La vita intra-uterina e l'esperienza della nascita
La capacità di essere genitore si fonda sugli aspetti più adulti della personalità, la quale durante i 9 mesi della gravidanza può crescere notevolmente, in modo da permettere all'adulto di diventare genitore.
Questa spinta evolutiva in avanti è però possibile solo se è stato elaborato il lutto per la fase precedente di vita, ed il periodo della preparazione a diventare genitore comporta spesso l'elaborazione di intensi sentimenti di ambivalenza, che nasce perchè anche se il bambino è molto desiderato, averlo significa fare delle rinunce.
La coppia deve fare spazio ad una terza persona e ciò richiede la rinuncia ad una vita in cui entrambi i genitori potevano pensare solo a se stessi.
Secondo Brazelton e Cramer, la gravidanza nella donna riflette la sua intera vita precedente al concepimento, le sue esperienze con la propria madre ed il padre, le sue successive esperienze con il triangolo edipico, le forze che l'hanno fatta separare dai genitori, tutto ciò influenza il suo adattamento in questo nuovo ruolo.
Si divide la gravidanza in 3 trimestri: nel primo si ha la reazione della coppia alla notizia e nella madre non si hanno ancora mutamenti fisici, nel secondo è caratterizzato dai primi movimenti del feto e dal suo riconoscimento come un essere con una vita propria, nel terzo i genitori concepiscono il feto come un individuo che fa parte delle loro fantasie.
Il primo trimestre
La prima reazione alla notizia è spesso di estremo piacere, tuttavia la reazione differisce da genitore a genitore e circostanze interne ed esterne si combinano e influenzano in maniera specifica l'esperienza della gravidanza, quasi sempre circondata da sentimenti ambivalenti.
Secondo Brazelton e Cramer, la possibilità di diventare genitori catapulta gli adulti nel periodo della propria infanzia, facendogli rivivere sia i sentimenti belli che quelli brutti, facendo quindi rivivere i conflitti di quel periodo.
I futuri genitori vivono sia sentimenti di rivalsa verso i genitori, pensando di fare meglio, sia sentimenti di riconoscimento per il difficile lavoro svolto.
Alcuni bambini che nascono dopo un aborto o cmq dopo la morte di un altro bambino vengono definiti bambini sostitutivi quando i genitori non hanno superato il lutto precedente, e ciò può portare ad aspettative eccessive verso il nuovo figlio.
Invece se un genitore ha un complesso edipico non risolto, possono nascere espressioni tipo figlio di mamma, dato che il modo in cui ciascun genitore ha risolto i problemi edipici può avere un impatto sull'intero sistema familiare e può anche influenzare lo sviluppo della personalità del bambino.
Secondo Klauber, proprio nel momento in cui i genitori dovrebbero sentirsi più adulti, spesso invece si sentono più bambini , pieni di incertezze e dubbi sulle proprie capacità.
Il secondo trimestre
Il neonato diventa più reale agli occhi degli adulti, che iniziano a fantasticare sul suo sesso e a pensare ai nomi e alla personalità che potrà avere.
Se i genitori hanno una particolare propensione verso un sesso, la bambina (ad esempio) quando nasce può tendere a comportarsi come un maschietto e a disprezzare la femminilità, quindi lo sviluppo della personalità dipende dall'interrelazione tra la natura e la personalità del feto e quelle dei suoi genitori.
Nel secondo trimestre ha dunque inizio un processo di modellamento o accomodamento.
Secondo gli studi della Keller, i genitori che conoscono il sesso del proprio figlio grazie alla tecnologia, impiegano molto più tempo per riconoscere l'individualità dei propri figli, dato che la conoscenza anticipata di questa informazione può ostacolare il lavoro di attaccamento successivo, inoltre si ha difficoltà a legarsi ad un bambino prematuro quando il lavoro svolto dalle fantasie non è stato ancora completato.
La presenza di un feto dentro la madre può far sorgere invidia nel padre che può portarlo alla voglia di dominare la donna in altri contesti (familiare, politico, religioso).
Se invece si ha un parto prematuro ed un bambino con problemi, i genitori devono superare il lutto di non aver avuto un bimbo perfetto.
Il terzo trimestre
I genitori iniziano a modificare le loro abitudini per adattarsi all'arrivo imminente del bambino.
Molti genitori trattano il fato come se fosse già un membro della famiglia, fantasticando, parlando con lui, toccando i suoi contorni e immaginando come sarà e cosa farà.
Esistono diversi corsi prenatali da fare in questo periodo per potersi preparare al meglio al nuovo ruolo.
I padri
Il padre può avvertire il sentimento di essere in secondo piano, avvertendo la coppia madre-bambino come troppo unita, sentimenti che derivano da sue precedenti esperienze infantili.
Alcuni uomini fuggono da questi sentimenti ambivalenti rifugiandosi nel lavoro, negli amici, nell'alcool, in relazioni extra-coniugali, altri diventano impotenti e si ritirano, altri vogliono attirare l'attenzione.
E' stato dimostrato che i futuri padri provano più nausee, sintomi di vomito, disturbi gastrointestinali e mal di denti di uomini che non stanno per diventare padri.
