Alcuni assunti base sull'utilizzo dei test sono:
- l'esame diagnostico segue spesso un modello medico oggettivo che implica l'utilizzo di tecniche standard di test
- l'utilizzo dei test favorisce un rapporto passivo e può illudere il paziente sul loro magico risultato
- la restituzione dei risultati dei test spesso è troppo tecnica per i pazienti e può causare ansie
- spesso c'è una figura specifica che somministra test, e questa deve poi dialogare col clinico, aggiungendo nuovo rapporto difficile da gestire (oltre a quello col paziente)
- la restituzione dei risultati dei test può essere un problema quando la figura del paziente risulti poco definita
Proprietà e limiti dei test
Più è complessa la funzione osservata e più ci si allontana dall'attendibilità e la validità del test.
Nel caso di test di intelligenza generale, ciò che misura ogni singolo test è qualcosa di diverso caso per caso in quanto corrisponde a distinte e parziali definizioni operative d'intelligenza, quindi la validità del test è una validità relativa e circoscritta.
L'attendibilità deve essere garantita se no crea problemi in ambito clinico e per far ciò spesso si utilizzano gruppi di popolazioni specifiche, inoltre l'oggettività viene influenzata dalla quota più o meno grande delle prove effettuate e dalla situazione in esame (un clima amichevole può facilitare chi fa il test).
Va inoltre analizzata la validità interna del test, e un'altra fonte d'errore si può avere quando si tenta di tradurre il linguaggio dei test in linguaggio clinico.
Criteri e finalità della comunicazione dei risultati
I criteri e le finalità della comunicazione dei risultati sono da differenziare a seconda di chi è il bersaglio della comunicazione.
Se il destinatario è il paziente la comunicazione va trattata alla pari di un intervento clinico a tutti gli effetti e come tale va attentamente ponderata, e l'osservazione che il clinico può fare su come il paziente reagisce alla propria comunicazione costituisce un ulteriore strumento diagnostico.
Ci sono poi problemi etici e deontologici quando il paziente che deve ricevere i risultati ha capacità di comprensione limitate, o nel caso di minori, quando magari vengono richieste informazioni da parte di terzi (es. genitori), inoltre ci deve essere sempre l'interesse ed il suo esplicito consenso, altrimenti l'informazione non va data.
Il resoconto va fornito in modo non giudicante e deve essere sempre corretto e completo, nonché tradotto nel linguaggio del paziente, dovrà essere qualcosa che corrisponda alle aspettative e alle richieste del paziente (e bisognerà rispondere in modo terapeutico nel caso in cui il paziente reagisca in modo diverso da quello che ci si aspetta, come nel caso di pazienti a rischio depressi o psicotici).
La comunicazione dei risultati può essere omessa in caso di pazienti con grossi problemi, o cmq va data con molta sensibilità e chiarezza.
La restituzione come parte della diagnosi e della terapia
L'esposizione dei risultati costituisce sia un allargamento ed integrazione del momento diagnostico che una propedeusi ed accelerazione del momento terapeutico.
Quando c'è una spiegazione chiara, il paziente diventa parte attiva del processo di diagnosi e ciò fornisce ulteriori indici di comportamento utili al completamento della diagnosi e all'accelerazione del processo di insight.
La discussione dei dati dimostra agli occhi del paziente, che il clinico non si limita a studiarlo, ma che è anche interessato a capirlo e non tiene per sè informazioni e giudizi, consentendo di evitare l'ira o l'irritazione che spesso è legata al senso di mistero nei confronti dei trattamenti psicologici.
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