Secondo Ian Hacking il concetto di nicchia ecologica può rappresentare un modo per capire la malattia mentale transitoria, essa è infatti composta da 4 vettori fondamentali:
- tassonomia medica: la malattia deve collimare con una cornice diagnostica più ampia già usata nel passato e ancora viva nel presente.
- polarità culturale: la malattia mentale si deve situare all'interno di 2 elementi della cultura contemporanea, uno virtuoso e uno vizioso o tendente al crimine.
- osservabilità: la malattia deve essere visibile, come una sofferenza che si dovrebbe evitare.
- evasione: la malattia deve fornire una forma di liberazione, che non si può trovare altrove.
Inoltre secondo Hacking, bisogna cercare di chiarificare l'interazione tra la conoscenza degli esperti e il comportamento delle persone con problemi psichici.
Il looping effect è quel processo per cui, il fatto di essere classificate in un certo modo, influenzerà le persone classificate, modificandole.
A loro volta, le reazioni e i comportamenti dei classificatori giocheranno un ruolo nella costruzione delle categorie in cui vengono inseriti e nei saperi che le producono.
Hacking cita Nietzsche, dicendo: "a volte il nome delle cose conta infinitamente più di quello che esse sono in realtà".
Una volta create delle categorie si creano anche delle norme di riferimento all'interno delle stesse.
Hacking individua 9 imperativi a cui sembrano vincolate le scienze che classificano le persone:
- Definire: occorre dare delle definizioni
- Contare e correlare
- Quantificare: trasformando le qualità in quantità
- Medicalizzare: stabilire ciò che è sano e ciò che è patologico
- Normalizzare: definire norme misurabili e quantificative
- Biologizzare: scoprire i fondamenti biologici
- Rendere genetico: cercare l'origine genetica
- Burocratizzare: adattare le classificazioni ai bisogni amministrativi
- Prendere possesso della propria identità
Un quadro d'analisi
Le difficoltà diffuse (nodi) che si trovano nel pensiero sono alla base di gran parte della filosofia, difficoltà che si presentano secondo i costumi di ciascuna epoca, si abbigliano di parole che corrispondono a diversi stili di pensiero, ma sotto questi mascheramenti ci sono delle fonti comuni.
Esistono dei nodi filosofici perpetui che si presentano sempre sotto forme nuove, e in generale, più si tira un'estremità del filo e più il nodo si stringe.
Esiste il nodo della differenza, il nodo dei nomi, il nodo dell'essenza, il nodo della scelta, il nodo della verità.
Durante il periodo di Pierre Janet (1859-1947) ci sono stati dei casi clinici particolari chiamati poi di doppia coscienza, inoltre Janet si occupava anche di casi di sonnambulismo, di ipnotismo, in particolar modo è famoso il caso della scrittura automatica, quando lo applicò con una paziente donna che scriveva cose senza averne coscienza, e siccome aveva dato un nome che non le piaceva a questa seconda personalità, Janet propose di cambiarlo con un altro, e quindi si può dire che Janet non scoprì la seconda personalità della donna, ma la creò (fenomeno della suggestione).
Anche in questo caso si può dire che "il nome di questa personalità è infinitamente più importante di quello che essa è" (nodo dei nomi).
La doppia coscienza, riapparve negli Stati Uniti circa cento anni più tardi (1970-1995), sotto il nome di personalità multipla.
Ma si tratta dello stesso problema, o di una malattia nuova? (nodo della verità).
Tra i due periodi in cui sono apparsi questi problemi, sono molto variati i trattamenti psichiatrici e anche le spiegazioni, c'è quindi la tendenza ad affermare che si tratta di 2 sindromi, ma c'è anche la tendenza a dire che si tratta di un unico problema di scissione di personalità, e che quindi non sono mai esistite le 2 sindromi (nodo della differenza).
Nel 1994 inoltre, gli psichiatri hanno cambiato il nome, da disturbo di personalità multipla a disturbo dissociativo di identità, e viene quindi da chiedersi se abbiano cambiato anche i loro criteri diagnostici.
E' importante rilevare che il comportamento dei malati e le descrizioni dei medici con i loro criteri diagnostici, si sono evoluti assieme, i pazienti sono venuti a conoscenza dei sintomi da altri pazienti, i pazienti hanno appreso nuovi sintomi dai pazienti, e i pazienti hanno dunque appreso nelle cliniche i sintomi che si dovevano manifestare.
Gli psichiatri hanno associato la dissociazione di personalità come causa di abusi da piccoli (i bambini scappano ai brutti momenti rifugiandosi in altre personalità), la televisione ha diffuso questa autorevole notizia, e tutti i pazienti sono andati a recuperare dei ricordi dell'infanzia che contengono abusi (esempio di interazione tra le persone che soffrono e la conoscenza).
