Le relazioni sono costituite a partire dalle
interazioni, una relazione ha caratteristiche importanti come il
coinvolgimento, la fedeltà o la devozione, le relazioni non possiedono
proprietà riferibili agli individui.
Secondo Hinde, le interazioni sono fenomeni temporanei, mentre le
relazioni implicano una continuità nel tempo, e ci sono diversi livelli
di complessità sociale, livelli reciprocamente connessi.
All'inizio della vita le capacità di relazionarsi sono molto limitate e
quindi qualsiasi coordinazione deve dipendere dall'adulto, e durante lo
sviluppo spuntano fuori in maniera improvvisa nuove capacità che
influenzano anche il rapporto con i genitori.
Esistono 5 fasi dell'interazione genitore-bambino:
- Regolazione biologica: dalla nascita, riguarda il bisogno di regolare i processi biologici del piccolo, come il sonno (si stabilizza dopo il primo mese di vita) e l'alimentazione (dipende dai bisogni del bambino ma anche dall'orario dei genitori).
- Scambi faccia a faccia: dai 2 mesi, prima c'è l'effetto della periferia,
la tendenza dei bambini a tener conto dei confini trascurando l'interno
delle cose, poi dopo i 2 mesi, si iniziano a distinguere i vari
dettagli e si sorride guardando gli occhi delle persone, mentre dopo i 7
mesi il sorriso non è più provocato da tutte le persone ma solo dai
conoscenti.
I bambini piccoli interagiscono a cicli, perchè non riescono a mantenere lo sguardo su una cosa per troppo tempo, tuttavia è importante che i genitori donino i giusti feedback ai bambini, come dimostrano alcuni esperimenti, l'immobilità facciale persistente del genitore turba i piccoli.
Il turn-taking è l'alternanza dei ruoli madre-bambino, dove la madre inserisce i suoi contributi nelle pause del bambino, che ascolta o interagisce a seconda del turno. - Condivisione degli argomenti: dai 5 mesi, appare la capacità di manipolazione (limitata, può fare una cosa alla volta) e il bambino si interessa agli oggetti, il bambino sceglie l'argomento (l'oggetto) e la madre lo asseconda, è stato dimostrato che la maggior parte delle definizioni verbali vengono attribuite agli oggetti durante il coordinamento visivo di questa fase.
- Reciprocità: dagli 8 mesi, il bambino è in grado di fare
diverse cose contemporaneamente così iniziano i giochi con i genitori,
che favoriscono l'apprendimento del linguaggio (secondo Bruner),
inizialmente i giochi sono unidirezionali, dopo il primo anno i giochi
iniziano ad essere più dinamici, con scambi di ruoli e di sequenze, e
servono a migliorare le abilità cognitive e sociali del bambino.
Nello scambio sociale è dunque importante la reciprocità e l'interazionalità che compare verso la fine del primo anno e rappresenta la capacità di pianificare il comportamento e di anticipare le sue conseguenze.
Sono stati trovati 3 criteri per osservare il comportamento di comunicazione: alternanza dello sguardo (il bambino che guarda prima l'oggetto e poi il genitore x fargli capire cosa vuole), recupero dei messaggi falliti (il bambino che non riceve risposte dal genitore capisce e riprova a comunicare), ritualizzazione dei gesti (azione ripetuta che diventa un rituale per far capire qualcosa all'adulto). - Rappresentazione simbolica: dai 18 mesi. Fino ai 9 mesi i
bambini se gli si indica qualcosa col dito, loro guardano il dito,
mentre crescendo si passa dai gesti che indicano a se stessi, ai gesti
che indicano agli altri e quindi servono come mezzo di condivisione,
come quando un bambino da un giocattolo alla madre, prima dei 10 mesi lo
può fare solo senza distogliere lo sguardo dal giocattolo, poi riescono
a guardare anche la madre, e dal secondo anno i bambini imparano ad
usare i gesti per descrivere gli oggetti.
I bambini non udenti possono apprendere un linguaggio di gesti come l'ASL o anche (nella maggior parte dei casi) costruirsi un proprio linguaggio, e solitamente imparano molto prima e da soli rispetto ai bambini normali.
Il raggiungimento della capacità di rappresentazione simbolica avviene nella metà del secondo anno (Piaget).
