La psicologia russa
Il primo laboratorio di psicologia russo fù fondato da Bechterev nel 1886 a Kazan, ed il primo istituto di psicologia fù istituito a Mosca nel 1912 (aperto il 1914).
La psicologia russa fù orientata secondo gli indirizzi europei della
stessa epoca, unendo una impostazione sperimentale ad una concezione
spiritualistica della psiche.
Le scuole russe più importanti sono quelle della riflessologia (Bechterev e Pavlov) e la scuola storico-culturale (Vygotskij).
La riflessologia
Secondo la riflessologia i processi psichici sono riconducibili ai
riflessi, cioè a processi puramente fisiologici ed elementari.
La riflessologia nasce con la scuola fondata da Bechterev (dal 1910), ma sono importanti autori anche Secenov e Pavlov.
La riflessologia di Secenov studiò il meccanismo dell'arco riflesso,
dove ad uno stimolo dell'ambiente corrisponde una reazione motoria
dell'animale, e per Secenov i processi psichici sono riconducibili a
riflessi cerebrali relativamente alla loro struttura di base.
Bechterev studiò i riflessi col metodo scientifico, lasciando da parte i metodi spiritualistici ed introspettivi.
Il contributo più grande alla riflessologia fù dato da Ivan Pavlov, nato nel 1849 a Rjazan, laureato in scienze naturali e medicina, premio Nobel 1904, morto nel 1936.
Pavlov studiò la salivazione dei cani, in presenza del cibo o alla
sola presenza di uno stimolo sonoro precedentemente associato al cibo
(concetti dello stimolo e riflesso condizionato ed incondizionato).
Pavlov distinse 2 sistemi di segnalazione: il primo comune agli animali e
all'uomo era quello dei riflessi condizionati, il secondo solo degli
uomini, consisteva nella capacità di usare come stimoli condizionati gli
stimoli verbali per segnalare le variazioni dell'ambiente e regolare il
comportamento (studi del linguaggio come secondo sistema di
segnalazione).
La scuola storico-culturale
Il massimo esponente fù Vygotskij, nato nel 1896 a Gomel, studiò all'università di Mosca e morì a soli 38 anni di tubercolosi nel 1934.
Fece studi sui processi cognitivi e collaborò con Lurija negli studi sulla storia del comportamento.
La prospettiva di Vygotskij è quella evolutiva, egli studiò le
differenze tra animale e uomo, e di come quest'ultimo si sia evoluto con
le proprie capacità, tra le quali il linguaggio.
Secondo Vygotskij il bambino può usare forme primitive di linguaggio
senza implicare processi intellettivi o di pensiero, ma per comunicare
stati emotivi, richiamare l'attenzione ecc..., e intorno ai 2 anni, il
pensiero ed il linguaggio iniziano ad interagire.
Distingue tra linguaggio come strumento di comunicazione e strumento di
regolazione del comportamento, quella comunicativa si sviluppa intorno
ai 2 anni, quella regolativa verso i 4.
Secondo Vygotskij c'è un processo di interiorizzazione del linguaggio,
dove all'inizio si parla sempre, mentre poi si pensa e si regolano le
azioni, processo che si compie non prima dei 7 anni, e il periodo di
transito viene detto fase del linguaggio egocentrico.
Ci fù polemica tra Vygotskij e Piaget, secondo Vygotskij il linguaggio è
una funzione psichica complessa che si sviluppa nel bambino con
l'interazione con l'ambiente sociale, è una funzione interpsichica che
mette in rapporto più persone, successivamente diventa intrapsichica che
regola il comportamento e i processi cognitivi, per Piaget invece il
percorso è l'opposto.
La struttura del linguaggio è innata, ma la lingua parlata è determinata dall'ambiente culturale di nascita.
Secondo Vygotskij il linguaggio interiore è frammentario ed abbreviato, mentre quello esteriore è esteso e completo.
Tra i principali esponenti della scuola storico-culturale si ricordano anche Leontjev e Lurija, il quale durante la seconda guerra mondiale si interessò dei disturbi dei processi psichici conseguenti a lesioni cerebrali.
Secondo Lurija le funzioni cerebrali che mediano funzioni psichiche
complesse non sono traducibili nei termini di riflessi condizionati,
come ad esempio il linguaggio, che non può avere come struttura
fisiologica di base il riflesso condizionato ma risulta dall'interazione
di diverse strutture e si modifica con l'interazione con l'ambiente.
Secondo Lurija, questa relazione tra cervello e ambiente spiega come mai
lesioni cerebrali producono effetti diversi da individuo ad individuo,
da cultura a cultura.
sabato 16 aprile 2016
Storia della psicologia (3/14): La riflessologia e la scuola storico-culturale
Pubblicato da Oggi è un altro post
sabato 16 aprile 2016 - 10:31
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