Storia
Nel 1932 nasce la Wechsler-Bellevue Intelligence Scale con lo scopo di valutare il funzionamento intellettivo di adulti e bambini in alternativa alla Stanford Binet, che si era dimostrata poco attendibile per adulti.
Nel 1946 esce la versione 2 e nel 1955 esce la Wechsler Adult Intelligence Scale (WAIS) rivolta ad adolescenti ed adulti, mentre nel 1981 ne esce una nuova edizione rivisitata, la WAIS-R.
Nel 1997 esce la WAIS-III con migliorata attendibilità e validità ma con la stessa struttura della WAIS-R ma con fascia d'età più ampia e diverso range di QI.
Nel 1949 invece nasceva la Wechsler Intelligence Scale for Children (WISC), per pazienti dai 5 ai 15 anni, nel 1974 esce la WISC-R e nel 1991 la WISC-III.
In italia si usa la WISC-R mentre negli usa nel 2003 è uscita la WISC-IV.
Nel 1991 nasce la WAIS-R NI che serve per rilevare in modo più accurato il danno neurologico, mentre la WISC-III PI (1999) viene usata per individuare in maniera più puntuale il processo evolutivo di acquisizione di competenze (entrambi gli strumenti prevedono l'osservazione strutturata delle modalità di problem solving).
I cambiamenti nelle varie edizioni delle scale Wechsler ha riguardato soprattutto le modalità di somministrazione, le procedure di scoring ed il materiale, mentre è rimasta pressoché immodificata la struttura della scala.
Analisi dei dati
I passaggi necessari per valutare la prestazione di un soggetto sono: l'interpretazione del QI totale, l'interpretazione del QI verbale e di performance e la valutazione delle differenze tra i 2 QI, la valutazione di altri indici, la scelta del sistema interpretativo, l'analisi del profilo, la formulazione di ipotesi sul funzionamento cognitivo del soggetto (tenendo conto anche dei nontest factors).
Interpretazione del QI totale
In età adulta il QI tende a rimanere stabile, mentre nei bambini sono possibili dei cambiamenti (e ci sono alcuni fattori di rischio, come gli eventi stressanti e la malattia di un genitore, che incidono sulle variazioni del QI).
Nessuna batteria di test potrà mai dare un quadro completo del QI, ma solo accertare diverse aree di funzionamento.
Il QI è la stima del livello attuale di funzionamento di una persona, misurato dai diversi compiti di un test.
Il QI totale è il risultato di abilità diverse che interagiscono tra di loro e non è in alcun modo un predittore sicuro della capacità della persona di avere successo.
Il QI totale si calcola sommando i punteggi ponderati della scala verbale e di quella di performance.
Il valore del QI totale e della sua deviazione dalla media sono indicatori globali e poco accurati del funzionamento cognitivo del soggetto, dato che non forniscono informazioni sulla qualità e sulle componenti dello stesso, inoltre, visto che il QI totale è su scala ordinale, non è possibile confrontare direttamente 2 QI totali.
Interpretazione del QI verbale, non verbale e degli indici
Il rapporto tra QI verbale e non verbale non rispecchia gli effettivi punti di forza e di debolezza o il potenziale funzionamento cognitivo di un individuo, ma rappresenta solo una stima di questi elementi.
La distinzione tra QI verbale e di performance serve per confrontare l'abilità del soggetto di usare parole e simboli con quella di servirsi di oggetti e di percepire schemi visivi.
Il QI verbale è considerato un indice della capacità di comprensione verbale del soggetto ed in particolare della capacità di lavorare con simboli astratti, della possibilità di usare il background educativo e culturale e delle capacità di memoria e di fluenza verbale.
Il QI di performance è una stima delle capacità di organizzazione percettiva ed in particolare della capacità di integrare stimoli percepiti e risposte motorie adeguate, della capacità di lavorare con materiale concreto e dell'abilità di lavorare velocemente (è richiesta dunque competenza percettiva).
Nelle scale Wechsler è possibile calcolare anche gli indici o i quozienti di deviazione fattoriali, che sono gli indici di comprensione verbale, di organizzazione percettiva e di attenzione e di concentrazione.
