Dopo il 1970, i lavori di Bowlby e tutte le ricerche che ne sono seguite, sono stati influenzati dalla teoria generale dei sistemi o dalle sue sotto teorie come la teoria della comunicazione, la cibernetica, la teoria dei sistemi di controllo.
La teoria generale dei sistemi
Ha origine per mano di von Bertalanffy (1968), il quale sostiene che per comprendere scientificamente un fenomeno è necessario studiare non solo gli elementi che lo costituiscono presi separatamente, ma anche e soprattutto le loro interrelazioni.
Egli parla di un sistema dotato di scopi, capace di autoregolazione, che si sviluppa naturalmente in condizioni di complessità (entropia negativa).
La struttura sistemico-generale serve anche a sostenere che la teoria dell'attaccamento e la teoria sistemico-familiare possono integrarsi con vantaggi reciproci.
Esistono una serie di principi sistemici generali all'interno di questa teoria:
- Totalità e ordine: l'idea è che la totalità sia
qualcosa di più della somma delle sue parti, in base all'osservazione
che la totalità include la proprietà delle relazioni tra le parti,
quindi nessun individuo può essere compreso al di fuori del contesto in
cui vive.
I ricercatori sistemici quindi studiano i pattern nelle strutture più ampie che costituiscono l'individuo o il sistema di cui l'individuo rappresenta una parte, ed un lavoro a riguardo è quello della Ainsworth sulle interrelazioni tra i sistemi di attaccamento, di paura-allarme e di esplorazione. - Relazioni causali circolari: si considera che gli effetti spesso hanno retroazione diventando quindi essi stessi cause, in questa cornice le relazioni causali vengono considerate come complesse, spesso con spirali di feedback circolari, inoltre è difficile ipotizzare che l'effetto di un singolo elemento sia la causa dell'intera struttura o del funzionamento degli altri.
- Mantenimento di relazioni invarianti: questo
principio afferma che per la sopravvivenza è necessario un ordine, un
limite, all'interno di un sistema e della sua relazione con l'ambiente.
In un sistema complesso non è necessario che tutte le relazioni con l'ambiente siano costanti, ma che la variabilità di tali relazioni sia mantenuta entro certi limiti.
Ashby sostiene che solo la variabilità può distruggere o controllare la variabilità, se 2 sistemi sono connessi, solo quello con la variabilità più elevata può controllare la quota della variabilità della loro relazione (es. bambino-caregiver dove la madre contrasta la variabilità dell'ambiente per rendere stabile la loro relazione e non far turbare il bambino). - Autoregolazione adattiva: è la stabilità
cibernetica che autoregola un sistema in modo da compensare i
cambiamenti nelle condizioni ambientali attraverso variazioni coordinate
di valori interni del sistema (Sameroff).
Il sistema mantiene costanti le variabili fondamentali tramite feedback negativi attraverso i quali l'organismo agisce in modo da ridurre gli effetti dovuti alla deviazione rispetto ad uno standard (es. del bambino che si autoregola cambiando comportamento quando la madre va via e finché non torna, e questi processi sono solitamente adattivi). - Auto-organizzazione adattiva: riorganizzazione
che modifica i parametri interni del sistema nel momento in cui viene
esposto all'effetto di una nuova costante nell'ambiente interno o
esterno.
Questa differisce dalla autoregolazione adattiva in quanto quest'ultima consente al sistema di far fronte a problemi temporanei e di tornare poi al precedente stato di equilibrio senza che ci siano cambiamenti permanenti. - Sottoinsiemi e confini: ogni sistema
costituisce un sottosistema di un sistema ancora più ampio o più
inclusivo ed è a sua volta composto da sottosistemi differenziati l'uno
dall'altro da regole diverse che ne consentono l'autoregolazione.
Le differenze delle regole rappresentano quindi i confini dei sottosistemi, inoltre un individuo può appartenere a più sottosistemi (es. sistema coniugale, sistema genitoriale, sistema fraterno, sistema genitore-figlio).
Le regole che definiscono i confini e l'appartenenza vengono stabilite dai pattern di interazione ricorrenti tra tutti i membri della famiglia.
Il pensiero sistemico della teoria dell'attaccamento
La teoria dell'attaccamento di Bowlby afferma che gli esseri umani sviluppino un certo numero di sistemi comportamentali e che ogni sistema sia costituito da un insieme di comportamenti strutturalmente differenti, ma funzionalmente equivalenti, cioè che tendono tutti a produrre lo stesso risultato.
Il sistema comportamentale può essere studiato isolatamente, ma deve cmq essere rappresentato concettualmente all'interno di un sistema più ampio.
Il fenomeno della base sicura si ha quando il bambino piccolo usa l'accessibilità della madre come una base sicura da cui partire per esplorare l'ambiente e presumibilmente aumentare il proprio livello di competenza.
In ogni modo, sia la madre ed il bambino considerati come sistemi, possono essere compresi solo se vengono studiati nel contesto della diade madre-bambino intesa come sistema.