Gli elementi che rientrano in queste interazioni sono:
- La classificazione e i suoi criteri di applicazione (enunciati definiti nei manuali diagnostici).
- Le persone e i comportamenti che vengono classificati.
- Le istituzioni: i medici e le loro organizzazioni.
- La conoscenza, degli esperti e della popolazione.
Arnold Davidson scrisse l'articolo ricomporre i cadaveri, dove cita il fatto che una volta si credeva che si poteva trovare la causa della malattia negli organi e nei tessuti dei cadaveri, mentre ora gli psichiatri non cercano più negli organi, ma nei comportamenti dei malati.
Davidson studia il feticismo, il sadismo, l'esibizionismo, e non le considera invenzioni,ma vede i perversi come un genere di uomini, di cui queste perversioni sono i possibili tipi.
Esistono donne perverse, ma l'attenzione si focalizza solo sugli uomini, come nel caso dell'omosessualità, se ne parla solo al maschile.
A quei tempi le pratiche omosessuali erano condannate, perchè l'omosessuale veniva considerato come un perverso, e il perverso era un malato, e solo nel 1980 è stato stabilito che l'omosessualità non era una malattia, mentre prima di allora essa ricadeva nell'ambito medico-legale.
Il termine omosessuale non esiste in francese prima del 1891, quindi si potrebbe chiedersi se prima di quella data esistessero omosessuali in Francia, e se si risponde no, si potrebbe anche affermare che allora prima di quella data non esistevano manco eterosessuali.
Gli essenzialisti pensano che l'omosessuale è tale per sua natura, mentre i costruzionisti affermano che è invece un modo per classificare le persone, nato dalla storia della società e non dalla natura.
Stein sosteneva che questa distinzione potesse essere falsa ed ingannevole (nodo dell'essenza).
Gli essenzialisti proposero l'ipotesi del gene dell'omosessualità, e qui si è di fronte agli imperativi della classificazione delle persone: la medicalizzazione, l'imperativo biologico e l'imperativo su base genetica.
Ci sono diverse posizioni favorevoli e contrarie all'ipotesi genetica, cmq in generale, la ricerca scientifica non sarà mai un buon mezzo per cambiare le attitudini verso i diversi orientamenti sessuali, e Stein sostiene che condurre delle ricerche scientifiche sull'orientamento sessuale è vano.
Se esistesse un gene gay, cmq, resterebbe vera l'affermazione che omosessuali e eterosessuali non sono nati in una determinata epoca, ma sono sempre esistiti.
I 9 imperativi delle scienze che classificano le persone
In passato, per fare un censimento dei lavoratori, gli ispettori delle fabbriche dovevano creare dei nomi per i vari mestieri, e secondo Hacking, questi ispettori hanno avuto più influenza sulle classi operaie di Karl Marx, non solo perchè regolarizzarono le condizioni del lavoro, ma perchè crearono e consolidarono i nomi dei mestieri, come strumenti intellettuali necessari per pensare l'organizzazione del lavoro, nomi poi interiorizzati dagli operai.
Tuttavia solo un'analisi sociologica approfondita sarebbe in grado di dire l'uso che gli operai fanno dei nomi dei mestieri.
I nomi delle categorie sono spesso molto importanti, anche nella concezione che gli individui hanno di se stessi, e spesso si ha un'interazione tra le persone da una parte e le classificazioni e i nomi delle classi dall'altra.
In generale, nella cultura popolare ci sono sempre delle classificazioni che interagiscono con le persone che vengono classificate.
La moda non va mai sottovaluta, così come il desiderio di essere alla moda, e le classificazioni scientifiche sembrano andare molto di moda.
Ad esempio il termine obeso va molto di moda nella popolazione, perchè deriva da una definizione scientifica, anche se solo in pochi conosceranno la definizione di Indice di Massa Corporea (IMC).
Alcune classi scientifiche traggono la loro origine dalla lingua comune ed altre invece nascono direttamente dal campo scientifico, come nel caso delle parole introverso ed estroverso inventate da Carl Gustav Jung, che poi sono diventate di uso comune.
Nel caso del dottor Down, egli scoprì questi bambini malati e gli diede il nome di mongoloide, perchè pensava che i bambini avessero antenati della Mongolia, successivamente il medico francese Lejeune ha scoperto che questi bambini hanno il cromosoma 21 in sovrannumero e quindi il bambino fu chiamato trisomico, ed infine si scoprì che quella malattia era causata da un altro difetto cromosomico, e quindi il malato prese il nome di affetto dalla sindrome di Down.
