Quando si deve incontrare una persona, ci si attiene a dei codici
prestabiliti (di vestiario, di comportamento), e chi non segue questi
codici di solito lo fa per qualche motivo.
Il modo di vestire tradisce dunque un messaggio verso l'esterno.
Se un nuovo paziente arriva dal clinico e gli da subito del tu, non gli
da la mano ma una pacca sulla spalla, il professionista dovrebbe
rilevare questi indizi in quanto sono importanti indici dello stile
relazionale del paziente, che quindi vengono rilevati direttamente dal
comportamento osservato, oltre che dai racconti che il soggetto fa sul
suo modo di comportarsi con gli altri.
L'aspetto
Esistono delle griglie d'osservazione compilabili, utili per imparare ad osservare i pazienti.
Un importante fattore da valutare con l'osservazione è l'età,
che non sempre è dimostrata dal paziente, e può essere utile domandarsi
come mai il paziente dimostri un'età che non ha (cause socioeconomiche,
di stress, ecc...).
Il clinico deve considerare l'impressione globale data dal paziente, e i
dati raccolti dovrebbero venir confrontati con quelli ottenuti tramite i
parenti e gli amici del paziente.
Gli indizi che il clinico deve saper osservare sono:
- Abbigliamento e modo di vestirsi: l'abbigliamento fornisce indicazioni su, la personalità, lo stato psichico e l'ambiente socioculturale di provenienza.
L'abbigliamento del paziente può essere: adeguato alla situazione, presentabile ed ordinato, rispondente all'età ma non adatto alle sue condizioni di vita, eccentrico ed insolito. - Cura della persona: può essere valutata approfondendo alcune aree come le abitudini alimentari e l'igiene personale.
La cura della persona può essere eccessiva, mostrando patologie maniacali o scarsa, mostrando narcisismo ("devono accettarmi anche se non mi lavo"), il clinico non deve cmq giungere a conclusioni affrettate, dato che possono esserci più significati nella cura di se, e deve anche tener conto di cose come i tatuaggi, le cicatrici, ecc... - Salute fisica: si tiene conto di volti sofferenti, fisici deperiti, ecc...
- Espressioni del volto: comunica lo stato emotivo del paziente, e la qualità emotiva con cui egli si rapporta col clinico, serve a far capire se c'è diffidenza e a rilevare il grado di adeguatezza emozionale a seconda degli argomenti trattati.
- Contatto visivo e sguardo: indicano come il paziente si relaziona con le persone e che emozioni prova nel farlo.
Può essere schivo e sfuggente, oppure penetrante e di sfida, ed il clinico deve valutare la sua adeguatezza a seconda delle situazioni. - Postura:
fornisce informazioni sul modo di porsi del paziente di fronte alle cose
e sul suo modo di affrontarle, ed è indicativa dello stile relazionale
usato dal paziente verso il clinico.
Una postura rigida può essere segno di tensione, ed il clinico deve curare come il paziente modifica la postura durante il colloquio. - Movimento e disturbi del movimento:
bisogna saper distinguere tra movimenti naturali e patologici di tipo
neurologico o psicologico, dato che alcuni aspetti comportamentali (come
la distonia, l'agitazione, i tic) possono essere sintomi di patologie
neurologiche.
Bisogna verificare la presenza di disturbi del movimento come il rallentamento, l'agitazione e il tremore, quest'ultimo è infatti il più comune dei movimenti involontari patologici (si distingue in: tremore a riposo, posturale, intenzionale e non classificabile).
L'agitazione può essere un sintomo di una patologia (come la schizofrenia), ma può anche essere solo un effetto del disagio temporaneo provocato dall'ansia del colloquio.
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