Il comportamento di attaccamento del bambino è attivato automaticamente da certe condizioni come la fatica, la fame, il dolore ed i cambiamenti improvvisi nelle condizioni-stimolo, ed in queste situazioni la madre attribuisce ansia e disagio al bambino ed aumenta il contatto fisico e la prossimità con esso, in modo da eliminare la fonte della difficoltà del figlio.
Se analizziamo solo il sistema bambino, siamo davanti ad un paradosso perchè il suo comportamento di attaccamento è attivato e concluso in modo prevedibile ed è al servizio della sopravvivenza, ma in sé non è organizzato secondo uno scopo, e questo paradosso viene spiegato solo dall'analisi del comportamento madre-bambino.
Anderson ha analizzato il comportamento dei bambini quando si allontanano al parco, scoprendo che questi tendono a rimanere ad una certa distanza di sicurezza dalla madre e che quando questa viene superata è la madre ad avvicinarsi al piccolo, quindi si ha una autoregolazione della distanza dei membri della diade operata da uno dei 2 membri (non è importante chi).
Secondo Bowlby, la famiglia è l'unità sociale di base per lo studio dell'attaccamento.
Un approccio sistemico-familiare all'attaccamento
Si ipotizza totalità ed ordine, nel senso che tutte le relazioni di attaccamento e di cura si sviluppino all'interno di una rete di relazioni ordinate e che possano essere pienamente comprese al di fuori di questo contesto.
Secondo alcuni studi, gli elementi significativi nella relazione tra i coniugi contribuiscono ampiamente allo stato d'animo della moglie, al suo senso di competenza come madre e quindi alla sicurezza dell'attaccamento del bambino nei suoi confronti.
I cambiamenti possono assumere forme diverse e possono anche presentarsi come forma di interruzione di un'interazione in corso nel sottosistema coniugale, come nel caso dell'attivazione del comportamento di attaccamento da parte di un bambino piccolo che spesso interrompe l'interazione tra la madre e i fratelli più grandi.
Si parla poi di piani condivisi o di modelli operativi, uno degli strumenti principali attraverso cui viene mantenuta la coesione familiare, che consistono nel modo in cui la famiglia regola la prossimità e il contatto fisico, inoltre, ogni membro della famiglia ha un modello operativo del proprio e dell'altrui contributo ai pattern di interazione ed il contributo di ciascun membro non è identico.
Parlando di relazioni causali circolari, si distingue in cause immediate del comportamento e l'effetto o la funzione di quel comportamento.
Bisogna non solo osservare le semplici relazioni specifiche di causa/effetto ma anche considerare le molteplici cause sistemiche e i molteplici effetti sistemici d'interazione, ad esempio si è scoperto che la quantità di interazioni tra 2 soggetti diminuisce considerevolmente quando entra una terza persona nel contesto interattivo.
Queste relazioni possono essere adattive o non adattive, come nel caso di una relazione troppo stretta tra madre e bambino (soglia d'attivazione d'attaccamento troppo bassa).
Gli psicologi evolutivi tradizionali probabilmente andrebbero a cercare la causa di questo attaccamento analizzando il comportamento della madre e le eventuali figure sue di attaccamento, mentre lo psicologo sistemico-familiare amplierebbe questo approccio attraverso l'osservazione e la descrizione anche dei pattern di interazione tra tutti i membri della famiglia (ad esempio è possibile che le interazioni tra i sottosistemi familiari contribuiscano a mantenere il problema, o che la relazione avviluppata tra madre e bambino contribuisca a mantenere equilibrato il sistema famiglia).
Parlando di mantenimento di relazioni invarianti, il bambino viene protetto sia tramite il proprio attaccamento, sia partecipando ad altri sistemi (es. sottosistema padre-bambino, fraterno, bambino-insegnante).
Sembra che le interazioni di attaccamento e di cura si verifichino ogni volta che il bambino è ferito o spaventato, inoltre sembra che tutti i membri della famiglia tendano a comportarsi in modo che venga mantenuta costante la prossimità tra bambino ed almeno una figura di attaccamento, cosa che spesso però interferisce con i cambiamenti evolutivi (es. resistenza al trattamento terapeutico).
Parlando di autoregolazione, la famiglia come sistema usa il feedback negativo fornito dai singoli individui per fare in modo che l'interazione in atto sia in accordo con i modelli familiari prefissati.
Il raggiungimento degli obiettivi può essere ottenuto tramite ruoli prefissati dei membri della famiglia, oppure con più ruoli occupati dai vari familiari, o tramite ruoli intercambiabili dove i membri possono agire assieme consentendo alla figura primaria d'attaccamento di partecipare ad altri sottosistemi.
Stewart nella strange situation ha scoperto che i padri interagiscono poco con i bambini quando nella stanza c'è la propria madre, ma che aumentano l'interazione quando questa va via, per poi ridiminuirla al suo ritorno (anche il sottosistema fraterno agisce così).
Nel caso dell'auto-organizzazione, esempi di cambiamenti duraturi sono la nascita del primogenito, l'ingresso a scuola, la morte, il divorzio, e per ciascuna di queste condizioni che comportano cambiamenti la famiglia deve adattarsi e stabilire un nuovo insieme di pattern stabili di interazione e di processi autoregolatori.