Questo è il classico caso in cui una parola scientifica (mongoloide) diventa popolare tramite la volgarizzazione.
Le classificazioni sono stabili ma non immutabili, e sicuramente esistono delle interazioni tra le persone e la loro classificazione.
Un esempio del nodo filosofico della verità riguarda l'affermazione del passato che i segni sul cranio sono segni di propensione al crimine, dove non si può dire che questa affermazione fosse vera finché non si scoprì la verità, in quanto tale affermazione è sempre stata falsa.
Foucault sottolinea che essere omosessuali al tempo dei greci e oggi, non è la stessa cosa (si ritorna al nodo filosofico dei nomi).
Si potrebbe dire che il significato del nome omosessualità non ha significato assoluto, ma dipende dal contesto storico, è sempre all'interno di un discorso, e il comportamento omosessuale ha tanti significati diversi nelle varie epoche.
Secondo Foucault, anche se ci fosse un gene dell'omosessualità, sarebbe sempre il comportamento dell'individuo, le sue scelte, a contare, scelte cmq fatte all'interno di una società data, che include anche la storia delle scienze del suo tempo (e quindi le classificazioni).
In questo caso ci si focalizza sul numero di scelte possibili, e di possibilità escluse (nodo filosofico della scelta).
L'idea del modellare le persone implica che molti attributi importanti e definitivi del carattere di un individuo sono il prodotto delle possibilità di scelta, possibilità che risultano da un processo storico, e quindi questi attributi non fanno parte degli attributi innati.
Le scienze per classificare le persone possono essere: le scienze sociali, la psicoanalisi, la linguistica, l'etnografia, scienze che spesso usano la statistica.
L'obbiettivo di queste discipline non è solo la classificazione, ma vogliono avere la conoscenza delle persone, e richiedono delle classificazioni che suggeriscono delle ipotesi.
Hacking diffida dalle metodologie di ricerca stabilite in partenza, secondo lui bisognerebbe usare tutti i metodi a disposizione e solo alla fine scegliere il più adeguato.
In queste scienze ci sono degli imperativi, che non sono esattamente delle metodologie esplicite, ma delle pressioni molto forti per cui le ricerche si costituiscono secondo un modello stabilito.
Hacking sottolinea che non si deve obbedire a questi imperativi, perchè spesso l'obbedienza cieca conduce a risultati stupidi.
Gli imperativi delle scienze che classificano le persone sono:
- Definiamo: senza una chiara classificazione delle persone non si possono fare ipotesi.
- Contiamo, correliamo
- Quantifichiamo: trasformando le qualità in quantità.
- Medicalizziamo: la medicina clinica richiede il senso del sano e del malato.
- Normalizziamo: definire delle norme misurabili e quantitative.
- Biologizziamo: trovare l'origine biologica delle caratteristiche, dei problemi e dei comportamenti umani.
- Rendiamo genetico: cercare l'origine genetica delle caratteristiche degli individui.
- Burocratizziamo: adattare le classificazioni ai bisogni amministrativi.
- Prendiamo possesso della nostra identità: le persone classificate dagli esperti secondo i loro criteri da esperti, si mettono a rivendicare queste competenze per loro stessi, dichiarando di essere degli esperti della propria categoria di appartenenza (auto-appropriazione di una classe da parte dei suoi membri).
Applicare una classificazione agli individui può influenzarli in modo diretto e può anche cambiarli, in modo che i tratti caratteristici degli individui di una classe data possono cambiare.
Plasmare qualcuno significa formarlo attraverso l'abitudine o l'educazione o abituarlo a qualcosa.
L'epidemia di obesità
L'obiettivo della normalizzazione delle categorie è quello di stabilire delle norme per una categoria.
Tutti desiderano essere normali o superiori, la gente vorrebbe avere un'intelligenza normale, o superiore, ma nessuno vorrebbe essere anormale, perchè l'anormalità è vicina alla patologia.
Quando ci sono delle norme, si cerca di rendere normali gli anormali, quindi si spinge a normalizzare le persone.
Si può però anche dire che nessuno non è normale, perchè noi siamo normali da certi punti di vista, e la normalità dipende dal contesto.
L'idea di normale è legata a delle istituzioni di normalizzazione, il quale ruolo originario era quello di standardizzare e rendere normali i bambini e gli insegnanti.
Adolphe Quetelet sostiene che le quantità in una popolazione sono spesso distribuite come la curca degli errori, in forma di campana, quindi la media non è più una stima di una quantità vera nel mondo, ma una quantità creata dalla statistica.
Quetelet è l'inventore dell'uomo medio, le cui proprietà sono la media per gli uomini della stessa regione geografica.