Secondo Brazelton e Cramer, l'uomo che ha un legame profondo con il proprio padre è protetto dalla paura di diventare troppo simile a sua madre.
Cmq la presenza del padre ed il suo sostegno amorevole aiutano la donna a sviluppare il ruolo materno e nei casi in cui c'è maggior coinvolgimento paterno ci sono meno complicazioni durante il parto, inoltre, un padre che è capace di tollerare l'esclusione dall'intimità della relazione madre-bambino fornisce un importante modello sia per la madre che per il bambino.
Il feto
A partire dal terzo mese il feto può udire i suoni che vengono dal mondo esterno.
I neonati riescono a riconoscere e preferire la voce della mamma che avevano sentito quando erano ancora in pancia, così come la musica e i racconti.
Valman e Pearson hanno dimostrato che se la madre è molto stressata, il movimento del feto può aumentare fino a 10 volte.
A partire dal secondo trimestre di gravidanza il feto ha attivi tutti i sensi, può anche spostarsi per cercare posizioni più confortevoli o reagire a fonti di luce, e verso il sesto mese i feti fanno anche dei sogni.
Alessandra Piontelli fece un'interessante studio sulla vita intra-uterina usando l'ecografia e studiando i bambini prima e dopo la nascita, scoprendo che questi fanno molti movimenti complessi quando sono dentro la madre.
La Piontelli ebbe in cura un bambino di 18 mesi di nome Jacob, che sembrava alla ricerca di qualcosa che non poteva trovare ed inoltre muoveva gli oggetti come se volesse rianimarli.
La Piontelli scoprì che il piccolo era un gemello e che suo fratello era morto nella pancia della madre, rimanendo immobile accanto a lui per diverso tempo, e ciò dimostra che le esperienze intra-uterine influenzano la successiva vita del bambino.
La nascita e le possibili complicazioni
La nascita è un momento drammatico per tutte le persone coinvolte.
Qualche volta le cose vanno male, ed è stato dimostrato che tenere in braccio per un po' il bambino morto aiuta la madre a superare il processo di lutto, dato che solo una perdita che è stata vissuta può essere elaborata.
Quando un bambino è prematuro (neonato fetale) può essere un errore trattarlo come un normale bambino, perchè può non essere pronto a fronteggiare tutti gli input che gli si forniscono e può avere dei sovraccarichi con effetti indesiderati.
Le neo-mamme spesso sono depresse dopo il parto perchè rievocano ricordi infantili, esperienze avute nei confronti dei propri genitori, e questa depressione può essere incrementata da un padre assente.
La prima infanzia: diventare una persona nella famiglia
Dal momento del suo primo respiro il bambino si confronta con il mondo.
Ogni bambino è unico nel suo modo di reagire all'ambiente e quello che un bambino fa, influenza chi lo deve curare.
I bisogni fondamentali del neonato
Esistono alcuni bisogni fondamentali dell'infanzia, che devono essere soddisfatti in maniera adeguata perchè il neonato possa sopravvivere.
I 3 principali bisogni del bambino sono:
- Nutrimento: il bambino ha bisogno anche di affetto e amore durante i pasti
- Contenimento: i bambini hanno spesso bisogno di essere
tenuti in braccio (soprattutto durante la poppata) per essere
rassicurati e cmq non vanno mai lasciati soli per troppo tempo.
C'è in questo rapporto una struttura che contiene ed un punto focale che organizza (cosa ricercata poi in tutta la vita, con la ricerca di programmi ed orari, di una cerchia di amici, di un lavoro che ci impegni, ecc...), e secondo Winnicott esiste la preoccupazione materna primaria (un neonato ha bisogno di essere pensato per tutto il tempo), ed in generale, quando un bambino ha poche settimane, solo attraverso l'esperienza di essere pensato egli acquisisce poi la capacità di pensare. - Pulizia: i bambini piccoli hanno forti emozioni primitive che li stravolgono dall'interno e quindi hanno bisogno di un adulto che li comprenda e li aiuti, e per comunicare il disagio lo strumento principale di quel periodo è il pianto.
Il primo passo verso il pensiero indipendente inizia quando il neonato percepisce che qualcosa non è fisicamente presente (Bion, concetto di oggetto assente), bisogna poi tollerare il fatto di essere soli e così nasce il pensiero simbolico.
Il neonato usa la scissione per dividere il buono dal cattivo, e se ha troppe esperienze negative (trascuratezza, maltrattamento, eccessiva sensibilità congenita) diviene a rischio emotivo.
Un caso di problemi dovuti alla non responsività della madre è quello della piccola Joanne, una bambina di 3 mesi portata in terapia perchè piangeva sempre dopo che la madre l'aveva lasciata da sola in ospedale (per diarrea), la piccola migliorò quando la madre riuscì a contenere le sue ansie e a rispondere ai suoi bisogni (e ci riuscì perchè la terapia riuscì a scaricarla da alcune sue angosce che aveva a causa di sensi di colpa sulla morte della propria madre).
Lo sviluppo del pensiero
Un bambino di 3 mesi sa riconoscere le persone e risponde con sorrisi, e ciò dimostra che il piccolo possiede già ricordo e pensiero.
Tuttavia, i neonati non imparano a pensare adeguatamente se non vengono aiutati, se non hanno stimoli e feedback.