La presenza di una forte discrepanza (differenza statisticamente significativa) tra QI verbale e QI di performance non deve esser automaticamente considerata dal clinico il segnale di una patologia o di un deficit, dato che potrebbe essere un fenomeno diffuso nella popolazione e non è quindi possibile fondare una diagnosi clinica su questa discrepanza (la discrepanza può anche essere il risultato di un buon livello scolastico, cmq tanto maggiore è la discrepanza e maggiore deve essere approfondito lo studio del clinico e cmq sembra che il re-test diminuisca la discrepanza).
Altri indici da calcolare sono:
- i quozienti di deviazione di Horn e Cattell: si distingue in intelligenza cristallizzata (associata maggiormente ad abilità di tipo verbale, aumenta negli anni in quanto collegata alla conoscenza acquisita e all'ambiente culturale del soggetto) ed intelligenza fluida (maggiormente associata ad abilità di performance, raggiunge il suo apice in adolescenza e tende a diminuire con il trascorrere del tempo, perchè legata ad aspetti fisiologici e neurologici), analizzate nella WAIS-III e nella WISC-III
- i punteggi ed il profitto di Bannatyne: ha raggruppato i subtest della WAIS-R ipotizzando 4 punteggi differenti (concettuale, spaziale, sequenziale, conoscenza acquisita) e questi punteggi sembrano essere il miglior modo per descrivere il profilo di soggetti con disturbi dell'apprendimento
- i profili ACID e SCALD: i soggetti che presentano bassi punteggi a questi profili hanno maggiori probabilità di avere un disturbo d'apprendimento
- gli indici di deterioramento e il profilo di Fuld: questo indice è poco attendibile e le scale Wechsler non possono essere usate per il calcolo del deterioramento mentale, però nella WAIS-R, questo indice può essere usato per la valutazione iniziale delle abilità residue quando si deve attuare un programma di riabilitazione e può anche essere usato come strumento di screening per situazioni non ancora diagnosticate (questo indice ha dimostrato che le abilità non verbali sono più danneggiate delle verbali in chi è affetto da Alzheimer).
Scelta del sistema interpretazionale
Alcuni criteri di scelta sono:
- preferenza o esperienza passata nell'uso di un determinato modello (maggiore dimestichezza)
- natura delle problematiche o dei dubbi diagnostici per cui la valutazione è richiesta (es. sospetto disturbi apprendimento = scelta sistema di Bannatyne, o WAIS-R a 3 fattori per pazienti con danni cerebrali recenti)
Analisi del profilo
Ques'analisi è stata introdotta da Rapaport, Gill e Schafer nel 1946 e consiste in un'interpretazione dei punteggi dei subtest finalizzata alla comprensione delle capacità cognitive.
Secondo questi autori il QI deve essere messo in relazione alla possibile influenza delle variabili personalogiche, degli stimoli ambientali, dello stile difensivo, degli interessi culturali, della psicopatologia e di eventuali danni cerebrali.
Si calcola in che misura i subtest del soggetto si discostano dalle medie della scala totale, della scala verbale e di quella di performance e si possono generare delle ipotesi sulle sue modalità di funzionamento (interpretando prima il dato quantitativo e poi interpretando clinicamente la variabilità dei subtest tramite inferenze su un gruppo di subtest).
Per interpretare la variabilità dei subtest è necessario procedere per tappe: prima si determinano le fluttuazioni dei subtest e si valuta la loro significatività, poi si formulano ipotesi esplicative su queste fluttuazioni ed infine si integrano le ipotesi con altre informazioni rilevanti che riguardano il soggetto.
Variabilità tra sottoscale e tra subtest
Il confronto ipsativo consente di identificare i punti di forza e di debolezza in un test da parte di un soggetto, usando se stesso come unità di misura, mettendo in relazione i punteggi ponderati dei vari subtest con i punteggi ponderati della singola scala (totale, verbale, di performance).
Il rapporto tra il punteggio ponderato di un subtest e la tendenza centrale è stato definito anche dispersione o subtest patterning.