Anche le misure di intelligenza introdotte da Alfred Binet sono state trasformate dagli psicologi in scale di intelligenza che sono distribuite secondo una curva normale con media uguale a 100.
Per il peso corporeo, lo strumento di normalizzazione è l'indice di massa corporea (IMC), e quando una categoria viene normalizzata, allora si può definire una classe di persone particolare, le persone che sono in sovrappeso.
Una volta definite, le persone grasse si sono organizzate e hanno costituito anche dei club, appropriandosi della propria categoria, diventando anche fiere del proprio essere, in alcuni casi.
Ci si pone sempre la stessa domanda, se esistevano persone obese prima del 1875, prima dell'invenzione della parola obeso, cmq si può affermare che l'obesità di un uomo importa molto di più che il fatto che gli si dia il nome obeso.
L'obesità sembra esser diventata una moda (al negativo), se ne parla ovunque, soprattutto negli Stati Uniti, dove si sottolinea il fatto che il numero di bambini grassi è aumentata vertiginosamente nell'ultimo decennio, e la cosa strana è che sono le parti più povere dal paese ad esserne affette.
In Brasile c'è stato il caso in cui si sono interpretati i dati censimento in maniera errata, sottostimando il reale problema della povertà e sottolineando erroneamente la percentuale di persone sovrappeso, rischiando così di far passare in secondo piano il reale problema di povertà del paese.
L'artista del grasso Botero è un'eccezione con le sue opere, perchè normalmente tutti gli artisti rappresentano le persone normali, il grasso non è bello e la moda è essere magri.
Magri e informa, contro grassi e brutti, visti come persone inattive, che valgono poco, ed il termine obeso è visto con riprovazione perchè deriva da una famiglia di vocaboli legati al mangiare.
Sembra inoltre che attorno all'obesità sia nato un business, i supermercati (soprattutto americani) sono pieni di prodotti speciali per non ingrassare (low-carb) e si vendono molti libri per dimagrire.
La parola obeso è sempre portatrice di connotazioni negative, statisticamente i grassi si trovano più nelle classi inferiori, e secondo alcuni autori australiani l'epidemia dell'obesità è un'idea sociale.
Addirittura nello stato di Arkansas si aggiunge alla pagella del bambino il suo peso, con eventuale severo richiamo ai genitori in caso di bambini troppo grassi, e nel 2004, in Francia, l'agenzia della sicurezza sanitaria degli alimenti ha raccomandato la soppressione della colazione mattutina nelle scuole materne.
Dall'altra parte però, industrie come quelle del latte premono perchè la colazione vengano mantenute, e c'è anche chi guadagna vendendo sostanze contro la lotta all'eccesso di peso.
La proporzione e la distribuzione dei grassi nel corpo umano sono dei veri indicatori di rischi per la salute, e l'IMC di un individuo è il suo peso in kg diviso per il quadrato della sua altezza in metri: IMC=P/A2.
Sono state dunque stilate delle classi per classificare il risultato di questo rapporto, e spesso si usava stampare nelle bilance delle tabelle indicanti per ogni altezza il peso ideale.
Quetelet nel 1832 fece uno studio sistematico sulla distribuzione di peso tra gli esseri umani, e successivamente stabilì che la curva di Gauss rappresentava molte delle distribuzioni delle qualità umane, delle qualità fisionomiche del corpo come delle qualità morali.
Anche Buffon fece degli studi simili a quelli di Quetelet, rilevando che il tasso di crescita dei bambini è più complicato, e l'indice in certi periodi è più vicino al cubo, più che al quadrato dell'altezza.
L'antropometria è una parola che nasce a metà diciassettesimo secolo, con significato di misura anatomica, e nell'antropologia, l'antropometria è la parte che si occupa di misurare l'uomo con l'obbiettivo di determinare quantitativamente le sue caratteristiche morfologiche (statura, faccia, cranio, ecc....), e questa parola designa anche un aspetto della criminologia, è una tecnica per l'identificazione degli individui attraverso le loro caratteristiche antropometriche.
Nel 1971, vari autori avevano proposto il loro indice di massa corporea, ce ne erano ben 3 diversi tipi.
Alla fine prevalse la formula di Quetelet (P/A2), più che altro perchè i rapporti con l'altezza al quadrato sono più facili da gestire matematicamente e perchè sono analoghi ad altre quantità statistiche.
Quindi l'IMC non è un indice che si trova in natura, ma è un indice convenzionale e comodo elaborato dai ricercatori.
Una volta stabilito l'indice, tutti gli studi di correlazione con la mortalità hanno dato un risultato uniforme, e se si giustappone l'indice di mortalità e l'IMC, si ottiene una forma a vasca.