Le implicazioni emotive dello sviluppo fisico
La comparsa dei denti è un indizio che la primissima infanzia come fase di maggiore dipendenza, sta per giungere al termine.
Da un lato la funzione a mordere e masticare è funzionale allo sviluppo, dall'altro i denti sono indubbiamente collegati con impulsi aggressivi e mordere il seno è la prima opportunità che il bambino ha di infliggere un dolore fisico.
La relazione tra la mente ed il mondo esterno
Il mondo interno del bambino diventa sempre di più un luogo reale, è il mondo del pensiero, dei sentimenti, dell'immaginazione e dei sogni.
Spesso però i bambini piccoli sono sopraffatti dalle proprie esperienze interne.
Separazione e perdita
Il bambino ha bisogno di fare esperienza di essere solo, di riuscire a gestire i propri sentimenti, le proprie angosce fin dall'inizio, a piccole dosi gestibili.
Bisogna stare vicini ai bambini quando sono infelici, così che interiorizzino un oggetto buono che sarà sempre con loro anche quando l'adulto non sarà fisicamente presente, in modo da sopportare meglio la separazione.
L'angoscia da separazione si ha nella seconda metà del primo anno e può essere cmq accompagnata dal piacere dell'esplorazione e dell'indipendenza, e tutto ciò porta al momento culminante dello svezzamento, alla fine del primo anno, dove si dice addio alla vita del neonato che succhia.
Lo svezzamento
Ci sono eventi psicologici molto importanti che avvengono in questo periodo (fine primo anno), il bambino inizia ad avere l'idea di essere una persona separata, e c'è il rischio di sentirsi soli ed esclusi.
Per potersi sviluppare completamente, tutti devono provare queste spiacevoli sensazioni, e in questo periodo i bambini appaiono sia depressi, che felici per la possibilità di esplorare il mondo e lo svezzamento è spesso uno stimolo per lo sviluppo.
Alcuni piccoli possono avere difficoltà e non tollerare lo svezzamento, e solo se la madre saprà tollerare la rabbia del piccolo, questo potrà staccarsi dal suo seno (esempio di Catherine).
Il bambino da 1 a 4 anni e il mondo più ampio
Lo sviluppo è un processo continuo, in cui ogni stadio dipende dal precedente e ne è influenzato.
La Klein afferma che durante le prime settimane di vita i piccoli si difendono dalla paura di annientamento e disintegrazione tramite la scissione delle esperienza buone dalle cattive (seno buono, seno cattivo), e man mano che lo sviluppo procede il neonato inizia a percepire la madre come un oggetto unico ed intero e a questo punto iniziano le paure di perdita e d'abbandono (posizione depressiva).
Secondo Erikson l'impulso a mordere del neonato deriva da una sensazione di disagio fisico nella bocca, ma in questa fase della vita il neonato è anche consapevole che i morsi provocano dolore e rabbia nella madre, quindi il bambino attacca la madre volontariamente quando si sente pieno di frustrazione e sofferenza.
Pietre miliari
Intorno alla fine del primo anno di vita, gli sviluppi fisici avvengono ad una velocità incredibile.
Le 2 pietre miliari che hanno un impatto fondamentale sullo sviluppo psichico sono:
- Camminare: in questo stadio i bambini sono euforici per
le nuove conquiste (scoperte durante gli spostamenti), la madre deve
invece elaborare il lutto per non avere più l'esclusiva sul proprio
figlio.
Alcuni bambini si allontanano dalla mamma esplorano e poi tornano subito da lei, altri invece non ritornano ed è la madre che deve corrergli dietro, e secondo la Furman è necessaria flessibilità nel comportamento della madre - Parlare: alla fine del primo anno il bambino diventa maggiormente capace di indicare i propri bisogni e desideri attraverso le parole, ed anche le parole che dice la mamma sono importanti, perchè abituano il piccolo al suono delle parole e lo fanno sentire partecipe e protetto (parole di spiegazione)
Se i genitori comunicano al bambino che non son contenti della sua esplorazione e della separazione, il bambino incorporerà il sentimento che il successo ed il raggiungimento dei propri obiettivi sono atti pericolosi che devono essere tenuti a freno.
Conflitti edipici
La Klein pensava che i conflitti edipici fossero presenti fin dalle prime settimane di vita e ciò è stato confermato dalle osservazioni di molte madri.
Un bambino di 2 anni di nome Jack era stato mandato in terapia perchè era aggressivo nei confronti degli altri bambini, perchè non ascoltava e non faceva quello che gli si diceva.
La madre era stata lasciata quando era incinta, ed in terapia il bambino faceva in modo che il terapeuta non si mettesse in mezzo tra lui e la madre, perchè aveva paura di esser lasciato fuori e dimenticato, ma col tempo si interessò ai giocattoli e si distaccò di più dalla madre, inoltre la sua voglia di entrare in un armadio rivelava la sua fantasia di entrare dentro la madre per vedere se c'erano altri bambini (aveva anche dimostrato gelosia perchè la madre suonava la chitarra, che vedeva come terzo elemento che gli faceva venire rabbia da separazione).
