra valutatori, inoltre nel caso dei non-standard, nel 76% dei casi è stato rilevato un abuso durante l'infanzia.
La scala capacità di instaurare e mantenere relazioni correla negativamente con le altre scale, confermando l'ipotesi di scala di attaccamento sicuro, così come altre scale che correlano positivamente tra di loro confermano lo stile ansioso/ambivalente e lo stile evitante.
Il sistema di codifica di questo strumento è particolarmente maneggevole.
Questo strumento consente inoltre una valutazione sufficientemente accurata, in poco tempo e con una relativa semplicità delle categorie usate e dei descrittori che le operalizzano, a favore di una più facile verificabilità dei risultati raggiunti e di una maggiore fedeltà dei valutatori.
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