Verso i primi anni del 900, in Germania, un maestro di scuola in pensione, un certo Von Osten, era convinto che il suo cavallo Bravo Hans fosse molto intelligente, tanto che inizio ad impartirgli lezioni come fosse uno studente classico.
Dopo 4 anni di lezioni, Osten iniziò ad esibirsi nelle piazze con il
proprio cavallo, ponendogli domande di vario genere, alle quali il
cavallo rispondeva sbattendo gli zoccoli.
Incredibilmente il cavallo sembrava rispondere correttamente alla
maggior parte delle domande, tanto che molti studiosi iniziarono ad
interessarsi al caso, per cercare di smascherare il presunto imbroglio.
Nessuno fu in grado di spiegare questo incredibile fatto e la
gente iniziò a credere davvero all'intelligenza del cavallo, fino a che lo
psicologo Oskar Pfungst, riusci a risolvere il mistero.
Lo psicologo si accorse che il cavallo in realtà non conosceva le
risposte alle domande, ma era stato involontariamente condizionato a
rispondere ad alcuni segnali forniti da chi gli poneva la domanda o dal
pubblico.
Si trattava di brevi cenni del capo, o altri segnali involontari, che il cavallo aveva imparato a riconoscere.
Difatti, mettendo il paraocchi al cavallo, o ponendo domande alle quali i
presenti non sapevano rispondere (e quindi non potevano mandare segnali
involontari), il cavallo non riusciva a rispondere a quasi nessuna
domanda.
Questa importante scoperta sul condizionamento involontario, fù di fondamentale importanza anche in anni recenti, quando si era pensato di aver trovato la soluzione contro l'autismo.
I bambini autistici infatti, hanno difficoltà a comunicare con l'esterno, e quando fù scoperto che una tastiera speciale e l'aiuto di un tutor potevano farli comunicare come tutti gli altri bambini, ci fù molto fermore.
Si scoprì in seguito che i bambini non erano in grado di rispondere, ma erano influenzati dai segnali involontariamente forniti dai tutor, che facevano capire senza volerlo quale tasto i bambini dovevano cliccare.
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