I fratelli
Avere dei fratelli aiuta a preparare il piccolo al gruppo di pari con cui giocherà, in modo che anche andare all'asilo risulterà un evento meno traumatico.
E' stato inoltre dimostrato che il primo figlio impara più rapidamente a camminare e a parlare, perchè all'inizio i genitori si occupano solo di lui.
Sentimenti come gelosia, rivalità ed aggressività sono sentimenti naturali e fanno parte della vita di una famiglia così come sentimenti come amore e preoccupazione.
Controllo sfinterico
Prima dei 2 anni di solito il bambino non acquisisce un pieno controllo sfinterico.
Quando il bambino si sente affamato o arrabbiato, i suoi prodotti corporei diventano armi di distruzione diretti verso il seno cattivo che lo depriva, ed intorno ai 2 anni i prodotti corporei sono percepiti come un suo possesso, che egli vuole trattenere o rinunciare quando vuole.
Il bambino sente di poter controllare la madre, può farle piacere depositando le feci nel vasino o se arrabbiato può usarle contro di lei, inoltre sporcarsi con le feci può anche essere un modo per ottenere l'attenzione della madre.
Il gioco
La Klein considerava il gioco dei bambini come l'equivalente delle libere associazioni negli adulti, seguire il gioco consente di avere un insight sulle fantasie inconsce del bambino e sulle sue ansie.
La funzione principale del gioco non è la comunicazione, ma l'espressione dei sentimenti e delle esperienze interne del bambino, ed il gioco è importante per il suo sviluppo come il mangiare ed il dormire.
Dal secondo anno di vita, i bambini attraverso il gioco conoscono il mondo esplorando, e la capacità di giocare liberamente dipende dalla capacità di simbolizzazione.
Una delle principali funzioni del gioco è quella di aiutare il bambino a venire a patti con le complicate emozioni della vita (amore, odio, aggressività, ansia), perchè imparare a padroneggiare sentimenti intensi e conflittuali è una cosa molto importante (ad esempio, lanciare i giocattoli e poi riprenderli, serve ad elaborare le ansie di separazione, di perdita e di abbandono, e secondo Winnicott, l'ansia è una costante nel gioco dei bambini).
I gruppi di bambini
Il bambino ha bisogno di costruire relazioni con gli altri ed in parte dovrà farlo da solo (il bambino che non è figlio unico è avvantaggiato in questo compito).
L'avere un proprio spazio da al bambino un senso di orgoglio e di conquista per la propria crescita.
I gruppi di gioco sono in genere ambienti flessibili e facilitanti, che vengono incontro al desiderio delle madri di rimanere con i loro bambini, in modo che i bisogni individuali possano essere soddisfatti, tuttavia la madre man mano che il piccolo cresce rimane sempre più esclusa e prova ansia, e per questo si arrabbia quando riceve risposte vaghe sul come ha trascorso la giornata il piccolo.
I bambini a contatto con gli altri imparano qualcosa di più su se stessi e sulle proprie risorse, e si preparano a relazioni più complesse, come quelle che arriveranno con la scuola.
Il periodo della latenza
Il periodo della latenza segue le lotte della prima infanzia e precede le lotte della pubertà e dell'adolescenza, e coincide con l'ingresso nella scuola del bambino.
Superare la prima infanzia
Questa transizione è importante e segna il graduale passaggio dall'intenso dramma familiare dell'infanzia verso il più lungo stadio della vita scolastica.
Al momento della transizione alcuni residui della vita infantile rimangono intrecciati nella personalità, inoltre, la qualità della lotta dello stadio precedente costituisce il nucleo centrale della capacità del bambino di cambiare, adattarsi, espandersi, ovvero di imparare e di crescere nel nuovo ambiente.
Pensare alla fase della latenza
La fase della latenza è vista come un tempo di rimozione, di ordine e compostezza, in cui si formano gli ideali morali.
Questo periodo che appare nel quinto o sesto anno di vita, rappresenta il declino della sessualità infantile e l'arrivo della morale (fine del complesso di edipo).
Secondo Freud, non è che l'eccitamento sessuale manchi, ma semplicemente viene usato per altri scopi, dato che si creano barriere contro la sessualità.
In questa fase, un bambino che ha un buon attaccamento può allontanarsi da casa per periodi più lunghi e tollerare la separazione, inoltre il figlio ha bisogno del padre per potersi staccare dal rapporto possessivo della madre.
In questo periodo il Super-Io diventa una forza dominante, il bambino cessa di cercare di soddisfare i suoi desideri edipici, che sono stati proibiti ed internalizza tali proibizioni.
Anche il fatto che un bambino non mostra alcuna preoccupazione da separazione, può essere causa di preoccupazione.
A scuola, il ruolo dell'insegnante è quello di aiutare i bambini a diventare membri del gruppo, ad ambientarsi, questo prima ancora di pensare all'educazione.
Una transizione negoziata
Lisa Miller descrive la situazione di una bambina di nome Emily, che riesce a negoziare il cambiamento verso la latenza con il pieno appoggio della famiglia, partendo da una situazione iniziale in cui voleva prendere il posto del fratellino cancellandone l'esistenza.
