giovedì 28 maggio 2015

Genitorialità e figli adolescenti (2/5): La prospettiva materna

Le donne di oggi son molto diverse da quelle del passato, ora si muovono molto di più al di fuori della famiglia, hanno una carriera ed una vita dinamica.
Anche la famiglia è cambiata rispetto al passato, oggi la maggior parte di coppie ha un solo figlio e solo il 7% delle coppie ha più di 2 figli, inoltre aumentano le famiglie formate dalle solo coppie.
Nonostante l'impegno lavorativo e sociale delle donne, sono ancora loro che principalmente si occupano della casa e dei figli, nei quali racchiudono grandi aspettative.
Le madri lavoratrici odierne, lasciano quindi il proprio figlio precocemente nelle mani di altri, e questo sembra anche voler essere un modo per far sviluppare le qualità sociali del piccolo, dote alla quale le madri sembrano molto attente.
I genitori degli anni 90, sono genitori in transizione, che si stanno formando e che non vogliono fare i sacrifici come i loro genitori, non si rispecchiano quindi nei modelli dei loro genitori, che hanno criticato e modificato.
Queste madri si trovano quindi frequentemente in conflitto tra di loro e possono risultare incerte e contraddittorie a gli occhi dei figli.
Esiste poi il codice materno, dove si da tutto senza avere niente in cambio e il codice femminile, dove c'è uno scambio reciproco, e sembra che oggi la sottomissione del codice femminile al codice materno sia meno necessaria alla crescita dei figli.

Adolescenza e preadolescenza
I ragazzini in questa età vogliono diventare i soggetti della propria crescita e vogliono una madre che comprenda questo desiderio e che consenta loro di autodeterminarsi.
Per un adolescente è importante che la madre capisca il suo desiderio di cambiamento, se la madre non lo vuol lasciar crescer socialmente, possono nascere delle spaccature nel rapporto.
Le madri però possono avere un'angoscia genetica, dovuta ai ricordi del parto, han paura di non riconoscere più il proprio figlio, di vederlo troppo mutato, di rimaner deluse, e le madri quindi son preoccupate di non poter controllare continuamente il figlio nella preadolescenza.
La madre deve trovare il giusto equilibrio tra la presenza soffocante e l'assenza, e deve inoltre sopportare gli eventuali attacchi ricevuti dal figlio che sta mutando.
Se la madre è depressa può tendere a non voler far cambiare il proprio figlio o decidere di non curarsene, cmq la madre che riesce a curarlo nella maniera giusta in questo periodo evita che il figlio compia comportamenti antisociali di richiamo.

Cambiamenti
I 3 anni della scuola media sono per le ragazze ed i ragazzi, il periodo di una spettacolare metamorfosi: arrivano bambini ed escono adolescenti, e questo cambiamento coinvolge l'intera persona, trasformandoli in corpo e mente.
Le madri osservano in tempo reale questo mutamento, lo percepiscono bene, e riescono a gestirlo senza troppi allarmismi, tuttavia il loro atteggiamento è diverso a seconda se si tratti di figli maschi o femmine.
I maschi vengono dipinti come più contestatori, come quelli che tendono a rifiutare le regole familiari, mentre le ragazze tendono di più a chiudersi nelle loro stanze, anche se sembrano più interessate alla vita della famiglia.
Le madri non hanno troppe pretese verso i figli, però tengono molto al rendimento scolastico, cosa che può portare delusioni ai genitori da parte dei piccoli di entrambi i sessi.
I maschi sembrano perdere l'interesse per la scuola, diventano disordinati e vanno stimolati con insistenza, e per questo motivo gli scontri sono inevitabili e all'ordine del giorno.
L'adolescenza viene vista come la seconda nascita del figlio, e come la prima, provoca molta ansia nei genitori (angoscia genetica), e il cattivo andamento scolastico è visto come un fallimento del compito dei genitori.
Le ragazze invece vogliono più autonomia per gestire gli impegni scolastici, e in questo caso le madri si lamentano non del rendimento scolastico, ma del fatto che le figlie non voglion più stare sotto il loro controllo, un'angoscia cmq minore rispetto a quella provata con i figli maschi.

I preadolescenti sentono il bisogno di prendersi cura del proprio Sè, hanno quindi un maggiore interesse verso il proprio corpo e la loro immagine esteriore.
Le madri però pensano che questo bisogno sia indotto dalla frequentazione dei coetanei, e per questo motivo per non avere un figlio troppo influenzabile dagli altri, pongono dei limiti, che in alcuni casi sono dettati da necessità economiche (la roba alla moda costa).
Lo sviluppo fisico avviene diversamente tra femmine e maschi, le femmine si sviluppano prima e le madri sembrano compiacersi della loro voglia di sembrar belle, e sono loro complici in questa cosa.

Le nuove esigenze dei figli sono lo spazio privato dove potersi rinchiudere, e dove la madre sembra rispettare questo bisogno di intimità, inoltre ci sono nuovi svaghi come la televisione, i videogiochi, internet.
Le madri son preoccupate per questi svaghi, perchè tolgono tempo allo studio e soprattutto perchè possono dare modelli negativi, soprattutto nel caso di alcuni programmi televisivi.
Un altro nemico della madre è il cellulare, che sembra allontanare il figlio dalla casa, con queste continue chiamate (e spese economiche che obbligano i genitori a controlli), anche se in alcuni casi il cellulare può diventare un alleato dei genitori, come quando i figli escono e grazie ad esso possono sempre rintracciarlo.