I bambini nati prematuramente sono di solito meno prevedibili ed adattabili e non hanno un buon carattere, questo perchè le interazioni sociali iniziano in un momento troppo precoce per loro, possono nascere malati, possono essere influenzati negativamente se i genitori sono stressati dalla loro nascita prematura, le interazioni sociali nascono con limitazioni fisiche.
I bambini piccoli possono anche comunicare tramite contatto fisico il loro stato d'animo.
La ricerca del riferimento sociale è quel fenomeno dove il bambino quando arriva una persona o un oggetto estraneo, si guarda intorno per cercare degli indizi guida da parte dei conoscenti.
La comparsa del linguaggio
Nella metà del secondo anno i bambini riescono ad associare gli oggetti alle parole.
La capacità di sviluppare il linguaggio dipende dagli stimoli sociali, dove ad esempio gli incontri a due tra adulto e bambino (JIE) favoriscono l'accrescimento del piccolo, ed è stato dimostrato che i bambini che trascorrono più tempo in interazioni con le madri sviluppano un vocabolario più ricco.
E' stato dimostrato che i gemelli spesso sono indietro con l'apprendimento del linguaggio perchè i genitori dividono il tempo relazionale per tutti e 2, o come il primogenito della famiglia sia di solito quello che impara meglio e prima a parlare perchè la madre inizialmente si occupa solo di lui.
Per un buon sviluppo del linguaggio: 1) è importante che non si forzi troppo la mano con linguaggi troppo complessi, ma che si vada passo per passo, confrontandosi con le capacità del bambino, 2) inoltre sono anche importanti tecniche per richiamare l'attenzione, 3) siano sincronizzati stimolo e verbo, soprattutto verso gli oggetti di reale interesse per il bambino 4) l'utilizzo di formats, schemi di parole prestabilite associate ad eventi tipici che aiutano a familiarizzare col linguaggio, 5) parlare in motherese, ovvero parlare in maniera semplice e con una certa tonalità al proprio bambino, non come si parlerebbe ad un adulto, adattando il linguaggio a seconda dei progressi del piccolo.
Il motherese non è cmq usato da tutti e spesso è considerato più un mezzo per attirare l'attenzione del piccolo.
Natura e sviluppo dell'attaccamento
L'attaccamento è un legame di lunga durata, emotivamente significativo, con una persona specifica.
Esiste l'attaccamento come sistema comportamentale all'interno del bambino, che struttura e organizza i sentimenti per l'altro, e il comportamento di attaccamento, che corrisponde al mezzo esplicito attraverso il quale vengono espressi questi sentimenti.
L'attaccamento nei bambini piccoli:
- è selettivo
- implica la ricerca della vicinanza fisica
- fornisce benessere e sicurezza
- quando il legame è interrotto sopraggiunge l'angoscia da separazione
La teoria di Bowlby
Secondo Bowlby, il bambino possiede una predisposizione biologica che lo porta a sviluppare un attaccamento con chi si prende cura di lui, un legame che gli assicura la sopravvivenza (selezione naturale).
Per sopravvivere il bambino utilizza mezzi come il pianto, per attirare l'attenzione della persona che si deve prender cura di lui.
L'attaccamento ha quindi una funzione biologica (proteggere la prole) e psicologica (fornire sicurezza).
Durante lo sviluppo l'attaccamento muta, in 4 stadi:
- Preattaccamento: 0-2 mesi, risposta sociale indiscriminata
- Sviluppo dell'attaccamento: 2-7 mesi, riconoscimento persone familiari
- Attaccamento ben sviluppato: 7-24 mesi, protesta per la separazione, diffidenza dagli estranei, comunicazione intenzionale
- Relazione in funzione dell'obiettivo: dai 24 mesi in su, il bambino comprende anche le esigenze dei genitori (ed usano il pianto in maniera più mirata)
Verso il secondo anno i bambini sviluppano inoltre i modelli operativi interni che gli permettono di agire al meglio grazie a schemi di situazioni memorizzate, modificabili tramite feedback.
Lo sviluppo delle prime relazioni di attaccamento
Nelle prime fasi dello sviluppo dell'attaccamento i bambini hanno scarse capacità di sopportare le separazioni.
Il bambino soffre dell'angoscia da separazione dai 7-8 mesi di vita, mentre dal 9 mese il bambino sviluppa la paura verso gli estranei e cerca la madre quando non c'è.