Questa bambina riesce man mano a tollerarlo, prendendosi cura di lui, identificandosi con i genitori (proiettando le proprie parti di neonata nel fratello, fase che prima o poi cmq dovrà essere superata).
In generale cmq, nel rispondere alle richieste dei figli, i genitori devono necessariamente adottare cambiamenti nel loro ruolo genitoriale.
La fase di latenza come un ponte
In questa fase calano i conflitti sessuali, che vengono sostituiti dai conflitti su come acquisire abilità, processi di apprendimento e sviluppo di nuovi rapporti.
Una transizione verso la latenza riuscita ha a che fare con l'equilibrio tra la necessità di scindere temporaneamente parti di sé per poter crescere, e la necessità che tale scissione non sia eccessiva.
I bambini in questa età hanno fame di informazioni, c'è una fame di fatti (elenco di Re e Regine), c'è la tendenza a collezionare e a fare scambi.
Meltzer osserva che il bambino in questa fase è particolarmente soddisfatto quando può dare un nome alle cose ed imparare a memoria (etichettare e ricercare), va alla ricerca di una abilità sempre maggiore.
La Freud suggerisce l'importanza di trasferire la libido dei genitori alla comunità, perchè il bambino possa pienamente integrarsi alla vita di gruppo, inoltre in questa fase spesso c'è il disprezzo per l'altro sesso e ci si riunisce solo tra compari dello stesso sesso per giocare.
La sublimazione, vista come l'aspetto cruciale della formazione simbolica e dello sviluppo psicologico è considerata qualcosa di molto diverso da una forma di rinuncia difensiva o da una deprivazione degli impulsi, la sublimazione è quindi maggiormente finalizzata a preservare la buona esperienza dello sforzo cooperativo e creativo della coppia creativa (Hering).
Lo psicoterapeuta può subire per mesi il silenzio difensivo del piccolo in questo periodo di vita, silenzio che però deve usare per carpire indizi su cosa si nasconde sotto la superficie.
Una potente scissione e rimozione possono essere considerati fattori facilitanti, dove ad esempio ci si cimenta nello studio riuscendo ad ignorare il resto (in questo caso si tratta non di una scissione difensiva, ma evolutiva).
Giocare e lavorare
La Klein ha notato la diffidenza e la riservatezza dei bambini in latenza, inoltre ha osservato che tramite i giochi con l'acqua, i bambini si allontanano dai desideri orali ed anali di ingoiare, bagnare e sporcare, ed assumono forme più razionalizzate come cucinare e pulire.
I bambini sembrano coprire i ricordi della vita infantile primitiva, ed ora hanno bisogno di certezze, regole e strutture.
La Freud ha rilevato che i materiali prima usati in maniera distruttiva, vengono usati per creare, progettare, costruire, condividere, c'è adattamento alla vita sociale, si passa dall'abilità di giocare a quella di lavorare e dalla gratificazione immediata alla capacità di aspettare e portare avanti un progetto.
Winnicott afferma che la sanità mentale è essenziale nella fase di latenza, ed un bambino che in questa fase non sa gestirla sta male, quindi la latenza è un traguardo piuttosto che un intervallo tra due fasi di crescita più importanti.
Dove sorgono le difficoltà
Possono esserci lotte per il possesso del genitore del sesso opposto che impediscono di integrarsi con il gruppo di pari, e ciò può essere frequente nelle famiglie con un solo genitore (es. mancanza della figura paterna che blocca le intrusioni del figlio nella madre e che lo aiuta a progredire).
La latenza nel ciclo della vita
Gli stati mentali della latenza non vengono mai superati del tutto e possono essere richiamati in periodi di forte stress.
Meltzer sostiene che gli stati mentali appropriati per una fase dello sviluppo, potrebbero richiedere adattamenti inappropriati e complicati se continuassero ad essere una modalità dominante nella fase successiva.
Meltzer parla di conservatorismo è il risultato della regressione allo stato di latenza per poter far fronte alla responsabilità ed all'impegno depressivo di elaborare il complesso edipico e di accettare di affidarsi alla identificazione introiettiva con un oggetto combinato (si ha così invidia verso i giovani per aver rifiutato la propria rivolta sessuale a favore dei valori).
Passaggio verso la pubertà e l'adolescenza
Esiste in tutti una spinta a rimanere negli stati mentali della latenza.
Secondo la Copley l'età della latenza è un rifugio dal conflitto, ed in alcuni casi certi giovani si identificano talmente tanto con gli aspetti autoritari dei loro oggetti interni, da rimanere bloccati nella latenza, convinti che la crescita possa rappresentare una regressione verso espressioni esagerate della sessualità infantile.
Gioia e dolore nella pubertà e nella prima adolescenza
Negli ultimi 2 anni della scuola elementare e nei primi 2 della scuola media alcuni bambini appaiono sessualmente maturi, altri appaiono molto più piccoli.
Spesso questi giovani provano la sensazione di non poter controllare il destino fisico del proprio corpo e ciò può causare profonda angoscia, frustrazione, rabbia e disagio, ma è proprio nell'età della pubertà che i giovani adolescenti raggiungono la maturità sessuale.
L'età della pubertà
Nelle femmine la pubertà coincide con il primo ciclo mestruale che segue la prima ovulazione, nei maschi invece non esiste un momento così preciso.