Ad esempio quando nasce un secondo figlio il primogenito tende a richiedere apposta più attenzioni e si ha una diminuzione dell'attenzione materna anche quando la madre non è occupata col nuovo nato (tuttavia i padri compensano).
La famiglia si stabilizza quando i pattern d'interazione familiare nuovi diventano sicuri ed usuali, così essa potrà tornare a realizzare aggiustamenti tramite autoregolazione, finchè non si dovrà nuovamente riorganizzare a seguito di una nuova crisi.
Parlando di sistemi e sottosistemi, esiste il sottosistema padre-figlio, quello fraterno, quello dei pari, ed i pattern di configurazione che stabiliscono i confini tra questi sottosistemi consentono al bambino di sviluppare le abilità di gioco, di apprendimento, di collaborazione e di risoluzione dei conflitti (abilità non acquisibili nel sistema madre-bambino).
C'è la tendenza all'interno della famiglia di mantenere confini chiari e di escludere membri inadeguati (es. figlio che insiste per dormire con i genitori che viene cacciato dall'alleanza padre-madre), e nel caso dell'attaccamento insicuro resistente c'è sia la loro relazione troppo stretta che nega al bambino di partecipare agli altri sottosistemi, sia la tendenza di questi ad escludere il bambino fornendogli feedback negativi che consolidano questo eccessivo attaccamento alla madre.
Differenze individuali: attaccamento non adattivo
Minuchin identifica i sottosistemi familiari come: adattivi (sensibili uno verso l'altro, apertamente comunicative, supportive), disimpegnati (evitanti o poco coinvolti, arrabbiati e insensibili) o avviluppati (eccessivamente coinvolti, intrusive, ambivalenti e non rispettose della giusta autonomia e dei confini).
Un bambino può non avere lo stesso tipo di attaccamento per la madre e per il padre ed anche i diversi figli della stessa famiglia possono sviluppare tipi di attaccamento diversi verso le stesse famiglie, e queste relazioni diversificate sono un problema per la teoria classica dell'attaccamento, mentre possono essere spiegate dalla teoria sistemico-familiare.
La teoria sistemico-familiare punta l'attenzione sui confini, sui ruoli, sui sottosistemi, sulle relazioni gerarchiche, sulla comunicazione, sulla risoluzione dei conflitti, sull'omeostasi e sul cambiamento.
Bisogna inoltre distinguere tra struttura familiare non adattiva e crisi di transizione, dove il non adattamento implica una struttura o un pattern inappropriato rispetto agli obiettivi della famiglia, distruttivo ed estremamente resistente al cambiamento (i membri della famiglia agiscono in modo da contrastare il cambiamento), mentre la crisi comporta disturbi di equilibrio familiare che accompagnano un cambiamento evolutivo o situazionale al quale la famiglia cerca di adattarsi attraverso il processo di auto-organizzazione, crisi che vengono solitamente superate grazie a modificazioni nella struttura e nei pattern di interazione della famiglia stessa (il periodo di crisi è spesso caratterizzato da disagio e da pattern interattivi diversi e non familiari).
Nelle famiglie normali questi periodi di crisi sono normali e alla fine di essi si tornerà all'attaccamento sicuro.
Il comportamento avviluppato si ha quando c'è troppa dipendenza ed unione tra madre e bambino, quando c'è ansia da separazione eccessiva ed isolamento dagli altri (comportamenti riscontrati negli insicuri resistenti e negli insicuri controllanti).
Questo super attaccamento potrebbe essere dovuto al fatto che la coppia coniugale non funziona e quindi la madre si rifugia nel figlio mentre il padre si concentra nel lavoro e viene allontanato sempre di più dalla coppia madre bambino, quindi l'esistenza di tutti questi ruoli inappropriati favorisce il risentimento e l'ambivalenza in tutte le relazioni familiari (si può cmq creare l'omeostasi con questo comportamento).
L'attaccamento insicuro sembra servire per deviare l'attenzione dal conflitto e dal risentimento coniugale o comunque dall'interazione tra coniugi ed il suo ruolo nel mantenere l'integrità della famiglia stabilizzando il sistema intorno alla diade madre-bambino.
I terapeuti cmq non cercano i motivi individuali alla base del comportamento, ma cercano il ruolo autoregolatorio che il sintomo svolge per il sistema familiare, ruolo che spesso diventa chiaro osservando l'effetto che il sintomo ha sugli altri membri della famiglia (spesso lo scopo è quello di mobilitare il comportamento di cura degli altri membri della famiglia, e spesso ancora queste famiglie sono caratterizzate da molti conflitti irrisolti, dove alcune di queste evitano i conflitti, altri invece si impegnano in molte liti).
La deviazione è dunque spesso una forma estrema di comportamento di attaccamento (sintomo) da parte del bambino, in quanto si attiva successivamente il sistema di cura dei genitori.
Il sintomo è quindi tanto resistente al cambiamento proprio perchè queste interazioni di attaccamento e cura stabilizzano la famiglia e diminuiscono la probabilità di perdita di un loro membro.
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