Per verificare la veridicità delle diagnosi delle cliniche psichiatriche fu fatto un esperimento da Rosenhan, dove dei falsi malati dichiarono di sentire delle voci e si fecero ricoverare.
Dopo il ricovero queste persone si limitarono a raccontare le loro
normali esperienze di vita e furono dimesse in norma dopo 20 giorni con
la diagnosi di "schizzofrenia in fase di remissione".
Questi risultati dimostrarono che il labeling,
etichetta linguisticha degli stereotipi, poteva influenzare il giudizio
dei medici che partivano dal presupposto di avere davanti un malato per
via di certi sintomi specifici detti a voce.
Ad esempio ad un paziente fu diagnostica un'ambivalenza verso
moglie, madre e amici, questo perchè lo psichiatra cercava una sorta di
congruenza tra i normali fatti raccontati dal paziente e i sintomi della
schizzofrenia.
Questo è un chiaro esempio di errore sistematico (bias) legato alle aspettative dell'osservatore.
Le impressioni
Asch fece degli esperimenti dove dimostrò che il modo in cui noi vediamo un certo oggetto, dipende dal contesto in cui esso è inserito.
Noi concepiamo le persone come diverse entità psicologiche e le diverse informazioni che di loro possediamo vengono rapportate ad un nucleo rappresentativo unificante.
L'esperimento di Asch mostra che basta la diversità di una sola caratteristica in un elenco per farci percepire una persona in maniera diversa, positiva o negativa. Se ad esempio una persona intelligente,abile,laboriosa,pratica è fredda, questa viene giudicata distaccata, se invece la persona è calda, questa viene etichettata come saggia.
Esistono due modelli di confronto per la formazione delle impressioni:
- Modello configurazionale: (Fatto da Asch)
nel processo di formazione delle impressioni di persona si manifestano
delle forze unificanti che agiscono per raccordare e integrare gli
elementi di informazione entro un'impressione globale.
Ad esempio la formazione del tratto intelligente può modificarsi in relazione alla configurazione in cui è inserito. - Modello algebrico: (Fatto da Anderson) ogni tratto possiede uno specifico e non modificabile significato, e che la valutazione ad esso associato rimane costante.
L'impressione di una persona che deriva da diverse informazioni non è altro che una combinazione algebrica delle loro valutazioni.
Il modello algebrico quindi, si appoggia ai processi bottom-up, dove si confrontano le nuove informazioni con le conoscenze preesistenti.
L'effetto centralità è il ruolo giocato da alcuni tratti nel produrre modificazioni nel significato degli altri con cui sono associati.
Questi due effetti si hanno perchè i tratti in questione hanno un forte valore informativo, e nel caso del primacy questi non devono essere in competizione con altre informazioni.
La teoria implicita della personalità: la nostra conoscenza delle persone è strutturata dalle nostre aspettative su come i diversi tratti di personalità vanno assieme, e questo processo di solito è inconscio.
Si tratta quindi di un'inferenza spontanea.
Alcuni esperimenti han dimostrato che i soggetti tendono a sovrastimare i tratti provenienti dalla teoria implicita e a sottostimare i tratti in cui la loro associazione non è prevista dalla teoria.
Queste teorie vengono spiegate da alcuni come il fatto che se certi tratti hanno significati lessicali molto simili, ad esempio generoso ha un significato lessicale simile a calore umano, caldo.
Altri invece sostengono che le teorie sistematizzano ciò che in realtà succede nel quotidiano, ossia che alcuni tratti si manifestano in combinazione con altri (il principio di associazione per contiguità).
Gli schemi
Gli schemi sono delle strutture di dati che servono per rappresentare dei concetti immagazzinati in memoria.
Sono strutture piramidali gerarchicamente organizzate dove in alto sono rappresentate le informazioni nella loro forma più astrattae generale, e man mano che si scende l'informazione diventa sempre più concreta e precisa.
Esistono diversi tipi di schemi sociali:
- Schemi di persone: sono le strutture di
conoscenza che si riferiscono a particolari categorie di individui e che
focalizzano i tratti di personalità che li distinguono e che ne rendono
significativo il comportamento.
Ad esempio se vengono elencati alcuni hobby di alcune persone, se poi ad esempio si dice che queste persone hanno scelto di studiare cinema, si ricordano più facilmente gli hobby precedentemente elencati se sono inerenti col cinema. - Schemi di sè: sono quegli schemi che la persona usa frequentemente per descriversi e che vengono richiamati facilmente e velocemente.
- Schemi di ruolo: sono le strutture cognitiva che organizzano le conoscenze circa i comportamenti previsti in un gruppo sociale.
Ci sono anche dei ruoli che sono ascritti dalla nascita, come il genere sessuale, la razza, ecc...
Il rischio di usare gli schemi di ruolo per categorizzare e rendere facili alcune distinzioni è quello di semplificare troppo la realtà e di creare falsi stereotipi.