In questo periodo il corpo sembra essere fuori controllo, c'è una spinta verso il diventare grandi e spesso una per rimanere piccoli e tornare nello stadio della tranquilla latenza, c'è un conflitto nel volersi staccare dai genitori per raggiungere l'indipendenza ed il bisogno di essere accudito.
Questioni adolescenziali non risolte spesso permangono in età adulta.
In questo periodo c'è forte crescita intellettiva e creativa, c'è realismo e avvengono molte scoperte, il ragazzo matura e acquisisce anche la capacità del pensiero astratto.
L'identificazione con il gruppo di pari e non con la famiglia può suscitare grossi sentimenti di onnipotenza, dato che il mondo degli adulti appare a portata di mano, ma possono anche esserci sentimenti di impotenza, inutilità ed umiliazione per la propria debolezza.
Spesso i genitori vengono vissuti come guastafeste che non vogliono che il figlio cresca, in questo periodo c'è forte alternanza tra gioia ed angoscia, inoltre bisogna tenere presente le differenze culturali (nella nostra società multiculturale), perchè spesso ciò che è normale per una cultura non lo è per un'altra, e viceversa, e gli unici processi di sviluppo che sembrano universali sono il complesso di edipo e la teoria dell'attaccamento.
Commento storico
La percezione dell'adolescenza come fase di sviluppo ben distinta è relativamente recente, lo stesso Freud ha scritto poco sulla pubertà e l'adolescenza, ed è difficile trovare nella grande letteratura del passato un interesse per i problemi dell'adolescenza.
Oggi invece l'adolescenza è un fenomeno sociale, grazie anche alla tv, il cinema, la radio che hanno aiutato ad evidenziare il problema e hanno stimolato gli adolescenti a percepire più chiaramente la loro identità di gruppo.
Nella società occidentale sembra accettato che gli anni dell'adolescenza siano anni dolorosi ma formativi e che l'impulso principale sia dato dai cambiamenti fisici della pubertà.
Transizioni fisiche e sessuali
Nelle ragazze, quando i cambiamenti ormonali si stabilizzano, queste acquistano il corpo di donna (altezza, seni, peli e capacità di generare figli).
Se questi cambiamenti avvengono velocemente, possono disorientare profondamente una ragazzina di 11 anni, che può preoccuparsi per i commenti degli amici sul suo corpo, per il fatto di avere apprezzamenti dall'altro sesso, e perchè c'è spesso la sensazione di avere un corpo non perfetto.
Si ha la brutta sensazione di non poter controllare queste metamorfosi e l'unico mezzo di semi controllo sembra essere la dieta, inoltre anche le mestruazioni possono creare disagi, soprattutto perchè le prime possono arrivare in qualsiasi momento e ciò può essere imbarazzante.
Iniziano le prime fantasie romantiche, le cotte verso i cantanti e per i compagni di scuola più grandi.
Nei ragazzi le differenze fisiche in questo periodo diventano molto evidenti, c'è anche un rapido cambio di voce, crescono i primi peli sul viso (con il dubbio del radersi o non radersi), spunta la preoccupazione per la potenza sessuale e la grandezza del pene e la masturbazione può essere un'attività piena di sensi di colpa e segreta per molti ragazzi, ma costituisce anche uno sfogo importante per le fantasie e le frustrazioni sessuali.
Come nelle ragazze, anche nei ragazzi può esserci un'ansia enorme rispetto all'identità sessuale e alle fantasie e attività omosessuali.
In questa età c'è un aumento dei sentimenti e comportamenti aggressivi e sessuali, forse a causa dell'aumento della forza fisica.
C'è la tendenza ad agire prima di pensare, il sesso può essere usato come espressione dell'aggressività e viceversa, e da quando l'aggressività è diventata un comportamento accettabile per le donne, il numero di questi atti è in continuo aumento tra le femmine.
L'aggressività ed il comportamento promiscuo sessuale sono bilanciati dalle storie d'amore d'adolescenza, dove l'innamoramento e la tenerezza aiutano a controllare il proprio comportamento per non far soffrire l'altra persona.
Il complesso di edipo oggi
Freud individuò questo desiderio solo parzialmente conscio nei bambini e nelle bambine (col nome di complesso di elettra), e questo complesso è stato in parte confermato dai racconti di bambini dai 2 ai 5 anni che raccontano di voler sposare la madre e liberarsi del padre.
Ciò che rende edipico un triangolo è che la natura del rapporto tra 2 membri è di tipo sessuale, e Freud sosteneva che come le questioni edipiche venissero risolte in infanzia, era importante per la futura sanità mentale e l'identità sessuale.
E' quindi spesso molto importante avere entrambi i genitori, dove il padre permette al maschio di identificarsi in lui e di far rimandare il soddisfacimento sessuale a dopo, per poter entrare nel periodo della latenza.
Tuttavia però, nella pubertà, il precedente equilibrio raggiunto nel triangolo edipico viene disturbato dai primi segni fisici della crescita sessuale del figlio.
Il rafforzamento dei limiti sessuali durante la pubertà
Freud dopo alcuni studi, giunse alla conclusione che gli abusi e le seduzioni sessuali dell'infanzia, erano in realtà fantasie sui rapporti incestuosi e non erano avvenute veramente.