Questi stadi sono raggiunti a prescindere dalla cultura d'appartenenza o dalla dotazione genetica.
Perchè ci siano questi sentimenti nel bambino deve svilupparsi la memoria di riconoscimento e la costanza dell'oggetto.
Il riconoscimento del viso arriva dopo i 3 mesi, però prima ancora c'è il riconoscimento olfattivo e il riconoscimento uditivo, che è addirittura possibile nelle ultime settimane da feto.
La memoria di riconoscimento esiste quindi anche prima dell'attaccamento, perchè questo può avvenire solo quando c'è la costanza d'oggetto (verso gli 8 mesi), prima della quale i bambini credono che l'oggetto non esista più quando sparisce (lontano dagli occhi lontano dal cuore).
La memoria rievocativa è la capacità di recuperare spontaneamente una rappresentazione della persona o dell'oggetto assente.
L'angoscia dell'estraneo avviene a seconda di come esso si comporta (se troppo invadente), dal suo aspetto (del viso di solito) e dai fattori genetici (bambini più timidi di altri), e il sentimento iniziale verso l'estraneo (sempre dai 7-8 mesi) è più quello di diffidenza che di paura.
L'autismo infantile è un deficit di tipo genetico nello sviluppo di relazioni sociali, che a volte porta ad avere difficoltà di linguaggio.
La scelta dell'oggetto
Secondo Bowlby, esiste il monotropismo, la tendenza a sviluppare un forte legame d'attaccamento con una sola persona, mentre gli altri legami vengono fuori più avanti e sono meno forti.
Tuttavia altri studi han dimostrato che non appena il bambino è in grado di gestire più di un oggetto per volta, non disprezza il crearsi di più attaccamenti, ad esempio nelle tribù dei pigmei Efe, il bambino è accudito da più persone, e ciò comporta che esso ha più legami d'attaccamento ed più sicuro psicologicamente, e ciò dimostrerebbe che la relazione primaria non è esclusiva, ma dipende dal tipo di società in cui si è.
In generale:
- l'attaccamento può svilupparsi con persone,anche non genitori, che si prendono cura di loro
- anche persone non donne
- chi soddisfa le necessità fisiologiche del piccolo (chi lo nutre) non riceve poi necessariamente l'attaccamento
- anche la continuità delle cure quotidiane non influisce sulla scelta dell'attaccamento
- ciò che è importante è la qualità dell'interazione (es fornire divertimento e stimoli)
Dopo la prima infanzia il bisogno di attaccamento diminuisce, il bambino ha i mezzi per esplorare l'ambiente e sente quindi meno la mancanza della figura affettiva.
L'allontanamento avviene anche perchè il bambino ha la struttura cognitiva per ricordarsi la madre e portarla con se anche quando essa non c'è.
Lo sviluppo dei legami dell'attaccamento della seconda infanzia è in legame coi modelli operativi interni che han le seguenti caratteristiche:
- sono rappresentazioni mentali con componenti emozionali e cognitive
- esistono anche fuori dalla coscienza
- sono modellati dalle esperienze
- sono diversi a seconda del successo riscontrato
- tendono ad essere stabili dopo il primo anno
- forniscono le regole che guidano il comportamento e i sentimenti
La strange situation è la procedura creata da Mary Ainsworth nel 1978 che permette di valutare la sicurezza del legame di attaccamento.
La procedura comprende 7 episodi di 3 minuti circa ciascuno che causano stress per mettere in risalto i sentimenti provati verso l'oggetto dell'attaccamento:
Episodio | Persone presenti | Eventi |
1 | madre, bambino | bambino esplora, madre osserva |
2 | madre, bambino, estraneo | estraneo entra, silezio, parla con la madre, gioca col bambino |
3 | estraneo, bambino | esce la madre, l'estraneo interagisce col bambino |
4 | madre, bambino | torna la madre e calma il bambino, esce l'estraneo |
5 | bambino | la madre esce, il bambino è solo |
6 | estraneo, bambino | entra l'estraneo e interagisce col bambino |
7 | madre, bambino | torna la madre e calma il bambino, esce l'estraneo |
Secondo la Ainsworth le reazioni del bambino si dividono in 3 categorie: tipo sicuro (B), tipo insicuro/evitante (A), insicuro/resistente (C).