Tra i vari valori degli indici c'è <18.5 come insufficienza ponderale e >30 come obesità, e si pensa che i sovrappeso si aggirino in torno ai 27.5, e in questo caso ci sono rischi di salute, ma non di mortalità.
Nonostante ciò, i fattori a rischio (e non di mortalità) aumentano quando l'IMC supera 25, e per questo motivo è stato decretato che il sovrappeso inizi a 25, e spostando quindi l'indice di buona salute da 27.5 a 25, si crea un'epidemia istantanea.
Sicuramente le persone con indice superiore a 30 è aumentata in questi ultimi anni, ma sembra troppo facile confondere l'obesità con il sovrappeso, nel clima che instaurano i media.
L'imperativo normalizzante è quello dunque di trasformare le persone obese in persone in sovrappeso, o meglio ancora in normali.
Le persone ricche possono ricorrere all'intervento chirurgico, con l'applicazione di un anello gastrico che riduce il volume dello stomaco (operazione cmq rischiosa, 2 su 100 di decessi), e grazie a questo, dopo la decisione iniziale, non c'è più bisogno di volontà.
Quindi in questo caso si tocca il nodo filosofico della scelta, ma anche l'imperativo numero 5, quello di medicalizzare.
Il quadro d'analisi finale è quindi composto da 4 elementi: le classificazioni, le persone, la conoscenza e le istituzioni, e tutti e 4 gli elementi sono essenziali per l'epidemia dell'obesità.
Secondo Campus, la grande paura per l'obesità è stata creata dagli esperti ricchi e magri, allo scopo che i ricchi possano considerarsi migliori dei più sfavoriti.
L'autismo
Ci sono molte definizioni di autistico, e ci sono sempre più autistici perchè le definizioni sono sempre più ampie, l'autismo cambia figura a seconda che si parli di un caso su 400 o un caso su 2000.
Negli anni 90 si parlava di epidemia, e dal punto di vista medico non si sa cosa sia l'autismo, non si conosce la sua causa e manco un trattamento veramente efficace.
Tuttavia si moltiplicano i programmi di formazione per educatori di bambini autistici.
Una variante dell'autismo è la sindrome di Asperger, ed è possibile che si tratti dello stesso disturbo, come è possibile che le cause siano differenti.
Sembra cmq in generale, che ai bambini autistici manchi la teoria della mente, ovvero non sanno immaginarsi quello che gli altri pensano.
La parola autismo è stata creata nel 1911 da Eugen Bleuler (1857-1939), mentre il termine demenza precoce (1895) si deve a Emil Kraepelin (1865-1926), che poi Bleuler rinominò in schizofrenia, che comprendeva varie forme di schizofrenia compresa quella autistica.
L'applicazione del termine autistico ai bambini è stata applicata ai bambini dal 1943 e solo nel 1979 viene abolito il suo rapporto con la schizofrenia, quindi oggi non è più vista come un disturbo mentale all'interno del gruppo delle schizofrenie, ma un disturbo dello sviluppo.
Secondo Kanner la natura dell'autismo deve essere data ad una cattiva mansione nel ruolo dei genitori, che non sanno capire e dare emozioni ai piccoli, e per questo fu coniato il termine madri-frigorifero.
Quindi prima di Kanner i bambini autistici venivano considerati stupidi, deboli, malvagi, mentre successivamente la colpa fu data ai genitori, considerati frigoriferi emozionali e malvagi.
Oggi anche la concezione di madre-frigorifero è stata abbandonata, come è stato abbandonato l'approccio psicoanalitico, seppur in alcuni paesi come Francia e Svizzera, sussiste ancora e da dei risultati.
Queste terapie creano bambini plasmati talmente diversi che sembra che si vogliano creare dei generi diversi di adulti.
La sindrome di Aspenger fu scoperta nel 1973 da Hans Aspenger, il quale individuò uno sviluppo normale dal punto di vista dell'intelligenza e del linguaggio, ma con comportamenti vicino all'autismo, con deficienza marcata nelle interazioni sociali e nella comunicazione.
Nel 1981 Aspenger fu riscoperta dall'inglese Lorna Wing, la quale pubblicò un resoconto di lavori e la proposta di una definizione della sindrome sulla base dello studio di 34 casi.
A partire da questa pubblicazione la comunità internazionale ha moltiplicato le ricerche, scoprendo sempre nuovi casi, seppur definendola un disturbo di validità nosologica incerta.
La sindrome di Aspenger è quindi relativamente nuova e solo nel 1994 ha fatto la sua comparsa nel DSM, dove si dice che questa sindrome è nello spettro dell'autismo, ma non si sa se le cause siano identiche o differenti.