Variabilità intrasubtest e percentuali cumulative
La dispersione intrasubtest si calcola in base al presupposto che nella scala d'intelligenza i singoli item dei subtest sono ordinati in base alla difficoltà crescente, quindi si presume che il paziente risponda correttamente agli item più semplici, semi correttamente a quelli di media difficoltà e spesso erroneamente a quelli difficili.
Siccome i soggetti non sempre si comportano in questo modo può essere importante avvalersi del calcolo della dispersione intrasubtest.
Questa procedura prevede che si calcoli sia il punteggio di dispersione, inteso come differenza assoluta tra i punteggi di 2 item successivi, sia l'indice di dispersione, inteso come la somma totale dei punti di dispersione.
Due soggetti possono ottenere in uno stesso subtest un punteggio totale uguale ma un indice di dispersione diverso e questo ci consente di ricavare informazioni clinicamente significative sulle diverse acquisizioni premorbose e sul diverso funzionamento cerebrale attuale.
Formulazione di ipotesi
Per formulare delle ipotesi occorre integrare dati provenienti da fonti diverse, affiancando alla lettura quantitativa quella qualitativa.
Leggere qualitativamente la WAIS-R significa integrare i dati quantitativi opportunamente pesati con altre informazioni, ugualmente codificate, quali il rilevamento dei nontest factors e l'analisi degli errori e delle strategie cognitive.
La WAIS-R può fornire indicazione:
- per diagnosticare il funzionamento cognitivo del soggetto e valutare la possibile interazione tra fattori cognitivi ed emotivi
- per effettuare una diagnosi differenziale dei sintomi presentati dal paziente
- per valutare il livello di intelligenza premorboso
- per sondare (tramite la parte performance) le aspettative, le strategie di coping e l'incidenza che gli stressors ambientali hanno sulle capacità cognitive
Vanno anche tenuti d'occhio la fluenza verbale (in alcuni pazienti scarsa) e la latenza (da valutare in base all'esito della risposta).
Analisi degli errori e strategie cognitive
Quest'analisi permette di rilevare la strategia usata dal soggetto per affrontare le difficoltà del compito, e può essere fatta solo se sono state registrate tutte le risposte accuratamente.
Vanno rilevate le risposte frequenti incorrette e gli errori sistematici (errori compiuti trasversalmente ai diversi subtest).
Alcuni soggetti possono reagire alle domande difficili dando una risposta rapida ed immediata, altri ragionandoci sopra molto.
Indicazioni e controindicazioni all'uso della WAIS-R
Lo strumento va scelto in base alla finalità per cui deve essere usato, perchè la diversa finalità implica una diversa posizione emotiva e cognitiva sia di chi somministra che di chi risponde.
Per formulare una diagnosi è inoltre consigliato usare dati che provengono da fonti diverse, cmq in una batteria psicodiagnostica, la presenza di uno strumento che permette la valutazione delle capacità cognitive è quasi indispensabile, perchè è un aspetto importante per la valutazione del funzionamento della persona.
La somministrazione delle scale Wechsler è controindicata:
- quando non c'è una sufficiente alleanza diagnostica
- quando l'ansia d'esame è troppo elevata e compromette troppo la prestazione
- quando il paziente assume farmaci che causano rallentamento psicomotorio
- quando il paziente è confuso, delirante o allucinato (a meno che si voglia misurare proprio questa situazione cronica)
- quando il paziente presenta deficit fisico tale da compromettere la prestazione
- quando si vogliono indagare unicamente specifiche funzioni cognitive
- quando si vuole ottenere l'indice di deterioramento o accertare la presenza di danno neurologico
- quando si vuole fare una diagnosi di struttura
- per valutare le capacità cognitive del paziente (si quantificano le risorse cognitive a disposizione e se ne evidenziano i punti di forza e di debolezza)
- per oggettivare alcuni vissuti di deficit
- per misurare la capacità di affrontare le situazioni ansiogene e la tolleranza della frustrazione
- per inferire quanto un disturbo psichiatrico incida su alcune competenze di tipo cognitivo che il paziente aveva precedentemente
- per rilevare la comparsa di disturbi del pensiero, intesi come fallimenti nell'elaborazione dell'informazione
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