Egli studiò le antiche tribù, notando che avevano forti tabù sul sesso, dove chi trasgrediva veniva punito severamente, ed affermò che con lo sviluppo delle grandi società, le leggi sull'evitamento sessuale divennero inconsce, rimanendo cmq sempre attive, infatti, alcuni atteggiamenti sessuali che provocano piacere, possono cmq suscitare vergogna.
Nella nostra società, la sessualità non sembra più un tabù, e con tutte le pubblicità stravaganti che esistono, mandiamo messaggi confusi ai giovani in pubertà.
Oggi riconosciamo che ci possono essere abusi in famiglia e questo può distorcere i normali compiti della pubertà, ed un bambino abusato avrà un attaccamento di tipo ambivalente, e quando arriverà alla pubertà proverà vergogna e rabbia.
Davanti a questi intollerabili conflitti interni, alcuni bambini scappano di casa, altri si prostituiscono, altri si drogano, altri si suicidano.
Attaccamento, separazione e perdita nella pubertà
Anche durante gli anni della scuola elementare, i bambini devono sentire che possono avere i genitori vicini quando ne hanno bisogno, e reagiscono con grande dolore se ne sono separati per troppo tempo.
Bowlby ha spiegato alcune teorie sull'attaccamento, tra neonato e madre, dove se i neonati (o i bambini) non sono stati curati e proiettati dai propri genitori, diventano estremamente vulnerabili ed incapaci di badare a se stessi.
L'attaccamento è fondamentale in tutta la vita, e fornisce un supporto in caso di dolore o problemi (amici, famiglia, partner, ecc...), e la capacità di creare questi legami rappresenta una delle caratteristiche dei rapporti personali validi e della salute mentale degli adulti.
Deve esserci una grande forza (che arriva con la maturità sessuale) per permettere al bambino di sopportare la separazione dai genitori durante la pubertà, e questa forza è rappresentata dal bisogno di riprodursi.
La fine della storia d'amore dell'infanzia
Vecchi rancori d'infanzia possono essere rievocati in adolescenza, dove il bambino ora divenuto magari più alto e forte del padre, prova un sentimento di rivalsa per le precedenti presunte umiliazioni subite, ed a volte sembra che i giovani facciano apposta a litigare coi genitori per sopportare meglio la separazione.
Il fatto che i giovani si sentano sicuri ad abbandonare la casa per esplorare il mondo, è dovuto al fatto che sono sicuri che quando torneranno i genitori saranno li ad aspettarli, quindi si sentono protetti nel caso qualcosa andasse storto.
I genitori devono imparare a dare più spazio ai propri figli e non essere gelosi della loro sessualità, come questi lo sono stati nei loro confronti (nel complesso di edipo).
Separazioni, divorzi e nuovi matrimoni
Quando i genitori litigano sempre, il figlio può incorporare un'immagine di una coppia parentale molto negativa che si odia.
Secondo Ogden, se il genitore separato ha nella sua mente la consapevolezza di una relazione uomo-donna che sia sessualmente creativa, ma anche attenta ai figli, allora questo modello interiore verrà trasmesso dal genitore al figlio.
Può anche accadere che lo spazio vacante nel triangolo edipico possa essere riempito da una figura non sessuale (ad esempio un parente, un amico, un terapeuta).
Quando 2 genitori si separano, il triangolo edipico crolla ed il piccolo forma 2 relazioni diverse con i 2 genitori e questo può avere ripercussioni dolorose su di lui, può risultare intollerabile dover accettare 2 famiglie diverse, si può avere il desiderio di tenere uniti i genitori.
Se la separazione avviene prima o durante la pubertà, ciò può comportare un non superamento della fase edipica e probabili problemi per il futuro del piccolo, infatti, in caso di perdita del rivale sessuale o di un nuovo rivale, il piccolo può avere grossi problemi a separarsi dal genitore amato.
Il passaggio dalla tarda adolescenza alla prima età adulta: la vita da studente
All'università, le modalità di selezione e la natura della fase di accoglienza possono influire sull'esperienza complessiva dello studente, ed il modo in cui si creano nuovi legami ha delle implicazioni su tutto il percorso dello studente.
La gestione dell'attaccamento e della perdita sono al centro dell'esperienza di apprendimento, ed il modo in cui l'individuo riesce a gestirle influisce sulla qualità della sua esperienza emotiva e accademica.
Capita però che uno studente arrivi all'università senza possedere risorse emotive per stabilire un contatto e quindi viene colto dal panico, ed alcuni studenti abbandonano gli studi.
Alcune ricerche rilevano che le borse di studi sono sempre di meno e che ci sono casi di studenti che fanno debiti per studiare, che finiscono anche per rubare o per prostituirsi.
La povertà degli studenti è quindi un problema grave, tanto che alcuni di loro si ritirano per l'eccessivo stress, inoltre, il grado di insicurezza del personale e degli studenti in molte istituzioni universitarie ha portato alla mancanza di contenimento che ha influito negativamente sulla qualità dell'esperienza di studio, e si è riscontrato negli ultimi anni un discreto aumento di depressione, ansia e stress disfunzionale negli studenti.