Le figure dell'autismo
I trattamenti per l'autismo possono essere diversi, ed il trattamento che è migliore per una classe di autisti può non esser adeguato per un'altra.
Essere autistico ora è diverso che esserlo stato nel 1950, dato che le cause possono esser le stesse, ma la vita e l'idea che gli autisti hanno di se stessi è cambiata.
Gli imperativi che vanno bene per gli autistici sono: medicalizzare, normalizzare, biologizzare, rendere genetico, rendere burocratico, l'auto appropriazione della classe.
L'autismo non è solo un disturbo di comportamento, ma anche una specie amministrativa, invece per quanto riguarda la normalizzazione, i medici hanno l'ambizioso scopo di rendere gli autistici normali, ma purtroppo non c'è guarigione, i bambini autistici non smettono mai di esserlo e diventano adulti autistici.
Si cerca quindi di integrare i bambini autistici a scuola e gli adulti nel lavoro, e non si pensa all'autismo come una malattia, ma come un handicap.
Come si è detto, esistono molti trattamenti, ma ciò che funziona di più è il contatto attento e premuroso con un'altra persona.
Lovaas ha creato un suo metodo per gli autistici, basato sulla teoria comportamentista del condizionamento operante (rinforzo e punizione).
Il programma di Loovas è molto rigoroso, bisogna premiare e punire senza fare eccezioni e per questo motivo i genitori non sono adatti per questo ruolo, servono professionisti impassibili, che ricompensano con sorrisi, caramelle e parole di felicitazione, o puniscono con sguardi severi, silenzi, sgridate verbali (inizialmente la punizione era anche corporale, ma poi è stata abolita).
Lo psicoanalista Bettelheim ha criticato molto il metodo di Lovaas, dicendo che trattava i bambini come cani, tuttavia con la sua scuola ortogenica non ha ottenuto risultati buoni come quelli di Lovaas.
Lo stesso Loovas non pretende certo di guarire gli autistici col suo metodo ABA, ma di integrarli nella società, ma il suo trattamento risulta di difficile applicazione, dato l'elevato costo e il fatto che debba essere iniziato prestissimo e continuato ininterrottamente per molto tempo.
Ci sono cmq alcuni dubbi sul funzionamento del metodo ABA, altri studiosi non son riusciti a riprodurre i risultati ed affermano che Lovaas selezioni solo gli autistici di alto livello (quelli molto intelligenti), ma egli smentisce e tutt'oggi non si sa quale sia la verità.
I ricercatori sostengono che l'autismo sia di origine neurologica ed è per questo motivo che il bambino autistico diventa un adulto autistico.
Si pensa quindi che l'autismo sia di origine genetica, anche se non ci sono prove eclatanti di questo e la ricerca è ancora agli inizi.
Le scienze cognitive sostengono che le nostre capacità mentali sono organizzate a moduli, e ai bambini autistici potrebbe mancare o esser danneggiato il modulo per la teoria della mente, oppure pensando che ogni organo corrisponde a degli organi cerebrali specifici, delle reti di neuroni, si pensa che questa rete sia danneggiata nel cervello degli autistici.
C'è anche l'ipotesi che esista un'intelligenza sociale indipendente da quella generale, e vari risultati confermano il ruolo del cervello sociale nel funzionamento normale e la teoria amigdaliana dell'autismo (problemi con l'amigdala).
Il fenotipo degli autistici è sempre più vario man mano che passa il tempo e tra questi ci sono gli autistici di alto livello, dotati di un'intelligenza superiore alla media, ma con qualche sintomo autistico.
Queste persone hanno spesso un fascino per i dettagli precisi che concernono alcuni oggetti banali, essi possono avere una memoria perfetta, ed in alcuni casi anche avere troppa memoria, ricordandosi di molti dettagli inutili e facendoli notare anche a persone sconosciute, risultando inopportuni.
Si incontra il nodo filosofico della differenza quando si pensa che ora si cerca di accomunare gli autistici e gli ipermnemonici, quando fino alla fine del XIX queste 2 categorie non avevano nulla in comune.
Anche l'autismo è diventato un po' una moda, se ne parla nei film (ad esempio in Rain Man con Dustin Hoffman), in diversi libri ed autobiografie di autistici che hanno superato il loro handicap, e come moda del momento, anche nei blog di internet.
Parlando di autoappropriazione di una classe si può distinguere in 2 casi: quando le persone coinvolte sono autonome, e quando le persone coinvolte non sono autonome.
In quest'ultimo caso non ci può essere autoappropriazione completa, ma si parla di autoappropriazione delegata.