Altri esempi di ruolo sono il fatto di associare in automatico al fatto che uno è un animatore, il fatto di essere estroverso. - Schemi di eventi: sono quelle strutture di conoscenza che descrivono sequenze di azioni, dettate da regole condivise, negli opportuni contesti.
Questi schemi spesso agiscono in maniera inconscia, come ad esempio per fare una telefonata, si sa come ci si comporta e si fanno azioni senza pensarci sopra troppo.
Altri esempi sono quelli che noi deduciamo automaticamente alcune informazioni non esplicitamente dette in un contesto a noi noto.
Questi schemi però posson variare da cultura a cultura e ad esempio alcuni schemi della cultura indiana a noi non sono automatici, ma han bisogno di spiegazioni (come ad esempio le loro leggende dove se si omettono le spiegazioni loro le capiscono lo stesso, mentre noi no).
Le attribuzioni
Le attribuzioni causali sono quei processi che le persone mettono in atto quando inferiscono le cause che stanno dietro specifiche azioni e sentimenti.
Quando le cose non vanno come dovrebbero o quando sono inaspettate, le analisi causali diventano intenzionali e ci costano fatica mentale e tempo.
Secondo Heider il criterio fondamentale per interpretare il comportamento di qualcuno consiste nel decidere il locus della causalità, ossia nello stabilire se la causa del comportamento sta nella persona che lo ha prodotto (causa interna), nell'ambiente circostante (causa esterna), o in entrambe.
In alcune situazioni è importante anche definire la responsabilità di chi ha fatto succedere l'evento.
Esistono diversi livelli di responsabilità secondo Heider:
- Per associazione: corrisponde alla responsabilità indiretta di chi non si è accorto di un evento e non è intervenuto.
- Responsabilità causale: è attribuita a chi ha commesso il fatto, ma che cmq non ne prevedeva le conseguenze.
- Responsabilità intenzionale: è quella in cui l'individuo è pienamente responsabile delle sue azioni.
- Responsabilità giustificabile: si ha quando c'è un comportamento intenzionale ma inevitabile, dettato dalle circostanze.
Secondo Kelley ci sono diverse spiegazioni a certi eventi che interessano l'individuo:
- Distintività: quando ci si chiede se l'evento accade solo in determinate circostanze o anche in altre.
- Coerenza nel tempo e nelle modalità: quando ci si chiede se l'evento è capitato solo in un'occasione (o raramente) o se si manifesta frequentemente (o sempre).
- Consenso: quando ci si chiede se si è gli unici a cui accade un evento o se accade anche ad altri individui.
Il modello di Weiner
Il modello di Weiner si basa sull'intreccio di 3 fattori: locus, stabilità e controllabilità.
Ovvero secondo Weiner si stabilisce prima se la causa è interna o esterna, se è una cosa momentanea o stabile e se si tratta di cause su cui si può esercitare un controllo oppure no.
Con questo modello è possibile analizzare come le attribuzioni causali influenzino le aspettative per il futuro e le prestazioni del soggetto.
Alcune emozioni dipendono dal locus, se il successo è interno può nascere l'orgoglio, se il locus è esterno e c'è un insuccesso può nascere la rabbia, ed un esito negativo associato alla stabilità può portare alla sfiducia e all'ansietà.
Il self-serving bias è la tendenza ad attribuire i successi a cause interne e gli insuccessi a cause esterne.
Secondo il modello di Kelley le persone attribuiscono i successi a cause interne per il bisogno di autostima, e allo stesso modo tendono ad attribuire gli insuccessi a cause esterne per proteggere la propria autostima.
L'errore fondamentale di attribuzione è la tendenza generale di giudizio che i soggetti manifestano quando per determinare il comportamento della gente sottostimano i fattori situazionali e sovrastimano i fattori disposizionali (qualità o disposizioni).
Si sottostimano anche i fattori come la libertà di scelta.
La differenza tra attore e osservatore
Si ha la tendenza a spiegare il comportamento degli altri in termini di fattori disposizionali ed il proprio comportamento in termini di fattori situazionali e instabili.
Quando uno valuta gli altri non sono sempre visibili i fattori esterni come le pressioni sociali, le norme ecc.., mentre quando si valuta se stessi non si riesce a vedersi agire, quindi ci si valuta di più per fattori situazionali.
L'effetto attore-osservatore si attenua o si inverte quando sono importanti i risultati, positivi o negativi: gli insuccessi sono dovuti alle situazioni, i successi alle persone.
Inoltre non conoscendo le situazioni, ma le norme sociali, un comportamento dell'attore da parte dell'osservatore può essere visto come una cosa costante nel tempo e non un evento situazionale.
In certe culture orientali il concetto di sè è poco importante, quindi queste affermazioni possono essere poco veritiere in quel contesto.
L'effetto del falso contesto
L'effetto del contesto basato sul sè porta a percepire il proprio comportamento come tipico e ad assumere che nelle medesime circostanze gli altri si sarebbero comportati nel medesimo modo.