L'esperienza da studente
Andare all'università comporta anche speranze ardenti e paure inquietanti, e per riuscire ad avere successo occorre diventare genitori di se stessi e allo stesso tempo mantenere il contatto con le figure adulte esterne che possono fornire aiuto.
Ci vuole molta capacità di adattamento per riuscire nel compito dello studente, inoltre gli adulti devono essere sensibili alle richieste dei ragazzi e se necessario devono assorbire l'angoscia, il risentimento e la loro aggressività.
Molti studenti che chiedono aiuto, lo fanno perchè hanno dei rapporti non risolti che ostacolano la loro crescita adulta e la loro capacità di studenti, e a volte gli adolescenti hanno crolli emotivi, che in casi estremi possono portare al suicidio per togliersi questo gravoso compito di dosso.
I compiti centrali della tarda adolescenza sono:
- la separazione dai genitori e la costruzione di una identità più autonoma
- la creazione di una identità sessuale adulta e la capacità di gestire i conflitti tra amore e odio in una relazione intima con un coetaneo
- lo sviluppo della capacità di lavorare e l'inizio del senso d'orientamento verso il lavoro e la carriera
Negli studenti possono presentarsi inoltre sintomi fobici, come attacchi di panico, agorafobia e claustrofobia.
E' inoltre dannoso il comportamento troppo aggressivo dell'insegnante e del genitore, perchè può far sentire stupido il giovane, e la poca autostima che ne deriva può portare il giovane a diventare un bullo per far sentire a sua volta stupidi gli altri (sentirsi stupidi è sentire l'annientamento del sé).
Alcuni possibili problemi
Joan una studentessa di musica di 21 anni chiese aiuto perchè depressa, inoltre aveva avuto un esaurimento nervoso ed aveva tentato il suicidio.
Aveva pensato di lasciare l'università nonostante fosse una musicista dotata ed era inquieta perchè gli adulti (insegnanti e padri) si innamoravano di lei.
Indagando con la terapia si scoprì che il padre si era separato quando lei era piccola e la madre si era ammalata (facendo sentire in colpa la ragazza per averla lasciata per l'università), si scoprì poi che il padre aveva fatto innamorare la figlia e l'aveva lasciata in pieno complesso edipico e per questo lei cercava uomini più grandi (coi quali sembrava crudele come il padre abbandonatore).
Grazie alla terapia la giovane riuscì a sentirsi al sicuro e a risolvere i vari problemi (fidanzati coetanei, studi, meno sensi di colpa), e ciò dimostra che se si inizia la terapia prima che la depressione diventi cronica, c'è la possibilità di ottenere buoni risultati.
Maria, una giovane di 18 anni studiava per diventare infermiera pediatrica, i suoi genitori avevano divorziato quando lei era piccola, la madre si era ammalata di depressione dopo la sua nascita e lei aveva tentato il suicidio.
Maria dal primo giorno di università iniziò un rapporto di amore e odio con un'insegnante, alla quale poi si affeziono troppo per compensare le mancanze del passato, la quale però le suggerì di andare in terapia per guarire, ma lei non lo fece e fu bocciata.
La capacità di imparare con lo studio comporta l'introduzione di qualcosa ad un livello profondo: tale capacità nasce dalle prime esperienze di ingestione del nutrimento, a livello sia fisico che emotivo, ed a queste è collegata (ci sono tanti termini linguistici che confermano queste ipotesi, come: "cibo per la mente", "assimilazione di conoscenze", ecc...).
John, uno studente di 18 anni con genitori separati era sempre stressato ed incapace di concentrarsi, aveva un blocco dell'apprendimento, saltava spesso le sedute di counseling, era terrorizzato dai test per paura di sbagliare, e alla fine si scoprì che questi suoi problemi derivavano dal fatto che essendo il fratello maggiore era stato investito di una maturità prematura per accudire i fratelli, aveva preso il posto del padre e non gli era stata data la possibilità di essere immaturo.
Gli esami e le valutazioni possono evocare forti emozioni (spesso primitive) negli studenti, e sembra inoltre che il livello d'ansia aumenti nell'istruzione avanzata, per esempio nei dottorati.
Hassan era a metà del suo dottorato quando chiese aiuto perchè non riusciva più a studiare, e si scoprì che aveva avuto il blocco come resistenza verso la realizzazione del sogno degli esigenti genitori che da piccolo non gli avevano dato affetto perchè troppo presi nel loro pensiero di successo.
Hassan riuscì lo stesso a finire il dottorato, ma i suoi problemi non sparirono, non riusciva a lavorare, perchè cmq doveva estirparli alla radice.
Davar ha esaminato gli effetti dei cambiamenti bruschi ed improvvisi sugli individui.
Quando ci sono questi cambiamenti, se non c'è né un buon contenitore interno (sviluppato da una buona infanzia) né un contenitore esterno (genitori, parenti, amici, aiuto sociale), può svilupparsi qualche patologia nell'individuo.
Con il ridursi dei contenitori sociali, si riduce lo spazio della proiezione e del contenimento ed aumenta la pressione sull'individuo per il contenimento di angosce e conflitti, quindi più il contenitore è assente e più è probabile che fuoriesca angoscia.
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