Il tipo B è quello senza problemi da separazione, più eplorativo e accetta le nuove persone, il tipo A è quello che a cui interessa poco la presenza degli altri, ma che accetta le attenzioni degli estranei, il tipo C è quello che ha ansia da separazione e paura degli estranei.
E' stato successivamente aggiunto un quarto gruppo, il tipo insicuro/disorganizzato (D), ed è stato dimostrato che il tipo più ricorrente è il B, quello sicuro, mentre è stata riscontrata una differenza di tipi da società a società.
La strange situation è stata criticata sia perchè può variare da cultura a cultura, sia perchè in situazioni come la day care (affidamento, baby sitter) è stato dimostrato che dal primo anno di vita se i bambini vengono affidati quotidianamente ad estranei per almeno 4 mesi per più di 20 ore a settimana, questi possono sviluppare legami di attaccamento insicuri, e che se questi poi si abituano alla situazione, la strange situation non è il metodo adatto per l'analisi.
Anche il carattere può essere una variante invalidante per questa teoria, il tipo di rapporto con l'adulto, la stabilità di questo, che varia da persona a persona, inoltre la strange situation può essere applicata solo durante la prima metà del secondo anno.
Le conclusioni che cmq sono state tratte dopo diversi studi sono:
- se un bambino appare sicuro con un genitore, è poco probabile che appaia insicuro con l'altro
- il tipo di insicurezza è simile nel passaggio tra un oggetto ed un altro
- esiste una minoranza dei casi in cui ci sono discordanze
Secondo la Ainsworth le diversità sul tipo di attaccamento dipendono da come la madre si relazione col piccolo durante i primi mesi.
Nel tipo B ad esempio le madri rispondono prontamente alle richieste dei piccoli, nel tipo A le madri sono poco disponibile e nel tipo C sono sempre insensibili, ma in maniera incostante.
L'effetto-bambino è l'influenza che le caratteristiche del bambino esercitano sul comportamento della madre, incidendo sulla qualità dell'attaccamento.
In linea di massima è probabile che sia l'insieme di tutti i fattori a generare il tipo di attaccamento specifico.
L'ipotesi della competenza infantile
Si ritiene che il tipo di attaccamento influenzi anche i successivi anni dello sviluppo, ecco un elenco di funzioni psicoloche che possono essere predette in base al tipo di attaccamento:
- caratteristiche della personalità (autostima, conoscenza di sè, entusiasmo...)
- relazioni con i coetanei (socievolezza, popolarità...)
- relazioni con gli adulti (indipendenza, fiducia, obbedienza...)
- aspetti emotivi (controllo, tolleranza...)
- aspetti cognitivi (maturità, curiosità, attenzione...)
- adattamento (comportamento antisociale, psicopatia...)
Continuità intergenerazionale
Secondo Bowlby gli attamenti non si limitano al secondo anno di età, ma vanno avanti e mutano con lo sviluppo, e cmq c'è una coerenza con la loro formazione iniziale e tutto il loro sviluppo successivo.
Bowlby afferma che i primi attaccamenti contribuiscono alla creazione dei sistemi interni e che questi vengono usati per lo sviluppo e la nascita di nuovi attaccamenti, mantenendo una certa linearità nella mutazione, che può essere cmq interrotta da eventi improvvisi.
Inoltre il tipo di attaccamento è anche influenzato dalla continuità intergenerazionale, che viene trasmessa di generazione in generazione (il padre si comporta in un modo perchè suo padre si comportava in quel modo, e ciò influisce sull'attaccamento).
L'intervista sull'attaccamento negli adulti viene fatta per analizzare come questi rievochino i fatti, e la Main ha classificato la posizione dei genitori in 3 punti:
- autonomi: parlano delle loro esperienze da bambini in modo aperto e coerente, riconoscendo sia gli eventi positivi che negativi.
- rifiutanti: si dissociano dalle caratteristiche emotive dell'infanzia, non ammettendo le esperienze negative
- preoccupati: troppo coinvolte dai ricordi, tanto da diventare incoerenti e confuse durante l'intervista
I risultati delle ricerche non confermano appieno queste relazioni, ed è probabile che le madri intervistate possano anche essere influenzate dall'esperienza attuale, oltre al fatto che possono entrare in gioco anche tanti altri fattori.
Non sono le esperienze d'infanzia della madre ad essere importanti, ma come esse vengono considerate da lei.
Piaciuto l'articolo? Lascia un commento!
EmoticonEmoticon