Le preoccupazioni verso i figli maschi sono legate alla sua partecipazione a gruppi esterni, c'è la paura che l'adolescente possa finire in cattive compagnie, e diventa quindi importante insegnare ai ragazzini, chi frequentare e chi no.
Le madri tendono a controllare in incognito i figli maschi, per paura dell'influenza del gruppo, e anche in questo caso si parla di angoscia genetica, come se la ribellione e la fuga del figlio verso l'esterno siano un pericolo per la sua stessa persona.
Le madri invece si fidano un po' di più delle figlie e gli concedono una certa libertà, e le paure in questo caso son più legate alla sicurezza delle figlie, e quindi diventa importante il rispetto degli orari.

I primi amori vengono percepiti diversamente a seconda se si tratti di figli maschi o femmine.
I maschi vengono sempre visti come bambinoni, mentre le figlie vengono viste adatte ai primi amori e le madri ne parlano liberamente, ed esse si confidano con loro (come se fossero sorelle).
Invece sembra non comparire nei loro discorsi la preoccupazione per le gravidanze accidentali, l'AIDS.
Un altro cambiamento radicale rispetto al passato è che le madri non spingono più le figlie alla vita di coppia e alla famiglia, ma puntano più alla loro felicità, e questo rende più armonioso il loro rapporto, riducendo i conflitti sull'argomento.

I maschi arrivati alle scuole medie aspirano alla separazione, all'indipendenza dalla famiglia, e preferiscono aderire alle norme dei propri pari, e questa cosa irrita e mette ansia la madre.
Se la madre non vuol lasciare andare il figlio, lo mette in crisi perchè deve decidere da che parte stare.
Le ragazze invece, ricevono più fiducia dalle madri che son meno spaventate della loro adolescenza, ma questo però può portare ad una identificazione reciproca eccessiva che può ostacolare il percorso di separazione e verso la scoperta di Sè.
La ragazza quindi corre il rischio di non voler uscire allo scoperto e quindi rischia di non rintracciare i confini della propria identità, e di non trovare una strada autonoma da percorrere.

La gestione delle regole
Oggi il potere di legiferare non è più solo paterno, ma di entrambi i genitori.
E' importante tra l'altro, che quando il marito non è in casa, che la madre prenda in mano le redini della situazione e che sia lei il punto di riferimento.
Inoltre, le regole vengono decise assieme, e discusse a tavola, in modo che i figli possano comprenderle ed accettarle, inoltre, in caso di conflitto, non si ricorre più alla violenza, ma si discute.

Sembra che oggi, non sia più importante trasmettere le grandi direttive morali sociali, ma piuttosto garantire buoni rapporti interni.
Sembra che siano i padri ad esser più di manica larga, e l'importante è cmq che sia garantita la funzione educativa: devono esserci sia i divieti e le imposizioni che le mediazioni ed i permessi.
Secondo le madri, i figli si adattano molto bene a queste situazioni e agiscono furbamente, capendo quale è il genitore più permissivo, e facendo leva su di esso.

La norma di oggi è sempre più portatrice di contenuti e prima che rispettata, va compresa, le regole devono essere interiorizzate dai ragazzi e divenire uno strumento utile per la loro autorealizzazione.
Le regole non possono essere imposte, ma devono essere spiegate e giustificate, ed il dialogo col figlio è molto importante, perchè gli consente di diventare un interlocutore più maturo e responsabile.
Se le regole non vengono rispettate, si tende a farsi obbedire per amore del genitore e non per paura della punizione.

Sembra quindi che il sentimento più temuto dai figli sia il senso di vergogna associato alla delusione delle aspettative materne e paterne, un dolore di tipo narcisistico, e quindi spesso una semplice sgridata della madre è più efficace delle punizioni.
Le punizioni sono poco tollerate anche dalle madri, che preferirebbero non applicare, e cmq consistono i privazioni (televisione, videogiochi) o in riduzioni di autonomia rispetto alle uscite.
Il premio invece è spesso tradotto più in termini affettivi che materiali, con ad esempio, le coccole, o anche con il semplice riconoscimento per l'impegno mostrato rispetto ai propri doveri (in particolar modo scolastici).

Le madri sembrano infastidite dalla rigidità di certe regole, sulla base dei ricordi di gioventù, quando furono sottoposte a costrizioni immotivate dai propri genitori.
Per le madri le regole svolgono un'importante funzione comunicativa: attraverso la loro comprensione ed interiorizzazione i ragazzi dovrebbero arrivare ad appropriarsi di quei valori importanti per esser dei buoni adulti, come il rispetto degli altri.
Oltre al rispetto degli altri e all'altruismo, le madri tengono molto anche alla responsabilità, attraverso il rispetto dei propri doveri ed il mantenimento dei propri impegni i ragazzi possono coltivare la capacità di affrontare e risolvere i problemi che la vita gli presenterà.
Quindi le regole assumono non più una funzione solo comunicativa di valori, ma anche una funzione educativa, che può dare ai figli una buona impostazione per il futuro ed aiutare a formarli.
In definitiva, le regole garantiscono il mantenimento delle buone relazioni familiari e aiutano nella pratica educativa.

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