In questi casi, la famiglia o gli amici delle persone classificate vorrebbero avere un certo potere sulla loro sorte, come ad esempio nel caso dell'associazione Autisme-France, che raggruppa persone che si interessano di autistici.
La razza
La razza è la suddivisione della specie umana in gialli, neri e bianchi secondo il criterio apparente del colore della pelle.
Si ha quindi una classificazione in leucodermi (bianchi), melanodermi (neri) e xantodermi (gialli).
Esistono però anche altri tipi di distinzioni/discriminazioni che creano molte razze diverse e l'associazione SOS razzismo ha come missione, quella di reperire e denunciare gli atti di discriminazione razziale.
La razza quindi, non è una classe, ma una categoria nel senso stretto di un principio di classificazione di alto livello, ci sono quindi i bianchi, neri, gialli, ma anche gli zingari, gli ebrei, gli sporchi tranvieri australopitechi, ecc...
La parola razza risale al 1480 e designa i discendenti e gli avi di una stessa famiglia, di uno stesso popolo, e il suo utilizzo è quasi universale, come modo di distinguere il nostro popolo, dagli altri, dai barbari.
La razza funziona per stereotipi, che è anche un mezzo per opprimere una razza, e la politica dell'identità consiste nel cambiare lo stereotipo e creare una fierezza della razza (autoappropriazione).
Ci si chiede come mai ci sia la tendenza così diffusa di applicare la categoria della razza e di considerare le persone di un'altra razza come persone essenzialmente differenti, e una risposta può essere che forse così si può scusare e giustificare la dominazione di una razza su di un'altra.
Le caratteristiche della razza sotto diversi punti di vista:
- la natura: la razza è un fenomeno del mondo naturale
- la genealogia: come la intende Michel Foucault
- le scienze cognitive: abbiamo una predisposizione innata a classificare secondo la razza
- il dominio: sono le classificazioni dei dominanti a solidificare la categoria della razza
- la sporcizia: le altre razze ci inquinano
Ad esempio, i cammelli creano un vero genere, ma la classe delle cose marroni è un genere superficiale, e secondo Mill è sbagliato classificare e discriminare per un genere superficiale.
Le scienze della razza vogliono classificare le persone secondo la loro razza, usando l'imperativo genetico, ma anche attraverso regole amministrative (tipo la vecchia regola americane della goccia, dove una goccia di sangue nero fa un nero), ed esistono ovviamente anche casi di autoappropriazione.
La volontà di un gruppo razziale di dominare su un altro gruppo è una cosa normale in tutte le civiltà, si ha il desiderio di conquista, e le scienze della razza sono state create per dimostrare le diversità delle varie razze, in modo da poter affermare che non si è tenuti a trattare gli individui nello stesso modo, se appartengono a razze sufficientemente differenti.
Quindi le scienze usano gli imperativi di definizione della razza, di correlazioni tra razze, misurando gli individui e cercando una classificazione biologica.
L'approccio universalista delle scienze cognitive ipotizza che gli esseri umani nascano con delle capacità innate per distinguere e classificare le persone, e che ci sia un'eredità genetica di queste capacità.
Diversi studi portano a far credere che esistano moduli per la distinzione dei generi umani fin da piccoli, anche se alcuni studiosi hanno ancora dubbi sulla veridicità di questa cosa, cmq sia, è la cultura che fin da subito insegna a distinguere le razze, dove ad esempio in alcuni cartoni si vedono famiglie bianche amiche di famiglie nere, dove se anche il messaggio è d'amicizia, si sottolinea la diversità delle razze.
L'ossessione razziale è di origine storica, parte dai grandi imperi, dove lo scopo era quello di conquistare e controllare altre popolazioni, e dove era vietato avere figli con donne di altre razze, per evitare il miscuglio, per non far nascere i meticci (chiamati così quando erano visti come una cosa negativa, una contaminazione e poi col tempo han cambiato nome man mano che son stati accettati, chiamandosi ad esempio mulatti).
Ogni forma di vita umana è sociale, le persone vivono in gruppi ed un gruppo ha bisogno di legami interni per garantire la sua coesione, così come ha bisogno di limiti che definiscano l'identità del gruppo.
Le regole di sporcizia definiscono cosa non lo è, fornendo così un senso di identità e di stima di se al gruppo non contaminato, e mantenendo separati i membri del gruppo dai non membri sporchi.
Secondo Lewontin, le differenze genetiche tra un africano ed un europeo scelti a caso, sono dello stesso ordine delle differenze genetiche tra 2 europei scelti a caso.
Gli stessi scienziati ammettono che la razza, così vista, non è un termine scientifico.