E' stato dimostrato che si tende a considerare più frequenti le scelte coerenti con le nostre.
Questo fenomeno è stato spiegato in diversi modi:
- L'esposizione selettiva afferma che i soggetti cercano la compagnia dei propri simili, o di chi si comporti similmente a loro.
- Se una opinione è saliente per il soggetto, questo è portato a percepirla comune anche agli altri.
- Attribuendo anche ad altri i propri concetti, ne si rafforza l'importanza e si aumenta l'autostima.
L'effetto aumenta anche nei tratti personali positivi, dove ad esempio se io mi ritengo bello, son portato a pensare più facilmente che anche gli altri mi reputino tale.
Inoltre, l'effetto risulta molto forte nei gruppi di minoranza.
La falsa unicità si ha quando si considera poco frequente una caratteristica positiva personale negli altri soggetti ("nessuno è alto come me"), anche se questo effetto non si verifica negli atteggiamenti.
La psicologia sociale si occupa anche dell'analisi dei possibili errori di pensiero, con diverse tecniche.
Euristiche
Le euristiche sono le strategie cognitive semplificate nel giudizio sociale che possono generare degli errori dovuti alla troppa semplificazione della realtà.
Esistono 4 tipi diversi di euristiche:
- Euristica della rappresentatività: è una
scorciatoia di pensiero che consente di ridurre la soluzione di un
problema inferenziale ad una operazione di giudizio particolarmente
semplice.
Si applica nei giudizi di probabilità, ed implica un ragionamento del tipo "quanto è probabile che X appartenga alla categoria Y?"
Un errore che può essere commesso con questa euristica è quello di considerare solo quello che è disponibile senza valutare bene la situazione. - Euristica della disponibilità: si usa quando si
deve valutare la frequenza o la probabilità di un eveno, e si basa
sulla facilità e la velocità con la quale vengono in mente gli esempi e
le associazioni.
In questa euristica si possono commettere errori di sovrastima sugli elementi riferiti al sè o anche a non considerare casi meno noti. - Euristica della simulazione: è una variante
della disponibilità e si usa quando i soggetti devono immaginare
ipotetici scenari in modo da formulare ipotesi sull'accadimento degli
eventi.
E' stato dimostrato che eventi anormali favoriscono il crearsi di simulazioni normali e che quando questi si manifestano c'è una maggiore reazione emotiva.
Ad esempio fa più impressione pensare ad un incidente accaduto in un posto dove si va raramente piuttosto in un luogo dove ci si reca sempre.
Ancoraggio e accomodamento
Quando le persone devo prendere delle decisioni in situazioni di incertezza, spesso si ancorano ad un punto di riferimento e poi fanno gli opportuni aggiustamenti.
Se ad esempio ci chiedono quanto costa un pc specifico e noi non lo sappiamo, pensiamo al prezzo di un pc noto e poi valutandone le caratteristiche stimiamo il prezzo probabile del pc richiesto.
E' stato anche dimostrato che si tende a fare delle stime pendenti verso le proprie scelte, come quelle persone che danno come favorita il partito politico che hanno votato, questo perchè una volta ancorati, difficilmente spostiamo il nostro punto di riferimento.
Stereotipi
Gli stereotipi sono sistemi concettuali che ci permettono di semplificare le nostre rappresentazioni.
Questi sistemi semplici spesso sono anche semplicistici e per questo fuorvianti.
Gli stereotipi spesso non rendono giustizia ai singoli individui, anche quando si ha un contatto diretto con essi.
Le aspettative sterotipiche si presentano quando ci si aspettano certe caratteristiche da un individuo appartenente ad una certa categoria.
Le conseguenze degli stereotipi sono solitamente negative a causa della rigidità della categorizzazione e a causa della distorsione della realtà.
Il più importante veicolo di trasmissione degli stereotipi è quello linguistico.
Gli stereotipi si modificano nel tempo, come ad esempio la parola negri, che poi è diventata neri, ed infine afro-americani, probabilmente per addolcire la categorizzazione una volta che lo stereotipo era diventato una cosa negativa agli occhi di tutti, e il termine superato, se continuato ad essere usato, è diventa un dispregiativo.
Gli stereotipi sono molto potenti ed è difficile inibirli perchè spesso agiscono in maniera inconscia.
E' sufficiente sentire la parola "napoletani" per attivare subito dei luoghi comuni che magari nel contesto specifico sono falsi ed inadeguati.
Questa categorizzazione ovviamente è utile per velocizzare i processi della mente umana, ma è allo stesso tempo una caratteristica pericolosa.
Gli stereotipi agiscono anche nell'in-group e nel out-group, intesi come "noi" e "loro", e come al solito le cose riferite a noi sono di solito positive, mentre quelle riferite agli altri possono esser più facilmente negative.
Visto che gli stereotipi sono stati riconosciuti universalmente come una cosa negativa a causa del loro cattivo utilizzo in passato, spesso la gente tende a negare di farne uso, anche se molte volte li usa senza rendersene conto.
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