Il modello di consultazione del Minotauro è un
modello di consultazione psicoanalitica sperimentato e calibrato in
questi ultimi anni all'interno del consultorio per adolescenti del
Minotauro, sotto la direzione di Gustavo Pietropolli Charmet.
Riferimenti teorici ed applicativi
La psicoterapia evolutiva è una psicoterapia dove il
cambiamento è concepito più come un'evoluzione che come una cura, e si
basa sui concetti di simbolizzazione, ruolo affettivo e crisi della
cultura affettiva di fronte ai compiti evolutivi fase specifici.
Il presupposto di questo tipo di psicoterapia è che la consultazione avvenga in una fase di scacco evolutivo e di crisi della cultura affettiva dominante, la quale si dimostra non adatta a sostenere la sopravvivenza e lo sviluppo del Sé e a promuovere investimenti oggettuali.
L'intervento in questo modello prevede la promozione del cambiamento non
solo nel soggetto, ma anche nel contesto di crescita e l'obiettivo è di
sostenere un riadattamento nel rapporto tra compiti di sviluppo e
contesto di crescita, al fine di favorire lo sblocco dello scacco e la
ripresa evolutiva.
E' poi fondamentale la risimbolizzazione, intesa come il cambiamento della rappresentazione del soggetto in relazione all'oggetto e in funzione di un compito.
Quindi l'obiettivo prioritario della psicoterapia evolutiva è che
l'adolescente e il suo contesto di crescita modifichino le
rappresentazioni attualmente prevalenti (perchè disfunzionali rispetto
ai lavori in corso della crescita del ragazzo) in direzione di
rappresentazioni più adeguate a sostenere la realizzazione dei compiti
evolutivi fase specifici dell'adolescente.
In questo modello, grande rilevanza assume il lavoro di consultazione con la madre e con il padre, inoltre si ha flessibilità di setting,
intesa non come libertà d'azione, ma come sperimentazione ed
applicazione di una pluralità di modelli di intervento (cmq sempre
rigorosi ed ispirati a teorie di riferimento).
Fasi e obiettivi della consultazione
Il modello del Minotauro può essere schematizzato in 3 fasi distinte:
- Colloqui diagnostici: prevede una serie di incontri con
l'adolescente (spesso con somministrazioni di test), ed almeno 3
colloqui con ogni singolo genitore.
Uno psicoterapeuta incontra l'adolescente, un altro la madre ed un altro il padre. - Discussione del caso in équipe: fase che procede
parallelamente a quella dei colloqui e che prevede l'incontro tra i 3
psicologi che conducono la consultazione alla presenza dell'intera
équipe del consultorio.
In questa fase ognuno dei 3 psicologi è chiamato a rappresentare e a dare voce al ruolo affettivo dell'adolescente, della madre e del padre, e ciò consente di effettuare un'analisi della cultura affettiva dei ruoli all'interno del gruppo naturale familiare. - Restituzione: fase che conclude la consultazione, avviene
di solito in presenza dei 3 psicologi e dei genitori, ed in alcuni casi
anche in presenza dell'adolescente (o in altri casi, quando i genitori
non si possono vedere, si fanno 2 restituzioni in momenti diversi).
Il clima della restituzione deve essere accogliente ed empatico e anche se non è presente l'adolescente, le sue rappresentazioni ed aspettative sono presenti ed entrano continuamente in gioco attraverso la voce del suo counselor.
Nel caso del padre e della madre, la restituzione rappresenta un momento in cui ognuno dei 2 ritrova una ristrutturazione del suo stesso discorso e del suo contributo alla comprensione della crisi.
Questo lavoro aspira a terminare entro 1 mese e cerca di favorire le necessarie modificazioni delle rappresentazioni di ruolo, di promuovere dei cambiamenti nel sistema delle rappresentazioni della madre, del padre e dell'adolescente, si vuole sostenere i genitori nello svolgimento del loro compito, si vogliono riaprire canali comunicativi eventualmente interrotti e si vuole promuovere una chiarificazione delle esigenze evolutive dell'adolescente.
Ruolo affettivo materno e paterno
Si sceglie di effettuare una consultazione separata di padri e madre con l'obiettivo di chiarire in che modo il codice materno e quello paterno si sono saturati e si declinano in quella specifica situazione familiare, a partire dalla prospettiva di Fornari, che definisce il codice come vivente, come un sistema che conserva e trasmette informazioni a partire da una memoria di dati, che possiede anche un piano di scelte possibili che dipendono da ambiente e circostanze.
Quindi saranno proprio il ruolo materno e quello paterno a dover essere intercettati, non considerando la genitorialità esclusivamente come sviluppo della coppia coniugale e di vissuti transgenerazionali, ma piuttosto come un ruolo, con sue caratteristiche specifiche, che si attiva nel momento in cui si diventa padre o madre.
Ci si rivolge singolarmente ai singoli individui durante la fase di consultazione, con lo scopo di analizzare, comprendere e sostenere le modalità di funzionamento specifiche dei 2 ruoli, inoltre, la coniugalità e la genitorialità non sono dipendenti l'una dall'altra, ma costituiscono 2 funzioni distinte che interagiscono e si influenzano reciprocamente.
Questo modello di consultazione psicoanalitica è organizzato proprio attorno al tentativo di prestare un ascolto selettivo alla cultura di ruolo materno e paterno, limitando le influenze dei ruoli e dei conflitti coniugali.
Questo tipo di modello è anche usato dall'équipe del Crisis Center de L'amico di Charly, un servizio privato che si occupa gratuitamente della presa in carico di adolescenti e giovani adulti che hanno tentato il suicidio o che hanno elaborato intimamente drammatiche ideazioni o progetti suicidali.
Gli svantaggi di questa metodologia sono che non consente un'osservazione diretta della dinamica relazionale della coppia, e di monitorare ed intervenire direttamente nelle relazioni conflittuali tra l'adolescente e i suoi genitori.
I colloqui individuali consentono ai genitori di soffermarsi in maniera più precisa nel ruolo genitoriale, di esprimere al meglio le proprie opinioni personali sui motivi della richiesta di consultazione e della crisi del figlio, di descrivere accuratamente il modo di esercitare la funzione genitoriale del partner e le dinamiche relazionali tra il figlio e l'altro genitore (tutte cose che non sarebbero saltate fuori se i genitori fossero stati consultati assieme).
La consultazione separata ha anche l'obiettivo di stanare il padre distante, distratto, pallido, e quando è il padre ad aver fatto partire la consultazione, è importante creargli uno spazio all'interno del quale accogliere ed analizzare le sue preoccupazioni, le sue ipotesi sui problemi, e le eventuali lamentele nei riguardi del modo di agire della madre.
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