Tuttavia, le nuove ricerche genetiche permettono di affermare che se esaminiamo gli individui dal punto di vista di una rete di geni, le differenze tra razze esistono eccome, ma ovviamente questa scoperta non può giustificare le discriminazioni razziali.
Inoltre, si scoprono sempre più malattie ereditarie la cui distribuzione è geografica, e la stessa farmacologia scopre sempre nuovi farmaci che sono più efficaci in certi gruppi (identificati per il loro genoma) piuttosto che in altri.
Scelte e nominalismo
Non può esistere una teoria universale su come plasmare le persone, dato che il nominalismo dinamico è fondato sulla complessità e i meandri della vita quotidiana e della vita istituzionale, e non porterà ad una struttura, un sistema o una teoria filosofica generale.
L'esistenza precede l'essenza, quindi la persona che ciascuno è, è determinata dalle azioni e dalle scelte fatte.
I caratteri spesso sono determinati ed immutabili, ma la nostra essenza, il nostro carattere, le strutture del comportamento che ci caratterizzano, non sono cose con cui siamo nati, ma le abbiamo acquisite crescendo, esse provengono dai nostri atti e dai nostri comportamenti, qualche volta da quello che scegliamo di fare, qualche volta da quello che scegliamo di essere.
Noi possiamo scegliere quello che possiamo fare in circostanze date, ma essere responsabili vuol dire addossarsi la responsabilità di essere quello che noi diveniamo con le nostre scelte.
Bisogna anche scegliere con chi ci si associa, si è quindi responsabili di essere diventati quello che si è, e se non si è contenti di quello che si è, si può anche dare la colpa a se stessi.
La formula morale consiste nella scelta di quale tipo di persona vogliamo essere.
Secondo Hacking, la libertà di scelta è minacciata dal pessimismo delle teorie di Freud, infatti secondo Hacking, ci sono troppi Io che si combattono, di cui nessuno può essere cosciente perchè ci sia un unico Io che abbia il potere di scegliere.
Un nuovo modo di descrivere una persona crea dei nuovi modi d'essere e anche dei nuovi modi di scegliere quello che si è.
Se in un momento dato, il concetto di azione non è presente, la scelta di compiere l'azione non è possibile.
Ad esempio essere Re di Prussia è una cosa altamente improbabile per tutti, ma non è un niente assoluto, non è una non-possibilità, mentre invece questa azione era un nulla assoluto ai tempi di Duns Scoto.
Noi facciamo delle scelte che sono risposte a ciò che ci viene dato, poche sono ponderate, alcune non sono manco scelte, inoltre le nostre scelte sono influenzate dalla nostra natura genetica e dalla nostra educazione, o anche dal nostro passato.
I geni di un individuo determinano i limiti estremi delle sue possibilità, ma sono le sue scelte che creano il suo carattere, la sua vera essenza, la sua anima.
Si può quindi dire che la nostra essenza genetica non è la nostra essenza.
Trattando la questione del nominalismo si parla di generi interattivi, chiamati così perchè esiste l'effetto valanga tra le persone e le classificazioni delle persone: l'individuo classificato viene modificato o si modifica da solo per il semplice fatto di esser classificato, e dato che le persone classificate cambiano, la conoscenza di questa classe di persone va rivista e quindi anche il nome della classe va cambiato.
Un fattore costante negli studi di Hacking è che c'è una fonte di variabilità, nella misura di cui il peso di ciascun elemento è abbastanza diverso in ogni caso individuale.
Hacking sostiene che il medico anticipa i sintomi della malattia, i malati apprendono i sintomi e li manifestano, producendo poi dei nuovi sintomi che i medici imparano ad anticipare (effetto valanga), e questo è un esempio di cosa vuol dire plasmare le persone, dato che i malati vengono modellati.
Le scienze che classificano le persone vogliono fare qualcosa di più che classificarle, vogliono scoprire delle leggi sulle persone allo scopo di informare il governo di certe regolarità e problemi, in modo da migliorare le condizioni di vita.
Tuttavia c'è da dire che non esiste un'idea chiara e distinta delle scienze umane, non ne esiste una categoria ben definita.
Esistono 2 tipi di modi di plasmare: il caso più frequente è quello quando la classificazione esiste già e le persone vengono plasmate per rispondervi, l'altro caso invece è quello quando viene introdotta una nuova classificazione, e ciò può creare nuove possibilità d'esistenza.
Ciò che fa di noi quello che siamo, non è solo quello che abbiamo fatto, quello che facciamo e quello che faremo, ma anche quello che avremmo potuto fare e che potremmo fare.
Plasmare le persone significa modificare lo spazio di possibilità che definisce la persona.
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